Mi sono accinta a scrivere questo libro con il profondo desiderio di trasmettere il grande Amore per Dio Padre. La collaborazione preziosa di una cara amica, Rosalba, una persona spirituale che riceve sin da quando era ragazza, messaggi celesti, ha reso possibile la stesura di questo libro in maniera più approfondita, aprendo una finestra nel Cielo per congiungerla qui in Terra. Dalle poesie e preghiere ispirate, il lettore ha la possibilità di cogliere tutto l'Amore e la poesia che il Padre Celeste regala a ogni Suo figlio che, con altrettanto amore, lo chiama per nome, dicendogli: " Ti amo, Papà".
“O Sangue o Acqua, che scaturisci dal Cuore di Gesù, come sorgente di Misericordia per noi, Confido in Te”
“Lode e Gloria a Te, che sei il nostro Cristo Re. Cantino i cori le lodi, cori che si innalzano a Te, che sei il Re dei Re. La Tua Misericordia infinita è; noi miseri peccatori ricorriamo a Te. Stanchi e delusi, ci accostiamo al Divino, che ci accoglie con Amore infinito, giungendo sin qui. Apriamo le braccia al Creatore, che dall'alto di lassù, scende come un vortice di grande Amore, di grande Misericordia, al fine che ogni peccatore sinceramente pentito possa riscoprire il Divino. Il Divino è dentro te, è dentro me, dentro ogni cuore, pronto e lesto a far parlare il tuo e il mio cuore. Attenzione dovrai prestare se il Divino vorrai ascoltare. Il Silenzio solo attorno, senza ansie nè paure, solo quel filo che ti ricongiunge al Divino. Ogni risposta qui troverai se chiedere saprai. Nulla di difficile è, devi solo allenare la mente e il cuore se vorrai ascoltare la Mia Voce. Non pensare che non ci riuscirai, perché col pensiero negativo fallirai. Se fede hai in Me, chiudi gli occhi e parla con Me; pronto e lesto ti risponderò e, con Divina Misericordia, ti condurrò lungo i sentieri del tuo Cuore, lungo i percorsi della tua vita, al fine di farti comprendere che tutto un senso ha se solo unito a Me resterai. Resta saldo nella fede, non temere, apri la mente al pensiero positivo, perché, se ancora non lo sai, Io sono vivo. In Croce Mi hanno messo, ma non sapevano che il Divino non potrà mai morir. Ciò che Vita è, morte mai potrà veder. La Luce squarcia le tenebre del tuo essere per illuminare ciò che il buio e l'angoscia ti hanno fatto perdere e mai più ritrovar: l’Amore. Io sono Amore, Io sono Vita, e per la stessa Mi sono dato a te. Fai rotolare il cuore a Me. Il resto sarà solo la Mia Misericordia”.
Quando ci si accosta a una tematica che tratta il "trascendente", il cui filo conduttore non è una problematica terrena, con i suoi concetti predefiniti e standardizzati, bensì è aspaziale, atemporale, "a-tematica", parola coniata in questo contesto al fine di introdurre volutamente un argomento che esula da concetti materiali, ecco che il pensiero comune lo relega ad una tematica fantasiosa, priva di dati oggettivi e riscontrabili. Non si può non mettere in evidenza la complessità e la difficoltà nell'affrontare argomenti spirituali proprio perché di Spirito si tratta, facendo sollevare al contempo argomentazioni di tutto rispetto da parte degli scettici che li chiameremo "San Tommaso", del non credo se non vedo; credo se tocco e metto le mie dita nei buchi dove sono stati conficcati i chiodi. Non ci si può nascondere dietro al fatto che i giorni d'oggi pretendono ed esigono la materialità dell'essere. Questo ci condurrà, nel corso della narrazione, dinnanzi a quesiti quali: fin dove arriva la materia e quando subentra lo Spirito. Sono due entità del tutto separate? Tante altre domande si possono ipotizzare, ma se prevalerà lo Spirito piuttosto che la parte materiale, le risposte forse offriranno una valida soddisfazione a chi, in modo scettico si accosta alla lettura di quanto, con amore e semplicità, viene scritto per chi si vuole accostare con altrettanto amore e semplicità alla parte spirituale che risiede in ciascuno, all'interno del proprio essere, con semplicità di Cuore e di Spirito.
“Il più grande nel regno dei Cieli”(Matteo 18,1-5) In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “chi dunque è il più grande nel regno dei Cieli?”. Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità, vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei Cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei Cieli. E chi accoglie uno solo di questi bambini in nome Mio, accoglie Me.” Questa è la via indicata da Gesù stesso su come ci si deve accostare: “Fate come Me, che sono mite e umile di cuore.” Il cammino è segnato, la strada indicata, con buona volontà si intraprende il viaggio che conduce alla semplicità dell'essere, al solo Amore, al Sommo Bene.
Le vie del Signore sono infinite, e oltremodo misteriose. Quante volte nella mente di ognuno scorre questo pensiero, col grande impulso e desiderio di voler squarciare quel velo che circonda il mistero, al fine che il dubbio che nutre l'essere possa svanire e quel che è dubbio possa divenire certezza. Nel momento in cui l'individuo, al contrario, si abbandona al mistero divino senza voler penetrare nella Sua logica, anche perché con tutti gli sforzi umani possibili, il tutto diventa impresa ardua se non impossibile e altrettanto presuntuosa, ecco che accetta il mistero senza volerlo profanare. Facendo ciò, diventa parte integrante di questo, in quanto l'individuo comincia a intraprendere il cammino con la fiducia e la certezza che verrà un giorno svelato, abbracciando con fede la “chiamata” nella sua vita. Ecco che l'individuo diventa la Sua terra. Lui è la terra, Dio il contadino. Lui arerà il campo. Seminerà i semi della fede. Farà in modo che il vento non porti via i semi gettati affinché la pianta possa portare i suoi frutti. Ogni giorno, da buon contadino, controllerà il terreno, sarà il guardiano a che le intemperie non possano rovinare il seme e farlo marcire. Con fiducia e tanto amore, attenderà il percorso terreno affinché il seme diventi albero, e da questo albero possano uscire i frutti di tanto lavoro affinché ne produca ancora degli altri. Da bravo contadino, innaffierà i semi con “Amore”, quell' “Amore” infinito che non ha mai fine. Il seme, spesse volte, non riesce ad ascoltare la “Voce” in quanto, trovandosi sotto terra, si sente solo, abbandonato. Sotto è buio, sotto fa freddo, e le paure assalgono il piccolo seme, non sapendo che sopra di lui c'è il contadino che gli parla ogni giorno, lo innaffia, lo ripara dalle intemperie senza farsi vedere. Coi tempi della pazienza e dell'Amore, comprenderà che proprio nei momenti in cui si sentiva solo e abbandonato, proprio in quei momenti, il contadino era maggiormente presente, in attesa che il seme diventasse un giorno un grande albero dai molti frutti.
In un mondo dove regna solo odio e disprezzo, l'Amore è dimenticato solo perché l'individuo si crede re, re di se stesso che, con arroganza e prepotenza, ha innalzato l’io, togliendo Dio. La sua vita, ancora non lo sa, è misera cosa se ha abortito l'al di là. Le sue radici sulla terra sono affondate, ma dimentica che il suo corpo verso il Cielo sempre tenderà. La materia non è tutto, chi solo in essa crederà, sempre a terra resterà. Non riuscendo a spiccare il volo, la sua coscienza sempre limitata sarà, e il Signore mai raggiungerà. Io risiedo in Cielo, in Terra, in ogni luogo, perché Tutto sono, e nel Tutto spazio e mi ritrovo. L'individuo è una piccola particella di Luce che Mi appartiene, anche se questo lui ancora non lo sa, se solo la mente attivare fa. Ma se unisce mente e cuore, la Parola ascolterà. La Parola, intendo la Mia, e solo allora comprenderà che tutto questo un senso ha. Sono Padre, Padre a voi, e vi amo all'infinito, nonostante il vostro limite non vi faccia ascoltare la Mia Voce che proviene dal cuore. Vi illude che del mio Amore senza si può fare, ma arriverà quel giorno che comprender vi farà che solo il Mio Amore sempre e solo rimarrà. Non occorrono molte parole, ma occorre azionare mentre e cuore. Sempre uniti, mai disgiunti, e sorpresa giungerà per chi perseveranza e fede nel cuore avrà. Fatelo rotolare a Me, non lo vedete? Si ricongiunge a Me. Piccola particella d'amore che si ricongiunge al mio Cuore, che grande è per raccogliere te, te e anche te. Amore infinito, Amore immenso, Amore Misericordioso che ti porterà sin qui; un giorno, infine, comprenderai, che la tua vita era tutto un disegno per giungere sin qui. Dico allo scettico, dico al non credente, non temere, perché come la goccia si disperde nel grande oceano unendosi e confondendosi con esso, allo stesso modo, anche tu ti ricongiungerai, comprendendo che il tuo tempo era solo perso perché non avevi compreso il vero senso. Padre d'Amore, ti accoglierò, con un abbraccio d'Amore, ti inebrierò, facendoti comprendere che le tue resistenze sorriso danno a Me, perché comprendo che, in fondo, ti illudevi di esser re. Fermo nelle tue convinzioni per vita tua, comprenderai alla fine del giorno, quando volgerà a sera, che erano fatte solo di cartapesta. Io sorrido, Son sempre qua, ad aspettar quel giorno che, prima o poi, per tutti sempre arriverà. Padre d'Amore, ti accoglierò, con tanto Amore; lo sai tu perché? Perché Io sono il Re dei Re.
Quando giunge il momento in cui si percepisce in maniera profonda il legame tra l'individuo ed il Creatore, si innesta quel legame inspiegabile alla logica umana, in quanto ciò che è impossibile diventa possibile. Giulia non aveva mai sognato, né tantomeno sperato che quel legame fosse possibile, grazie a quel portale che si era aperto nel suo cuore. È come se si aprisse una porta di cui non si conosceva l'esistenza e, una volta aperta, si stende dinnanzi l'immenso oceano della vita. Giulia era una persona comune, come tante persone comuni, che aveva vissuto una vita fatta di abbandono e sofferenze. Queste avevano trasformato il suo essere in negativo; l'avevano indurito a tal punto da renderlo indifferente al prossimo. Esisteva lei con i suoi problemi da risolvere utilizzando ogni mezzo, costi quel che costi! Una vita lontana dal pensiero di Dio. Immersa nella sua routine quotidiana, i suoi pensieri erano rivolti al materiale spicciolo, che le ostacolava, come un alto muro, la visione di quell’ “Oltre” a lei sconosciuto, non facendole spiccare il volo verso le alte sfere del Cielo, mai cercate nel corso della sua vita, mai ambite. Le vie della Signore sono infinite e oltremodo misteriose!! Se si volesse trovare ad ogni costo una risposta a quel che è il disegno divino per ciascuno di noi, non si giungerebbe mai al traguardo. Voler scrutare gli orizzonti al fine di voler vedere necessariamente dove si approda intraprendendo una certa qual direzione, vuol dire non abbandonarsi all’Amore e alla Sua Volontà. Giulia, con sommessa semplicità, adesso accettava ciò che le accadeva senza troppe domande. I suoi pensieri erano assorti nel dolore di una vita colma di sofferenze e stenti. Ma le vie del Signore sono sempre "Mistero" agli occhi dell'individuo. La vita di ognuno di noi, per quanto insulsa e misera possa sembrare, rientra nell'Amore di Dio, ancor di più se la vita rientra in un ampio disegno con uno scopo ben preciso per l'individuo che riceve la "chiamata" e la fa sua. Accetta quel disegno con l'animo di un bambino, senza voler vedere e sapere dove quel determinato passo lo possa condurre, perché ha nel cuore la certezza che è di Dio Padre a fare quella chiamata e, pertanto, quel passo e ogni successivo che farà, potrà condurlo solo e soltanto a Lui. Con uno sospiro d'Amore, nel momento in cui Giulia aveva percepito quella forte presenza in lei, ecco che il mistero si palesava ai suoi occhi, sussurrandole nel cuore parole d'Amore mai udite prima. Lei, che da piccola era stata abbandonata da genitori mai conosciuti, aveva vissuto un'infanzia recisa, priva di affetti; ricordi lontani di istituti che l’ accoglievano, dove il freddo delle stanze era pari al freddo degli affetti. Sin da piccola aveva cercato di immaginare il volto dei suoi genitori, aspettando che un giorno sarebbero andati a prenderla, mentre le lacrime le solcavano il viso. Ma i suoi genitori non erano mai andati. Più il dolore la faceva affondare, più il suo cuore si induriva fino al punto in cui le sue lacrime avevano smesso di scendere, trasformando il dolore in rabbia e cinismo verso il mondo intero. Eppure non avrebbe mai creduto che tanta Grazia e tanto Amore sarebbero potuti scendere su lei. Lei, tanto lontana dai percorsi celesti, lei, che aveva sempre tenuto lo sguardo rivolto verso il basso, e mai e verso il cielo, proprio lei ascoltava pensieri che erano poesia, fusione di cuori. L'emozione le faceva battere forte il cuore, socchiudere gli occhi e alzare le braccia, protendendo tutto il suo essere verso l'Alto, come l'albero che ha le sue radici affondate nella terra, ma la chioma s'innalza verso il cielo. Un sorriso sul suo viso, un sospiro grande d'Amore, quello a lei negato sino a quel giorno, verso Colui il quale si era chinato verso la sua creatura per inondarla d'Amore, quell'Amore per lei tanto cercato ma mai trovato sino a quel preciso momento in cui si era creata una fusione tra la creatura e il suo Creatore. Amore Misericordioso di Dio che nel vedere i suoi figli, assorti dal dolore e dalla tristezza, escogita un piano al fine di penetrare nel profondo del cuore, per donare al figlio un sorriso che riscalda il cuore, dando quell' energia che ridona vita a quel cuore sinora spento, facendogli riprendere con fiducia e gioia quel cammino che conduce a Lui. Nonostante il dolore, nonostante la vita cerchi di recidere quel "legame vitale", Dio, che è Amore Misericordioso, non abbandona mai, nonostante sia stato abbandonato, non tradisce mai, nonostante sia stato tradito, ricolma di amore, nonostante abbia conosciuto l'odio e il dolore. Ha preso su di sé tutto il Male per alleviare e portare gioia e Luce ad ogni Suo figlio che lo chiama per Nome.
Suoni, musiche e colori si accendono nel cuore di chi ascolta la voce del Divino. Niente dubbi, niente affanni, solo l'abbandono in Lui che è Pace. In Lui che è Amore, in Lui che è Infinito. Il cuore si accende per un andare oltre le barriere e i limiti che l'individuo si pone. Suoni, musiche e colori adornano la vita di chi si apre alla "chiamata " del Signore. La vita si accende di una Luce mai vista prima. Come l'arcobaleno unisce il cielo alla terra, così la Voce e la Luce di Dio uniscono la creatura al suo Creatore. Arcobaleno di colori che fa nascere dentro il cuore poesia. La poesia della vita, la poesia dell'amore, la poesia che innalza l'essere dalle brutture della vita terrena e, squarciando il cielo, fa intravedere la vera Vita. Poesia dentro il cuore di chi ascolta la voce di Dio. L'essere subisce una trasformazione inevitabile. Il vecchio viene sostituito dal nuovo. Il nuovo prende il posto del vecchio. Il vecchio deve cedere il passo al nuovo. Così facendo, l'essere si veste di Luce, indossando la corazza dell'Amore che lo farà diventare guerriero, condottiero di Dio, per conquistare altri cuori in nome di Lui, solo per Amore. Il mondo un giorno assumerà gli stessi colori, udirà la sola e unica Voce, ascolterà l'unica e sola lode a Colui che E’ e che viene. Cuore in trasformazione, cuore che non riesce a contenere quel grande Amore che trabocca. Cuore che esplode per cotanto Amore, cuore che ascolta e trascrive ciò che viene dettato, per Amore e solo per Amore verso Colui che l'universo intero ha creato.
“Non aver paura di incamminarti su di un sentiero a te sconosciuto. Perché Io sono al tuo fianco. Passo dopo passo, Io ti accompagnerò sulla via a te concessa ma a te sconosciuta. Ed è per volere Mio. Io sarò la tua torcia che illuminerà il tuo cammino. Io sarò al tuo fianco per sorreggerti quando la fatica si farà sentire, e prenderò la tua mano per accompagnarti dove tu troverai la bellezza e la tranquillità interiore. Non avere paura o timore di avanzare, la paura è sinonimo di buio interiore. Se essa è anche nella tua mente, accendi la torcia luminosa che è in te. Io ti sarò vicino. Io sono te e tu sei Me. Così come il fiume va nell'oceano, tu arrivi a Me. Ricorda, attingi la tua memoria dallo Spirito che non muore mai, e leggi il libro della vita eterna. Non dubitare mai di te, così facendo dubiti su di Me. Le tue lacrime sono la Mia commozione. La tua gioia, la Mia gratitudine. Io sarò ovunque ed in ogni momento, anche dentro di te. Le tue esperienze diventano le Mie. Fai in modo, allora, di volerti e di volerMi bene, Padre Universale. Sono l'Alfa e l’Omega, sono senza Principio e senza Fine, Sono l'Amore”. L’Angelo del Signore LUCE
I giorni di Giulia erano sempre trascorsi alla rincorsa di raggiungere un qualcosa che neanche lei sapeva definire. Aveva sempre vissuto tra difficoltà e stenti, e alla sua vita non aveva mai attribuito un senso reale, ma era stato un rincorrere i problemi che la facevano annaspare come un essere in preda alle onde del mare in tempesta. Erano state rare le volte che era entrata in chiesa. Quando accadeva, si sedeva dinnanzi al Crocifisso, facendo scorrere i suoi pensieri, i suoi dolori, la sua solitudine. Aveva bisogno di un amico che la sostenesse, l'aiutasse. Le risposte alle sue tante domande non erano facili da ottenere, soprattutto quando il Mistero, pian piano, dolcemente, entra a far parte della vita dell'individuo. Solo a questi la scelta successiva di accettare o rifiutare quanto chiesto. La grande e venerabile Misericordia di Dio esige uno libero arbitrio incondizionato. Vuole un amore libero, libero di scegliere da che parte stare, senza tentennamenti o ripensamenti. Qualora il figlio ingrato voltasse le spalle e rifiutasse, il Suo Sguardo ricolmo d’Amore lo seguirebbe sempre, attendendo con pazienza il momento preciso in cui il figlio ritorna sui suoi passi, chiedendo perdono. Nel caso di Giulia, l'accettazione era stata graduale, dolce, passo dopo passo aveva realizzato quante meraviglie le aveva riservato il Cielo nonostante le amarezze della vita. Nel momento in cui aveva compreso senza ombra di dubbio che il suo Amico l'aveva aiutata e condotta lungo una via a lei sconosciuta, aveva intrapreso il cammino a lei indicato. Da quelle tenebre che avevano avvolto la sua esistenza sino a quel momento, si apriva uno squarcio di Luce dal Cielo. Le tenebre non fanno vedere la Luce, ma è altrettanto vero che la Luce squarcia e penetra le tenebre, facendole dissolvere. Quel fascio di Luce aveva investito tutto il suo essere, avvolgendola caldamente e amorevolmente. A lei, che non aveva avuto una vita facile, non era riuscita a raggiungere un livello scolastico adeguato, nozioni su nozioni affollavano e arricchivano la sua mente, approfondendo la sua conoscenza non data a tutti. Tutto assumeva forma e avevo un senso. La sua vita, che sino ad allora non aveva avuto un senso bensì era stato solo un lento morire tra mille affanni, diventava magia, assumendo i colori più vivi che una tela di un artista potesse cogliere. L'artista era Dio e lei la sua tela. Lui avrebbe potuto utilizzare i colori che più gli aggradavano, poteva dipingere su quella tela tutto ciò che avrebbe voluto, utilizzando le tecniche che l'Artista decide al fine di rendere l'effetto desiderato per scolpire nei cuori l'immagine finale, ai fini di una trasformazione interiore per raggiungere l'animo dell'Artista. Questi unisce sempre Mente e Cuore, non li separa mai, così che i paesaggi incantevoli colti dalla tela possano fondersi e confondersi per una maggiore comprensione dell'Assoluto
“Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Nè si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano”. (Matteo; 9, 16)
Ecco come avviene la trasformazione interiore dell'individuo nel momento in cui percepisce e ascolta la sorgente divina. Quella sorgente divina che, nel corso della vita, era persa nell’oblio. Ma quando irrompe, ecco che l'essere si trasforma, diventa un "essere nuovo". Tutto ciò che c’era di negativo, viene giù nel corso del cambiamento. L'essere si veste di nuova Luce e, con sorpresa, si concepisce un nuovo individuo pienamente ricolmo di Luce. Ciò che era odio, si trasforma in amore. Ciò che era rabbia, diventa calma. Ciò che era dolore, si trasforma in gioia. Ciò che era solitudine, diventa gioia e letizia per aver ritrovato un Amico, quell'Amico che, per vita, ti sussurrava e ti parlava facendoti comprendere che non sempre chi ti è vicino, ti è amico. Molto spesso, ciò che non si vede è molto più vicino e ti sostiene di ciò che si vede; ti sostiene nei momenti di sconforto, entra nella sofferenza e ti solleva, donando Amore a più non posso. “Il dolore e la fatica fuggon via e, anche se tristezza c'è ancora nel cuore per una situazione che soluzione non ha, allora affidati ancor di più al tuo Amico che, nel silenzio del tuo cuore, ascolta il tuo grido: “Gesù, pensaci Tu”. Se il tuo è un affidamento vero, con un vortice d'Amore, ti risponderà, presto e lesto da te verrà. Il dolore lo porterà via e con gioia riempirà la tua vita. Ma bada bene, l'abbandono deve essere sincero e totale. Non pensare a strategie o a come risolvere il problema, mancheresti di fiducia. E se fiducia non hai in Me, come posso operare in te? LasciaMi fare, abbandonati al mio Amore anche quando affondi nel dolore. Entra nelle Mie Sante Piaghe, sono Piaghe di Misericordia, affonda in Esse. Balsamo d'Amore ne uscirà, e le tue ferite sanerà. Basta credere e vedrai le Meraviglie che da Me avrai. Ricorda bene, non c'è migliore preghiera se non quella di affidarsi a Me, dicendomi: “Gesù, Confido in Te”.
Capitolo 9 Sorgente Divina
Dal monte, con le cime innevate, sgorga l'acqua. Zampilla fluttuante tra i sassi e scende fino a valle. Si rispecchiano dentro di essa i sassi colorati. Il suo percorso, il suo sentiero, essa fa, tra la pioggia e il vento che portan le foglie degli alberi dentro di essa. La neve col suo manto la ricopre, il freddo la fa diventare ghiaccio. Ma poi il sole la riscalda, scioglie il ghiaccio, scioglie la neve, la fa luccicare, brillare, e... l'acqua continua a scorrere fino al mare! Il mare si apre nell'oceano. Così uomo, durante gli anni della tua vita terrena, fatta di gioie, di tormenti, di dolore, vissuta bene oppure in malo modo, con offese, torti, ferite al cuore, tu, uomo, tornerai alla Sorgente! Dio Padre, Sorgente di Vita! Dio Padre, Illuminescenza Divina! Tu, dentro di Me, uomo povero. Tu, dentro Me, sei Padre Illumini il mio corpo divino, mi dai una ragione di vita. E... nonostante tutto, io, uomo, ti rinnego, ti bestemmio! Ma Tu sei là, nell'oceano del mio corpo divino. Sei là, nella mente mia umana. Tu, Scintilla d'Amore che mi hai creato; Tu, Dio Padre, che mi hai dato la vita; io, uomo, dono la mia vita a Te e ritorno consapevole a Te. Ritorno alla Fonte che un dì mi dissetò. Ritorno alla Fonte che un dì mi disse: Io sono Padre e Madre, Io ti ho dato la voglia di vivere; Io ti ho dato di occhi per guardare; Ti ho dato orecchie per sentire; Ti ho dato una mente per capire; Ti ho dato labbra e voce per parlare. Ti ho dato Amore figlio Mio, e così, uomo, tu ritornerai un dì a Me, a questa Sorgente, e sarai di nuovo con Me, fino a che, per una legge divina, tu ritornerai a sgorgare da quella montagna che un dì rese vita a una nuova vita. L'Angelo del Signore Luce
Giulia dormiva; stava sognando di camminare sull'erba bagnata di rugiada. I suoi passi erano leggeri. I piedi nudi sfioravano i fili d'erba bagnati. Il paesaggio era maestoso. Era avvolto da una strana luce, un bagliore, che dava un senso magico all'atmosfera. Più camminava, più percepiva una sensazione dolce in fondo al cuore. Una sensazione a lei conosciuta, ma non riusciva a esprimerla a parole. Era come se volasse al di sopra delle nubi delle proprie ansie, delle proprie paure, per ritrovare solo e soltanto un senso di pace e armonia interiore. Quel suono di campanellini le indicava il cammino da percorrere. Non riusciva a vedere oltre la cortina di nebbia e luce che le stava innanzi, ma non temeva, in quanto certa che quei dolci suoni l'avrebbero condotta in un posto sicuro. Un profondo silenzio pervadeva l’interno del suo essere, parlandole con voce soave. Sembrava un paradosso! Il silenzio le parlava. Non si era mai fermata ad ascoltare la voce del Silenzio! Eppure sapeva che Dio non era mai presente nel frastuono, nei rumori assordanti, bensì in quel venticello silenzioso che sussurrava parole d'amore profonde verso la Sua creatura. Sapeva bene che occorre un grande silenzio affinché la Sua Voce possa esplodere nel cuore; occorre rimanere sempre all'ascolto perché non si sa mai quando ti parla, si correrebbe il rischio, in quanto distratti dalle problematiche della vita, di non percepirla e sapere cosa desidera che tu faccia al fine di percorrere il cammino che conduce al Divino. Nel silenzio, si faceva trasportare da quel dolce suono. Al suo passaggio, si apriva un varco tra la nebbia e, in lontananza, cominciò a intravedere una folla, attorno a una folta vegetazione. Guardando con maggior attenzione, notò che era concentrata attorno ad un albero. Sentì un tonfo al cuore come se già immaginasse chi ci fosse. Cominciò a percepire una forte vibrazione che pervadeva tutto il suo essere. Con esitazione, si aprì un varco tra la gente e, timidamente, posò lo sguardo ai piedi dell'albero. Una tunica bianca colpì subito la sua attenzione. Emanava un bagliore dorato. Non poteva sbagliarsi, era il suo primo incontro! Dopo tanti monologhi col crocifisso in quella chiesa dove era solita isolarsi e cercare conforto, dopo tanti sguardi intercorsi tra loro due per raccontarsi tutto ciò che le parole non erano in grado di esprimere, era stato esaudito il suo grande desiderio di incontrarLo, anche solo per una volta, al fine di perdersi in un grande abbraccio d'Amore. Giunta lì, l'emozione era troppo forte e non si sentiva degna di alzare lo sguardo. Rimaneva immobile, con lo sguardo rivolto verso i Suoi piedi. Erano scalzi e poteva notare le Sue ferite. Le lacrime cominciarono a solcare il viso. Non si arrestavano. Quante volte gli aveva parlato, quante volte lo aveva cercato, recandosi in mille luoghi diversi, senza riuscire a trovarLo. Solo ora comprendeva che per incontrarLo non occorre andare chissà dove, perché Lui è là, in fondo al tuo cuore! In silenzio sta fino a quando non gridi di il Suo Nome. In men che non si dica, Lui percorrere le tue vie che sinora avevi percorso per andare alla sua ricerca, ti prende per mano e ti conduce con mano ferma, lungo i sentieri che portano a Lui. Giulia comprendeva solo ora che erano diversi da quelli che aveva percorso lei. Ora si faceva trasportare, nella consapevolezza che sola non era. Il suo Amico l'aveva ascoltata e, letto il suo desiderio profondo di incontrarLo, lo aveva fatto Suo. Ed ora, eccoLo là, di fronte a lei, con Maestosa Umiltà. Giulia si prostrò ai Suoi piedi e cominciò a baciarli. Un'attesa intrepida, una vibrazione intensa, una emozione forte che faceva battere il cuore. Per ogni bacio, una lacrima cadeva sulle Sue ferite. Immenso Amore che investe l'essere che comprende solo in quel preciso istante che la sua vita era niente se Lui non fosse venuto a dare il vero senso della vita. Ora tutto prendeva forma, tutto aveva un senso. Era stata investita e colmata dal Suo Grande Amore che investe tutto e tutti e chi rimane investito, comprende bene che non può far finta di niente, che dentro il suo cuore qualcosa è cambiato, una Presenza fa dimora e, consapevole di questa Grazia, percorrere l'irto e lungo cammino che lo condurrà nuovamente ai piedi del suo Creatore, per una abbraccio d'Amore Infinito. Le lacrime continuavano a scendere, senza fermarsi. “Giulia, perché piangi? Io sono qui per te, oggi e sempre, fusione di cuori ”, _le disse Gesù. Ma Giulia non riusciva ad alzare lo sguardo. Al solo pensiero che avrebbe incontrato il Suo sguardo, una forte vibrazione pervadeva il suo essere. Quante volte il suo sguardo aveva incontrato quello di Gesù, ma ora era tutto diverso! Lì era davanti a un Crocifisso, qui era proprio Lui, accanto a lei, e le parlava con voce soave e penetrante. Non riusciva proprio ad alzare lo sguardo, l'emozione era troppo intensa. “Non piangere, non piangere! Ho udito la tua voce e il tuo desiderio di vederMi, per Me ordine è stato. EccoMi qui per un incontro d'Amore. A volte le parole non sono bastanti, ma i nostri sguardi dicon tutto, più di quanto tu possa mai immaginare. Affonda il tuo dolore nel Mio Amore. Affonda il tuo sguardo nel Mio sguardo. La Mia forza diventerà la tua forza. Il Mio coraggio diventerà il tuo coraggio. Perché tanta forza e coraggio occorre per diventare guerriera di Dio. A questa formula, aggiungi il Mio Immenso Amore che nutro per te e per ogni creatura che Mi appartiene, anche se, spesse volte, ingrata, Mi volta le spalle pensando dentro sè che, tutto sommato, può fare a meno di Me. Con un sorriso, seguo ogni percorso scelto lungo il cammino di ogni Mio figlio, aspettando con pazienza e con Amore quando quel dì ritornerà qui. Tu Mi hai cercato, e il tuo grande desiderio di trovarMi ti ha aperto la strada per condurti sin quì. Non temere mai. E quando avrai momenti di sconforto e di scoraggiamento, Io ti dico che ci incontreremo sempre in quello sguardo dove tu trarrai sempre la Mia Forza, il Mio Coraggio, il Mio Amore.” “…. Ho cambiato la Mia veste, ho cambiato la Mia cinta ma il Mio Amore per voi, figliuoli Miei, non è mai cambiato. Porto ancora sulle Mie spalle la sofferenza, sofferenza che è di voi umani. L'umiltà in Me, l'umiltà dovrebbe essere in voi. Il Mio cuore batte per voi. I Miei occhi guardano Voi. Dalle Mie mani Energia Cristica su di voi. Energia sulla vostra terra, energia in ogni piccolo quadratino della vostra pelle umana. Energia sui vostri capi, figli miei perché possa servire all'umanità ad aprire quella porta che qualcuno ha paura di aprire. Paura di trovare il mistero oscuro. Paura dell'ignoto, o forse, figli Miei, è la non consapevolezza. Umanità, siate consapevoli degli atti che voi fate, poiché ritornano sempre a voi ma, nello stesso tempo, colpiscono un vostro vicino, un vostro fratello o una vostra sorella. Quindi siate consapevoli delle conseguenze. La Mia veste ho cambiato, la cinta pure. Ma scalzi sono i Miei piedi. All'umanità, la Mia Benedizione, e la Mia Energia su di voi”. Jesus
Era difficile dimenticare il dolore e la solitudine che pervadeva la sua anima. La sofferenza l'aveva segnata e qualsiasi cosa facesse, dovunque andasse, era presente sempre dinnanzi a lei. Era un vestito che indossava, nonostante avesse cercato più volte di toglierselo, era diventato parte di lei. Tutto questo non le faceva vedere oltre, a differenza di quando, invece, con l'aiuto del suo Amico, come amava chiamarlo lei, era riuscita a dissiparla, al fine di far entrare dentro il suo cuore il grande Amore che solo Lui sapeva dare. Quand'era piccola, non aver avuto la fortuna di vivere all'interno di una famiglia. Nessuno l'aveva accolta. Ora che era Natale, ricordava di quante volte aveva sognato di addobbare l'albero di Natale e il presepe con la sua mamma. A questi pensieri, le lacrime le scendevano da sole. Era ferma lì, dinnanzi a una vetrina di un negozio di articoli da regalo. Un grande albero adornava la vetrina, facendo un gioco di mille luci che si accendevano e si spegnevano, donando un tocco magico all'atmosfera. D'un tratto, ricordò i suoi natali, trascorsi da sola, nell'istituto. Un misero alberello all'ingresso dell’edificio era la sola decorazione. Era veramente triste essere dimenticati dalle persone che dovrebbero avere cura dei propri figli. Ma in quella solitudine, in quella desolazione, solo il Padre per eccellenza vede e provvede ad allietare il cuore di chi, con altrettanto Amore si apre a Lui e si fa consolare. Perché Lui è il Consolatore. È il genitore che non abbandona mai. È Padre e Madre, e dall'alto vede i suoi figli piangere, desolati dalle brutture della vita. Da buon genitore, ti prende per mano e ti parla, ti parla ininterrottamente. Un fiume di parole scorrono dentro il cuore e dentro la mente di colui che, con atto di abbandono, si affida a Lui. Giulia ricordava il suo pranzo di Natale, sola con la sorvegliante dell'istituto. Una persona anziana, parlava poco, dal cuore duro. Non sempre le persone sono pronte o disposte a condividere le sofferenze delle persone che come Giulia, erano state sfortunate. Dopo pranzo, si chiudeva in quella camera fredda, e si inventava un mondo che non esisteva nella realtà. Aveva tanti amici, una mamma a cui raccontare i suoi dispiaceri e le sue difficoltà. Le venne in mente di quella notte quando si affacciò alla finestra. Era una notte fredda, la neve aveva appena terminato discendere e le stelle brillavano. Dentro il suo cuore chiamava: "Papà, dove sei? Perché non vieni a prendermi? Qui son sola. Nessuno mi vuole!" E pianse lacrime di dolore. Ad un tratto, una stella cominciò a brillare più delle altre, cominciò a pulsare, divenendo ora più piccola ora più grande. Uno di una musica soave e la stella si abbassò fino quasi a toccare le vette delle montagne innevate che si ergeva davanti all'istituto. Poi una voce le cantò: “Stella, stellina, la notte è qui vicina. Luci intense e illuminate ti regalano la magia per una festa che porta allegria. Musica e colori sono il nostro regalo a te; a te che sei da sola, la tristezza manda via perché un regalo dal Cielo è qui per te; Non sono sogni, non è magia ma è tuo Padre che ha udito il tuo pianto e ti regala allegria. Guarda i lampi, guarda le luci e i colori, che regalano armonia. In Cielo, un albero grande ha disegnato, decorandolo con le stelle del Creato. Ogni stella è una pallina e le nubi fanno da fili colorati. Non li vedi? Ora d'oro, ora d'argento, questo è l'albero del Firmamento. Poi ci sono gli angeli che cantano la melodia e così la tristezza va via. Non pensare che sia una finzione, o una tua immaginazione. Noi ci siamo e come vedi ti abbiamo fatto un regalo: questo grande albero in cielo come segno ti lasciamo, e una cosa ti raccomandiamo: ogni giorno è Natale se nel cuore Gesù avrai, ogni giorno della tua vita nei giorni tristi, nei giorni lieti, Lui sarà sempre pronto e lesto a donarti Amore Immenso. Ora stella, stellina, dormi lieta. Noi tuoi amici sù voliamo e, con grande amore ti abbracciamo e la nostra firma ti lasciamo." Sopra il grande albero disegnato nel cielo, apparve una grande scritta con le nubi. Giulia guardò meglio e lesse: “Noi, Angeli del Cielo, sempre ti amiamo e sempre ti ameremo”. Non sapeva cosa dire o cosa pensare, ma andò a letto felice, felice perché per la prima volta, in mezzo a tanta tristezza e solitudine, aveva trovato amore e compagnia. Si addormentò col sorriso sul viso, non più bagnato di lacrime, ma solo con il cuore colmo di gratitudine e gioia. Gioia perché per la prima volta, aveva percepito l'Amore.
Svanito quel ricordo che la immergeva nell'immenso Oceano dell'Amore di Dio, continuò a camminare lungo le vie illuminate a festa della città. Quanti ricordi riaffioravano, ma per ogni ricordo brutto, il Cielo le ricordava uno bello, cosicché il suo sorriso non svaniva più dal suo viso. Si sentiva tremendamente sola. Ora viveva in un piccolo appartamento; tirava avanti come sapeva e come poteva. Una cosa non sarebbe mancato quest'anno, l'albero di Natale con mille luci colorate e, in un angolo della sala, avrebbe fatto un presepe molto bello, con grotte e montagne. Si era ripromessa che d'ora in poi, anche se sola, avrebbe sempre illuminato la sua casa con mille luci colorate, per festeggiare la nascita di Gesù nel suo cuore. Da quel giorno, percepiva la presenza viva del Cielo. Angeli di Luce le facevano compagnia e parlavano con lei. Quella sera era particolarmente stanca. Rientrata, aveva consumato una cena sbrigativa e si era sdraiata sul divanetto. Le piaceva stare a guardare le luci che si accendevano e si spegnevano. Si sentiva maggiormente in contatto con quella parte spirituale che l'aveva presa per mano e accompagnata lungo i sentieri che conducono alla coscienza dell'essere. Sinora l’ occhio interiore della sua anima era stato oscurato dai dolori, dalle difficoltà e da quant'altro l’aveva allontanata dal considerare la Verità, la fede, rifiutandosi, allo stesso tempo, di raccogliersi nel profondo del suo cuore. Solo ora comprendeva che solo questi momenti di raccoglimento interiore potevano donare tutto l'Amore occorrente per darle la forza necessaria per affrontare le avversità e proseguire il cammino che l'avrebbe condotta nell'immenso Oceano dell'Amore Misericordioso. Lei era la goccia, una piccola goccia sinora inconsapevole dell'enorme forza che aveva dentro, perché facente parte dell’Oceano. Come la goccia, vivendo nella consapevolezza che dietro lei c’è l'oceano, si sente oceano, allo stesso modo la coscienza, nella consapevolezza che dietro lei c’è la Coscienza Cristica, si sente d'appartenenza a Cristo. Solo nel momento in cui si raggiunge la consapevolezza che si è una piccola parte dell'Immenso, si verifica una fusione di cuore e di mente; la presenza del Creatore in questa piccola particella si percepisce viva, intensa, rendendo possibile, in tal modo, il verificarsi di qualsiasi miracolo. Perché Dio è Tutto; nulla è impossibile a Lui, ciò che può Lui, puoi tu. Occorre crederlo. Questo il regalo del Padre per chi ha fede nel cuore senza dubitare. Per Giulia, il miracolo della sua vita era iniziato nel momento in cui, attraverso la sofferenza, aveva raggiunto questa consapevolezza. Era proprio vero, la sofferenza eleva lo spirito. E se nulla era un caso, anche questa sua vita, in apparenza insulsa, aveva acquistato un valore inestimabile, perché nel suo cuore ora parlava con Gesù. I suoi occhi si appesantirono, non riusciva a tenerli aperti, tale era la stanchezza. Ad un tratto, percepì una vibrazione d'Amore intensa. Una grande Luce l’ abbagliò, vicino al suo alberello. Gesù era lì a trascorrere la vigilia di Natale con lei! Anche se nessuno le aveva chiesto di trascorrere il natale con lei, ci aveva pensato Lui. Se lo aspettava, per certi versi in quanto Lui non l'aveva mai dimenticata, era sempre stato accanto al lei, sin da bambina. Gesù prese in mano una pallina dorata e la innalzò verso l'alto. Poi ne prese altre e le fece rimanere sospese nell'aria, facendole ruotare per la stanza. Era uno spettacolo magico. Quella stanza si era trasformata, le pareti di colore blu notte intenso, si adornarono di miriadi di stelle argentate. Angeli con le arpe allietavano con la loro musica. Poi il silenzio e, subito dopo disse con amore:
“Cos’è l'amore?” Parola dolce e soave essa è. Nel labirinto interiore umano affiora un sentimento così profondo e misterioso. Amare, amare tutto ciò che l' uomo circonda è cosa assai difficile. Ma dovete, uomini, solo pescarlo dal profondo di voi. Amore, Cos’è l'amore? È donarsi al proprio fratello non solo nel momento del bisogno. È cullare un bimbo non solo quando piange. È pregare Dio non solo quando si soffre. È amare una persona non solo quando si è riamati. È annullarsi per concedersi totalmente all'amore e per Amore. Fusione di Dio Padre. Fusione di sentimenti reciproci, anche se poi non sei riamato. Ama, o essere di Dio, e dà il tuo amore, consapevole di averlo ricevuto da tuo Padre Ama spiritualmente, Ama gioiosamente, Ama anche quando vieni ferito, poiché allora sì che il tuo amore è stato sacrificato, ma benevolmente. Ama, o fratello, tutto quanto Dio ha costruito e generato per te con tanto amore. Io sono il Tutto Io sono il Calore, la Vita, l'Amore. Io sono il Calice della Pietà. Sono il frutto che dice: mangiami. Faccio parte della tua vita. Riscaldo il tuo cuore. Sono il grano che ti dà da mangiare Sono il figlio che si fà cullare Sono Io il tuo Dio, o uomo stanco. E tu chi sei? Forse un Dio? Ogni raggio è mio fratello, ed il centro poi, rappresenta Dio. Tu ed Io insieme, camminiamo tenendoci per mano. Al fratello non negare il tuo aiuto, la tua mano tendi a chi bisogno ha, e se i tuoi occhi piangono lacrime amare, tu da Me lasciati cullare. Sono Io dunque il tuo Dio. E tu uomo, chi sei per me? Forse Dio? La tua veste sarà un domani la bandiera rappresentante il Mio Simbolo, e con Amore l'umanità andrà sventolando e dicendo: Il calore e l'amore che tu dai, o mio Dio, ecco, ora Ti sento, faccio parte anch'io”.
Capitolo 13 Cielo e terra
“Venite a Me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi ristorerò” Quante volte le ritornavano in mente queste parole: “Venite a Me!” Più le ritornavano e più sentiva il bisogno vitale di accostarsi sempre più a Lui. “Il Mio giogo è dolce e il Mio carico leggero” (Matteo; 11,28) Non c'era paragone alcuno ai momenti vissuti con Lui. A cosa si potevano paragonare? Non c'era niente di paragonabile sulla faccia della terra. Quell'incontro sublime, magico, aveva trasformato una sua esistenza, l'aveva rivoluzionata. Seduta lì, davanti a Lui, il tempo si fermava e tutto diventava quasi irreale. Aveva bisogno di Lui come ossigeno per vita. Per ogni respiro che faceva, per ogni battito del suo cuore, era un pensiero rivolto al Cielo. Un pensiero costante, penetrante, come la goccia che penetra la roccia. Ogni battito del suo cuore ribadiva costantemente l'amore che provava per il Cielo. Era proprio vero! Chi vive di Cielo, non vive di terra. Cielo e terra, tanto vicini ma tanto lontani. Più cresceva questo Amore, più percepiva che non era bastante, voleva di più, sempre di più. Chi vive di Cielo, vive d'Amore. Chi vive di Cielo, vive d'Armonia. Chi vive di Cielo, vive di Equilibrio. Musica e poesia accompagnano il cammino. Gli angeli ti prendono per mano e ti fanno ascoltare ciò che non avevi mai ascoltato; ti fanno vedere ciò che non avevi mai visto. Giulia si era vestita di nuovo, per intraprendere questo lungo cammino d'Amore verso l'Infinito. Per Amore, solo per Amore. Lei che era affaticata, lei che era oppressa, andava a Lui! Lei che nulla aveva avuto dalla vita e se non abbandono e dolore, guardava le sue cicatrici e le lacrime solcavano il viso. Ma quelle ferite, da quando c'era Lui, facevano meno male. Il Suo Amore aveva lenito il dolore. Lui l'aveva sollevata dal giaciglio in cui si era nascosta, era entrato dolcemente nella sua sofferenza e con tanto Amore, le impartiva nozioni di vita per lei e per chi, come lei, avrebbe amato sempre più il Cielo, sino al punto di confondersi con esso, trasportandosi nelle vaste sfere dell'invisibile. Non doveva più temere l'eccesso. “Gesù è il grande sole delle nostre intelligenze, il nutrimento e la vita dei nostri cuori. È meglio compreso e ha amato solo quando Egli si manifesta con profusione, nell'integrità della sua dottrina e i sovreminenti splendori della Sua Divina Personalità”. Abbé Mattias Armignon “Au Lecteur”
Capitolo 14 Come un bambino “Come la brezza mattutina accarezza la natura circostante, così sono Io con te. Come la madre culla il bimbo nel momento del bisogno, così faccio Io con te. E quando tu doni il tuo amore incondizionato, così altrettanto Io con te. Il Mio Amore è per te, essere umano; non importa che tu sia buono o cattivo, nel giusto, nello sbaglio; non importa di che colore sia la tua pelle. Io amo comunque te. La Mia gratitudine è per te, uomo, che soffri con dignità e silenzio. È per te, che gioisci e sei allegro; la Mia gratitudine è anche per chi sbaglia ed è nell'errore di non riconoscermi tale ed uguale a lui. Perché Io sono dentro l'essere umano ed anche all'infuori di lui ed in ogni cosa a lui circostante. E ringrazio l'umanità di esistere perché, così facendo, anche " Io vivo" ed "esisto" ed esperimento insieme ad essa. E se tu, un giorno, uomo non capirai, o per te sarà incomprensibile la legge della vita e della sopravvivenza, non alzare gli occhi al Cielo per parlare con Me. Ma rivolgi il tuo pensiero e le tue parole a te stesso, perché le risposte che tu cercherai sono Io che te le suggerisco. Se tu Mi vuoi essere grato per i doni ricevuti, allora sii grato anche a te stesso. Siamo un'unica fusione di molecole d'Amore che si fondono con la Coscienza. Coscienza di Dio e non solo. Ma la tua coscienza diverrà la mia. Non turbarti ad affannarti a cercare la Verità, ognuno ti dirà la sua verità, ma ricorda che la tua è la Mia. Grazie, oh uomo, che cerchi, con ogni sforzo, di arrivare a Me. Grazie, oh uomo, anche se non credi a Me. Poichè, così facendo, in un giorno lontano o vicino, Io, con ogni mezzo, ti condurrò comunque a Me. Esistere, vivere, amare, perdonarsi e correggersi, per un futuro umano migliore. Io sono l'Alfa e l’Omega Io sono senza Principio e senza Fine Sono l'Amore”.
“... Ecco, sono giunto dall'alto celestiale. Per coperta avevo una grande Luce che mi scaldava. Per cibo, il canto degli angeli. L'amore e l'abbraccio di Padre e Madre. E questo amore, questo cibo ed il calore, io lo voglio dare a voi, mamma e papà ". Luce
Questo pensiero era forte in lei. Sin da bimba, percepiva questo grande amore che aveva dentro e avrebbe voluto investire la sua mamma e il suo papà. Invece, svegliandosi troppo presto dalla fanciullezza, era dovuta diventare presto adulta, facendo i conti con una dura realtà. Ricordava di quando aveva circa quattro anni, di quando doveva lavarsi gli indumenti. Non sapeva neanche da dove cominciare. All'inizio, le era sembrato un gioco, ma il tempo le aveva fatto comprendere che si trattava di una amara realtà. Quel grande amore l'aveva dovuto soffocare dentro, senza poterlo offrire a chi le aveva dato la vita. Come un cucciolo smarrito, aveva vissuto nella piena confusione e nella carenza affettiva più totale. Ma ricordava il canto degli angeli, il calore dell'Amore del Padre Celeste. Oh, com’ era soave ! Solo il ricordo, questo ricordo, l'aveva fatta andare avanti e resistere alle brutture che la vita le offriva. Se un genitore pensasse un solo istante quanto amore conserva dentro sè quel piccolo essere venuto in vita, il pensiero d'amore che rivolge con un sorriso, con uno sguardo o con un pianto, si renderebbe conto dell'immensità d'amore racchiusa. La famiglia, centro della vita, punto di riferimento di ogni bambino che dal Cielo scende giù, sicuro di essere accolto con lo stesso amore che sinora aveva attorno a lui quando era in Cielo. Quanta amarezza e quanta desolazione nel vedere bambini considerati un peso da sbarazzarsi, costi quel che costi! E l'amore che il bimbo si aspettava di ricevere viene meno, e quella calda coperta d'Amore che l'aveva avvolto quando era tra le braccia del Padre, viene tolta con freddezza e crudeltà. Così il bimbo non si sente amato, non si sente desiderato e accolto. Avviene l'abbandono. Infanzie distrutte, sogni spezzati dal puro egoismo di chi il generare lo trasforma in genocidio. Eppure il desiderio del bambino è quello di donare amore a mamma e papà. La madre che abbandona il figlio, se solo si fermasse un solo istante a riflettere sull’azione e reazione scaturente dal suo atto, preferirebbe morire piuttosto di abbandonare la sua creatura, un dono di Dio. Eppure Giulia era lì. Aveva provato cosa volesse dire “essere abbandonati”. Svegliarsi al mattino e non ritrovarsi. Cercare un volto materno per essere rassicurata, e invece, ritrovarsi da sola, senza un sorriso che l’accoglie. Il grande Amore del Padre provvede e compensa là, dove è manchevole il genitore terreno che, prima o poi, dovrà comunque render conto del gesto riprovevole. Perché, se Dio è Amore Misericordioso, Dio è anche giudice severo e chiederà un giorno a ciascuno di cosa si è fatto dei doni che ci ha dato. Il figlio è un dono, è un atto d'amore che arricchisce la vita. Giulia, sinora, si era fatta sensi di colpa, credendo che fosse stata lei la responsabile dell'abbandono. Il bambino non si rende conto della cattiveria e dell'egoismo dell'adulto perché puro, e si autoaccusa, credendo che c'è qualcosa che non va in lui. Se il bambino riesce a sopravvivere a tutto questo nella sua infanzia, da adulto il peso è ancora più forte. Ma dove l'insensibilità delle persone diventa schiacciante, la Voce di Dio solleva tutti i pesi della sofferenza, alleggerendo l'essere. Il suo Amore diventa, durante la vita terrena, quella calda coperta che avvolgeva il bimbo quand'era in cielo. La Sua nenia è il canto degli angeli che, rattristati dalle condotte umane, stanno vicino al bimbo con cui prima, in cielo, giocavano. Una particella dell'Amore di Dio è lì, in quel lettino, abbandonato. E come un vortice d'amore, il cielo sta vicino a chi, come Giulia, vive sin da neonato la sua dura prova a causa della durezza del cuore dell'essere umano. Giulia pensava tante cose in merito alla sua vita passata, ma il Padre che l'aveva seguita, curata, amata e coccolata l'aveva rivestita di nuovo. Non più lacrime, ma il sorriso perché la Voce aveva percepito. Dentro sè, un grande Amore che le scaldava dentro il cuore. Cuore triste, cuore abbandonato, ma, per fortuna, il cielo l'aveva curato. Quando batteva forte perché il pianto era vicino, ascoltava una piccola nenia e spuntava il sorriso. Quando l'abbraccio veniva meno, ecco che spuntava un arcobaleno. Dall'arcobaleno di mille colori, ecco spuntare mille fiori. Tanti fiori colorati su di un prato verde color smeraldo. Lì, allora, una gran festa era pronta per lei; giocava e dimenticava il pianto e il dolore che quella stanza grigia rammentava ogni dì. Quando il freddo la stringeva, la Voce del Padre le diceva: " Non temere figlia mia, ci son Io. Il Mio Amore sempre avrai. E quando sei stanca, chiamaMi, Io son qua. Entro dentro la tua fatica e la faccio diventare Mia. Entro dentro il tuo dolore, portandolo via da te affinché il peso sia leggero in quanto lo portiamo insiem Io e te. Il tuo passo va spedito se tu sai che ci son Io. Lascia perdere i “ non so” ed “ i perché”, a te basta star sempre con Me. E se piangere vorrai, fallo pure, Io ti consolerò. Ti offrirò sempre il Mio Amore perché Io son l'Estratto dell'Amore che risiede dentro il tuo cuore. Senti il battito forte forte? Sono Io che busso alla porta del tuo cuore. Busso forte alla tua porta, per non farti sentire mai sola. E quando batte più leggero, sono Io che ti allieto con la Voce che ti dice: " Ora dormi, stella mia, perché a te ci penso Io! "
Quando si vivono questi momenti di intimità profonda con il Creatore, si rinasce a vita nuova. Tutto ciò che era stato considerato sino a quel momento, “priorità”, passava all'ultimo posto, cedendo il passo a quell' amore immenso verso il Padre Celeste. La quiete contemplativa la distoglieva dalle preoccupazioni e dalle sofferenze di ogni giorno, consentendole di udire l'impercettibile che era nella sua vita. Le scale di priorità che l'uomo costruisce abilmente nel corso della vita, pian piano, vengono sconvolte e cadono giù come castelli di cartapesta. Giulia stava abbracciando una nuova vita, un nuovo modo di vivere e di pensare che si discostava di gran lunga dalla vecchia concezione che Giulia aveva prima di questa rinascita. Occorreva vestirsi di nuovo, eliminando pian piano tutte le negazioni interiori che le impedivano di vedere la Luce, quali il rancore, la rabbia, l’odio, il risentimento e quant’altro di simile. Era consapevole che non era per niente un compito facile, ma quello che le stava capitando era poesia e non voleva essere proprio lei la causa di rottura di quel filo di collegamento che si era instaurato. Avrebbe difeso come meglio avrebbe potuto questo spazio a lei concesso. Pur rimanendo stagnanti le vicissitudini terrene, pur essendo sempre presenti i problemi della vita quotidiana, alla luce di questa nuova vita che si affacciava alla sua esistenza, si sentiva felice, in un certo qual senso "privilegiata", in quanto Lui aveva ascoltato il suo grido di dolore ed era accorso a lei, prendendola per mano, conducendola per i sentieri di Luce Infinita. Il Cielo si era chinato alla sua misera esistenza, parlandole a gran voce. Il suo nome era scritto sul palmo della mano di Dio, e più riportava le sue esperienze sul foglio bianco, più si rendeva conto che tanti aspetti sinora le erano sfuggiti. Ma questa gran voce le aveva aperto "nuovi orizzonti", offrendole una Conoscenza che non era data a tutti. Questo legame inspiegabile col Divino era diventato fonte di vita. La percezione di avere sempre Gesù accanto la faceva andare avanti, infondendole forza e coraggio, nonostante le intemperie della vita. A lungo provata, a lungo piegata, ma mai spezzata perché aveva avuto sempre Dio nel suo cuore. Nel momento preciso in cui comprese che questo Amore si palesava, concretizzandosi in questo dialogo infinito d'amore, il suo cuore diventò di carne. La vita sinora l'aveva condotta su strade opposte a quelle del Padre, cercando di strapparle quell'amore che aveva sempre riscaldato il suo cuore soprattutto nei momenti più gelidi delle sua vita, facendole indurire il cuore. Ma ora questo si era trasformato da cuore di pietra in cuore di carne. La sua vita non aveva senso se Dio non era con lei. Tutto prendeva forma, tutto faceva quadro, ed anche se il mondo l'aveva scartata, rifiutata, era felice ugualmente, in quanto consapevole di essere nella strada giusta grazie all'aiuto di suo Padre. Una grande Luce aveva illuminato la sua vita, stava a lei ora seguirla. Con forza e coraggio, cominciò ad abbracciare con amore e devozione quanto vissuto, con il desiderio di compiere la volontà del Padre. Gesù l'aveva presa per mano, chiedendole di partire con Lui. L'aveva accesa di Luce nuova, l’aveva presa con sé, per condurla in terre lontane. Insieme, sarebbero andati lontano, in terre mai viste, portando nel cuore tanta gioia e tanto amore. La felicità esplodeva nel suo cuore, perché Gesù l'aveva condotta a Lui. Aveva afferrato la Sua mano, volteggiando nell'aria, volava lontano. L'amore la conduceva in terre remote, che mai avrebbe sperato di visitare. Volteggiando lassù, osservava il mondo avvolto nel blu. Stelle e pianeti ornavano il firmamento. Guardando dall'alto, tutto il creato pareva lontano; mille colori d'arcobaleno, ma quanto è immenso l'universo! Suoni, musiche colori armoniosi che le regalava il suo Signore. La tristezza era svanita! Solo musica e poesia. Questi voli erano rari, ma era ben felice quando era tempo di farli. Afferrava la Sua Mano, tenendola stretta, stretta. E con gran meraviglia, aprendo cuore e mente, percepiva tutta la freschezza. Un gran giubilo nel cuore, un tonfo grande, solo per amore! Un tocco di magia qua e là, ma era pura realtà. Quanto vissuto era reale, anche se poteva sembrare solo pura fantasia. Il suo Gesù era là, regalandole la Sua ricchezza, volteggiando nel Suo Cuore. L'afferrava con tanto amore, conducendola per mondi fatati. Un mondo ancora e un altro ancora, e poi un viaggio dentro al cuore. Un messaggio dietro l'altro la conduceva in un altro viaggio. La paura non esisteva, da quando Lui la conduceva lungo i percorsi della vita, lungo il sentiero che conduce all'armonia. Compito arduo sarebbe stato, ma chi è con Dio ha il coraggio. La Sua Mano ferma e stretta, mai poteva abbandonar. Come un bambino afferra la mano affidandosi al suo papà, in egual modo, lei la teneva stretta per un facile andar. Andare per le vie del cielo facile non è, se una guida spirituale non c'è. Lungo il viaggio astrale, ecco a lei si palesò, una Luce grande, una Luce immensa che l'avrebbe seguita e sempre la seguirà fino al giorno in cui, ultimato il cammino, giunto il tramonto del suo viaggio, la condurrà per le vie che congiungeranno la piccola creatura al suo Papà. La piccola goccia allora capirà che era parte dell’Infinito Oceano, che fine non ha. Pur piccola e insignificante, era parte anch'essa di quel grande e infinito Amore chiamato Dio.
Angeli, Arcangeli e Santi, accorrete tutti, ad acclamare ed osannare con me il Signore e Padre di tutti. Piccola e indegna mi sento dinnanzi all'universo intero. Mille domande affollano la mente, accorrete voi tutti a infondermi nozioni che mi portano alla conoscenza del Signore; piccola e umile, pronta a servir, chi con tanto amore, ha pronunziato il mio nome. Mai avrei pensato o sperato un cotanto Privilegio. Una grande Luce è scesa sin qui nella mia umile dimora, a suggerir Parola. " Umile serva " parola che non sono degna di pronunziare; la nostra Mamma l’ha rivolta all'Arcangelo Gabriele. Che dire? Che fare? Mi sento confusa ma, al contempo, provo un grande Amore e mi prostro dinnanzi alla volontà di Cristo Signore. Lungo e faticoso è il cammino che mi condurrà sull'alta vetta del Divino. Volare nell'Infinito, mano nella mano, con Lui che mi ha creato. Un giorno mi disse: “Non per forza, ma per Amore seguirai Cristo Signore”. Le forze le impiego tutte, le mie energie a lui rivolte. So bene che son poche, ma dove non bastano le mie, so per certo che Lui aggiungerà le Sue. La Sua Forza è la mia forza. Il Suo coraggio è il mio coraggio. Altro non ho da dire, ma solo da seguire il percorso che si è schiuso dinnanzi a me, al fine di giungere ai piedi di nostro Cristo Re. I pensieri erano tanti, affollando la sua mente. Ma Giulia aveva accettato la “chiamata”, voleva compiere quanto le avrebbe dettato la volontà di suo Padre. I pensieri la portavano a ritenersi non degna di questo misterioso dono, ma l'amore che nutriva verso il Cielo sovrastava di gran lunga i suoi pensieri. Prendeva la penna in mano e riempiva mille e mille fogli bianchi per un facile andare, con alla guida la Luce che l'avrebbe seguita, amata e curata. Avrebbe aiutato lei e coloro che, armati di buona volontà, avrebbero cercato di seguire la strada indicata. “Quis ut Deus” sarebbe diventato il suo grido di battaglia per infonderle il coraggio e la forza necessaria ad affrontare le impervietà della vita. Con l'aiuto dei suoi amici del Cielo, avrebbe intrapreso questo cammino irto e pieno di ostacoli che l'avrebbe condotta ai suoi veri Genitori, all'Infinito.
Dopo la trasformazione interiore, Giulia poteva riscontrare due vite diamentralmente opposte, quella passata e quella presente. Due vite paragonabili a due rette parallele che non si sarebbero mai incontrate. Le era sempre manca l'amore e tutte le attenzioni che un genitore ha per il proprio figlio. Un amore che solo ora era stato colmato dall'Amore Celeste, un Amore che non poteva essere paragonato ad alcun tipo d'amore terreno. I ricordi ogni tanto riaffioravano, ferendola come un pugnale che trafiggeva il suo cuore. Ricordava di quella sera che aveva trovato un in una credenza due cioccolatini. Non avendo avuto mai la gioia di poter gustare dei dolci in quanto nessuno glieli comprava, li aveva presi e messi in tasca. Una volta in camera, se li era mangiati con gusto. Erano proprio deliziosi!! Pensava che non c'era nulla di male ad averli presi, in fondo, era solo una bimba! Ma la sorvegliante riuscì ad accorgersi della mancanza di quei cioccolatini. Giulia la vide irrompere nella sua stanza, con le mani ai fianchi. Scoppiò in lacrime, avrebbe voluto discolparsi, avrebbe voluto raccontarle di quanto si sentiva sola. Ma aveva un nodo in gola, sapeva che qualsiasi cosa avesse detto, non avrebbe mai mutato l’atteggiamento di quella persona tanto cattiva. Entrò nella stanza gridando, l’ afferrò e la portò dentro uno stanzino, al buio. Lo chiuse a chiave e la lasciò lì da sola per ore. Giulia non sapeva dire quanto era stata lì, ma pianse, pianse tanto. Ancora non comprendeva che esisteva il bene e il male, era stata catapultata in questo mondo ed era stata accolta con cattiveria. Che aveva fatto di male? La sua testolina non riusciva a capire il perché di tutto questo. Sarebbe dovuto passare del tempo affinché riuscisse a comprendere che a volte, proprio dalle situazioni più dolorose e paradossali, si può trarre il bene. Allora non comprendeva, ma ora invece si. La sua sofferenza aveva elevato il suo Spirito fino a farle ascoltare l'Infinito che coabitava in lei. Quella voce che, proprio quella sera, in quella stanza al buio, udiva per la prima volta. Una voce dolce, rassicurante, che le teneva compagnia, raccontandole di come il male può essere sconfitto dal Bene, che la paura può svanire, anche quando questa ti fa perdere il senso della ragione. E quando si fonde il Bene con la forza del cuore, ecco che l'impossibile diventa possibile. E anche le situazioni più stagnanti, le più dolorose, possono essere cancellate con un colpo di spugna, per far rifiorire quel seme ormai arido, spento, che nessuno avrebbe mai dato per vivo. E a meraviglia di chi non credeva, quel seme sarebbe diventato il più bel fiore colorato. Solo con l'Amore come alimento, quel seme veniva innaffiato dalla Luce che lo rendeva sempre più forte. Quel fiore era diventato una bella bambina, e Giulia, lì, al buio, percepiva inconsapevolmente, quel grande Amore che le scaldava il cuore e la seguiva come fa solitamente un genitore. Da quel buio, una Luce squarciò le tenebre, e cominciò a parlarle: “I bimbi, cara Giulia, sono come il seme di un fiore che germoglia e sboccia se viene coltivato con amore. Quando Dio ha deciso di dar vita ai pianeti, all'universo, madre dell'uomo, non solo pensò (ovvero si trasformò il Suo pensiero in azione, poi in materia), ma proiettò la sua parte maschile e femminile per dare un'azione ad una nuova vita; così creò la notte e il giorno, la luna e il sole, le stelle e l'universo, i pianeti e le galassie” Mentre la Luce le parlava, Giulia riusciva a vedere in direzione del tetto, miriadi di stelle, pianeti e galassie. Era uno spettacolo mai visto prima! Ecco, da un lato, apparirle il sole, a rotazione veniva la luna. Il giorno e la notte si alternavano, creando così un gioco magico di luci. Quella stanza buia e tetra, rappresentante il male, si era trasformata in Luce. Il buio, è proprio vero, non penetra la Luce, ma la Luce penetra le tenebre! La Luce riprese a parlare, dopo aver allietato la bimba con questo piccolo spettacolo tutto per lei; “Il bene e il male, per farci comprendere cosa siano, affinché decidessimo di conseguenza. L'amore, l'odio, la sapienza, l'ignoranza, e così via dicendo. Cioè la dualità. Essendo l'energia sia maschile che femminile, creò così l'uomo e la donna, affinché essi, dalle loro particelle, organi, ormoni con sangue (che rappresenta la vita, paragonata all'acqua, fecondità) vogliono dare a loro volta vita ad un altro essere divino, cioè che venga da Lui, che porti sul pianeta madre Terra la Sua Scintilla Divina e di Amore. Vedi cara Giulia, un uomo e una donna, il tuo papà e la tua mamma che non hai conosciuto, in quanto energia sia maschile che femminile, permettono ad un'anima di ritornare nella materia per fare la sua evoluzione, la sua esperienza. Nasce così un bimbo!” Giulia stava ad ascoltare quanto le suggeriva la Luce, iniziando ad aprire la sua conoscenza a nozioni a lei sinora sconosciute. Nessuno si fermava mai a parlare con lei per spiegarle queste cose. Era felice che tutto questo era stato reso possibile da questo miracolo. “ Vedi, la madre deve parlare al suo bimbo ancora nel ventre, con dolcezza e amore, e raccontare a lui del mondo degli Angeli e delle Entità di Luce” (Luce) “Tu eri sola, e poiché nessuno ti ha mai parlato di questo mondo, Iddio Padre mi ha inviato per donarti tutto l'amore che solo la Luce può. E semmai ti sentirai sola, ascolta sempre la Parola, la Parola che in te vive. Ricorda sempre che se l'ascolterai e la seguirai, mai male ti troverai. Io son qua a donar saluto a te, e con un abbraccio d'amor avvolgo il tuo cuor”. Improvvisamente la porta si aprì. Giulia fece un sobbalzo. “Esci, forza, spero ti sia servita da lezione, bimba cattiva!”, blaterò l'anziana, che rimase sbigottita nel vedere uscire dallo stanzino Giulia con un bel sorriso. La bimba si mise a letto e, chiusi gli occhi, cominciò a sognare mondi nuovi, fatti di Angeli ed Entità di Luce, proprio come glieli aveva descritti suo Papà, che era sempre pronto e lesto a donarle un buon dolcetto!
Capitolo 19 “ Attirami, e noi correremo all’odore dei Tuoi profumi ”
“Come un torrente che si getta impetuoso nell'oceano e travolge dietro di sé tutto ciò che ha trovato sul suo passaggio, così, Gesù mio, l'anima che si sprofonda nell'oceano del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede...” (Santa Teresa di Gesù Bambino da "Storia di un'anima”)
“Eccoti il mio cuore, entra pure se vuoi. In piena libertà, verrò da te, per varcare le soglie che conducono all' Infinito. Luce del mio cuore, luce ai miei passi. Il Bene non svanisce mai. La vita è più vita se ci sei Tu a riempirla. Mi chiedo cosa mai potrò fare per allietare il Tuo Cuore. Amore chiedi… e amore cerco di donarTi, nonostante i miei limiti e le mie negazioni. Parlami, il mio cuore è aperto alla Tua Voce, per cogliere il vero significato. Un tuffo profondo nel Tuo Immenso, mi sento vibrare come non mai. La Tua Voce penetra all'interno del mio essere, prendo la penna e trascrivo ogni minima sillaba, resto all'ascolto del Silenzio. Quante verità ha racchiuso in sè il Silenzio! Io Ti sento di più come me. Anche Tu stai vibrando. La creatura vibra alle stesse vibrazioni del Suo Creatore. Anche Tu mi stai respirando. Il mio respiro all’unisono col Tuo. Intreccio di respiri, intreccio di cuori. Per un andare oltre il finito, percependo l'Infinito, dove tutto si può, dove tutto si palesa alla mente. Il Mistero, l’Eternità si sentono, si percepiscono. Senti? Questo momento parla di Te, Noi siamo tuoi! Apri le Tue braccia e accoglici. Stai con me. Fammi varcare quella soglia, conducimi all'inesauribile profondità dell'Essere, alla Luce. Ho tanta sete di Te. Le lacrime solcano il mio viso. La nostalgia è forte. Resta qui con me. Senti il mio respiro? Io ascolto il Tuo. Prendimi per mano e andiamo insieme lontano. Con Te, non ho paura. So per certo che ce la farò, ma solo se Tu danzi con me, lungo le impervie vie che la vita propone. Luce, Luce, Luce e ancora Luce, sono le meraviglie che regali a me, e ad ogni tuo figlio che, con Amore e tanta buona volontà, si spoglia del sé per giungere a Te. Il mio pensiero sempre rivolto a Te. Il mio sguardo fisso sul Tuo sguardo, per essere distolta dalle mie paure e dalle mie ansie, che mi portano ad arrestare i miei passi insicuri, facendomi tornare indietro. La Tua forza e il Tuo coraggio mi portano ad andare avanti, senza voltarmi indietro. La salita è irta, lunga e faticosa, ma una volta che ho ascoltato il Tuo battito del Cuore all'unisono col mio, non posso tornare indietro. Non potrei! È un ricordo indelebile, una traccia scolpita nella mente. Cuore-Mente sempre insieme per un procedere all'Infinito verso Te, verso l'Eternità.” Ecco come le emozioni di Giulia si traducevano in fiumi di parole, per ringraziare, per Amare. I suoi pensieri scorrevano veloci, spinti dalla vibrazione emozionale percepita durante quegli incontri che aveva con quel “nulla apparente”, ma che era più vero e reale di ciò che si vedeva con occhio umano. Delle emozioni che non riusciva a contenere, cercando di descriverle e trascriverle su carta. Penna e fogli bianchi le facevano da compagnia, ma quando quei fogli prendevano colore, tutto si trasformava in poesia. “La poesia della vita, la poesia della gioia, la poesia del dolore, perché anche in questo c'è poesia, perché in esso c'è racchiuso tutto l'Amore che Dio ha per ogni suo figlio. Il dolore diventa poesia quando le lacrime del tuo pianto inarrestabile si placano, perché percepisci che una Mano prende la tua, una Voce ti consola e ti sostiene, facendo provare all'incredulo essere quel calore e prossimità che nessuna persona mai ti darà, perché l'essere umano va di fretta, scavalcando i veri valori che dovrebbero accompagnare la vita sua. Dio ha tempo per te in ogni momento, perché Dio è il Tempo. Dio ti dona tutto l'amore in ogni istante, perché Dio è Amore. Dio ti guarda con lo sguardo di Misericordia e abbraccia tutto e tutti, perché Dio è Misericordia Divina. Dio resta anche in silenzio per ascoltare il tuo pianto, perché Dio è il Silenzio. Dio resta in attesa nel silenzio di ogni cuore, perché Dio è Quiete. Ma viene il momento che decide Lui, di entrare nella tua vita, con dolcezza estrema, dando al tuo essere quel movimento che lo fa destare dal suo torpore, perché Dio è Movimento. Movimento della vita tua e movimento dell'universo intero. Or dunque, se tutto questo non è poesia, vuol dire che la tua non sarà mai la mia via. Ma se in questo ti ritrovi, il Mio Cuore percepirai e il cammino con Me intraprenderai.” Giulia continuava a trascrivere ,i messaggi che la voce le suggeriva. Non si stancava mai ogni ora del giorno della notte, quando meno se l'aspettava, ecco nasceva un messaggio per riscaldare il cuore di chi non riusciva a vedere quell’ “Oltre” che sempre accompagna ogni individuo. Messaggi da divulgare, di incommensurabile bellezza. Non sapeva come, non sapeva quale fosse il suo disegno, ma Dio avrebbe provveduto a inviarle un segnale per indicare il suo percorso. Lei aveva accettato con Amore la “chiamata” e con altrettanto Amore si abbandonava al Suo Amore.
Capitolo 20 La Misericordia di Gesù.
Giulia si stava inoltrando nel mare della conoscenza. Le piaceva acquistare, di tanto in tanto, quando poteva permetterselo, dei libri spirituali. La colpì un giorno una frase che scrisse Santa Teresa di Lisieux : " La Sua audacia stupefacente, o piuttosto amorosa, che incanta il Cuore di Gesù, seduce il mio. Sì, lo sento, anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei, con il cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi fra le braccia di Gesù, poiché so quanto Egli ama il figliol prodigo che ritorna a Lui. Non perché il Signore nella Sua Misericordia preveniente, ha preservato la mia anima dal peccato mortale, che io mi innalzo a Lui con la fiducia e con l'amore” (Santa Teresa del Bambin Gesù da “Storia di un'anima”)
Era proprio questo che provava nell'accostarsi a Gesù. Nonostante i suoi peccati, Lui era sceso nei bassifondi della sua vita per cercarla. Lui che cercava lei! Si commuoveva a pensare ai primi incontri, di quando lei, persa nel mare dei tanti dolori e di una vita dissoluta, in quanto il rancore e la rabbia l'avevano condotta verso una strada di non-ritorno, verso il buio più totale che la portava a fare ed agire con risentimento. Aveva accantonato l'amore verso il prossimo, perché il prossimo non l'aveva amata e accolta. Il suo amore si era inaridito, non riuscendo a commuoversi o a essere caritatevole verso il suo prossimo. La sua prossimità consisteva nel soddisfare i bisogni del suo profondo ego. Ma quella presenza di Luce, con amore dolcezza, l'aveva condotta lunghi percorsi del suo cuore, senza tenere in conto le sue miserie, le sue bassezze. L'amava così com’era. Certo, pian piano, aveva cercato di cambiarla, di vestirla di nuovo, facendole eliminare ciò che di brutto era in lei. Solo per Amore, l'aveva condotta verso i sentieri di Luce, al fine di portarla a Sé, come il figliol prodigo. Giulia si commuoveva nel leggere la frase di Santa Teresa, sicura che il Signore, nella " Sua Misericordia Preveniente" accoglieva tutti, senza fare distinzioni. L'importante per Gesù, era il ritorno del figliol prodigo. Con tutti i suoi peccati, con tutte le sue miserie, ma era sempre un cuore che si aggiungeva al Suo. Poi Lui avrebbe provveduto a colmare tutto il vuoto che c'era dentro quel cuore, colmandolo di Luce e di Amore e trasformandolo da pietra in carne. Quel cuore pentito diventa di carne, inevitabilmente, perché una volta a contatto con l'oceano dell'Amore divino, non può restare insensibile, ma si unisce e si fonde in quell'Amore, per poi donarlo a chi è stato sfortunato nella vita e non sa ancora che anche il suo cuore si può trasformare, per ricevere e donare amore a sua volta. Una reazione a catena, una catena che parte dal Cielo per scendere nel cuore di ognuno, per poi, a sua volta, risalire al Cielo, con un enorme fascio di Luce. Perché ancora, per chi non lo sa, dentro il cuore di ognuno risiede quella Scintilla di Luce divina che, una volta accesa, emana bagliore e Luce sino a giungere su, in Cielo, per unirsi all'Immensa Luce Generante del Padre.
“I figli sono come un libro, leggere le pagine che esse esprimono non è poi così faticoso, intellettualmente, ma lo è a prendere ciò che essi vogliono trasmetterci. Leggere il racconto delle loro infinità segrete e celate è come vedere un'anima nell'essere dell'Infinito. Solo con l'amore e il cuore si possono, allora, sì vedere l'anima, nella sua totalità, e sentire e far parlare le pagine di quel libro. È un libro che non ha un inizio ben preciso e dove la fine non è mai scritta. Loro sono le vostre pagine, i vostri scritti, gli errori di ortografia e le punteggiature. E a te, madre, non resta che leggere ciò che tu hai scritto.” L u c e
Ecco che la Luce le parlava ancora della madre e di suo figlio, quel legame inscindibile tra genitore e figlio. Era molto bello ma, allo stesso tempo, doloroso per Giulia, perché comprendeva bene che questo legame non l'avrebbe mai potuto avere. Ma anche in questo c'era una profonda verità. La mancanza dei suoi genitori aveva fatto sì che nel suo libro erano rimaste molte pagine non scritte. Sua madre non si era dedicata a riempire quei fogli bianchi. Ma da quando il Cielo si era palesato a lei, i suoi fogli erano stati riempiti d’ Immenso. Luce le aveva fatto comunque comprendere l'importanza che hanno i bimbi, e del ruolo decisivo che hanno i genitori nel condurli alla crescita, sia interiore che del corpo. In fin dei conti, Giulia era cresciuta con la presenza dei suoi genitori celesti. La Mamma, col suo viso dolce e la voce tenera, le era apparsa di tanto in tanto per donarle tutto l'Amore che solo una madre può fare. Lei non aveva mai provato l'amore di una madre terrena, non poteva dire con assoluta certezza cosa provava quando Sua Madre l'abbracciava, rassicurandola e parlandole di quando era sù in Cielo e di quando parlava con le stelle. L'aveva paragonata ad una piccola stella argentata. Si ricordava l'istante preciso di quando era andata a trovarla. Era uscita da scuola ed era rientrata in istituto. Quel giorno nevicava; dentro la sua stanzetta, c'era un freddo molto rigido in quanto, spesse volte, non accendevano i riscaldamenti per risparmiare. Giulia rimaneva col cappottino, i guanti e il cappello per il freddo. A un tratto scoppiò a piangere. Non resisteva a tutto questo. Era stanca, sola, sconfortata e tanto piccola. Voleva pensare ai giochi, a una casa tutta sua, come l’avevano i suoi compagni. Un letto caldo su cui riposare. Una madre con cui parlare di cosa aveva fatto a scuola e dei problemi avuti in classe. Molti suoi compagni la prendevano in giro, chiamandola " povera orfanella ". Era proprio triste vedere la cattiveria umana accanirsi sulle sventure del prossimo! Quel giorno, Giulia era profondamente desolata. Si mise in ginocchio, in un angolo della camera, e pianse tanto da mancarle il respiro. Il freddo era dappertutto, nella stanza, ma anche e soprattutto dentro il suo cuore. Ad un tratto, nell'angolo opposto, si formò una nube luminosa, avvolta dalla nebbia. Da questa nube, cadevano tanti batuffoli di neve argentata. Giulia l’aveva attribuito al fatto che avesse pianto molto sforzando gli occhi. Ma da quella nube, apparve Sua Madre, molto bella, avvolta da un manto bianco. Aveva la luna sotto i piedi, e dodici stelle come corona. Poi, dolcemente, la consolò: “Dolce figlia Mia, le tue lacrime sono giunte fino a Me. Non piangere, non serve. Non piangere, non sei sola. È pur vero che è triste vedere indifferenza intorno a te. Ma proprio per questo il Cielo si è chinato a te. Dove l'uomo manca e non dona amore, il Cielo scende, riempiendo il tuo cuore. Sono Madre a te, sono Madre dell'umanità, Regina del Cielo e della Terra, ora son qua. Sono Madre di Misericordia; il dolore ha colpito anche Me. Le pagine del libro di Mio Figlio eran scritte già, e con dolore le ho dovute accettar. Orsù, fai la brava, accetta ciò che gli eventi sono, senza tormenti né dolori. Son Madre a te, vieni qui, bimba mia, vieni qui accanto a Me”. Aprì le braccia e Giulia corse ad abbracciarla. Nell'abbracciarla, percepì una dolce vibrazione d'Amore. Non era violenta, ma intensa, tanto da riscaldarla e da non percepire più il freddo. La Mamma le accarezzò i lunghi capelli, biondi, e poi, guardandola le disse: “Stella, stellina, ricorda sempre che dentro il tuo cuore c'è tanto Amore. Ove per Amore intendo Amore di Padre, Amore di Madre. Nei momenti bui, parla con Lui; ciò che non sai è che proprio da lì le risposte avrai. A suggellare questo grande Amore, ti lascio un ricordo. Una stellina, piccola piccola, in fronte tua, per ricordarti sempre che dal Cielo vieni e al Cielo appartieni. Anche se tua madre ti ha abbandonata e non ha scritto le pagine del tuo libro, questa stellina, ogni qualvolta la guarderai, ti ricorderà che una Mamma l'hai sempre avuta e sempre l’avrai. Io seguo il tuo cammino e ti sto sempre vicino. Anche se a volte non Mi senti, chiudi gli occhi e fermati un istante. ChiamaMi a gran voce: “Mamma, ho bisogno di Te”, e Io ti dico che son già accanto a te. Non dubitare mai che ti possa abbandonare, perché il Cielo non abbandona mai. E se mai vuoi vederMi, chiudi gli occhi e pensaMi. Questo Amore lo percepirai dentro te, e comprenderai anche che Io e te siamo una persona sola, Io dentro te, tu dentro Me. Amore di Madre questo fà, in simbiosi col figlio per eternità. La notte stringiti a Me, percepirai il profumo di rose che porterò apposta per te. Quindi, niente lacrime, fammi un sorriso. La Mia dolce bimba felice ora è perché sa che dentro il suo Cuore Io ci sarò. Ti darò Amore materno, sciogliendo i nodi che la vita ti propone. ChiediMi di sciogliere i tuoi nodi, chiedilo sapendo che sciolgo i tuoi nodi, Io per te. Per te, per sempre, insieme andremo come Madre e figlia, Io e te”. Poi l'immagine svanì. Giulia dubitò per un attimo che si era addormentata ed era stato solo un sogno. Guardò ai suoi piedi, non poteva essere! C'era ancora la neve argentata sul pavimento. Corse allo specchio e si guardò. Una stellina spuntò, proprio sulla fronte, piccola piccola, che d’ora in poi le avrebbe rammentato che la Mamma le era sempre vicino.
Come il vento spazza via le nubi che offuscano il cielo, allo stesso modo quell' incontro con Sua Madre, aveva spazzato via le nubi che offuscavano la sua vita. Quella stellina, d'ora in poi, sarebbe diventata la sua compagna di viaggio. Ogni qualvolta l’avrebbe guardata, avrebbe percepito accanto a sé la presenza maestosa della Regina del Cielo e della Terra. Dopo aver ricevuto quel dono, il primo di tutto la sua vita, si sentiva piena di energia, di forza. La tristezza era svanita, lasciando il posto a quella calda speranza che le apparteneva. Di speranza si vive, la speranza è l'essenza della vita. Perché è la speranza che fa andare avanti, infondendo forza e coraggio. Eppure l'uomo, spesse volte, dimentica che la speranza non gli appartiene. Eppure se ne appropria, la fa sua. O uomo, che non comprendi ancora che nulla ti appartiene e nulla sei se non ti ricongiungi alla Fonte Divina. La speranza, la gioia, il dolore sono sentimenti, sono emozioni che partono dal cuore. Ma fin quando non capirai che ove risiede la tua emozione, lì risiede il Divino, ti approprierai sempre di cose non tue. Eppure lì c'è Dio. C'è il respiro che ti ha donato, la vita. Lì c'è la Luce del Divino. Non pensare che sei re, perché nel nulla torni se non ti abbeveri da questa Fonte. Fonte, Sorgente di Vita Eterna. Pensi che puoi farne senza? L'uomo, anche il più stolto, non vuole morire; ma se ti senti re, come mai poi cerchi Me? La materia ti ha ingannato e tutta la vita hai sperperato, nel ricercare cose vane, quali il successo, la fama, il potere, un labirinto che ti porta lontano dall'Infinito. Hai costruito castelli di sabbia, distrutti dalla prima ondata che la tempesta ha portato; hai costruito abilmente una vita innalzando il tuo io, per poi, solo alla fine comprendere chi è il tuo Dio. La materia è un’ammaliatrice, sembra eterna, ti dona sicurezza, dà la certezza che un bene duraturo hai. Ma il tempo gioca sempre un brutto scherzo. Quando questo passa, portando con sé tutto ciò che materia è, allora ti accorgi che esiste il tuo Re. Il Re dei cuori, il Re del mondo, il Re dei Re che non si è mai innalzato , è rimasto in silenzio ad aspettare uno come te. Tu che incredulo e ironico nella vita sei stato, quando hai scoperto che la materia ti ha ingannato, hai rivolto il tuo sguardo al Cielo e poi dentro te, per comprendere che, alla fine, non sei re. Lo potrai essere solo se con un grido d’Amore chiami il tuo Signore. Con Amore Immenso e di Misericordia Infinita, nonostante ti sia rivolto a lui solo al tramonto della tua vita, ti accoglie come un re, perché, se non lo sai ancora, il vero re è colui il quale accetta con umiltà e amore, il Re che hai dentro te. Il Re dei Re, con amore infinito, si china a te e, quando il tuo respiro sarà l’ultimo, ti condurrà lì dove non avresti mai pensato di andare. E a quel punto comprenderai che la materia ti ha ingannato per vita intera. Librato nell'aria, ti accorgi che lo Spirito è vero, è immenso, perché lì c'è Dio.
Mentre la bimba era seduta sotto un albero nel giardino sottostante l'istituto, Luce le parlò degli angeli; le raccontava che accanto a lei c'era sempre un angelo. Giulia ascoltava con interesse e curiosità. “Ricorda, cara figlia della Luce, che comunque non sei sola, come tutti gli esseri umani. Ognuno di voi ha un angelo a fianco, ognuno di voi ha Dio dentro. Questa grande forza che comunque è legata al Cielo, allo stesso tempo, è con voi, è in voi.” Luce Era bello sentirsi amati, era bello sapere che c'è un angelo sempre con te, che non sei mai sola. Giulia non si stupiva di quanto ascoltava, il Cielo le aveva fatto compagnia sin da quando era nata. Sapeva di non essere sola, e amava sempre più questa grande Luce che l'arricchiva di nozioni importanti che avrebbero fatto crescere ed evolvere il suo essere. Adesso era adulta, ma Luce, ogni tanto, continuava a istruirla. Da quando aveva fatto quel cambiamento nella sua vita, abbandonando i suoi errori, rinnovandosi e abbracciando quel cammino che aveva per un certo tempo smarrito, comprendeva che tutto era un disegno, che lei, come tutti, rientravano in un disegno. Non importa se vivi nella ricchezza o nella povertà, se sei colta o analfabeta. Dio non guarda i titoli altisonanti, bensì guarda il cuore di ognuno, cercando di cambiarlo, di modificarlo per un fine conosciuto solo a Lui. Nel mentre si trovava col suo cagnolino sulla spiaggia, una voce le sussurrò queste dolci parole che continuavano a immergerla nell'oceano della conoscenza. Lo scroscio delle onde che si infrangevano sulla riva coloravano di poesia quel paesaggio che trasmetteva tutta l’immensità dell'universo. La profondità del mare, del cielo, tutto rammentava che l'infinito è il tutto. L'occhio umano non poteva vedere fin dove poteva arrivare la profondità del mare, ma poteva osservare solo la parte sovrastante, le onde che emergevano alla superficie. Il limite umano lo faceva arrestare lo sguardo alla superficie, così come per il cielo. Poteva osservare l'orizzonte, ma poi, dove andava a finire il cielo? La natura stessa, col suo linguaggio, le trasmetteva la nozione dell'infinito, dove l'occhio umano non sarebbe mai potuto giungere. Solo chiudendoli, solo allora, guardando con gli occhi dello Spirito, si può percepire e andare “Oltre” la materia, oltre quella parvenza ingannatrice che fa credere all'uomo che sia finito, limitato. L'Infinito risiede dentro l'uomo finito Ma se risiede dentro, l'Infinito non può diventare finito. L'uomo lo è solo se rimane ancorato alle sue false credenze, facendo leva solo su se stesso, e non su Dio. Quando osserva con gli occhi dello Spirito, ecco che il finito svanisce, e l'infinito spazia dentro, regalando meraviglie a chi è riuscito a guardare con gli occhi dell'amore ove per Amore si intende Dio. Santa Teresa del Bambino Gesù aveva trascritto una profonda meditazione che Giulia aveva impresso nel suo cuore, come insegnamento: “Non è forse nell'orazione che santi come Paolo, Agostino, Giovanni della Croce, Tommaso d'Aquino, Francesco, Domenico, e tanti altri grandi amici di Dio hanno attinto questa scienza divina che meraviglia i più grandi geni? ” Un saggio ha detto: “Datemi una leva, un punto di appoggio ed io solleverò il mondo”. Quello che Archimede non ha potuto ottenere, perché la sua richiesta non si rivolgeva a Dio, ma era espresso solo da un punto di vista materiale, i Santi l'hanno ottenuto pienamente. L'Onnipotente ha dato loro, come punto d'appoggio, Se stesso e Sè solo; come leva, la preghiera che infiamma di un fuoco d'amore, e così essi hanno sollevato il mondo, e così come lo sollevano i Santi della Chiesa militante, e così lo sollevano ancora i Santi futuri, fino alla fine del mondo”. (Santa Teresa del Bambin Gesù da “Storia di un'anima”).
Queste pagine erano pagine di profonda spiritualità e verità. Da quando Giulia aveva fatto leva su Dio, il suo essere si era trasformato, percependo l'infinito. “L'essere umano, dal momento che è disceso sulla terra, con tutta la consapevolezza di aver lasciato Dio, di aver lasciato la Luce e di aver lasciato il Cielo, è ridisceso comunque sulla terra per avere un compito. Ecco che allora, a contatto con la materia, c'è l'oblio, non ci si ricorda più del Cielo. Non ci si ricorda più della Luce e di tutte le entità che ha fatto scuola in quei piani esistenziali di ognuno, di appartenenza ad ogni essere umano. La materia è pesante, è un fardello per l'essere umano, ma nello stesso tempo, dà l'opportunità di riscattarsi, di elevarsi e di aprire le coscienze. Ogni essere umano non solo è materia, cioè fatto di organi, di sangue e, nello stesso tempo di cervello, di pelle e di ossa ma, nel profondo dell'essere umano esiste e c'è l'anima, la stirpe, la Scintilla Divina. Ecco, cara, dirai, dov’è la Scintilla Divina? La Scintilla Divina è dentro voi. Poco importa il punto esatto dov’è, ma direi e oserei dire che è vicina al cuore dell'essere umano. Il vostro cuore pulsa e batte perché comunque, dovete respirare e avere vita. Ma a fianco a lui, c'è questa grande enorme Scintilla d'amore che viene da Dio. È un pezzettino, paragoniamola a una cellula di Dio. Quindi voi, esseri umani, dovete avere la consapevolezza di essere figli Suoi, ossia generati da Lui. Il cuore! Il cuore dell'essere umano non solo batte per farvi respirare e vivere, ma vive comunque, custode dell'Amore di Dio. A fianco della Scintilla Divina, questo cuore fa emergere un Amore così altamente prezioso e commovente. Un amore così grande che è Dio. Ed è l'Amore, comunque, la cosa più saggia che l'uomo possa utilizzare nel suo cammino verso Dio” Luce
“Ora ti lascio, figlia di Luce, e con tanto amore avvolgo i sensi tuoi, per un andare avanti, per immergerti, alla fine, nel grande oceano dell'Amore di Dio. Io ancora verrò a te per dissetarti e spianare il cammino al fine tu possa comprendere il tuo “destino”. L'uomo pensa al destino senza sapere che il destino non è altro che un disegno divino. Di mistero è avvolto l'universo intero, e in esso è racchiuso anche il tuo e quello di ogni altro individuo. Una parola giunga a te: Porta sempre nel tuo cuore l'amore del Re. Per il Suo grande Amore, ha donato il suo Cuore. Di spine è avvolto e in esso risiede tanto dolore. Lo ha rivolto al Padre, con lacrime di dolore. Ma un sorriso vi ha lasciato, con una frase di perdono, perché ha voluto giustificare l'operato umano che era ignaro di ciò che aveva fatto. Ha preso su Sé il peccato e sulla Croce è andato. Tu pensi che, se solo avesse voluto, non avrebbe potuto evitare questo grande dolore? Sarebbe bastato un pensiero solo e tutto questo non sarebbe mai avvenuto. Ma con un gran gesto d'Amore, Amore ha donato, per salvare l'uomo dal peccato. Tu ancora non lo sai, ma Lui ti ha salvato. Il Re dona Amore e altrettanto chiede a te. Tienilo sempre nel cuore e amalo, sempre, con tutto il tuo cuore. Implosione d'amore rivoluzionerà te, che ti sentirai un po' anche tu re. Percepirai la sua vibrazione e ti fonderai in essa, sempre con Amore. E quando vedrai con gli occhi del cuore, comprenderai che solo Lui è Re, del tuo cuore, di ogni cuore, dell'universo intero. Quando questo accadrà in vita tua, non fermarti, ma immergendoti sempre più, prosegui il viaggio ancor di più. Per ogni cuore che si unisce al Suo, sarà un cuore rinnovato, rivestito di nuova Luce, che porterà a chi versa nel bisogno, tanto Amore e tanta Luce. Và da chi ancora non sa che non importa se nella vita errori fà, l'importante per il Signore è che ti rivesti di nuova Luce, affinché un giorno non sbagli più, e sempre un grido al cielo rivolgerai: “Oh mio Dio, ti amo sempre più. Grazie per i doni che mi hai dato, e ti chiedo perdono se irriconoscente sono stato. I miei occhi per guardarti, le mie orecchie per ascoltarti, le mie mani per innalzarti, il mio cuore per amarTi”.
“Quando la materia ha il sopravvento sull'uomo, cioè a tutti i costi si vuole fare (azione), o si vuole ottenere (pretendere), quello che non era possibile per le aspettative dell'essere umano, ecco che allora si andrà incontro ad una risonanza acuta, maggiore delle aspettative fisiche. Si avrà così una malattia dovuta ad una soglia che ha superato il campo vibrazionale delle vostre cellule e che comprende tutto, dico tutto il corpo umano. All'inizio si avranno compensi a livello fisico, poi sarà localizzato su un punto fermo del vostro corpo. Che siano muscoli od organi interni, non fa differenza per aver esagerato. La differenza c'è tra i vari organi fisici. Mentre, se si tratta di muscolatura, il malessere passa prima. E già questo un sintomo che ci si deve fermare per riflettere, e non solo per riposare e per continuare a pretendere. Se non c'è riflessione in questo lasso di tempo, di riposo, e si continuerà ad agire più con la materia che con la saggezza, ecco che allora subentra la malattia di organi. E lì, dopo, tutti chiedete al Padre di aiutarvi. Perché non lo fate prima? Con amore. Luce
Ecco come i problemi possono intaccare il corpo e lo spirito dell'uomo. Da quando Giulia era diventata adulta, aveva sempre cercato di non arrestarsi mai. Aveva sempre preteso da lei più di quanto il suo organismo poteva darle. Si era immersa nella frenesia per dimenticare le sofferenze, questo per non fermarsi a riflettere, come invece ora le suggeriva Luce, doveva impegnarsi a trovare il tempo per la riflessione che l'avrebbe condotta alla saggezza, ovvero al Padre. Sinora aveva cercato di fuggire dai ricordi, dalla sofferenza, ricercando il piacere, la soddisfazione dei suoi istinti primari che le davano un'apparente e momentaneo sollievo. Ma passato l'effimero, ecco che si presentava quel vuoto interiore che le infondeva paura, spingendola a correre, a consumare la vita fino al midollo, senza rispettare se stessa e tutto ciò che le stava attorno e dentro sè. Spesse volte, le capitava di svegliarsi con un senso di angoscia profondo, che le partiva dallo stomaco. Una sensazione sgradevole che sicuramente voleva parlarle, voleva avvertirla, come un campanello d'allarme che il suo fisico aveva superato quella soglia del campo vibrazionale delle sue cellule, di cui tanto le aveva parlato Luce. Occorreva calmarsi, occorreva attuare un lavoro interiore forte, deciso, al fine di tirare fuori tutto il dolore, tutta la sofferenza che inconsciamente si portava dietro, appesantendole i passi per un andare avanti verso la Luce che, adesso, la stava aiutando a intraprendere il cammino giusto per lei, per ridarle la gioia di vivere, la gioia di amare, mettendo da parte il passato, che sarebbe dovuto diventare un oggetto da accantonare, un lontano ricordo di una persona che non esisteva più perché, quando si incontra “l'Amore”, anche questo accade. L'essere si veste di nuovo, si trasforma e chi incontra questa persona, stenta a riconoscerla, in quanto radicalmente cambiata. Questo cambiamento lo si può riscontrare sia interiormente che esteriormente. Gli occhi si illuminano di una luce mai vista, perché nell'ammirare la Luce divina, gli occhi riflettono ed emanano la Sua Luce. Il cuore non fa più male, il passato non fa scendere più le lacrime sul viso, perché è colmato dal Suo Amore, Amore che lenisce il dolore. Spalma con l'olio dell'amore tutte le ferite, affinché svanisca il dolore e trionfi solo il Suo Grande e Immenso Amore. Giulia stava vincendo questa profonda trasformazione con la gioia dentro. Per la prima volta in vita sua, era felice. Felice di aver ritrovato la felicità, la serenità, la gioia di vivere. Il Padre dall'alto dei cieli, ma al tempo stesso dentro il suo cuore, l'aveva presa per mano come nessuno mai aveva fatto, le suggeriva parole di conforto, parole di Amore per un disegno che solo Lui conosceva. Era certo e sicura che il suo totale abbandono l'avrebbe ben ripagata, perché suo Padre avrebbe provveduto a lei. “Non preoccuparsi”- “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nè mietono, eppure il Padre vostro li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel fuoco, non farà assai più per voi gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: che cosa mangeremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” ( Matteo; 6,25)
“Venite a Me, voi tutti che siete affaticati oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il Mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio gioco infatti è dolce e il mio carico leggero.”
Nel leggere questi passi del Vangelo, il cuore si rasserenava perché Gesù in persona le stava accanto, la portava a Sé, al fine di alleggerire il peso del suo giogo, e farla volare leggera nell'Infinito, perché Lui la ristorava, ma soprattutto, le donava Amore vero, Amore puro perché Lui è “Amore”.
Era una domenica, giorno di festa per tutti. La mattina si alzava felice, anche se non aveva un motivo reale per esserlo. La carenza affettiva era come un pugnale che le faceva male al cuore. Ma la domenica, comunque, era giorno del Signore. Indossava il vestito più bello che avesse, un vestito che le aveva dato una signora che abitava di fronte. Era un po' consumato, ma per Giulia andava bene. Era una giornata radiosa, anche se il freddo era pungente. Giulia sin da allora comprendeva che c'era un qualcosa al di là delle apparenze terrene, delle brutture e i dolori che la vita elargiva così abbondantemente. Anche se crescendo, avrebbe abbandonato questa magia che si chiamava Luce, per poi il riabbracciarla e non lasciarla mai più. Da sempre, per la messa, si recava alla chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Non sapeva dire cosa la spingesse a recarsi lì, a visitare il Sacro Cuore. Si fermava davanti, e guardava la statua come se si aspettasse che all'improvviso si muovesse, andandole incontro, donandole il Suo Cuore. I suoi passi erano mossi da quella voce spirituale interiore, anche se ancora non aveva realizzato quanto questo avrebbe determinato il corso della sua vita. Il suo cuore puro di bambina le faceva rompere le barriere dell'incredulità, per un procedimento che l'avrebbe condotta all'accettazione del vissuto, alla “chiamata”. La persona coinvolta e immersa nel quotidiano dei suoi problemi, o alla rincorsa del successo, del potere, non può e non vuole immergersi in un mondo dove il denaro, la ricchezza e quant'altro chiama l'esteriorità e l'apparire. Spesse volte, sono specchio per le allodole. La gente vive con la convinzione che tutto questo è bastante per una vita felice. Trascorre i suoi giorni con la convinzione assoluta di tutto avere, non bisognoso di nulla di più di quel che ha. Quanto lontana è la strada che conduce all'essere! Recintato dal suo egoismo e da un forte edonismo, si isola e vive la propria vita ritenendo che il prossimo è solo un ostacolo o una persona da utilizzare al bisogno. O persino un nemico da sconfiggere. Nulla sà che, un giorno, anche per lui, busserà alla porta la “prova”, trovandolo impreparato nell'affrontarla, in quanto non ha speso la vita col senso profondo della “prossimità”, dell' “altruismo”, privando se stesso di una ricchezza che non si può comprare da nessuna parte. Concentrato unicamente alla massima espressione dell' “ego”, ha annullato ogni possibilità di incontro con Dio. Perché Dio, che è Amore lascia a ognuno il libero arbitrio di condurre la propria vita, al fine che poi, al termine di questa, noi siamo coloro che si son giudicati. Ma chi è il prossimo? Gesù, un giorno, a chi gli aveva chiesto: “E chi è il mio prossimo?” rispose: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando, lo vide passò oltre, dall'altra parte. Anche un levita , giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece, un Samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino, poi, caricatolo sopra il suo giumento lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore dicendo: Abbi cura di lui, e ciò che spenderai in più te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?” Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui” Gesù gli disse: “Và e anche tu fà lo stesso”. (Luca; 10,30)
Ecco chi è il prossimo. Ma sono molto pochi coloro i quali si soffermano e mettono in pratica le parole di Gesù riportate nel Vangelo. Sono invece molti coloro i quali sono immersi nel mondo del progresso, della tecnologia, dello star bene, dimenticando chi è stato meno fortunato. Perché si parla poco di Dio? Questo mondo ha dimenticato la sua appartenenza, preferendo l'effimero alla vera Luce. È come se, per vedere, ha acceso una candela anziché la Luce vera, Eterna, quella che non ha mai fine. La candela, prima o poi, si spegne, non permettendo di vedere, lasciando l'essere nel buio totale. Occorre l'Amore per la Conoscenza, ove per Conoscenza si intende Sapienza, ove per Sapienza si intende Dio. Vivendo nel Suo Amore, ecco che si scopre il vero senso del percorso terreno, proteso verso l'amore e verso il prossimo, visto come un fratello che versa nel bisogno, anche se solo di una parola di conforto. Questo sarebbe stato il cammino che Giulia avrebbe intrapreso. “Rimanete nel Mio Amore” Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel Mio Amore. Se osserverete i Miei Comandamenti, rimarrete nel Mio Amore, come Io ho osservato i comandamenti del Padre Mio e rimango nel Suo Amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come Io vi ho amati. Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici se farete ciò che Io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre, l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto Me, ma Io ho scelto voi. E vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel Mio Nome, ve lo concederà. Questo vi comando: Amatevi gli uni gli altri.” (Giovanni ; 15,9 )
Una volta entrata in chiesa, si diresse verso l'altare. Si inginocchiò, fece il segno della croce e chiuse gli occhi. Percepiva dentro sè un profondo senso di raccoglimento e un'emozione nuova, intensa. Ogni giorno le regalava una sorpresa in più. Si accostava a tutto ciò che il Cielo le inviava tramite un sogno, un simbolo. Dopo un po', si voltò verso la direzione della statua di Gesù, rappresentante il Sacro Cuore. Era sola. Il silenzio tutto intorno. Le persone, il prete, tutto era scomparso, vedeva solo quell'immagine come se la realtà circostante si fosse annullata improvvisamente, per far posto a Gesù. Lo guardava in silenzio con un profondo senso di gratitudine per aver acceso in lei questa magia divina. La poesia allietava il suo animo, la poesia della Sua Parola che riscaldava ogni cuore, persino il più gelido. Giulia non riusciva a rimanere insensibile dinnanzi a tanta bellezza e maestosità. Il Suo sguardo nel suo, ora come allora, sempre e per sempre. Il suo battito del cuore era forte, sembrava volesse esplodere. Era come se qualcosa dovesse accadere in quel preciso istante. Ma cosa? Era lì, in silenzio. E proprio nel silenzio assoluto che si riesce ad esprimere più di quanto mille parole possano dire. Quella profonda intesa che unisce indissolubilmente l'anima e il Padre. In questo Silenzio, due sguardi d'Amore comunicano tra loro l'intensità vibrazionale. In quello sguardo, è racchiusa tutta la Speranza dell'individuo che ripone, con fiducia, la nullità del suo essere, che realizza il suo vuoto se quello sguardo non lo ricolma d'Amore, donandogli la certezza che, se vuole, può essere “Tutto”, qualora si riempie dello Spirito Cristologico che innalza l'essere verso l'Infinito, innalzandolo, al tempo stesso, da ciò che è caduco, che è transitorio. Un passaggio obbligato per chi apre il cuore all'Infinito con Fede e Speranza, e vuole crescere nella Conoscenza, al fine di giungere all'alta vetta del Monte ove risiede Dio. Giulia voleva afferrargli la mano, voleva toccarla. Tentennò un po', ma poi si fece coraggio e si avvicinò. Si alzò in punta dei piedi per riuscire a toccarla. Voleva il contatto. L'essere umano ha il bisogno estremo di toccare, di esprimere l'amore non solo col sentimento, che può sembrare astratto ma che di fatto non lo è, in quanto le vibrazioni d'amore che prova l'individuo giungono in Cielo, bensì necessita del contatto, di una forma di espressione “materiale”, come per voler trasmettere con l'intensità dell'abbraccio il sentimento che lo lega. Con timore si avvicinava sempre più. Si alzò ancora un po' e gli prese la mano. La forte emozione si trasformò all'istante in grande stupore e meraviglia nel percepire una mano calda, di carne. Si aspettava di afferrare una statua, qualcosa di freddo. Eppure anche in questo momento, il Cielo le inviava un messaggio forte, indelebile, inequivocabile. Le Sue dita tra le sue, quella mano viva più che mai le faceva comprendere che per Dio tutto è possibile, occorre solo abbandonarsi totalmente e incondizionatamente al Suo Amore. Il resto è del Signore; in ogni abbandono dell'essere, che si svuota completamente del suo io per far posto a Dio, Lui lo riempie con le Sue Grazie, per poi, alla fine, poter affermare: “Non son più io che vivo, ma è Dio che vive in me”. Nel prenderle la mano, cominciò a dirle: “ Che l'Amore del Creato sia tutto intorno a te; non ti accorgi di quanto amore Dio ti ha dato, ti ha donato, vi ha donato? Guarda la Terra, la Madre Terra. Ora come ora sta soffrendo. Guarda le persone su questa Terra, su questo mondo. Molte persone soffrono, molte persone gioiscono. Molte persone non sanno nemmeno cosa vuol dire “Amare”. E molte persone non sanno cos'è la Parola di Dio. Il mondo sta cambiando, è vero! Ma questo non è Dio che lo vuole. Il mondo cambia perché sono cambiate le persone. Molte persone, molti esseri umani pensano: la Verità, ma quale è la Verità? La loro verità, nel loro pensiero, è quello di mangiare, dormire, spendere, uscire, ballare e così via. Questa no, non è la Verità. Questo è il male, l'oscurità. Qual'è allora la Verità, dirai tu? La Verità viene dal cuore, la Verità viene da Dio, la Verità viene dall'universo, viene dalla Madre, la Verità è dentro voi. Quindi, non ti dico cercala, poiché l'hai già, ma dico solo, apri il libro della Verità, della vita e leggilo. Leggi dentro te, come una favola, leggi dentro te con tutto l'amore possibile, leggi dentro te cercando la Verità. Non ti angustiare, non pensare e non fare tanti giri di parole, di pensiero: “come si fa, come si fa?” E non dire a te stessa: “sarà questa la verità?” No, non chiedertelo; solo Dio, in quel momento ti darà il gran segnale. Tu fai le tue domande, aiutati, e cerca, nello stesso modo, di avere molto amore verso i tuoi simili. E vedrai che, un bel giorno, una Luce, un Raggio di Luce, ma non dall'Alto, ma dal tuo cuore uscirà. Ed è questa la Verità, è l'amore che Dio ti ha dato. Ti ha dato sin dal giorno in cui sei nata, da quel piccolo vagito che hai emesso appena sei nata, Giulia. “L'anima riporta cose conosciute nel passato, e le riporta ora nel tuo presente, nel vostro presente, solo che l'umanità non ci fa caso” Giulia ascoltava e cercava di salvare nel suo cuore tutte le parole di insegnamento e d'amore che le erano state impartite. Le lacrime cominciarono a scorrere sul viso. Cercò di staccarsi ma continuò a parlarle: “Sai cosa vedo? Vedo il tuo cuore, c'è una Luce, è una Luce verde. Vedo la tua anima, c'è una Luce, una luce azzurra. E vedo il tuo spirito, dentro di te ed è una luce gialla. Fa in modo che queste tre luci si colleghino fra di loro, con loro ed avrai una grande Luce. Fa in modo che il tuo cuore parli. Fa in modo che il tuo cuore batta, fremi. Se hai voglia di piangere, piangi pure, nessuno te lo può negare a questo mondo, su questa terra. Se hai voglia di gioire, ben venga fallo pure, poiché Dio è questo che vuole. Apriti, apri il tuo cuore, apri te stessa. Parla. Le parole a volte sono nascoste e voi stessi non volete tirarle fuori e dirle. E questo è un peccato. Non un peccato veniale, si intende. Ma un peccato per voi, poiché, nello stesso tempo, vi tenete dentro tutto. Ma parlando, e spiegandosi, con molta calma e soprattutto, con molto amore e sincerità, vedrai che i tuoi malesseri, sia fisici che psichici, e nello stesso tempo, il cuore anemico, spariranno per far entrare una grande Luce e un grande Amore dentro te, per far nascere una nuova persona, una nuova Giulia”
Giulia scoppiò a piangere, le parole erano entrate dentro il cuore, facendole aprire quel vuoto immenso che era racchiuso dentro. Sin da piccola aveva sofferto, tenendo tutto dentro, nascosto, per non far comprendere a nessuno di quanto fosse grande il suo dolore. Appariva una bambina sorridente, che riusciva a fare tutto, ma nel fondo del suo cuore, tristezza e solitudine le facevano compagnia. Gesù, il Maestro dei cuori, era entrato nel suo, suggerendole parole d'amore e indicandole la via da percorrere per non perdersi nei labirinti che la vita propone. L'aveva paragonata a una luce gialla verde e azzurra, un fascio di luce partiva dal suo cuore. Questa era poesia! Lei che vedeva solo l'esteriore della sua vita, misera e povera, ora riusciva a percepire la Luce che emanava. Doveva imparare a leggere il libro della vita con gli occhi del cuore. Doveva far uscire tutta la sofferenza per far posto a questa immensa Luce che le apparteneva.
“Volgi il tuo sguardo a Me, così vedrai il tuo essere coinvolto in una Esplosione Rivoluzionaria d'Amore, mai provata, mai conosciuta, ma che per la stessa vivi, grazie a Me.” Queste parole erano nella sua mente, “esplosione rivoluzionaria d'amore”. Nel suo cuore solo musica per Lui, Lui che aveva disegnato quest'incontro nella Sua Mente, l'aveva pensata prima che lei fosse venuta al mondo. Nel suo cuore, solo una Grande Immensa Esplosione incontenibile. Ogni momento che passava era un immergersi sempre più in questo Oceano d'Amore Infinito. Più si immergeva, più si accorgeva che non aveva né limiti né confini. Una promessa d’Eternità. Quegli sguardi la conducevano sempre tra le Sue braccia. Nessuno sarebbe stato capace di spiegare a parole tutto il vissuto, in quanto le parole sono spesse volte inadeguate a descrivere ciò che è Infinito ed Eterno, in quanto la parola stessa ha i suoi limiti nel descrivere il suo contenuto. Nella sua mente era vivo più che mai il ricordo della mano viva che aveva afferrato, per farle comprendere che non era un sogno, ma realtà. Occorreva armarsi di forza e coraggio nel proseguire quel cammino invisibile che le avrebbe suggerito, passo passo, cosa fare e dove andare. Giulia voleva essere argilla per il suo artista. Dio era il suo artista e poteva dare all'argilla la forma e il contenuto che più desiderava. Era argilla nelle Sue mani. Era felice di questo, in quanto d'ora in poi non si sarebbe più preoccupata di alcunchè, avrebbe fatto uscire dal suo cuore tutte le ansie e le angosce perché ora c'era Lui che avrebbe provveduto a condurla lungo i percorsi del mondo spirituale. Lei aveva afferrato lontano ed aveva intrapreso il lungo viaggio con forza e coraggio, e ancor più con amore infinito verso il Creatore. Questi pensieri erano spinti proprio da questa Esplosione Rivoluzionaria d'Amore. Come l’amante tende a compiacere l’amato, coi suoi atteggiamenti, cercando di uniformarsi al suo pensiero, così Giulia cercava di comportarsi non secondo i suoi desideri, bensì come avrebbe pensato Gesù di fare, come avrebbe desiderato Lui. Era consapevole che era un compito arduo, in quanto l'essere si deve annullare per varcare i suoi limiti intrinseci, ma con Dio tutto era possibile. Nei momenti in cui aveva realizzato questo connubio, quest' unione inscindibile tra loro, percepiva un'energia, una forza interiore che la conduceva oltre i limiti umani, facendole scorgere nuovi orizzonti. La vita aveva un fine diverso rispetto a quello che aveva attribuito sinora. Tutto era un disegno, stava a lei scoprire il mistero, nella quotidianità e semplicità della sua vita ora trascorsa ad ascoltare la Voce che le sussurrava parole mai udite prima, ma contenenti l’Essenza della Vita. Ricordava di quando Luce le aveva parlato su come è possibile mettersi in contatto con questa parte spirituale: “… Ci sono molti modi e molte strade da prendere, dipende dall'individuo. C'è chi prega e va bene così. C'è colui che lo fa attraverso altre discipline terrene, come ad esempio lo yoga, la meditazione. Ogni essere umano intraprende quello che è consono a lui, segue il cammino più confacente a lui, ma la verità comunque è questa, ascolta: Fermatevi un momento, voi umani, ad ascoltare, in silenzio, i battiti del vostro cuore. Solo così, nel silenzio, emergerà una voce, ed è la Voce di Dio. Troppi umani sono troppo di fretta e non pensano e non ascoltano le loro emozioni, i loro battiti del cuore. Le emozioni fanno parte comunque di Dio, le emozioni fan parte dell'uomo, è vero, ma comunque sono sempre collegate a Dio. Ogni emozione vibra ed è una vibrazione che emana il corpo materiale sino ad elevarsi al Cielo. Ecco allora la vostra emozione tocca il cuore, e quindi scendono le lacrime, ed ognuno, poi, avrà la sua reazione con l'emozione. L'emozione vi fa amare, l'emozione vi fa abbracciare, l'emozione vi fa piangere. La vostra emozione vi dà anche gioia. Ma tutto questo, ricordate, è sempre comunque il Padre, il Padre Celeste che vi ha donato ciò. Vedi cara, voi avete comunque un cervello, un cervello umano. Ma questo cervello va molto al di là di tutto. Se osservi bene, l'essere umano nella sua diciamo complessità, com’ è fatto? Due orecchie, due occhi, due narici, due braccia, due gambe, c'è sempre il numero due. Ma ricorda, l'uno è la perfezione, l'uno è la Creazione, è Dio. E Dio ecco che disse: “Farò grandi cose, creerò l'uomo, creerò il mondo e le stelle, creerò la notte e il giorno, creerò l'energia maschile e femminile” Quindi ha creato, per così dire, la sua Immagine riflessa in uno specchio, che è l'universo. E la Sua Immagine diventa due, ecco che creò l'uomo. E non ci può essere uomo senza Dio e non ci potrà essere Dio senza l'uomo. Ora, comprendi ciò: Dio è Amore. E perché, allora, umanità, non sei l'Amore? Dove ce l'hai? Tu ce l'hai dentro di te. C'è e si vede. Dio è gioia. E perché, allora, umanità, non esprimi la gioia di amare? Dio è Tutto. Così umanità, anche tu sei tutto per Dio. Tu sei il suo Amore. Perché, allora, umanità, non ti guardi per una volta allo specchio? E non guardare la tua immagine fisica, ma guarda con gli occhi di Dio. E vedrai, così, un uomo fatto a immagine di Lui. Un uomo sicuro di sé. Un uomo che ha gioia. Un uomo che ha amore. Un uomo che ha fiducia in se stesso, perché, se tu, uomo, hai fiducia in te stesso, sai comunque che esiste Dio e hai fiducia in Lui. Dio ti tende la mano e tu fai altrettanto. Dio ti ama, e tu fai altrettanto. Ma Dio non vuole che ami solo Lui. No! Vuole che tu ami tutto il mondo intero. Vuole che tu ami l'universo, vuole che tu ami anche il tuo nemico e saper perdonare. Perdonare vorrebbe dire lasciar correre le ingiustizie e le cattiverie, poiché anche la persona più gretta e più bassa che possa farti ingiustizia, anche lui è figlio di Dio, solo che non lo sa. Credi, figlia cara della Luce, Dio è talmente tanto Amore che farebbe esplodere l'universo intero. Se il suo Amore in questo momento o in un altro momento del giorno e della notte, arrivasse a voi umani per rivelarsi a voi, direbbe: “Eccomi, Io Esisto. Non potete guardarMi, perché non ho volto; non potete toccarMi, perché non ho materia. Ma potete comunque, solamente sentirmi, e sentirete questo grande Eco, questa grande Vibrazione che vi farà esplodere di gioia nel vostro cuore. Questo è il Padre per voi” Luce
Capitolo 28 Canterò in eterno la Misericordia del Signore
G.M.G. (da “ Il quaderno” del Diario di Santa Faustina Kowalska).
“Canterò in eterno la Misericordia del Signore. Di fronte a tutto il popolo poiché questo è il più grande attributo di Dio, è per noi un miracolo continuo. Scaturisci dalla Trinità Divina, ma da un unico amorevole grembo; la Misericordia del Signore apparirà all'anima, in tutta la sua grandezza, quando cadrà il velo. Dalla sorgente della Tua Misericordia, o Signore, sgorga ogni felicità e vita, perciò voi creature tutte ed elementi cantate in estasi l'inno della Misericordia. Le viscere della Misericordia di Dio sono state aperte per noi. Dalla vita di Gesù morto sulla croce, non dovresti perciò dubitare né disperare, o peccatore, ma confidare nella Misericordia, poiché anche tu puoi diventare Santo. Due sorgenti in forma di raggi sono scaturiti dal cuore di Gesù, non per gli Angeli, né per i Cherubini o i Serafini, ma per la salvezza dei peccatori.”
Dio e Anime Suor M. Faustina dal Santissimo Sacramento “oh Gesù, oh Dio nascosto, il mio cuore Ti sente, benché Ti coprono i veli. Tu sai che ti amo.”
Nel leggere questo cantico di Santa Faustina Kowalska, contenuto nel suo Diario, ecco che Giulia sentiva il bisogno di rimanere in silenzio per meditare, parola su parola, tutto ciò che apprendeva, sia attraverso i dialoghi con il Cielo, che attraverso le letture spirituali. Dio era sceso per la salvezza dei peccatori; le due sorgenti in forma di raggi erano scaturite non per gli Angeli, non per i Cherubini, ma per una persona come lei, per i peccatori. L'esortazione era di non disperare, di non dubitare. Giulia, spesse volte, dubitava in merito al fatto di non meritare il Suo perdono. È vero, la vita era stata dura con lei, ma un bel giorno lei aveva voltato le spalle alle meraviglie che il Cielo, sin da piccola, le aveva elargito con Amore, per intraprendere una strada facile, comoda che, all'apparenza, sembrava averle agevolato la vita. Era più volte scesa a compromessi pur di ottenere un lavoro. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più patito la fame, il freddo, la solitudine, “costi quel che costi!” Questo era il suo motto: “il fine giustifica i mezzi”; era un’ottima soluzione machiavellica. Peccato che, spesse volte, l'azione umana non è dettata dal cuore, bensì dall'istinto che lo conduce nei meandri più tenebrosi dell’individuo. L'essere vive nella costante dualità, il bene e il male. Solo nel momento in cui volge la parte del male in " Bene ", ecco che vince nell'unicità in Dio. E da quel momento, Dio è in lui, e lui è in Dio. Ma fin quando agisce la disperazione e il dubbio, lì l'individuo rimane sempre in bilico, mosso dalla sua indecisione. “Occorre tanta buona volontà e altrettanto Amore per intraprendere la via che conduce al Signore. Niente dubbi, niente incertezze, ma solo la certezza che esiste il perdono divino. Non importa se hai sbagliato, non importa se sbaglierai, ma se con serio pentimento, e dico pentimento sincero, ti accosti a Me, i Miei Raggi ti investiranno, rinnovando il tuo essere, che piccolo è, se non si accosta alla Fonte Divina che è dentro sé. Sono sceso per il malato, non di certo per il sano. Anche lui amo, ma mi rivolgo ancor di più a chi ha smarrito la strada e non la sa trovare, o peggio ancora, non la vuole più cercare. Tante anime ho da salvare, la Mia Misericordia è veramente grande. Sino a quando respiro avrai, l'occasione sempre arriverà per farti comprender che non guardo l'azione che muove l'essere, ma riconosco il cuore. L'Amore Misericordioso investe quel cuore che sinora era perso, arido, piccolo; quel cuore che pulsava per inerzia, senza sapere che dentro sé scorre il Divino, quella parte spirituale che mai potrà ingannare. Se ragionamento fai con Me, allora non seguire l'istinto, bensì segui Me. Il tuo cuore batte più forte se ascolti la Mia Voce, perché compreso ha che se grande vuole diventare, il Divino deve abbracciare. La certezza vince sovrana quando, in cuor tuo, sai che mai sbagliare più potrai, perché la Voce ascolterai. Non è solo musica e poesia la Parola Mia, ma è certezza che si concretizzerà, quando un bel dì giungerai qua… Allora un bel pianto scoppierà perché solo allora capirai che chi ti parlava era Re. Io, il Re dei Re sono giunto a te che leggi, a te che non credi! A mendicare il tuo Amore, ma sappi bene che un giorno arriverà il Giudice che dividerà il grano dalla zizzania. Ma questo, per ora, a te: accostati al Mio Grande Amore che è in te, ti solleva, ti disseta e con Amore ti guida. Non ci sono parole che possono contenere il Divino Amore. Ma se chiudi gli occhi e pensi a Me, abbraccia quel Silenzio, Io sono lì con te.” Nell'ascoltar tutto questo, Giulia era certa, senza più dubbi, che il Signore l'aveva perdonata. Solo un grande Amore può condurre a un grande perdono. Come disse un giorno Gesù, in merito alla peccatrice perdonata: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato,. Ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Lui aveva dato la Sua Vita, era morto in croce anche per una peccatrice come lei. Questo la incoraggiava a proseguire lungo la via del rinnovamento interiore che faceva di lei una persona nuova, con dentro tanto Amore da donare. “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede, riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Matteo; 7;11 )
Giulia aveva bussato, e le era stato aperto. Aveva chiesto, e stava ricevendo risposta. Aveva cercato e aveva trovato quel grande Tesoro di inestimabile valore che risiedeva dentro il Suo cuore.
Capitolo 30 Il sogno.
Quella notte, Giulia era particolarmente agitata. Viveva ancora in quell'istituto, gelido, silenzioso. La bimba era andata a letto subito dopo cena per il gran freddo. Stava sotto le coperte per scaldarsi un po'. Si sentiva irrequieta, si girava e rigirava. Cercava, nel sogno, di entrare in una chiesa. Il portone era grande, in legno massiccio, con sbarre in acciaio. Era sontuoso. Appena intravedeva uno spiraglio, cercava di entrare, ma poi le porte si chiudevano e lei non riusciva ad entrare. Correva verso la porta adiacente, ma anche questa si chiudeva al suo passaggio. Era disperata. Non riusciva ad entrare quando, improvvisamente, ecco una porta aprirsi e, finalmente, riuscì ad entrare. All'interno della Chiesa, una croce immensa, è sotto un inginocchiatoio. Giulia corse verso quella croce, si inginocchiò e si rasserenò. D'un tratto, Gesù le chiese: “Giulia, sei Mia?” Giulia, nel sogno, pianse e disse prontamente: “Certo che son tua, e di chi dovrei essere!”. La bimba continuava ad agitarsi, per paura che Lui l'abbandonasse. Tutti l'avevano abbandonata, ma Lui no. Lui era lì, sempre presente a donarle Amore, un amore che le mancava su questa terra. Poi si svegliò. Era tutta sudata e il cuore le batteva forte. “Era un sogno!”, disse tra sé la bimba. “Eppure sembrava così vero!”. Lui era stato lì, ne era certa. Si alzò e si lavò il viso. Si affacciò alla finestra. La neve cadeva a fiocchi. Era uno spettacolo meraviglioso. Il vento leggero faceva danzare la neve a un ritmo lento. Giulia immaginava quelle musiche celestiali, dolci, e sorrideva, pensando che la neve danzasse al ritmo di quella musica soave che solo i cori angelici potevano cantare. Era talmente immersa in quel pensiero, che le parve di udire quella dolce musica davvero! Non poteva esser vero! Ma era proprio così. Il cielo immerso nel profondo blu cominciava a colorarsi di mille sfumature delicate, come fosse un dipinto di colori acquarello. Ora rosa, ora azzurro intenso, e poi color oro e argento. Un bel violetto e poi l'indaco e un verde chiaro. Tutto un arcobaleno era diventato, al ritmo di musica cambiavano i colori, e i fiocchi di neve sfumavano di bianco tutto il resto del passaggio. E poi una luce, e ancora un'altra per adornare di stelle filanti il cielo intero. Cori d'angeli innalzavano il loro coro per donare all'atmosfera quel tocco in più, per far vedere allo spettatore che basta poco per creare poesia, donando armonia di suoni e di colori: “Suoni, musica e colori, per allietare tutti i cuori. Noi Angeli del Cielo siamo qua, per far vedere che tutto è possibile per chi fede ha. Perché Dio è musica, perché Dio è poesia, Dio è Luce, intenso Amor. Dio è magia, la magia che entra dentro il tuo cuor, se ascolterai e amerai nostro Signor. Tutti a Lui apparteniamo, e di questo ringraziamento noi facciamo. Dal nulla ci ha creato, eppure ora siam qui che volteggiamo. Noi un po' diversi da voi, puro Intelletto siamo; la nostra volontà muove l'Essere intelligibile che materia non ha. Tu, Giulia Cara, sei spirito e materia, ma se ti immergi nella prima, sollevandoti dal peso, ecco che tutto diventa poesia. Parli anche con noi, se solo sai aprire il tuo cuor. E dopo un po' comprenderai che di Cielo vivi e sempre vivrai. Volteggiando qui nel Cielo, tutto il mondo appare diverso. Ricorda sempre che una sola è la Verità, la strada è stretta per giungere sin qua. Utilizza sempre la strada del cuore e vedrai che il percorso troverai per giungere sin qua. Il Signore è apparso a te e ha inviato noi sin qui, per suggellare questo Amore che porterai sempre nel cuore. E se mai un giorno ti perderai, segui il tuo cuore è qui ritornerai. Non temere mai, perché nostro Padre ha tanto Amore da far esplodere l'universo intero e mai abbandonerà il proprio figlio che vive in difficoltà. Noi Angeli del cielo sempre attorno volteggeremo, ora suggerendoti parole d'amore ma, a volte, capiterà che ti riprenderemo proprio perché la strada hai perso. Lasciati sempre condurre, non temere e vedrai che la strada giusta riprenderai. Non pensare mai che non esistiamo, perché verrà quel giorno, per ogni essere umano, che si dovrà ricredere dei falsi preconcetti che han contornato la sua vita. Ma tu non aspettare quel momento, volgiti ora verso il Cielo! Sai, non delude mai e se non mi credi, afferra la mia mano e ti condurrò nelle volte del Cielo stellato. Con un vortice d'amore ti sollevo, conducendoti lunghi percorsi dorati, ove scorrono fiumi argentati. Ove il pianto ed il dolore non ci sono, solo gioia e Amore tutto intorno. Pace e serenità percepirai dentro te, vibrazioni alte per un facile andare lungo il percorso del cuore che batte all'unisono con il Creatore.” Giulia si sentiva volteggiare e poteva osservare un paesaggio maestoso. Un silenzio tutto attorno, che infondeva pace e amore, ma dentro sè ascoltava l'universo, il suono dolce del creato, sì, perché anche questo le sussurrava messaggi intensi che le donavano armonia. L'universo era tutto un equilibrio, perché Dio lo ha creato con poesia. Solo un grande Artista avrebbe potuto donare una tale armonia; ritmi danzanti i pianeti tutti! Nulla al caso aveva lasciato, e Giulia dall'alto potevo osservarlo. Era proprio un paradiso! Nulla di stonato c'era; tutto incastrato nel movimento, perché Dio è Movimento, movimento del creato, ma anche movimento di ogni cuore. Unisono di cuori, unisono di battiti per fondersi nell'Unico Battito di Chi tutto l'universo ha creato, donandolo ad ogni creatura, con Amore Infinito.
Giulia aveva dormito profondamente quella sera. Era davvero stanca, ma si sentiva rinnovata. La Luce che si era accesa in lei, le aveva dato nuova energia e un entusiasmo di vivere mai provato prima. Le piaceva rigirarsi nel letto, sotto il piumone caldo, quando si accorse di una lettera sul comodino. Era a forma di pergamena. Chi mai poteva averla lasciata lì? L’aprì e cominciò a leggere: “La Verità è che ogni cosa contiene il Tutto. Quando un recipiente è pieno di acqua e si vuole aggiungere altra acqua, più pulita e fresca, si deve rovesciare, svuotare la precedente. Ogni essere umano che vuole, ad un certo punto, e ne sente anche il bisogno, aggiungere nell'anima, nel suo interiore, la gioia, la felicità, la serenità, la pace e l'amore, deve fare altrettanto. Deve essere pronto con il secchio per ricevere acqua pulita. Egli deve svuotare da dentro sé i falsi pregiudizi e concetti acquisiti direttamente o indirettamente, per poi il ricevere nel suo intimo l'amore e la fratellanza cosmica, altre energie così sottili e delicate che lo porteranno ad una "nuova vita". Certo, non sarà così veloce e semplice come prendere il secchio, sollevarlo e svuotarlo. I sacrifici per l'umano saranno così appesantiti dalla materia cerebrale, non cosciente, che gli sembrerà di scalare una montagna in piena tormenta. Se ci fate caso, l'azione dello svuotare il secchio dell'acqua, per poi riempirlo con altra pulita, è fatto da voi uomini da due mani e da un corpo umano che passano all'azione. Così è per l'uomo. Egli non è solo a lavorare su di sé. Le guide, gli Angeli, Dio Padre celeste vedono la sua sofferenza e non solo nell'animo, che è verità di Dio, fa parte di Lui, ma anche in ogni cosa che voi guardate con i vostri occhi. Intorno a voi c'è molta verità. Solo che a volte, anzi, oserei dire, molte volte siete così distratti da non soffermarvi ad osservare una così bellezza interiore di Luce che pulsa, collegata al cuore, che Dio Padre vi ha donato, non solo per amore il proprio figlio o compagno, ma soprattutto per farvi sentire emozioni esterne al vostro quotidiano. È così che l'uomo deve imparare ad amare. Tutto è nel Tutto. E il Tutto appartiene al Tutt’uno, si intersecano insieme. Vivono e pulsano per crescere all'unisono con il Tutto. Tutto è stato creato per voi, niente di questo è stato distrutto. Ma lo state e lo avete disintegrato voi con false verità che vi siete costruiti e vi hanno costruito, per ingannare non solo l'umanità, ma anche per circuirvi di false ideologie, per far sì che il “Tempio d'oro di cartapesta” vivesse più a lungo, alimentato dalle vostre non-verità. Ma state pur certi che, prima o poi, esso crollerà. Sarete, comunque, sempre voi a far spese di ciò. Che il sole brilli di una Luce certa nei vostri animi e li riscaldi per sempre e sempre, con amore cosmico” Hoara Il vostro fratello cosmico.
Dopo averla letta, rimase in silenzio a riflettere. Il discorso era molto profondo e regalava concetti nuovi, puri. Era proprio vero, per imparare occorreva disimparare. Bisognava spogliarsi dei falsi pregiudizi e preconcetti che la società aveva imposto, al fine di riempire il proprio secchio di acqua pura, pulita. Giulia non era sola, questo lo sapeva ormai da tanto; la guida spirituale, gli Angeli, Dio, la Mamma, la Volta Celeste tutta era accanto a lei, come ad ogni essere umano. Hoara lo aveva definito bene, “il tempio d'oro di cartapesta”. Ogni essere umano viveva sentendosi al sicuro, imbevuto della sua tanto cara materialità a tal punto da non soffermarsi a riflettere che l'individuo è composto si di materia, ma soprattutto di Spirito. Quel venticello divino che risiede dentro ognuno, ma nessuno ritiene importante trascorrere parte della propria giornata ad alimentare questa particella di Dio. La vita è scontata, la ricerca del benessere materiale è lo scopo principale dell’esistenza, con la consequenziale ricerca dei propri istinti e delle proprie ambizioni, senza nulla pensare che l'uomo si appropria di cose non sue. L'amore, l'emozione, la speranza sono astratti, eppure l'uomo vive di questi sentimenti, senza i quali non riuscirebbe ad esprimere ciò che prova. Eppur si radica nella materia, utilizzando per vivere elementi astratti, invisibili. Con estrema sicurezza, afferma che l'invisibile non esiste, eppure un mondo di Luce, di Angeli, Arcangeli, e di tutti i fratelli Spirituali sono intorno a lui. Ma l'ostinazione è talmente forte da fargli innalzare “templi d'oro di cartapesta”, pronti a cader giù logorati dalla vetustà e dalla caducità di ogni cosa imbevuta di materia. Hoara aveva lanciato un segnale molto forte e Giulia era pronta ad a coglierlo, al fine di proseguire quel rinnovamento interiore, eliminando tutto ciò che di brutto aveva convissuto in lei sino a quel momento. Adesso percepiva quella Luce interiore collegata al suo cuore, che pulsava; quella Luce che Dio Padre le aveva donato, per amore, al fine di quest'amore che sinora rimaneva assopito all'interno dello stesso, potesse esplodere per andare ad investire il prossimo. Amare il Tutto, e tutto è nel Tutto e il Tutto appartiene al Tutt'Uno. Il sole brillava di Luce certa, vera. Giulia si sentiva grata verso il Cielo che, nella sofferenza, entra dolcemente, ti trasforma per poi vestirti di Luce nuova. Il vecchio cede il posto al nuovo. E quell'individuo respira un profumo rinnovato, si sradica dalla materia al fine di spiccare il volo e librarsi con lo Spirito, all'unisono con il Tutto, seguendo il ritmo danzante, cadenzato dalle alte vibrazioni che conducono al Divino.
“Il cielo brillava di luce nuova. Le stelle e emanavano un bagliore argenteo. Una brillava più delle altre. Salve, Stella del Mattino, dona il mio saluto al Divino. Colui che ha creato il firmamento intero, bene ha pensato. Per ogni raggio che emani, un mio pensiero, a Colui che ha ideato l'universo intero. Quando mi sveglio e ammiro la stella che brilla più in alto nel Cielo, mi piace pensare che lo ha fatto affinché ognuno, al risveglio, doni un suo pensiero al Creato. La stella pulsa, batte come il cuore. Perché è il cuore del Cielo, che brilla lassù. Dona i tuoi sogni a chi non li ha; dona la speranza a chi l'ha persa e non sa che, in alto lassù, è sempre presente la volta celeste che assiste colui che bisogno ha. Nel vedere la stella immersa nel blu, mi piace sapere che ci sei Tu! Brilli sempre nel mio cuore, e mi avvolgi con il Tuo Amore. Se solo mi fermassi a pensare che, un giorno, potrei non vedere più quella stella lassù, mi sentirei perso, non saprei dove andare, proprio come i Re Magi che seguivano la stella cometa per giungere a Te. Oro, incenso e mirra i loro doni, per osannare il Cristo Re. Non ho oro, non ho incenso nè mirra, ma sto facendo un lungo viaggio, ove le difficoltà mi contrastano, per giungere anch'io, come loro, a offrirti il mio dono. Il mio cuore offro a Te, so che non è molto, ma il mio Amore lo dono a Te. Un cuore lacerato dalla sofferenza, un cuore solitario che è stato più volte abbandonato, ma da quando ha visto quella stella brillar, ha cominciato a pulsare, si è ricoperto di Luce nuova, e si è colmato di Amore e Speranza. Quella che mi fa andare avanti, e mai mollare, perché sa che quella Stella sempre brilla e sempre brillerà. Finché Tu ci amerai, quella stella mai morirà. Questo il dono che hai fatto a ognuno di noi, il Tuo perdono e tanto Amor”.
Questi i suoi pensieri tutte le mattine, quando si svegliava presto, quando viveva nell’ istituto. Salutava sempre la Stella del Mattino, inviandole un bacio. Chiudeva gli occhi, soffiava sulla manina al fine che quel bacio arrivasse fin lassù. Apriva gli occhi e guardava la stella che, non appena riceveva quel bacio dalla bimba, pulsava più forte per farle capire che era giunto lassù. E di rimando, glielo rinviava con un soffio di vento, emanando un profumo di primavera. Poi Giulia sorrideva, si guardava allo specchio e ringraziava la Mamma che le aveva donato quella stellina che le riscaldava sempre il cuore, nonostante il freddo gelido che le stava attorno. Un pensiero d'Amore, “ti amo, Mamma,” e cominciava così un nuovo giorno. Il mio amore sempre per Te. Se Tu mi ami, mi sento come un Re!”
“Dio Padre Onnipotente fa che il mio Spirito, la mia anima divina abbia sopravvento su questa mia sofferenza. Fà in modo che il mio amore e l'aria che respiro sia piena della Tua Luce Divina. Io sono Tuo figlio e come tale Ti amo, così come Tu ami me. Sia fatta la Tua Volontà. Io mi rimetto, per amore Tuo, nelle Tue braccia come quando un tempo ero con Te e Tu mi cullavi. I miei occhi siano pieni del Tuo Amore e il mio corpo sia pieno della Tua Energia. A Te, o mio Dio, il mio pensiero d'amore. Proteggimi ovunque e sempre-Amen”- LUCE
Questa la preghiera che la guida le aveva indicato per superare ogni sofferenza. Dal momento in cui aveva fatto la scelta di seguire la Luce, si sentiva rinnovata, percepiva dentro sé una forza e una energia tale da farla vivere in maniera radicalmente diversa, con un’emozione e una gioia che proveniva da questo legame interiore con il Creatore. Si era gettata tra le Sue braccia, come quando era piccola. Tutto il suo dolore, i suoi errori, li aveva cancellati. Quel tempo in cui riaffiorava il dolore e i malesseri le facevano ricordare tutte le volte che, affranta e abbandonata, si ritrovava sola, era ormai lontano, come se non fosse stata lei a viverli. Dio Padre l'aveva sempre seguita, amata, coccolata, ma lei non l'aveva percepito, in quanto il male avevo offuscato i suoi sensi, il suo cuore. Il cuore batteva e sprigionava sofferenza, ma passo passo, Dio era entrato e il cuore cominciava a emanare gioia, Luce. Con “confiance”, Giulia aveva abbandonato tutto il suo passato, aveva lasciato ogni soluzione dei suoi problemi al Medico Celeste, al suo Gesù. Lui, Maestro dei Cuori, le aveva detto un giorno: “Cara, dolce bambina, quando il male si avvicina, non temere, Io son qua. So che ti senti sola perché il dolore non ti fa ascoltare la Mia Parola. Ma quando il tuo animo si placa, e il silenzio sovrasta, ecco che li tu ascolti Me, il Re dei cuori che rimedio dona a te. Tu sei confusa e non sai che per ogni cosa, una risposta un giorno avrai. Se sei affaticata, torna qui, non fremere per trovare soluzione, perché, Io ti dico, lascia fare a Me. Nelle tue angosce Io entro, nel tuo dolore Io irrompo, tempo al tempo, ti donerò tutto ciò che il tempo stesso ti ha portato via, la serenità, la pace e l'armonia. Se al Mio Amore ti abbandoni con fede e speranza, ecco che il tuo cuore gioirà e fremerà per ogni vibrazione che percepirà, perché si unirà alla vibrazione del tuo Papà. Non cercare soluzione, affidati solo al Mio Grande Amore che vede e provvede, se vede fede e ancor più l'amore che risiede dentro il cuore. Non sei sola, l'ho detto già e te lo ripeto ancora; quando eri sola nella stanzetta, senza aver cenato, io ero con te che morivo affamato. Quando il dolore ti stringeva il tuo cuore tanto da non farti respirare, Io ti donavo il Mio per donarti ossigeno; quando le lacrime tergevano il tuo viso, le asciugavo con il Mio Viso. Sì, perché ero proprio accanto a te, ma tu non Mi vedevi, perché il dolore aveva rapito il tuo cuore. Ma ora che ascolti la Mia Voce nel silenzio, non senti quanto è bello? E sorriderai, perché solo allora capirai che quando ti mancavano le forze per affrontare il giorno, Io ti incoraggiavo, infondendoti le Mie. E quando hai fatto spegnere la fiamma della Speranza nel tuo cuore, Io l’ho riaccesa con l'Amore. Amore Divino che dona Energia ad ogni suo piccolo figlio perso nel vento del suo io. Quel vento lo sballotta, lo conduce dove vuole, portandogli molta confusione. Ma quando il vento dell'orgoglio vola via, e le vele dell'essere non conducono più quell’ io lungo la via del sè, ecco che si ferma e si ritrova accanto Me. Io che per Amore ti seguo, comincerò a soffiare le vele della tua vita col Soffio Divino, non più dell’io. Se ti farai stavolta portar senza domande far, affidandoti solo ed esclusivamente a Me, Io mi sentirò più Re, il Re di ogni cuore che ha vinto, vince e vincerà sempre solo con l'Amore”. Giulia non poteva che versare lacrime d'amore intenso, d'amore immenso verso Colui che le aveva offerto il Suo Cuore con immenso Amore. La sua vita sarebbe stata solo come Lui l'avrebbe disegnata, poco importava il perché, ora sapeva che il vento che soffiava era Divino e non più del suo io!
Ma com’era Dio? La Sua Immagine, il Suo Volto! Quante volte l'avrebbe voluto vedere, per poterlo abbracciare, baciare. Tutto l'Amore esplodeva nel suo cuore al punto di farla impazzire. Si era trasformata, era veramente tutta un'altra persona. Ricordava un messaggio di Luce, che aveva ricevuto quando ancora non aveva raggiunto la consapevolezza che nulla era se Dio non era vivo nella sua vita, vivo e presente in ogni attimo della sua esistenza, anche nei momenti più banali, Lui era sempre accanto a lei, avvolgendola di un Amore infinito. “Non potete guardarMi, perché non ho volto. Non potete toccarMi, perché non ho materia. Ma potete comunque solamente sentirMi, e sentirete questo grande eco, questa grande vibrazione che vi farà esplodere di gioia nel vostro cuore. Questo sono il Padre per voi.” Era stata una grande esplosione rivoluzionaria d'Amore. Ora Giulia percepiva questa grande vibrazione. Un pomeriggio era distesa a letto e parlava con Lui. Improvvisamente, udì, come in lontananza, un canto angelico molto dolce e vide scendere sopra di lei fasci di luce dorata e argentata. Sul suo viso percepiva il piccolo tocco leggero nel momento in cui questa polvere argentata e dorata si poggiava su di lei. Era un qualcosa di immensamente bello, era come se quella polvere la rinnovasse, le infondesse un'energia positiva che rinvigoriva le sue forze stremate, rinverdiva la sua speranza, le donava quella marcia in più, come per dire: “Ecco, ci son Io. Non fare forza su te ti arrenderesti. Ma se confidi il Me, e annulli te, Io posso operare e farti il regalo più bello che un Padre possa fare. Inventerò la tua poesia e danzerai al ritmo con armonia. Niente più stonature o arrabbiature, perché il Mio Amore li porterà via. Un sospiro profondo ad occhi chiusi, è percepirai che il tuo Papà ti è sempre stato accanto. Ti conduce per le vie che conducono all'essere, che non sono altro che le Mie Vie, perché quando capirai che Io in te che tu in Me, non ci sarà dono più bello di comprendere che dono tutto Me stesso a te. Non sono i soliti regali di lustrini e carte colorate che compri e metti sotto l’albero di Natale. Poi il tempo scorre via e anche quel regalo butterai via. Questo regalo il tempo invece ti donerà quello che hai trovato finalmente, il tuo Papà. In ogni momento... parlaMi, in ogni istante... pensaMi, in ogni secondo della tua vita… abbracciaMi. Il tuo vuoto lo colmerò, in fondo tanto Amore ho. Per ogni tuo pensiero, uno lo aggiungo Io, che ti avvolge facendoti innalzare dai bassifondi della vita, per donarti la Vera Vita, ove esiste solo musica e armonia. Questo il Mio regalo oggi a te, damMi la mano, ti condurrò lontano.” E poi, Luce cominciò a parlarle subito dopo il Padre: “La Sua Immagine non è materiale, fisica, ma è quello che c'è dentro in ognuno di voi, cioè la Scintilla divina. Ma nello stesso tempo, avete altre cose di Dio. Potete, con il pensiero positivo, creare La “positività”. Potete, con l'Amore, fare qualsiasi cosa. Per un momento, immagina questo: immagina che Dio sia una enorme Luce che non ha forma, e da questa enorme Luce, escono fili sottili dorati. E ogni filo sottile dorato che va nell'universo, e poi sulla Terra, prende forma. Può essere un fiore, una pianta, un essere umano o un animale. Dio è Forma ma non ha forma fisica come voi. È una grandissima Luce che abbaglia. Non si può guardare con gli occhi fisici ma con gli occhi del cuore, si! E sentire la sua vibrazione con orecchio umano, a volte è possibile. Poiché, attraverso le parole di un essere umano, attraverso le parole di una Entità di Luce, ecco, quella è la voce di Dio. Mi hai compreso?” Ora sì! Giulia comprendeva molto bene e grazie al camino facilitato dalla Luce che aveva un giorno aperto la porta del suo cuore, riusciva a vedere con occhi diversi, meno materiali e più spirituali. Aveva scoperto che c'è una porta da aprire, dove a lei sinora erano state celate le bellezze e le leggi di Dio e il suo Universo. Si era disposta con tanto Amore e ora chiedeva con fede e umiltà: Dio le stava donando ciò che Egli aveva deciso un dì per lei.
Se avesse potuto raccontare tutta la sua vita in un libro, Giulia non avrebbe saputo mettere in ordine tutti gli eventi, le vicissitudini. Nel momento in cui tutto sembrava perso, quella Luce l’aveva fatta rialzare. Alla luce dell’oggi, non sapeva dire se quei tempi trascorsi abbandonata in quell'istituto fossero brutti o belli. Questo è dovuto al fatto che, quando il Cielo sta vicino a tal punto che si percepisce il respiro dell'universo, la bellezza del creato come una continuità della stessa esistenza, ecco che ciò che può essere terribile e doloroso, il Cielo lo trasforma, facendo elevare l’individuo tanto da vedere ogni situazione da quella giusta distanza, così da non permettere che i ricordi di un tempo possano ferire e fare ancora male. Facendo quel passo verso la Luce, l’essere si eleva dalla miseria che la vita offre, fino a volteggiare sopra le nubi che offuscano la vista, rendendolo libero dai vincoli che la stessa propone. Per Giulia, i ricordi brutti erano strettamente collegati a quelli meravigliosi che il Cielo le aveva regalato e le regalava ancora. A causa della miseria profonda in cui viveva da piccola, non poteva permettersi di comprarsi niente. Erano tempi di estrema carestia e viveva sempre grazie a qualcosa di usato che qualche famiglia le donava. Ricordava di quando le avevano offerto in dono una piccola grotta con dentro Gesù, Giuseppe e Maria in corrispondenza della festività del Natale. Dentro c'era anche la mucca e l'asinello. Era molto felice di poter mettere in un angolo della sua stanza questa grotta rappresentante la Natività. Dentro c'erano delle piccole luci blu e rosse che illuminavano l'interno. A mezzanotte in punto, si inginocchiò, chiuse gli occhi e incominciò a parlare a Gesù bambino. Lui era lì, accanto ai suoi genitori che lo amavano tanto. Quanto era dolce il viso di Maria! Era sorridente. Giunse le manine, pregando intensamente. Quando li riaprì, il paesaggio era cambiato! Si trovava dentro la grotta, la sua stanza non c'era più! Poteva osservare le pietre della roccia. Il bue stava mangiando del fieno, mentre l’asinello era rivolto verso Gesù. Poteva ascoltare i canti degli angeli che annunziavano la Sua nascita. Giuseppe e Maria la guardavano teneramente facendole cenno di avvicinarsi al bambino Gesù. Giulia, timidamente, si accostò e gli diede un bacio sul viso. Si guardarono negli occhi. Non riusciva a distogliere il proprio sguardo dal Suo. Due occhi grandi che le parlavano, riscaldandole il cuore e sussurrandole tutto il suo Amore : “Tu non ricordi di quanto eri ancora tra le Mie braccia. Ti cullavo e ti rassicuravo, giocavamo insieme in un verde prato. Lì ridevi sempre, c'era sempre gioia e allegria. Ecco, Io sono nato di nuovo, nel tuo cuore e rimarrò. Ogni giorno dovrai far festa perché ti ricorderai di quando qui nella grotta ti parlai. Qui giù in terra sei scesa, dimenticandoti del Mio Amore. Sì, lo so, giù in terra è un gran dolore. Il tuo e il Mio Papà ha donato all’uomo il libero arbitrio, il quale, ritenendo che tutto sia permesso, agisce ingiustamente, senza farsi guidare dall’ Amore che risiede nel cuore. Lui guarda e osserva, invia la guida per chi la cerca. Ma chi crede che è padrone di sé, un bel giorno comprenderà che così non è. Il libero arbitrio è una gran bella cosa, ma solo se quel cuore si ricongiunge al Mio. Se la tua libera scelta ti farà intraprendere altre strade, tu stesso ne sarai il responsabile . Tu hai subito un gran dolore, cara Giulia, dolce bimba del Mio cuore, perché il libero arbitrio dei tuoi cari ha fatto scegliere la via del male. Io non farò nulla per far cambiare loro, ma a te che sei bimba ti posso fare il Mio dono. Ti offro tanta gioia e letizia, riempio il tuo cuore di una dolce melodia. Ti farò ricordare di quando eri in cielo e correvamo insieme, mano nella mano, tra i prati in fiore e il corso di un ruscello. In quel posto c'è solo allegria, il cuore si riempie e ti fa volare via. Giù in terra è una gran desolazione che fa piangere il nostro cuore. Non devi scoraggiarti, bimba mia, perché il Cielo dona sempre gioia e armonia. Lascia perdere il pianto, sorridi sempre, anche quando trattieni il tuo pianto e le lacrime vorrebbero scender giù lungo il tuo viso. Vedi, Io sono nato anche per te. Ogni sofferenza porto via perché Io sono la Vita. Sono gioia e letizia. La Mia Mamma e il Mio Papà sono anche la tua Mamma e il tuo Papà. Per questa sera, stai qui con noi e così sola non sarai in questo bel giorno che Mi vede ritornare qui in Terra per potervi sempre salvare. Canta insieme al coro degli Angeli, non li vedi? Sono proprio tanti! Cherubini, Serafini, non ricordi? Un dì ti cullavi insieme a loro. Non pensare che sia tutto finzione, perché il solo pensiero ti porterà lontano da qui. Tu una famiglia ce l'hai, non angosciarti. Io ti donerò tutto ciò che l'egoismo e la cattiveria umana ti ha strappato via. Come vedi, pensavi di esser sola, e non lo sei. Pensavi di non avere una famiglia, e sei qui con noi. Tutte le volte che vorrai, chiama la Mamma e da te accorrerà per donarti parole d'Amore, perché Lei tanto ne dà a chi accorre a Lei con il cuore umile e buono di un bambino. Questa musica che ascolti, registrala dentro il tuo cuore, così la potrai sempre ascoltare tutte le volte che ti sembrerà di sprofondare. Allora ti rialzerai col sorriso, perché hai capito di non esser sola ma la Sacra Famiglia è sempre accanto a te, infondendoti forza e coraggio per intraprendere il tuo lungo viaggio che ti rivedrà tornar qui con Noi, a correre insieme tra i prati in fior!”
Giulia prese la manina del Bambino Gesù, e si accovacciò accanto alla sua culla di paglia e fieno. Il suo cuore batteva forte, non aveva mai trascorso un Natale così bello! Gesù era nato ed era venuto da lei. Aveva una famiglia finalmente. L'aveva tanto desiderata, ma nessuno l'aveva mai accolta. Il Natale era un giorno di festa per tutti i bimbi, ma per lei, o come chi versava nella sua medesima condizione, erano giorni di profonda tristezza. La solitudine regnava, e i pensieri più brutti pesavano a tal punto da schiacciare i sogni che un bimbo della sua età potesse fare. Il pensiero che potesse essere lei che non andava bene, che non si meritava una famiglia perché era stata cattiva. Questi pensieri possono spezzare una piccola creatura; al suo fianco, dovrebbe avere un porto sicuro e, invece, a causa del puro egoismo e irresponsabilità di chi l'ha abbandonata, si ritrova sola e abbandonata. Adesso Giulia comprendeva che Gesù era nato dentro il suo cuore, donandogli la Sua Famiglia. Un porto sicuro dove approdare, un abbraccio in cui perdersi. Un Amore tanto grande per Amare. Amor col solo amore si ripaga. E Giulia amava quella Famiglia che l'aveva accolta con profonda umiltà. Sentiva di non essere sola perché il Bambin Gesù aveva fatto dimora, allietandole il cuore. Un bimbo piccolo, con umiltà, ma allo stesso tempo, con regalità, le aveva offerto il suo cuore. Guardandola soltanto negli occhi, le aveva offerto un grande dono. Il Natale più bello che Giulia potesse mai avere. Una famiglia, un fratellino con cui parlare e trascorrere le sue giornate. Finalmente riceveva amore, la tristezza era svanita. Era un Natale di sola allegria! Campane a festa rimbombavano nella grotta! “Quant’è bello il Cielo!” pensava Giulia. Si avvicinò alla Mamma e, sorridendo, le prese la mano. Si sentiva amata, il cuore le scoppiava. In quel momento, chiuse gli occhi e pregò che ogni bimbo solo e abbandonato potesse avere il suo stesso regalo!
“Grazie Gesù”, esultava Giulia nel suo cuore. “Molti chiedono, molti pretendono da Te. Io non voglio chiedere nè pretendere. Vengo sin qui da Te per offrirti il mio ringraziamento dal più profondo del cuore, dove ci sei Tu che mi aspetti con Infinito Amore. Grazie per aver regalato alla mia vita i colori dell’arcobaleno. Grazie per avermi colmato d’Amore quando ricevevo solo odio. Grazie per aver colorato le parti più scure rappresentanti i dolori e le ferite ricevute nella mia vita, donando una sfumatura più delicata, utilizzando colori tenui per alleviare le mie pene. Hai lenito il mio dolore e lo hai preso su di Te. Grazie perché, quando soffrivo, mi tenevi per mano. Non capivo allora di avere un amico, un padre, un fratello. Ma ora che Ti sento, comprendo che eri sempre lì accanto a me, ma ancor più dentro me. Nè un passo avanti, nè un passo indietro, ma tuffandomi dentro il cuore, ho trovato il Grande Amore. Lacrime dolci ho versato perchè tanto amore ho provato. Mi hai sempre donato tanto senza che io avessi mai chiesto in quanto non ci speravo. Adesso il mio grazie giunga a Te, che sei il mio Re. Senza di Te la mia vita non ha significato. Solo Tu colori e dai vita a tutto il creato. Le farfalle di mille colori, e poi il canto degli usignoli. I gigli bianchi e le rose rosse, un paradiso per noi hai ideato. Il Tuo Pensiero ha formato l’universo a ritmo cadenzato. Solo lo stolto non comprende che il Movimento risiede nella Tua Quiete. Tu sei lì e allo stesso tempo qui, in ogni dove, ma mai lontano da ogni essere che hai creato. Il Tuo Grande Amore ho sempre trovato. Anche quando piangevo, Tu mi offrivi un dono immenso, quello di avermi chiamato per nome e, ancor di più, con grande amore. Le mie parole non son bastanti per poter esprimere il mio piccolo grazie, ma so che sei Padre a me e il mio grazie sorriso dà a Te, perché sai che il mio cuore è legato al Tuo, battendo all’unisono con tutto il creato. Nel mio movimento sento Te, ma ancor di più nel Silenzio del mio cuore. Nella Quiete percepisco la Tua Voce. Mi chiamavi, mi incitavi, donandomi la forza, offrendomi il coraggio. So che ho sofferto tanto e tanto ho camminato, ma grazie alla Tua Forza e grazie al Tuo Coraggio, ho affrontato le difficoltà per giungere fin qua e dirti: “ti amo tanto, mio Papà”. Giulia provava emozioni intense. Solo ora che percorreva la vita con dentro Gesù, non trascorreva un istante senza ringraziarLo. La sua vita era cambiata. Ogni vita cambia e si trasforma dal momento in cui trova quella Presenza nascosta, celata ma sempre presente. Un camminare verso una meta sconosciuta ma tanto cercata e amata. La vita si trasforma, l’individuo ha un’implosione interiore e il vecchio si frantuma in mille pezzi, tanto piccoli da non poterli più incollare. Ecco che il nuovo subentra. Giulia comprendeva che ormai nessuno avrebbe mai potuto riconoscere quella persona che era prima. Tanto uguale nell’aspetto, tanto diversa nella sostanza. Un evento importante era avvenuto nella sua vita, un incontro d’Amore gratuito. Solo Amore, un Amore che disarma l’individuo, facendolo inoltrare nella Conoscenza vera, quella che conduce a Dio.
“O mio Gesù, Tu sai che non avrei scritto nemmeno una lettera dell’alfabeto di mia inziativa, e se scrivo lo faccio soltanto per un ordine preciso della Santa obbedienza”. (Dal “Diario” di Santa Maria Faustina Kowalska).
Questa la predisposizione che si deve avere nell’anima quando avviene questa trasformazione interiore: la consapevolezza del nulla essere e del nulla potere opearare se Dio non è con te. Il motore dell’azione attiva il pensiero dell’individuo, che abbraccia con fede la “chiamata”. Lo attiva e, conducendolo lungo i percorsi di Dio, gli dona una vita nuova. Di nostra iniziativa, non riusciremmo a fare i giusti passi. L’ego si deve abbandonare. Ogni azione è rivolta a Lui. E più si spoglia l'essere, più si riveste di Luce Cristica. L'invidia, l'orgoglio, la superbia di chi gli sta intorno lo investirà, ma Dio lo proteggerà, come fa per ogni suo figlio che si affida a Lui con abbandono totale. L'essere raggiunge la consapevolezza che sinora aveva vissuto nella più completa ignoranza, in quanto convinto che fosse lui l'artefice del proprio destino. Si riveste di vana gloria, costruendo il suo “tempio d'oro di cartapesta” . Ma ogni azione non fondata sulla roccia si frantuma essi vanifica in quanto scarsa, se non addirittura priva, di fondamenta. Nel momento in cui si realizza di appartenere ad un infinito cosmico stellare e di essere una parte del Tutto, si annullano le barriere della materia, innalzando l'essere in quanto tale, regalando le meraviglie del cielo. Quando Giulia aveva tolto dal suo essere l'odio e il rancore, Dio l'aveva ricolmata d'Amore. Quando aveva cancellato la bugia e la falsità, Dio le aveva donato la Verità. Quando aveva scacciato nella tristezza e la malinconia, Dio le aveva regalato gioia e allegria. Quando, infine, i problemi Gli aveva affidato, anche quelli li aveva portati via. Per non parlare dei regali che le aveva fatto, facendole ascoltare con le orecchie tutto ciò che non aveva udito sinora; facendole vedere tutto ciò che sinora si era rifiutata di vedere. Solo quando Giulia aveva compreso il nulla del proprio essere, quando si basava sulle proprie forze, si arricchì della Forza Divina. Molti, nella disperazione, si aggrappano alla fede, senza avere fede. Ma quando si ha fede, il che è sostanzialmente diverso, Dio ti dona la Sua Forza ed il Suo Coraggio. La Scintilla Divina che è dentro ogni cuore si arricchisce, si alimenta con la preghiera. Giulia pregava come non aveva mai fatto, la rasserenava entrava in contatto col Padre, la rafforzandola. Pregare era diventato una via di comunicazione col Cielo. Con le preghiere parlava, con le letture spirituali, invece, Dio le parlava. Di recente, alimentava la sua conoscenza leggendo proprio il “Diario”, La misericordia divina della mia anima di Santa Faustina Kowalska. Sinora la sua attenzione non era stata mai colta da questo tipo di letture, ma più leggeva e più rimaneva affascinata dalla semplicità e umiltà di questa Santa, come pure di Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo. Nell'umiltà della loro vita, esprimevano tutta la Maestosità del Padre Celeste. Bastavano poche parole, scritte col cuore, e riuscivano, a spiegare, pure ai semplici, la complessità del Ministero Divino. Quella notte la trascorse a casa leggendo e approfondendo ciò che Gesù diceva a Santa Faustina, la quale riportava fedelmente: “Figlia mia, il tuo cuore si riempia di gioia. Io, il Signore, sono con te! Non avere paura di nulla, sei nella Mio Cuore.” Che dolci parole, quelle che tante volte Lui aveva detto a lei. La paura svaniva e solo Pace regnava tutte le volte che lei Lo chiamava. Con Amore che solo un Padre può donare, con misericordia divina, Lui si accosta alla tua vita, ti prende per mano, e ti porta tra il cielo stellato. Apre la tua mente e ti fa comprendere che nulla sei, ma tutto poi diventare se l'Amore nel cuore porterai, riconoscendo che esiste solo un Re, il “Re dei Re” che tutto ha fatto e creato con una immenso Amore. “La vite e i tralci” Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la Parola che vi ho annunziato. Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me. Io sono la vite,voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fà molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla. Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi li raccolgono e li gettò nel fuoco e li bruciano. Se rimanete in Me e le Mie Parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre Mio: che portiate molto frutto e diventiate Miei discepoli. (Giovanni 15,1)
“Padre Mio, su questa terra c'è tanta sofferenza. Non c'è più Amore. C'è distruzione di uomini che si odiano a vicenda. Padre Mio che sei nei Cieli, fà sì che il Tuo Amore, la Tua Energia Divina scenda su tutto il mondo e vada con le Tue molecole d'amore negli animi di ogni individuo di questa Terra. Amen”
Jesus
Le parole di Gesù racchiudevano tutto l'Amore e la Misericordia del Padre. La Misericordia di Dio, che è presente nel Santissimo Sacramento, il trono della Misericordia, che invita a venire a Lui. Chiede al Padre per noi di effondere in ogni individuo della terra, tutte le sue molecole d'Amore. La logica divina è lontana da quella umana. L'odio e la distruzione vengono cancellati dal grande Amore di Dio. Per l'individuo, è sceso dal cielo, sì è lasciato mettere in croce e ha permesso che fosse trafitto dalla lancia del soldato romano Longino il Suo Sacratissimo Cuore, aprendo la sorgente di Misericordia da cui si possono attingere le grazie. Dio è accoglienza, Dio non si nega a nessun cuore veramente contrito che si umilia e si abbandona a Lui. Giulia si accostava sempre più a questa sorgente di divina misericordia. Pochi la conoscevano e, anche lei non poteva negare che, quando ancora solcava i sentieri che conducevano al peccato, non osava accostarsi a Lui, al Suo Cuore, perché sapeva di non meritarselo. Aveva paura, in quanto, nonostante da bimba avesse avuto degli incontri molto dolci, da adulta aveva smarrito la via perché spesse volte la sofferenza è tanta e tale da cancellare ogni forma d'amore. Ma quando l'individuo arriva al preciso momento deciso da Dio, comincia ad accostarsi con vergogna perché si vede nudo con i propri errori. E nel momento della consapevolezza, si rende conto che non avrebbe mai voluto commetterli. Ma il Padre è un Padre buono, d'Amore, che non conta gli errori fatti, ma va diritto al cuore. Trova per te le giustificazioni, ti invita ad accostarti a Lui, così puoi amarlo. Ti chiede di amarlo così come sei, con i tuoi difetti, con le tue imperfezioni. Perché Lui vede il tuo cuore e sa che dentro, proprio in un angolo nascosto, c'è quella piccola goccia di appartenenza all'Oceano. Lui è il grande Oceano della Misericordia e, con infinito Amore, raccoglie al Suo passaggio ogni singola goccia che, una volta immersa in questo Oceano infinito, si rende conto di essere parte del Tutto solo che non se ne rendeva conto. La goccia si vedeva piccola allo specchio, era spaurita e cercava, con ogni mezzo, di sopravvivere per difendersi dalle altre gocce che, a loro volta, sentendosi piccole e indifese, lottavano l'un l'altra per conquistare il proprio spazio. Povera piccola goccia che rimane tale, con i suoi limiti, se non comprende che la sua piccola, pur banale esistenza ha un motivo d'essere e se comprende altresì che è parte di quel Tutto che non riesce a percepire perché è immersa nella lotta quotidiana per conquistare il suo piccolo spazio materiale al fine di ottenere la massimizzazione dei propri interessi. Nel momento in cui giunge l'Oceano e la ingloba a Sè, ecco che la goccia comprende di aver speso tutta la sua vita nella più totale ignoranza di ciò che era effettivamente. Ogni individuo rappresenta la goccia, la Scintilla Divina è l'acqua. Ognuno ha dentro sè quella Scintilla, e se solo immaginasse di far parte del Tutto, aprirebbe i suoi orizzonti, cercando di spendere la propria vita a immergersi sempre più nel grande Oceano della Divina Misericordia.
Pace e Amore A tutti cuori; il Signore li risveglia con un dolce suono. Quella voce che vibra Dentro Te che ancor non sai che Lui è il tuo Re. Campane a festa fan din don dan per dire a tutti Pax et Lux
Pace e Amore A tutti cuori; il Signore li risveglia con un dolce suono. Quella voce che vibra Dentro Te che ancor non sai che Lui è il tuo Re. Campane a festa fan din don dan per dire a tutti la Verità. Solo l’uomo stolto non lo sa, si crede re ma ancor non sa che il suo destino è avvolto nel grande mistero divino. Povero e stolto, si crede re; e non sa contar nemmeno quanti capelli ha in testa. Si crede onnipotente; pensa che, raggiunto l’apice della sua vita terrena tra il benessere e l’apparente sicurezza, possa creare il corso della sua vita, senza affondare dentro sé per scoprire che c’è il Re. Il Re dei cuori Che parla a te e Dice con amore di fermarti e ascoltar quella Voce che ti fa vibrar. Come le corde di un violino, il tuo essere vibra ad ogni tocco che Lui dà, regalandoti quella pace e quell’armonia che sinora non esisteva nella tua vita. Quando il cuore percepirà quel tocco, ecco allora uscire un suono. Sta a te accordare Le note al fine di unirle tutte insieme per creare le melodie più belle che, partendo dal profondo del tuo cuore, riempiono la vita di calore. Quella musica non l’avevi mai udita, ma comprendi che è musica che dona la vera Vita. Non la vita che sinora Pensavi fosse vita, ma una nuova con una nuova melodia. Non più dettata dalle cose materiali, dai tuoi Istinti o vizi vari, ma sprigionata dal profondo Amore che adesso provi per il Signore. Nel momento che Lo ascolti, ecco che ami quella Croce. La Croce che ha preso per te, facendoti comprendere che Lui è Re. Nell’umiltà ha vinto, con l’Amore ha sconfitto il dolore. E da bravo Musicista fa vibrare ogni corda Del tuo cuore Per regalarti l’armonia. Pax et Lux Iscrive in ogni cuore, e ti dona tanto amore. Nell’ascoltare questa dolce poesia, il tuo cuore si riempie di armonia. La vita che era non è più, e canterai, con le note che Lui suona, “Pax et Lux”.
Lui aveva dato il “la” alla sua melodia e Giulia ora trascorreva le sue giornate ascoltando le note che vibravano al tocco del Divino, al fine di poter comporre il più bel brano musicale che mai orecchio umano avesse udito. Erano le note trascritte sul pentagramma del suo cuore, che le infondevano forza e amore. L’abbandono per Giulia era totale e voleva proseguire il cammino verso la Luce a ritmo vibrante del suo Creatore. Ciò che sinora era stata una vita spesa tra mille sofferenze e brutti ricordi, era svanita, lasciando il posto a un’immensa armonia. Il vecchio passato era andato; solo il presente con Lui restava, con tutto ciò che Lui le donava. Ogni giorno una melodia, con nuova musica e poesia. Non avrebbe mai immaginato che il suo cuore avrebbe potuto contenere così tanto amore. Da quando lei aveva percepito quel suono, aveva risvegliato la sua coscienza che sinora aveva dormito quieta. Da quando aveva percepito quella musica, ogni sentimento negativo era svanito. Ogni vibrazione faceva sussultare il suo cuore, facendole esplorare luoghi a lei sconosciuti, quelli che l’avrebbero condotta dritta la suo cuore, per poi, infine, scoprire che sola non era mai stata e quella musica Lui l’aveva sempre per lei suonata, ma era troppo impegnata a vivere nella materia, da non riuscire a soffermarsi un istante ad ascoltare quella dolce melodia che regala ogni giorno pace e armonia. E poi, sapendo che era il Padre che la suonava per lei, Giulia si commuoveva ancor di più, in quanto nessuno le aveva mai regalato musica e poesia. Ma suo Padre, che le era stato sempre accanto, conosceva ogni suo desiderio recondito. Dal male può nascere sempre il bene, e per Giulia, da tanto dolore era risorto l’Amore nel Suo cuore.
Capitolo 40 La rinascita.
Quanti pensieri affollavano la sua mente! Tanti buoni propositi. Ma dove impegnare le proprie energie? A chi era nel bisogno? Agli orfani? O doveva fare qualche altra cosa? Non aveva idea, ma di una cosa si rendeva conto, che aveva un'energia molto forte, una energia che entrava nel profondo del suo essere per andare ad investire ogni angolo recondito del suo corpo. Una energia rinnovata. E più passava il tempo, più si rendeva conto che stava cambiando, che non era più la vecchia Giulia che nutriva dentro se risentimento, rancore, tristezza. Suo Padre le aveva regalato ciò che nessuna mente umana avrebbe mai immaginato. Le aveva tolto il fardello che pesava sul suo cuore, regalandole il sorriso. Se l'era preso su di Sè, Lui l'aveva ristorata. Giulia ricordò di un pomeriggio piovoso, grigio. Aveva pochi giocattoli, quei pochi che le offriva qualche famiglia che aveva un pensiero per lei. Teneva molto a cuore una bambola, che aveva due treccine bianche laterali e due grandi occhi azzurri. Un vestitino a quadri scozzese di colore rosso e verde, e un paio di scarpette rosse con un bon bon del medesimo colore. Quella bambola era diventata la sua compagna di giochi. Le confidava ogni cosa, le sue paure, la sua solitudine. Anche in classe non si trovava bene perché i compagni sapevano che era stata abbandonata e la prendevano in giro. Quel pomeriggio, rientrata da scuola, non trovò più la sua compagna. L'aveva lasciata sul letto ma, al rientro, non l'aveva più ritrovata. Si mise in un angolo della stanza accovacciata e pianse tanto. La pioggia batteva sui vetri delle finestre. Nel piangere, non si accorse di una Luce che squarciò il cielo grigio e lo aprì in due. La finestra si spalancò e cominciò a piovere nella stanza polvere argentata. Giulia fu attirata da questa polvere che era caduta sulle sue mani, facendole brillare. Ed ecco presentarsi innanzi al lei la dolce e cara Mamma. Giulia si alzò di scatto e corse ad abbracciarla, gridando: “Mamma, Mamma!” La Madre l'avvolse in un abbraccio d'Amore e la rasserenò con una dolce canzone: “Vedi, figlia Mia, le lacrime sul tuo viso hanno toccato il Cuore Mio. Cuore di Mamma è, e viene anche per te. Ad ogni Mio figlio dono un sorriso. Ti prendo per mano e ti accarezzo il viso. Soffro con te, in ogni momento, da buona Madre vengo e ti prendo, ti prendo in braccio e ti porto nel Mio Cuore per farti scoprire che esiste l'Amore. Anche se qui in Terra piangi e ti disperi, sappi che la Mamma non è lontana. Se mi chiami con il cuore, ti rispondo con tanto Amore. Dolce bimba, so che soffri, e per questo Ti son vicina. Anche se pensi che sono lontana, chiudi subito gli occhi e mi trovi accanto. Per ogni lacrima sul tuo viso, Io ti offro il Mio sorriso. Un dolce sorriso che ti dona la gioia nel cuore. Vieni qui, non senti? Il mio abbraccio forte per ogni volta che non Mi senti. Ti regalo un fiore per ogni dolore, così rivesti tutto il tuo cuore. Oggi rivestilo di rose blu, e poi ancor di gialle, e aggiungi tu il colore che vorrai per dimenticare la tristezza che ha tinto il tuo cuore di scuro. Io sono Regina del Cielo e della Terra, ma soprattutto sono tua Madre. Non pensare, anch'Io ho pianto tanto, ma il Mio Cuore a Dio l’ho donato. Offrilo anche tu, e vedrai che non ti sentirai sola ma più. Colora il tuo cuore di mille colori, e addobbalo di gioia e letizia soprattutto quando il dolore affonda e offusca il tuo cuore. Da Madre vengo e ti canto una nenia, ti rimbocco le coperte e riscaldo il tuo cuore. Non portar pena perché sai che son pronta e lesta a star vicino a chi mi cerca, con Amore, Amore vero. E vedrai spuntare ancora un altro arcobaleno. Non pensarMi lontana, sbaglieresti strada. Io e Mio Figlio nel tuo cuore stiamo, e Io prego, prego tanto. Ogni giorno i figli Miei me lo chiedono, e Io prego incessantemente, col Mio Rosario. Son Regina dello stesso e per ogni granello che passo tra le dita, un sorriso alla mia bimba arriva. Orsù, dona sorriso a Me, la tua compagnetta persa non è...”
Tra le Sue mani comparve la bambola di Giulia, proprio uguale a quella che aveva perso. Giulia era colma di gioia, la sua Mamma le aveva donato il regalo più bello che ci potesse essere: il Suo abbraccio d'Amore materno le aveva scaldato il cuore, asciugato le lacrime e portato via il dolore. Da madre, al lei si era chinata, infondendole poesia. La poesia del suo cuore, che ora assumeva mille colori. Quella notte si svegliò più volte ma, appena vedeva la sua compagnetta accanto, l'abbracciava stretta stretta, sapendo che la Mamma la guardava e, sorridendo, le dava un bacio sul visino per dirle: “Dormi cara, ti son vicino”.
Essere un individuo pari a te, fratello mio. Essere la conoscenza di Dio Padre, amico mio. Essere nel tuo profondo silenzio dell’io assoluto. Essere una spiga d'oro di grano che ondeggia al vento, un vento lontano. Essere in Te, Padre.Essere.
Essere un individuo pari a te, fratello mio. Essere la conoscenza di Dio Padre, amico mio.
E Tu essere in me. Essere, essenza di conoscenza. Essere un seme piantato che alla luce del giorno è germogliato. Essere nella Conoscenza Suprema. Essere nello Spirito Divino e lo Spirito Divino essere in me. Essere uno Spirito informe ma che pur forma Egli è. Essere Io supremo e Tu supremo a me. Camminare con quell'essere e pensare a Te. Padre mio Celeste, Madre mia Celeste, Infinito Divino, Supremo Essere, con conoscenza Cristica, con conoscenza di Spirito, ma pur sempre essere Te e me. Il vento spira da ogni parte, espone il tuo cuore, la tua figura, te stesso, il tuo modo di vivere ai quattro venti. Arriverà alla parte Suprema interiore dell'animo tuo e salirà alle membra tue. Ma non chiedere chi sei, cosa fai, donde sei. Ma ringrazia questo vento per averti risvegliato. Ringrazialo d'ogni parte tu ti volga. Ascoltalo dovunque tu vada. E poi, inginocchiati pure se vuoi. Non a a destra o a sinistra, poiché non c'è una destra nè una sinistra, ma un unico luogo, un ogni dove. I venti alimentano la rinascita in te. Il vento calma il bruciore, il vento lenisce, il vento alito di Dio, ma nello stesso tempo può anche finire. Può cessare di alimentare la fiamma nel cammino, se tu, essere divino non fai sì che alimenti anche te stesso. Il vento spira, d'ogni dove va, ma l'Amore di Chi dona rimarrà. Dorian
Da quando aveva percepito il Vento Divino, la vita di Giulia era cambiata. Era un vento di rinnovamento, di cambiamento. Non sapeva dire con esattezza il momento preciso in cui lo aveva percepito, ma era stato dolce e paziente. Perché Dio è paziente, è amorevole, è misericordia infinita. Risiede nel cuore di ogni Suo figlio, ma non è un Padre impositore; vuole lasciare ad ognuno “ il libero arbitrio”, la libera volontà di volerLo amare con tutto se stesso. Questo amore immenso che va ad investire, a sua volta, chi accanto sta. L'essere si ricopre di nuova Luce, e tutto ciò che sembrava impossibile, ora diventa realizzabile. Perché, nel momento in cui si entra in forte sintonia col Padre, ecco che il Suo Pensiero trasformante diventa il tuo. Quando il cuore e la mente entrano in contatto, non facendo più distinzione tra l'uno e l'altro, ecco che il cuore alimenta la mente, entrando con le particelle vibrazionali che rendono concreta ogni forma di pensiero positivo. Forza del pensiero di Dio che per tanto Amore creò gli universi tutti, con un'armonia di movimento, unendo le essenziali e misteriosi leggi fisiche e chimiche che hanno permesso la Creazione. Giulia, chiudendo gli occhi, comprendeva chiaramente che dentro il suo cuore, nel silenzio del suo io interiore, era racchiuso il mistero della vita, nonchè di tutto l'universo. Con il Pensiero creò, perché Lui è il Pensiero. Ogni cosa assunse forma, perché Egli è Forma. Col suo Alito divino creò la vita, perché Lui è Vita. Alimentò ogni forma della sua Scintilla Divina con Amore, perché Lui è Amore. Nell’immergersi ad osservare nelle meraviglie del Creato, Giulia ora comprendeva tante cose che prima erano celate ai suoi occhi, alla sua mente. Eppure era talmente semplice! Era bastato aprire il cuore alla Verità, a quella Voce che le aveva sempre parlato, ma solo il tempo della pazienza e della maturazione le aveva fatto comprendere che quella voce non era la sua, bensì quella del Vento del Creatore che soffia dolcemente, per sussurrarti la via da seguire per incontrarLo. Nè a destra, né a sinistra, né avanti, né dietro sè, ma dentro il cuore, proprio lì dove nessuno si sofferma a cercare il vero tesoro che alimenta la vita di ognuno; il tutto si può tradurre in una sola e semplice formula: Dio = Amore, nulla più. Un semplice gesto d'amore che ha permesso ad ogni Suo figlio di avere la libertà di scegliere, anche se il suo Cuore Divino si può rattristare nel vedere i propri figli riluttanti alla vita e dediti alla morte di se stessi e di chi li circonda. Ma il Suo Cuore pulsante alimenta sempre questa Scintilla Divina che è dentro ognuno, ed invia in aiuto all’uomo gli Angeli, gli Arcangeli e tutti i fratelli che abitano la volta celeste al fine che tutti, nessuno escluso, possano immergersi e far parte dell'oceano della Sua Infinita Misericordia.
Capitolo 42 La Forza del Pensiero.
Luce, ogni qualvolta Giulia si dedicava alla meditazione, l'aiutava nel cammino che la conduceva alla Conoscenza. Come ognuno, anche lei aveva il suo Angelo che la guidava. Spesse volte, l'umanità non sta ad ascoltarlo, perché scomodo, barricandosi dietro le false affermazioni che non esistono gli angeli. Ma Giulia amava farsi trasportare dalla voce angelica che le infondeva la Conoscenza, una Conoscenza che non avrebbe mai appreso neanche utilizzando tutte le enciclopedie esistenti sulla terra. Un pomeriggio si trovava sul lago. Lo specchio d'acqua oltrepassato da luminosi raggi del sole, faceva un gioco di luci meraviglioso. I raggi, riflettendosi sull'acqua, creavano stelle dorate che andavano a colpire il volto di Giulia. Luce la istruiva sulla forza del Pensiero, di quanto l'individuo conosceva poco le sue potenzialità e dei doni che Dio aveva donato: “La potenza del pensiero è talmente veritiera che può dare l'aspetto energetico, sia negativo che positivo.E’ meglio servirsene per l’aspetto positivo. La maggior parte di uomini non si sofferma mai in riflessione sull'esperienza della vita quotidiana per trarne profitto. Quando capita a loro anche il più banale dei problemi, si vedono sui loro visi il segnale dei pensieri più burrascosi. La sventura non arriva, ma se continuano a pensarci, alla fine si realizzerà quello che loro, con il pensiero, hanno attivato. A forza di pensarci, sono riusciti ad attivare una quantità sufficiente di energia negativa. Il pensiero fà parte sia del passato che del futuro. La proiezione del pensiero fà in modo che l'uomo possa sia costruire positivamente un suo ideale, o lo può demolire, distruggere. Quando, ad esempio, si pensa ad un colloquio di lavoro, sì è abbastanza preoccupati. Ci si chiede se andrà tutto bene, se sarete assunti, se lo stipendio sarà adeguato alle vostre aspettative, e così via. Ecco che, senza rendervene conto, avete attivato l'energia al pensiero, cioè costruite in quel momento il vostro futuro con il vostro pensiero. E per quanto riguarda il passato, il pensiero può affiorare da una situazione charmatica a livello di inconscio-conscio, ma portando con sé situazioni di sofferenza, tormenti, angosce e dispiaceri, non sapendo così che ci si trascina una situazione charmatica di vita precedente in vita. Bruciare un karma vuol dire accettare consapevolmente la situazione reale, venuta a galla dal pensiero del problema. Riflettere sul da farsi e con ogni mezzo a voi a disposizione, cancellarlo o meglio superarlo, finché l'uomo proietta l'imperfezione di ieri, cioè pensieri negativi che affiorano dal profondo dell'anima, continuerà a produrre, a ripetere il vecchio passato. Frammenti di un dì ormai lontano che vengono proiettati nel presente. Se, invece, immaginate tutto ciò che è bello e luminoso, vivrete già il presente e l'avvenire che vi aspetta” Luce
Continuando a passeggiare, si trovarono pian piano in un posto verdeggiante. C’era un forte profumo di abeti e di pini. Da ogni ramo, saltavano gli scoiattoli che si rincorrevano. Gli uccelli cinguettavano , allietando l’atmosfera. I fili d’erba erano bagnati, le gocce di rugiada si riflettevano emanando profumi che riportavano alla mente di Giulia ricordi lontani. Si sedettero ai piedi di un abete e Luce continuò a istruirla: “Ora ti parlo di quando si insinua un pensiero negativo nella mente. Il pensiero, essendo energia, si può proiettare ed anche assorbire. Quindi, quando ci creiamo intorno una situazione di livello materiale, a secondo di come essa è, noi assorbiamo. Se la situazione intorno a noi non è di quelle ottimali, ecco che noi diventiamo vittime della situazione senza saperlo. Subentra allora, oltre che vari malesseri a livello energetico, anche a livello di mente, pensiero. Da qui la famosa frase: “essere pessimisti”. È vero, ma senza rendercene conto, abbiamo permesso a onde di energia non pura di impossessarsi della nostra vibrazione energetica, non solo a livello fisico , ma anche mentale. Questo succede soprattutto quando si è non in linea con noi stessi, dimenticando la nostra vera natura, chi siamo e da dove veniamo”.
La nostra vera natura, l’appartenenza al Padre. Il Padre, che fa battere il cuore di tutto l’Universo, ha riposto la Sua Scintilla divina nel cuore di ognuno. Giulia era figlia delle stelle, figlia della Luce. Guardando il Cielo, il suo cuore si apriva e respirava l’ossigeno divino. Era consapevole di far parte di un qualcosa di immenso. Sentiva il suo cuore vibrare, e da lì il suo bisogno di recitare con Luce: “Padre nostro che sei nei cieli… sia fatta la Tua volontà, come in Cielo così in Terra…” “Padre, il Tuo Immenso fa parte di me. La Tua Luce mi hai donato, regalando alla mia vita Amore Immenso, Amore vero. Le mie parole non son bastanti per dirti il mio grazie. Te lo ripeto tante volte, anche per chi non ti ringrazia per quanto hai creato. Il Tuo Cuore mi hai donato, io lo vedo in tutto il Creato. Padre Mio, quanto ti amo! Non ti vedo con l’occhio umano, ma Ti percepisco in ogni cosa su cui si posa il mio sguardo. La mia vita nulla era, se il tuo vento non mi avesse svegliato. Santo, Santo, Santo, ti osanno in ogni momento della mia vita. Ti offro il mio povero cuore, che nulla è se dentro non ascolta Te. Dentro il mio cuore ho trovato l’Amore. Dio Mio, Mio Dio. Un dolce richiamo che mi ammalia, che mi fa comprendere che Tutto sei e io vivo solo per Te. I miei passi possono seguire le Tue orme. I miei piedi possano fare i giusti passi, i miei occhi possano vedere le Tue orme per seguirle sempre. Che mai svaniscano al mio sguardo, perché non saprei dove volgere il mio passo. Dolci parole nel mio cuore per esprimere tutto il mio amore. Grazie, o Mio Signore!” Giulia piangeva mentre scorreva nella sua mente questa preghiera incessante che partiva dirompente nel suo cuore, rifrangendosi come la pietra di cristallo che, con le sue mille sfaccettature, investite da fasci di luce, emana, a sua volta, bagliori che illuminano tutto intorno. I frammenti di luce si rinfrangono in mille fasci, pur rimanendo parte sempre della Luce Madre che, penetrando il cristallo, che rappresenta la Terra, dona a ogni raggio una luce diversa. Sta ad ogni singolo individuo coglierla e alimentarla dentro sé, al fine che quella piccola luce possa essere vista da tutti. La parabola della lucerna. “Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. La lucerna del tuo corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella Luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. Bada dunque che la Luce che è in te non sia tenebra. Se il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore.”
Era il giorno del suo compleanno. Era giunta ai suoi trentacinque anni e il tempo era volato via, come un fulmine. Ora viveva la poesia del Cielo, e non poteva più fare a meno di attingere da quella Fonte che l’aveva aiutata a cambiare il suo intimo più profondo, per poi giungere ad avere un contatto col Padre. Solo ora che aveva fatto una pulizia interiore e aveva abbandonato il vecchio passato, con tutto il male che questo aveva comportato, si sentiva libera di spaziare per ogni dove, pur restando nello stesso posto. Quando si scavalca la materia e si dà ascolto allo Spirito, un nuovo mondo si apre, di Luce, pervaso di Amore e Armonia. Il sé entra inizialmente intimorito in questa nuova percezione, in quanto nessuno gli ha mai spiegato che la materia è solo una parte di sé. L’altra parte non la si conosce, perché è più difficile da scoprire. Richiede un lavoro costante su se stessi al fine di poter entrare in contatto. Ma quando lo Spirito si percepisce, ecco che l’essere si scopre diverso da quello che pensava fosse. Questo Spirito parla, comunica, istruisce e, se ci si fa trasportare, fa comprendere all’individuo di avere dentro un tesoro di inestimabile valore. La Scintilla divina, da cui trae la sua origine, è all’interno del sè. L’uomo è una parte, una cellula di Dio; da Lui proviene, e da Lui si ricongiungerà un dì. Il giorno del suo compleanno era uno dei soliti, trascorsi da sola. Ma Giulia aveva comprato una piccola torta con una candelina perché voleva festeggiare in modo particolare questo giorno, in quanto lo Spirito che era in lei era riaffiorato. La Luce della candela interiore, per grazia del Cielo, si era accesa e la guidava lungo un percorso a lei sconosciuto, ma tanto amato. Si faceva condurre da quella Luce che sinora non era rimasta accesa perché lei non l’aveva alimentata. Ma, giorno dopo giorno, meditando e cercando di entrare in contatto con la sua parte spirituale, aveva attivato il processo che la conduceva al Padre. Non era sola e quel giorno lo voleva festeggiare, voleva festeggiare la sua rinascita con un abbraccio col Padre, con la Madre, un abbraccio universale con tutta la volta celeste che, amorevolmente, l’aveva seguita e mai abbandonata. E nei momenti più cupi, quando si era sentita sola, pensando che le uniche orme che vedeva sul selciato erano le sue, solo adesso comprendeva che erano quelle del Padre che la stava portando in braccio. Una candela accesa per dimostrare tutto l’amore e la gratitudine per quel mondo tanto invisibile, ma percepibile e palpabile ai suoi occhi e al suo cuore. Aveva appena finito di cenare, aveva sparecchiato, sistemato la torta con la candelina. Le luci dell’albero e del presepe offrivano all’atmosfera un tocco di magia. Era grata per i passi che aveva intrapreso. Per la prima volta in vita sua, era felice perché nel cuore provava amore e gioia. Aveva spento la luce del lampadario; la stanza era illuminata solamente dalle luci dell’albero, del presepe e della candelina. Giulia chiuse gli occhi per esprimere un desiderio. Nel chiuderli, si immerse in un’altra dimensione, quasi surreale. Vide Dorian, un fratello cosmico che aveva conosciuto tra i suoi tanti viaggi astrali, che le disse: “Quando la bocca tua sarà arida, secca e avrà voglia di bere, di fonte, di acqua pura e fresca, dissetati, figliola mia. Io sono in te, Dio è là, dentro di te! Apprendi dal profondo del tuo più intimo sé le parole che risalgono alla tua mente logica, all’intelletto umano. E quando tu avrai fame e non più sete, mangia del Suo Pane. Dio ha dato la conoscenza più profonda e misteriosa dell’universo. Non solo galattico, ma dell’universo che c’è anche dentro di te, di tutto ciò che ti circonda, sia visibile che invisibile. Cibati del Suo Pane della Sapienza. Cibati con l’Intelletto di Dio, cibati con la Sua Misericordia, cibati con la Sua Umiltà. A te, uomo, che, ragionando con la mente logica di tutti i giorni, non saprai dove appigliarti, dove sorreggerti e ti sentirai come un fuscello al vento; tu, uomo, ragiona con l’Intelletto di Dio, pensa con l’Intelletto di Dio, e pensa, uomo, e ragiona, sì, ma con Dio, con la Sua Forza, con il Suo Amore, con la Sua Saggezza. Fai di queste cose un tuo prezioso tesoro, nessuno te le porterà via, ma sarai tu, quando sarà il momento opportuno, a donarle, poiché una volta sono state tue, è vero, ma le donerai con altrettanto amore come ti sono state donate. La Fonte disseta, la Fonte è in te; il Pane, cibati con il Pane che Egli ti dà ogni giorno, ogni istante della tua vita, e amaLo come Lui ama tutti voi umani.”
Giulia era incantata dalle dolci parole di Dorian. Un compleanno perfetto! Era vero, aveva sete, aveva fame, e più beveva e più mangiava, più aveva fame e sete di Conoscenza. L'Amore con la “A” maiuscola l'aveva trasportata nei meandri più nascosti del suo cuore, ove risiedeva il più prezioso dei tesori. Il Cielo, glielo aveva donato, gratuitamente, con amore, e ora lei si sentiva pronta ad offrirlo con la medesima predisposizione d'animo a coloro che avrebbero avuto altrettanto amore verso il Padre. Il Padre si era chinato a lei, con umiltà, con misericordia. Nei momenti suoi difficili, le aveva infuso forza e coraggio. Nei momenti di massima disperazione, Lui era entrato, chiedendo permesso, bussando dolcemente alla porta del suo cuore. Si ricordava di ogni volta in cui Lui le aveva parlato, l’aveva incoraggiata ad andare avanti, nonostante tutto e tutti. In ogni suo compleanno, era stato sempre presente, ma ancor di più, in ogni istante della sua vita. Dorian, in quel momento aveva espresso ciò che il cuore di Giulia esprimeva, ovvero tanto Amore e riconoscenza. Quando riaprì gli occhi per spegnere la candelina, sorrise perché sapeva di non esser sola, anche se all'apparenza poteva sembrare. Ma in quella stanza, oltre la mobilia e quel che c'era intorno, c'erano tante Entità di Luce che festeggiavano con lei il lieto evento. Appena Giulia guardava con gli occhi dello Spirito, ecco che si palesavano a lei i più dolci angeli che mai avrebbe immaginato. Bagliori di Luce illuminavano la stanza, era una dolce compagnia e cantavano una dolce melodia. In una festa, la musica non poteva mancare. Le arpe, con i cori, allietavano il suo cuore. Un desiderio ad occhi chiusi aveva espresso, ma non era un qualcosa di materiale, bensì solo nel suo cuore si poteva trovare. Chiudendo gli occhi, aveva pensato: “Padre, ti amo. Dammi un grande abbraccio!” Il Padre ascoltò il dolce richiamo ed ecco che Dorian aveva inviato. Ma quando Dorian finì di parlare, quel grande abbraccio non sarebbe potuto mancare! Avvolse d'Amore quella donna che un dì era una dolce bimba, perché ai Suoi occhi era sempre una bimba. Agli occhi Suoi, non si diventa vecchi, se il cuore lo riempi dei Suoi effetti. Rimanendo bambini, allora sì che Lo potrai trovare, ogni volta che chiuderai gli occhi e Lo chiamerai: “Padre”. Come un vortice d'Amore scenderà giù, donando tanto amore e ancor di più. Ma se da adulto il cuor non senti, e la fiamma non alimenti, perderai la grande occasione di provare quell'abbraccio d'Amore che solo il Padre sa dare. Una Padre che ti perdona e ti accoglie se nel cuore vede un pentimento vero. Ti è sempre accanto e sa aspettar quell'attimo in cui la porta del tuo cuore aprirai. Non sai neanche tu quando questo accadrà, ma quando percepirai l'Amore, ecco che hai aperto la porta del tuo cuore. Dolcemente, come un venticello, entrerà e ti dirà: “Eccomi, ora Mi hai trovato. Ti son sempre stato accanto, ma la tua durezza ti conduceva lontano.” Poche parole son bastanti quando, alla fine, ci si ritrova. Il grande abbraccio che Lui ti dona ti consola, ti fa comprendere che anche se hai sbagliato, Lui ti ama e ti perdona. Come il figliol prodigo, ti fa accomodare nel suo Amore, Amore di Misericordia, che tutto abbraccia e tutto rinnova. Le lacrime solcheranno il tuo viso, e allora avrai capito che il tuo andare era perso se Lui non era accanto. Tanto camminare, tanta fatica sol perché credevi che la vita era finita. Ma da quando hai aperto il cuore, hai compreso che la vita confini non ha perché Infinito è il tuo Papà. Torna ad esser bambino e apri il cuore all'Infinito. Solo allora comprenderai, se con umiltà camminerai, che la strada da percorrere è infinita, ma se ti affidi al Padre, la meta raggiungerai. Giulia si era affidata totalmente al suo Re, ed era felice perché si sentiva parte dell’Infinito stellare che Dio aveva creato anche per lei. Un grazie dal profondo del cuore, prese un bel fiato, spense la candelina e tutti in coro gridarono: “Buon compleanno!”.
Luce soave che irrompe nel mio cuore, tu solo mi conduci al Divino. La musica che ascolto accompagna il mio cammino; la Luce si è accesa e ha infiammato il mio cuore, dando forza, gioia e tanto amore. Sinora credevo che fosse frutto del mio pensiero, ma da quando mi abbandono alla Tua Voce, raggiungo le vette più elevate dell'essere. La mia consapevolezza risiede in Te, oh Divino, che infondi Luce e Amore all'essere mio. Un tempo credevo che tutto potevo da sola, inseguendo il mio progetto. Quello che mi conduceva nei percorsi dell'egoismo, prendendo ciò che potevo senza ritegno e senza considerare che accanto a me c'era un fratello che viveva nel bisogno, anche di una sola parola di conforto. Il mio cuore era indurito e nulla voleva saper di più se non brama di possedere, di vana gloria o quant’altro che in questo mondo illude l'essere di essere onnipotente, in quanto nella convinzione che basta “avere”. La Tua Luce mi ha parlato, illuminando la mente e il cuore in un attimo. Come il fulmine illumina la volta celeste subito dopo il tuono, allo stesso modo il mio cuore è stato illuminato dalla Luce che hai irradiato subito dopo che il tuono della Tua Voce ha rimbombato dentro me, gridandomi: “Bada bene a non farti ingannare, dolce Giulia, perché le strade dell'essere non combaciano mai con l'avere. “Io Sono”, così Mi chiamo, ciò è bastante per tutto il Creato. Impara a conoscere te stessa e dentro te vedrai, una Luce apparirà, facendoti comprendere che vivi per “essere” e non vivi grazie all' “avere”. Ciò che hai è cosa buona se la consideri ciò che è, vale a dire uno strumento che ti conduce a Me. Se utilizzi il tuo avere tenendolo stretto stretto a te, non condividendo con chi è più sfortunato di te, ahimè, questo “avere” ti condurrà lontano da Me. Se, al contrario, lo condividerai, pur solo confortando con l'Amore, se di altri mezzi non disponi, comincerai a percorrere le vie che conducono alla consapevolezza del tuo essere, che non è altro che la tua coscienza che si unisce alla Conoscenza Cosmica Universale che ti appartiene. Dona gioia, amore e fratellanza, e vedrai che tutto cambia. Al fratello che ha appena pianto, offrigli il cielo stellato. Alla bimba abbandonata, offri gioia e speranza. Le racconterai di quando eri disperata ed il Cielo non ti ha mai abbandonata, facendo sempre sussultare il tuo cuore. Raccontale le storie che un dì Io raccontavo a te, accendi la candela del suo cuore con la Speranza. All'anziana, sola e stanca, entra in casa e tienile la mano, raccontale di un mondo che a lei sembrerà lontano. Ma sta a te raccontare ciò che vedi in modo che anche lei vedrà che poi, tutto sommato, questo mondo è qui con voi, in mezzo a voi; tu questo lo sai già, ma dillo ancora a chi non sa, a chi non crede per pigrizia, per preconcetti o per cupidigia. Spiega a tutti che in ogni cuore risiede la forza dell'Amore. Questa forza Ti ho sempre donato, e tu, con un sorriso, hai sempre accettato. E dopo, con sforzi e tanto dolore, hai continuato ad amare il Tuo Signore. Io vedo e sento ogni movimento, illuso è l'uomo se crede che non Esisto. “Io Sono”, ho detto già, e per questo il giorno arriverà in cui il tuo essere consapevole sarà, che tutto Mi appartiene e tutto a Me ritornerà. Non pensare che sia follia, ma è soltanto Opera Mia. L'opera che presto vedrà te, cara Giulia, alle prese con un disegno affidato a te. Compi la Mia Volontà, Io ti ho seguito sempre e sempre ti sarò presente nel corso dei progetti della vita tua; ora sai che è Voce Mia ciò che ti detta il cuore tuo per compiere ciò che è Mia Volontà. Ti darò i mezzi, non disperare, ma un grande orfanotrofio dovrai realizzare. Affidati a Me, questo sai già, e vedrai che come un fulmine, tutto si realizzerà. Offrirai amore a più non posso, alleviando il dolore e la disperazione di chi è stato a sua volta abbandonato.. Avrai dei bimbi da badare, illumina i loro cuori che spenti sono perché sin da piccoli hanno conosciuto cos’è il dolore e la disperazione. Regala il Tesoro che hai dentro il cuore, solo così farai felice il tuo Signore. Dona Amore a più non posso e parla del Cielo anche a loro. Gli donerai un sorriso e li condurrai nel Cuore Mio, che è sempre pronto ad abbracciare ogni figlio abbandonato e stanco. Non darti pena del dopo tempo, affidati, chiudi gli occhi e intraprendi il viaggio che ti condurrà ad una migliore consapevolezza dell'essere che è in te. È donando che si vive felici, è amando che si cambia il mondo, è soffrendo con chi soffre che si manda via il dolore. Amore e solidarietà saranno le armi che ti dono per sollevare i cuori che in abbandono sono. Ora và, figlia mia, comincia la salita che ti condurrà alla Luce Mia”. Giulia si svegliò di colpo; si era addormentata dopo la festa di compleanno trascorsa in allegria dei suoi amici. Ora vedeva più chiaro, la Voce le aveva parlato, indicandole il cammino da percorrere. Non doveva temere, Lui le avrebbe indicato il modo per realizzare ciò che era da fare. Sinora aveva ritenuto la sua vita inutile, senza senso, perché si era basata sulle sue forze per sopravvivere e vivere nella completa materialità delle cose. Ora tutto si schiariva e prendeva forma. Era proprio vero, l’amore apre le porte all'essere infinito che è dentro ogni cuore, realizzando, anche nel piccolo, un'opera che possa dare sollievo a chi vive nell’estremo bisogno. L’idea della realizzazione di un orfanotrofio era ben lontana dalla sua mente, ma ridare gioia a chi, come lei, era stata abbandonata, sarebbe stat per lei gioia immensa. Ricordandosi di quelle fredde mura, di quegli inverni gelidi, si alzò di scatto e strinse i pugni, gridando dentro sé: “Questo, mai più! Fin quando Dio mi donerà le Sue Forze, io andrò avanti nel Suo disegno, quello di regalare un sorriso ad ogni bambino che senza mamma e senza papà, si sente abbandonato, ma ancora non sa che il Cielo gli è ancor più vicino, regalando amore e poesia alla sua vita”. Giulia li avrebbe condotti in mondi incantati, dove esiste solo musica e poesia. Li avrebbe presi per mano, con dolcezza accompagnati nelle Volte Celesti dei loro cuori, ove avrebbero trovato il loro Papà che, con Infinito Amore, avrebbe detto: “Non temere. Il tuo Papà hai trovato. Io son sempre qua che ti dono il Mio Amore, da bravo Genitore. Non pensate sia follia o un gioco di magia, ma la Mia Parola apre le porte a tutto ciò che può sembrare fantastico, ma è un mondo vero, quello che è dentro il tuo cuore. Alimenta la fiamma della Fede e vedrai come la tua vita cambierà perché non ti sentirai solo e abbandonato, ma comprenderai che anche se il mondo ti ha dimenticato, il Genitore ti guida e ti sta sempre accanto, infondendo coraggio e forza che occorrono per superare la prova che, alla fine, ti condurrà Qui!”.
Mentre camminava per le vie della città per dare il via al progetto che la voce le aveva suggerito, si ritrovò passeggiare in mezzo alla folta vegetazione del parco. Si potevano ammirare querce imponenti che rendevano il paesaggio surreale . Si fermò ad ammirarle, sedendosi su una panchina che si trovava accanto ad una fonte d'acqua che sgorgava dalla roccia. Si immerse nel profondo del suo essere, ascoltando il fruscio delle fronde degli alberi, mosse dal vento, accompagnato dal gorgoglio dell’acqua. Era una dolce musica che la natura stava suonando per lei. Il tepore dei raggi del sole le scaldavano il viso. Era talmente immersa nel tepore e nella dolce musica, che l'ambiente esterno si annullò. Si ritrovò su in alto, insieme a Luce. Poteva osservare dalla costellazione su cui si trovava il pianeta Terra. Non aveva paura in quanto Luce la guidava con amore angelico. Mentre sorvolavano l'atmosfera terrestre, Luce le disse:
“Verbo di Dio, Om. Suono, vibrazione, Pensiero di Dio. E Dio creò, e Dio pensò. Dio pensò di dare vita a qualcosa, a qualcuno in questo mare immenso, con una fine e con un inizio, con un inizio ed una fine. Pensiero di Dio che si trasforma in galassie e stelle. Pensiero di Dio che si trasforma in mondi. Pensiero di Dio che si trasforma in cosmo. Pensiero di Dio che si trasforma in terra, in mondi visibili e invisibili, ma son sempre pur visibili, lontani e distanti tra loro. Ma seppur così lontani e distanti tra loro, sono molto vicini al Creatore. Il punto molto distante, nonostante tutto vicino al Creatore, è la vostra Terra. E Dio pensò che questi mondi non potevano essere così fermi, seppur belli e luminosi, ma disabitati, vuoti. Vuoti come pensano gli uomini di essere loro stessi, sebbene abbiano sempre dentro loro un sentire. E Dio pensò: “acqua”, paragonata ad un'energia vitale, paragonata alla creazione, alla fecondità, e così fù. E Dio pensò: “aria”. Venti che soffiano da ogni parte, in ogni luogo, e così fù. Venti, alito di Dio. E Dio pensò: “caldo, calore”, energia vitale che alimenta non solo il vostro pianeta, ma anche la piccola fiamma che è in ognuno di voi qua sulla Terra, uomo! Sole, luce, vegetazione per potervi cibare. Dio pensò, e pensò, e pensò. Creazione di Dio. Pensiero di Dio”. Luce
Quanto mistero in questo grande universo! Ma si può concentrare tutto in una sola parola, composta di tre lettere: “Dio”. Guardando il Creato, ammirando le sue creature, Giulia percepiva l'Amore vibrante del Padre che, col Suo Pensiero Creatore, aveva dato vita ad ogni cosa. Il cielo, i mari, i monti, gli scoiattoli, gli uccelli, e così via all'infinito. Amando e rispettando il creato, la natura, si rispetta Colui che l'aveva creato per donare gioia e colori alla vita umana. Giulia, nel riaprire gli occhi, guardò con amore la quercia e l’acqua che sgorgava, perché anche queste erano Pensiero di Dio. Sul sentiero, si poggiò un usignolo. Giulia sorrise e dentro il suo cuore scrisse, utilizzando i colori più belli, la parola: “Grazie, o mio Signore, per tutto quel che hai creato. Ci hai donato i colori, i suoni, la natura. Basta che guardo intorno e capisco che Tu ci sei. Ogni cosa mi parla di Te. Nell'immensità dell'oceano, mi immergo e mi perdo, perché Tu sei Oceano. Nella maestosità dei monti, mi inebrio e mi perdo tra le altissime cime innevate, comprendendo che solo un Amore grande poteva dar vita ad ogni cosa. Mi fermo e parlo anche ad un filo d'erba bagnato da una goccia di rugiada. Lì comprendo che oltre ad essere il Creatore, sei anche poeta e artista. Ogni piccola sfumatura di colori non è messa per caso, ma dai un senso a tutto il Creato. L'uomo non si ferma a ringraziarti per quanto hai creato, pensa che tutto sia dovuto e sia scontato. Pensando così, non comprende che invece tutto è vita, e come tale, va rispettato ogni singolo atomo che costituisce la stessa. Uomo che distrugge, uomo che non rispetta, uomo che pensa che tutto gli appartenga. Usa a proprio uso e consumo, senza comprendere che arriverà il giorno in cui dovrà dar conto di ogni piccola o grande azione che sia fatta contro ciò che Tu hai creato. Ti son grata per il pianeta Terra che hai dipinto con amore e poesia. Mio Signore, l'usignolo canta allo stesso modo di come ora canta il mio cuore, nell’osannare Te e dirti: “Grazie, o mio Re. Se io vivo, è solo grazie a Te”.
Capitolo 47 “Inno al Signore Il cantico di Frate Sole.”
Altissimo, Onnipotente, buon Signore, sono Tue le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione. Solo a Te, Altissimo, s'addicono e nessun uomo è degno di nominarTi. Sii tu lodato, o mio Signore, assieme a tutte le Tue creature, specialmente messer fratello Sole, il quale è la luce del giorno, ed illumini noi attraverso lui. E lui è bello e radiante, con grande splendore: di Te, Altissimo, è il simbolo. Sii tu lodato, o mio Signore, per sorella luna e le stelle: nel cielo le hai create splendenti e preziose e belle. Tu sei lodato, o mio Signore, per fratello vento e per l'aria nuvolosa e il sereno e per ogni tempo, grazie al quale dai nutrimento alle tue creature. Sii lodato, o mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile e preziose e pura. Tu sii lodato, o mio Signore, per fratello fuoco, grazie a lui, illumini la notte: e lui è bello e giocoso e robusto e forte. Lodato sii, o mio Signore, per sorella nostra madre terra, la quale ci nutre e ci governa, e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba. Lodato sii, o mio Signore, per coloro che perdonano per il tuo amore e sopportano infermità (malattie) e tribolazione (dolore). Beati quelli che sopporteranno in pace, perché da Te, o Altissimo, saranno incoronati. Lodato sii, o mio Signore, per sorella nostra morte fisica dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a quelli che moriranno nel peccato mortale; beati quelli che si troveranno nella Tua Santissima Volontà, perché la seconda morte (quella dell'anima) non farà male. Lodate e benedite il mio Signore e ringraziateLo e serviteLo con grande umiltà.
Era appena terminato l'incontro presso la Curia per mettere in atto la progettazione di aprire un orfanotrofio, per accogliere e dare amore ai bambini disperati e abbandonati. Più Giulia pensava a questo progetto, più si sentiva felice, cominciando a percepire una sicurezza in se stessa che non aveva mai avuto prima. Era proprio vero! Quando è Dio che conduce i tuoi passi, in totale abbandono e piena libertà, dettata esclusivamente dal grande amore che si prova verso il Padre, la fiducia in se stessi emerge fortemente, in quanto si fonda sulla fiducia cieca nel Padre. Questa sicurezza, che fortifica a sua volta l'individuo, pervade l'intimo, rendendo realizzabile ogni cosa che la mente crea col pensiero. Questa è la fede che permette ad ognuno di creare e formare il positivo con la forza del Pensiero. Giulia ricordava un passo del Vangelo, “Edificare sulla roccia!” (Matteo 7,24). “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”. La sua vita era la sua casa; Giulia voleva affondare le radici nella roccia solida, ovvero in Dio. Sinora era stata portata come foglia al vento, senza una meta ben precisa, senza passare dalla via stretta, bensì fondando la sua vita sulla sabbia. Qualsiasi intemperia che si era abbattuta, l'aveva portata via. Ma da quando ascoltava la voce interiore, facendosi condurre per vie a lei impensate, minimamente previste ma con fede intraprese, ecco che la via si schiudeva ai suoi passi. Ciò che prima non aveva un valore e un senso, ora si arricchiva di significato. Il tutto veniva vidimato dall'amore del Padre che, con pazienza, guidava ogni suo passo. Mentre Giulia camminava, sentiva il rumore dei suoi passi sulla strada. Notava che ogni passo combaciava con un battito del suo cuore: “bum-bum, poi pausa, bum-bum.” La pioggia cominciava a cadere, e il rumore delle gocce d'acqua accompagnava il rumore dei passi e del battito del cuore: “tic-tac bum-bum, e poi di tic-tac-bum-bum. Tutto prendeva suono, ad un ritmo dolce che le parlava così: “Senti la pioggia che cade, fà rumore sulle strade! Così è Dio in te, per risvegliarti. Senti la carezza del vento?, Scuote le cime degli alberi! È la mano di Dio che opera in te. Senti, o uomo, il rumore delle onde del mare che si rinfrangono sulla roccia! Questa è la voce di Dio in te! Senti, o uomo, questo grande palpitare, questi passi, questi rumori che hai nel cuore? È l'amore di Dio per te, in te. Anche quando tu, uomo, sarai ormai stanco e le tue orecchie non udranno più, e la tua bocca non parlerà più, e il tuo sentire allora si farà più forte, più vivo e una Luce tu vedrai, con i tuoi occhi stanchi, o uomo, quello è Dio. È Dio che ti dice: “Figlio mio, bentornato a casa tua, da tuo Padre, da tua Madre, qui troverai quello che non hai potuto avere nei tuoi anni di vita terrena. Dio è uguale “AMORE” DORIAN
Quell'amore dirompente che Giulia provava, facendola esplodere di gioia per ogni meraviglia che vedeva nella natura, la riversava sul prossimo, in ogni cosa che apparteneva al Padre, perché tutto viene da Lui perché Lui è il Tutto. Comprende il visibile e l'invisibile, le galassie e le stelle, il creato e gli universi tutti. Tutti in armonia, suonano le melodie dell'universo, con quel ritmo incalzante del tic-tac-bum-bum. Ogni pianeta ha una sua legge fisica, ogni equilibrio sottostà alle leggi dell'universo seguendo un equilibrio costante. Ma l'uomo non comprende che queste leggi fisiche, chimiche e gravitazionali sottostanno tutte a una legge senza la quale nulla può essere e tutto cadrebbe come un sasso del mare. Questa legge gravitazionale che permette alla materia e all'antimateria di coesistere, in due mondi apparentemente lontani e distanti ma in realtà coesistenti, si può tradurre nella Immensa ed Eterna legge del Creatore che con l'Amore ha fatto sì che i pianeti possono rimanere sospesi volteggiando nell'etere, danzando al ritmo dell'alito di Dio. Ha dipinto nel cielo miriadi di stelle per adornarlo di mille luci colorate, facendo comprendere che l'uomo non è solo, ma andando oltre, oltre e oltre, ci sarà sempre qualcosa da scoprire. Ma ciò che l'uomo difficilmente comprenderà è che dentro se stesso è racchiuso tutto l'universo e, se sa cercarlo con altrettanto amore, scoprirà il Tesoro più grande e immenso che mai avrebbe potuto immaginare, ovvero l'Amore di un Padre che dona senza chiedere, attendendo il proprio figlio che torni a Lui dopo aver percorso i tanti chilometri della sua vita, cercando in ogni dove un non so chè, senza sapere che era dentro di sé.
Giorno dopo giorno, quel che era progetto diventava sempre più concreto. Quella mattina si era svegliata di buonumore. Sentiva dentro sé un qualcosa di magico. Era particolarmente allegra. Non aveva impegni per quel giorno, ma faceva le cose come se avesse mille incombenze da svolgere. Verso le dieci, squillò il telefono, e con sorpresa, la Curia l’informava della possibilità di disporre di un immobile per la realizzazione dell'orfanotrofio da lei progettato. Giulia non poteva credere alle sue orecchie, ma era proprio vero! Quel che ancora non era neanche sulla carta, nero su bianco, prendeva forma. Si era affidata a Lui, aveva affidato tutto, con la consapevolezza che Lui avrebbe sciolto tutte le situazioni sfavorevoli al fine che tutto si potesse realizzare. Nel dire: “Gesù, pensaci Tu. Io mi abbandono a Te”, aveva la certezza assoluta che Lui ci avrebbe pensato se lei non si fosse affannata alla ricerca di una soluzione per risolvere quel determinato problema. Da quando viveva di fede, senza arrampicarsi alla stessa, viveva guardando la vita con occhi diversi. La vita, adesso, era diversa, lei stessa era diversa. Non era più quella bimba spaurita in quella stanza buia e gelida, ma era una persona nuova, che adesso percepiva ogni vibrazione che il Padre le faceva provare. Ogni vibrazione le donava aria pulita, energia vibrante, forza e coraggio. Il suo essere si era rivestito di nuova luce, quella che faceva sì che lei non potesse più tornare indietro, neanche se l'avesse voluto. Il male che sinora aveva mosso le fila della sua esistenza era svanito, perché quando la Luce entra, le tenebre si squarciano e si annullano. Nell'uomo, la dualità è sempre presente, il Bene e il male sempre in lotta tra loro. Giulia, grazie alla sua guida e ai suggerimenti amorevoli del Cielo, aveva vinto nell'unicità in Dio. Dio aveva vinto in lei, lei in Dio. Quando si vive nella consapevolezza di Dio, ogni cosa assume un aspetto diverso, la prospettiva cambia radicalmente in quanto tutto l'essere si rivoluziona, percependo suoni, musica e colori rinnovati. Ciò che si considerava fosse "bene", si scopre che era "male". L'uomo tende sempre a giustificarsi per giustificare, a sua volta, le proprie azioni utilizzando mezzi non poco discutibili, chiama bene ciò che è male, senza comprendere che quella pantomima a nulla serve in quanto, squarciati i veli della falsità, si rende conto di aver costruito i suoi "templi d’oro di cartapesta" con un ingegno quasi machiavellico, senza soffermarsi a riflettere che tutto questo non va a suo vantaggio, bensì a svantaggio della sua anima. Fin quando vivrà illudendosi di essere padrone e sovrano del suo destino, non potrà mai intraprendere la strada che lo conduce all'unicità in Dio. Per fare ciò, deve accettare con immenso amore l'esistenza indiscutibile del Padre Creatore di ogni vita, annullando il suo io per far posto a Dio. Solo così, Dio può regalare ad ogni figlio quell'Amore che fa miracoli. Squarcia i templi costruiti dalla falsità, per fare emergere la sola ed unica Verità. Un grande cuore rosso che pulsa d'amore per ogni sua creatura. Quel grande cuore rosso ove è racchiuso l'intero universo, che ha per confini il grande cuore di Dio Padre. “Che tu ci creda o no, non sei solo scientifico, formato di organi. Che tu ci creda o no, una percentuale delle tue cellule non è fisica e materiale. Che tu ci creda o no, è Dio che te le ha date, è Lui che le ha create. Che tu ci creda o no, fai parte del cosmo. Che tu ci creda o no, ti alimenti con esso. Quindi, uomo, credi in te stesso e aiuta ciò che Dio per te ha riservato. Attingi, se vuoi, dal tuo passato. Ma la legge di Dio, per voi umani, è fatta sì d’amore e di Luce. Quindi, uomo, che tu ci creda o no, accendi quel fuoco.” LUCE
Giulia aveva accesso quel grande fuoco che la legava intimamente al Padre che, a differenza di quello terreno, aveva sempre creduto in lei, le era stato teneramente accanto, asciugandole le lacrime che, spesse volte, le solcavano il viso. Quel grande Amore e quella Luce risplendente avevano riattivato il suo cuore spento, dandole ossigeno, infondendole forza e coraggio nell'andare avanti, perché tanto ce ne vuole quando si intraprende la via stretta che va controcorrente; ma si è più vivi, più felici perché c'è sempre il Padre che conduce i tuoi passi che, alla fine del lungo cammino, ti condurranno a Lui, per poi fondere i due cuori, ricongiungendosi nell'Unico Cuore del Creatore.
“La porta stretta”. “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" Questo l'augurio di Giulia, che tutti potessero trovare la porta stretta che conduce alla vera Vita, nonostante le sofferenze e le tentazioni che la stessa offre.
Capitolo 50 Oltre i confini dell'essere.
Nei momenti in cui Giulia raggiungeva l'estasi che si raggiunge con la contemplazione del creato, percependo ogni minima vibrazione che questo dona all'essere, ecco che il suo spirito si distaccava da tutto ciò che era materia, oltrepassando i suoi confini ed i relativi limiti, per giungere a toccare le volte celesti. In questo oltre, l'anima comprende di non essere mai stata sola e mai lo sarà. Se solo ognuno si soffermasse un istante al giorno per cercare di oltrepassare le barriere della materia, scoprirebbe di far parte di un infinito stellare, ove il Padre Creatore e Generante ha utilizzato, con meticolosità e basandosi sulle leggi della scienze naturali, ogni singola legge al fine di donare vibrazione e armonia a tutto il creato. Giulia comprendeva di essere una particella vibrazionale di Dio, e come tale tutto ciò che era materiale faceva solo da impedimento ad ogni possibile ed eventuale contatto col Padre. Ma quando si immergeva nella contemplazione e meditazione, nel silenzio assoluto, senza essere disturbata o angosciata dalle problematiche contingenti, ecco che quella Voce le parlava, le parlava con voce soave, dolce, quasi sussurrando, raccontandole di quanto “Amore” ha nel suo cuore per ogni creatura. Ma l'uomo, irriconoscente, distrugge tutto, senza aver rispetto di ciò che Lui ha creato. Le raccontava di quando, nel silenzio, aveva detto: “aria, acqua, caldo, e così via...” le aveva detto di quando aveva dipinto nella Sua Mente la tela più bella, ove c'erano ruscelli d'acqua limpida che scorrevano tra immense pianure verdi; si poteva avvertire il profumo dell'erba bagnata. E poi di quando sollevò le vette, delle catene montuose, per creare un vortice di venti al fine di canalizzarli e offrire le più svariate temperature, da quelle calde a quelle gelide, per donare un equilibrio che l'uomo, con i suoi veleni, aveva invece sconvolto. E ora accadevano cataclisma, climi tropicali, e l'uomo se la prendeva con Lui! Giulia ascoltava rattristandosi, perché solo l'uomo stolto, alla luce dei fatti concreti potrebbe prendersela con Lui che è l’Artista dell’Universo, e non invece con se stesso che, con la sua cupidigia, distrugge tutto ciò che tocca. Eppure un giorno arriverà, quel giorno deciso proprio da Colui che ha creato Tutto, in cui si arresterà questo processo di involuzione al fine di evitare che l'uomo distrugga il complesso e articolato equilibrio del cosmo. Proprio in quanto vive in maniera egoistica, ritenendo che sia il solo ad esistere nell'intero universo, ponendo dei confini, erge le sue teorie individualistiche agli estremi, ritenendo che la sua sia l'unica e la sola verità, da difendere con la guerra e quant'altro, senza soffermarsi a pensare che queste verità tanto difese non sono nient'altro che brama di potere, di successo, celata dietro ad ideologie costruite "ad hoc" per giustificare il proprio operato. Giulia continuava ad ascoltare la Voce che, con amore e pazienza infinita, le raccontava che era in attesa osservando con tristezza tutto ciò. L'uomo non aveva compreso che il Padre, proprio per il profondo amore, gli aveva donato il "il libero arbitrio". Un dono molto bello se si sa fare un buon uso. La dualità tra il Bene ed il Male sarebbe stata la lotta quotidiana dell'uomo che, con buona volontà, avrebbe dovuto sconfiggere per vivere nell'assoluta certezza del Bene. Invece Dio, che è e nel cuore di ognuno, viene ogni giorno trafitto dall'indifferenza, dall'odio, dall'invidia, da tutti sentimenti negativi che percepisce nel cuore dell'uomo. Ma trova sempre quel cuore sperduto tra mille cuori deviati, che alimenta dentro sè quella particella di Luce tutti i giorni, con piccole azioni quotidiane, ma con tanto amore verso Lui, Padre e Genitore, che regala doni splendidi a chi ricorre a Lui, abbandonandosi nell'oceano immenso del Suo Amore. Ecco che quando l'individuo oltrepassa i limiti dell'essere materiale, riesce a percepire i Suoi Pensieri, sconfigge il male per vincere nell'unicità in Dio, e Dio vince in lui. Il Suo pensiero diventa il tuo, il Suo Cuore diventa il tuo, l'essere si ritrova un cuore nuovo, si rinnova riscoprendo quel che era celato, ben nascosto, ma c'era. Occorre corazzarsi con la fede, quella certa che smuove le montagne. I dubbi e le incertezze devono essere abbandonate, come tutto il male, per librarsi oltre i confini della materia e percepirsi “puro Spirito”, che coabita nella materia, ma che quel giorno si libererà per comprendere e riconoscere che giù in Terra aveva raggiunto false verità, mentre adesso che ha oltrepassato il confine, riconosce che la Verità è una sola, formata da una parola di tre lettere: D I O E’ altrettanto vero che può librarsi anche prima che arrivi quel giorno, perché l'Amore può varcare i confini della materia e, anche se con qualche difficoltà ma con buona volontà, può percepire le onde vibrazionali dell’Infinito; ed ecco che, onda dopo onda, comprende che il vissuto di prima stonava con l'armonia del suono delle onde. Cambia radicalmente se stesso, i suoi obiettivi, la sua vita, per raggiungere l’ armonia del dolce suono dell’infrangersi delle onde. E quando l’onda si erge sul vasto oceano per poi risommergersi, comprende che è parte del grande Oceano, e anche se piccola, si sente forte perché sa di essere Oceano.
Per giungere ad un più alto livello spirituale, in piena armonia con Dio, Giulia aveva cercato di applicare su se stessa gli insegnamenti ricevuti da Luce. Era un giorno in cui aveva deciso di trascorrere un bel weekend in montagna. Aveva affittato uno chalet insieme ad un'amica, per ritrovare un pò quella serenità che la vita di città fa dimenticare. La sua amica aveva deciso di andare con un gruppo di amici a fare un po' di mountain-bike. Giulia aveva preferito sedersi sul dondolo in legno posto sul terrazzo dello chalet. Leggeva un bel libro, era molto rilassante. I raggi del sole la investivano, offrendole un tepore piacevole. Ogni tanto, socchiudeva gli occhi, ascoltando una musica che sembrava provenire da lontano, ma poi s’accorse che era dentro sè. Ogni nota faceva vibrare la corda del suo cuore. Unite insieme, formavano una musica soave che allietava il cuore e la mente. Di sottofondo, riconobbe la voce di Luce, che era dedito ad insegnarle nuove nozioni per un facile andare oltre i limiti dell'egoismo umano, per far trionfare l’io spirituale nell'estenuante lotta tra il Bene e il Male. Il discorso di Luce era molto dolce, profondo. Giulia rimase con gli occhi chiusi e si mise a registrare nella Sua mente ogni singola parola, fino a scolpirla nel profondo del suo cuore. “L’egoismo prende il fisico dell’uomo, come l’odio. L'egoismo prende la parte di cuore e di stomaco. L’ira prende la gola e, molte volte, la pazzia, la mente. Questi sono sentimenti negativi, che l'uomo deve scordare. Armonia, pace, gioia, amore, vuol dire essere in sintonia non solo con il nostro essere spirituale, ma anche con il vostro fisico, col vostro corpo e, soprattutto, con la vostra mente. Ricorda questo! Esistono così due " io ", quello egoistico, primitivo, egocentrico, materiale e possessivo, e quello dove si cela la Verità Assoluta, quello per cui l'alto ideale di Spiritualità dovrebbe essere, dico dovrebbe essere, perché a volte, tante volte, l’io materiale copre l’io benevolo. Così come è in voi il bene e il male, così esistono due io. Dualità di Dio. Il Creatore non correrò un nulla di un unico, di uguale, sia in voi che al di fuori di voi. Questo perché l'uomo possa scegliere, non solo, ma sappia comprendere e discernere quale individuo esso sia. Il bene distrugge il male, ma il male può annientare il bene. Sempre che voi siate così deboli da farvi influenzare con l'illusione materiale che il male vi dà quando vi fà vedere la parte individualistica del momento della situazione che state attraversando, oppure, egoisticamente, volendo. Quindi non c'è un insegnamento pratico e teorico per farvi capire l’io materiale o l’io benevolo, è libero di farsi concetti individuali. Ma l'uomo può vivere liberamente stando ben attento dove mette i suoi piedi. Camminare scalzi su un cespuglio di rovi è assurdo. È da persone inconsapevoli. Non hanno essi la consapevolezza, ma è solo questione di presunzione egoistica, materiale. Accettate le vostre giornate terrene serene. Vivetele con il cuore e l'umiltà in mano, con amore, con pazienza e sì, perché no? Anche con la Speranza. Quest'ultima senza esagerare. Non fate di castelli di cartapesta nella vostra mente. E’ così che poi subentra la presenza dell’io materialistico che più volete e più ne volete ancora. E poi, cosa otterrete? Basta che arrivi una lingua di fuoco portata dal vento che la carta brucerà. Ed allora, a voi non rimane che le ceneri di questo che avete voi costruito con il vostro io illusorio. Siate ben saldi e bilanciati in questa vostra giungla e, soprattutto, non perdete il coraggio e la fede di andare avanti.” Luce
Era indelebile per lei il ricordo di quel pomeriggio di mezza estate. Le rondini volavano in schiera nel cielo, con le loro grida che riportavano un dolce eco nella volta celeste. Nel riaprire gli occhi, aveva la sensazione di essere stata fuori dal mondo, di essersi annullata per volare in un luogo tanto lontano, ma tanto vicino; un viaggio nel suo cuore dove sempre attingeva la forza e di coraggio di andare avanti. Spesse volte le erano mancate. Ricordava sempre che quando era bimba e già la vita le aveva smorzato tutto l'entusiasmo e la gioia di poter vivere serenamente, avvolta dall'amore dei genitori. Era pur vero che la sofferenza elevava lo Spirito, ma il Cielo le aveva anche insegnato che non è mai troppo tardi nell'abbracciare la Verità e riscoprire il vero amore che rimane in silenzio dentro ogni individuo, aspettando che questi apra la porta prima o poi. Non tutti la aprono, vuoi perché non ci riescono per scarso impegno, o scarso amore, o perché ingannati dalle illusioni del mondo. Ma è un piacere effimero, illusorio, che il male getta come esca che si dà al pesce per farlo intrappolare all'amo. Ma ci sarà sempre quel cuore che, nella sofferenza e nelle avversità, riesce ad aprire quella porta. Da questa, si diffonde molta Luce che va ad investire l'essere fin dove vuole essere investito. Il "libero arbitrio" non dovrà mai mancare all'uomo, perché Dio è un Dio di Amore, e come tale, vuole un " amore libero ", senza catene. Un amore che spinge l'individuo a voler cambiare, non per forza ma solo per amore. Avrebbe potuto essere un Dio totalitario, ma si sarebbe dovuto accontentare di un amore servile, vincolato dal suo " assolutismo ". La quantità avrebbe di gran lunga superato la qualità. Ma Dio ha reso l'uomo libero, libero di aprire la porta del suo cuore, o anche di chiudergliela. La scelta sta a ciascuna coscienza individuale, il dopo è consequenziale alla scelta iniziale. Nessuno potrà attribuire la colpa della errata decisione ad altri, bensì solo ed esclusivamente al suo cuore che ha preferito intraprendere un'altra strada, quella dell’ io materiale che mal si coniuga con l’io spirituale. E Dio rimane ad attendere a braccia aperte che venga fatta quella libera scelta che condurrà quel cuore ad unirsi alla Suo. Indubbiamente, la quantità sarà inferiore ma, qualitativamente parlando, quando quel cuore apre la porta, sarà che lo fa dettato esclusivamente dall'Amore e non dalla mancanza di libertà. “Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza né del tuo talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore... ... Oggi sto alla porta del tuo cuore, come un mendicante, Io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di Me e mancare di fiducia... ... Voglio che tu pensi a Me ogni ora del giorno e della notte, voglio che Tu faccia anche l'azione più insignificante solo per Amore. Conto su di te per darmi gioia... (Mons Lebrun da “Amami come sei”)
“Sono Madre Celeste, figlia Mia adorata. Il Mio sacrificio di madre per l'umanità è stato fatto per voi uomini terreni. Fate in modo, figli Miei adorati, che questo sacrificio sia innovatore nei confronti delle vostre anime e del vostro spirito. Io dico all'umanità intera di convertirsi, di accettare la parte spirituale, cristica , religiosa che è innata in ogni essere umano. Di non rinnegarla; di non rifiutarla, ma di scoprirla e di accettarla con benevolenza, con amore, con devozione, per il Figlio dell'Uomo, per Mio Figlio e per Nostro Padre che è nei Cieli. Auguro a voi uomini terreni ogni bene, perché Mio Figlio Jesus, quando nacque, nacque su un suolo terreno, in terra. Dal cielo alla terra, con amore, per amore. La Mia Benedizione sia su di voi, figli Miei adorati e sull'umanità in terra. La Madre Celeste di ama e vi abbraccia.”
Ecco che in lontananza quando il sole stava tramontando, vide in alto la Mamma Celeste, sempre radiosa e colma di parole di incitamento, di speranza per tutti. Lei, la Mamma, ogni giorno prega per tutti, senza fare distinzione alcuna. Il Suo manto rifletteva bagliori dorati e arancioni. Un grande sorriso apparve sul Suo viso, i Suoi occhi grandi emanavano Luce e Amore. Giulia riusciva a percepire e vedere tutto questo, alimentando la sua parte spirituale ogni giorno sempre più. Era grata al Cielo, perché nel momento in cui aveva aperto la porta del cuore, il Cielo l’aveva ricolmata di immensi tesori, che scopriva giorno dopo giorno; ogni attimo della sua vita aveva senso solo se lo interpretava alla luce di tutto il vissuto. Non pensava mai di essere una visionaria o nutrire fantasie. Sapeva con certezza che quanto viveva era reale. Era consapevole, altresì che il dubitare l'avrebbe riportata in quel grande labirinto in cui annaspava prima di aver trovato la Luce. Chi ha avuto esperienza del labirinto è ben determinato a non ritornare, perché sa che lì viveva di illusioni, di false verità e a furia di girare e rigirare, perdeva l'orientamento, non sapendo più il percorso da intraprendere. Una volta usciti grazie alla Luce, l'io spirituale cristico vince e ti porta per mano, con umiltà, con dolcezza; un passo dopo l'altro, ti toglie il velo delle false verità per condurti all'unica Via che conduce alla sola Verità. “... Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare... Ma ricordati... amami come sei... Ti ho dato Mia Madre; fa passare, fai passare tutto dalla Suo Cuore così puro. Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va...” Mons Lebrun da “Amami come sei” .
“Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: “Dammi il tuo cuore, amami come sei…”. Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all’amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell’ aridità, nella fedeltà o nell’infedeltà, amami…come sei… Voglio l’amore del tuo povero cuore, se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai… Figlio Mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo, voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei…e desidero che tu faccia lo stesso; Io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l’Amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l’Amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: “Gesù, ti amo”. (Mons.Lebrun“Amami come sei”)
Leggeva e rileggeva questo passo di incommensurabile bellezza e umanità, che l’aveva profondamente colpita. Nella sua vita, aveva sperimentato questa profonda verità. Gesù era entrato nei bassifondi della sua esistenza, senza tenere in conto dei suoi peccati. Dalla mano l’aveva presa, allontanandola dalle tenebre che l’avevano accolta. Aveva mostrato amore, aveva bussato dolcemente alla porta del suo cuore, aspettando con pazienza che lei la aprisse. Giorno dopo giorno, un passo per volta, la stava anche trasformando. Ma il Suo Amore lo aveva donato ancor prima di trasformarla. Il Suo Cuore abbraccia tutto e tutti, chiedendo, a sua volta, amore. Giulia, in ogni istante della giornata, volgeva il suo sguardo a Lui, rivolgendosi a Lui giorno e notte. Un grande grido si era levato in Cielo: “Gesù, ti amo”. Un amore profondo, cresciuto col tempo della pazienza e dell’amore. Quel Gesù che più volte, quando era sola, l’aveva accolta tra le Sue braccia, coccolandola; l’aveva portata in mondi sinora mai visti, infondendole gioia e speranza. La speranza l’aveva sempre tenuta accesa nel suo cuore, anche quando tutto la incitava alla disperazione. Con segnali, a volte, impercettibili, le aveva mostrato il cammino da percorrere, da intraprendere. Dio l'aveva accolta e amata così come era ma, nel tempo, la stava trasformando. Il suo Amore glielo aveva donato gratuitamente ma, nel tempo, la stava correggendo con dolcezza, trasformandola in una nuova Giulia. È vero che Dio è Misericordia Infinita, e in questa Infinita Misericordia si china sulla Terra, amando tutti, offrendo la possibilità, in libera scelta, di decidere da che parte stare. L'uomo insensibile, che non crede nella vita oltre la vita terrena, mantiene il cuore duro, di pietra, godendo dei piaceri effimeri che la vita illusoria propone. Cade e ricade nei propri vizi, senza avere il rispetto per se stesso e per il prossimo. E Dio continua a bussare alla porta, e aspetta, aspetta. E l'uomo perseguita nel ricadere nell'errore, credendo che la vita sia una sola e bisogna viverla fino al midollo. Ma viene il giorno in cui si squarciano i veli della illusorietà, è l'uomo, o meglio la sua coscienza, che è indipendente dal corpo materiale, sarà il suo giudice nel momento della consapevolezza. E l'uomo che aveva tanto riso e deriso tutto ciò che il cuore gli aveva suggerito sinora, ma lui con arroganza rifiutato, si ritroverà faccia a faccia con se stesso; solo allora comprenderà che avrebbe dovuto ascoltare la voce del cuore, trasformandolo in cuore di carne, modificando il suo stile di vita, i suoi atteggiamenti; avrebbe dovuto espandere quella Luce che era dentro sé, alimentarla, riversandola sul prossimo, anziché rifiutarla e vivere in piena oscurità. Giulia aveva sperimentato prima le tenebre ma, fortunatamente, la Luce era esplosa in lei, trasformandola in una nuova persona, che amava, amava se stessa e il prossimo, e anche le più piccole azioni adesso erano mosse da questo profondo amore. La vita oltre la vita esisteva e Giulia aveva più volte dialogato, pianto, gioito in compagnia di questo mondo. Ed era altrettanto consapevole che, un giorno, si sarebbe ritrovata in questo “ mondo spirituale”; si era incamminata con amore lungo la strada che l'avrebbe condotta lì, nella Luce. Seguiva un piccolo, ma grande insegnamento per arrivare con facilità: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. E questo grande amore la spingeva a perseguire il progetto e la realizzazione di questo orfanotrofio, per offrire un posto sicuro e sereno a chi era stato sfortunato nella vita, proprio come lei. Il motore delle sue azioni era il grande amore verso suo Padre. La Fede senza opere non è vera fede. Quando si ama Dio nella piena totalità, lo si dimostra stando accanto a colui che ancora vive nelle tenebre, nelle miserie, nei bassifondi. E come Gesù l'aveva amata e sollevata dalle sue miserie, così voleva fare Giulia, per amore, solo per amore nei confronti di tutto il creato. Alzò gli occhi al cielo, fece un profondo respiro, percepì l'energia divina dentro sé, sorrise e gridò: “Gesù, grazie di cuore per avermi dato la possibilità di cambiare, di rinnovare il mio Spirito. Senza il tuo aiuto, non ce l'avrei fatta mai. Cambio per amore. Cambio perché mi amo. Cambio perché amo chi mi sta accanto. Cambio perché so che questo vuoi da me, oltre il mio misero amore. Lo vuoi per me, perché sai che se non cambio, torno nei meandri di quel labirinto di tenebre, da dove amorevolmente mi hai sollevato. Mi chiedi di cambiare per un facile andare verso Te, verso la Luce, al fine che, dopo tanto camminare, un grande abbraccio ci potremo dare; in quel mondo, in cui nessuno crede, ma è lì che aspetta me e chi, con altrettanto amore, intraprenderà la strada per cambiare il proprio cuore. Ti amo infinitamente, Ti amo immensamente, Luce del mio cuore, indicami sempre il cammino. Io voglio giungere a Te perché riconosco che se il mio Re. Il Re dei cuori che, con amore, aspetta una come me, che dalla vita nulla ha avuto in cambio, se non dolore, solitudine e pianto. Ma Tu sei accorso, o mio Re, offrendomi il trono del tuo Amore, donandomi una corona di pietre sfarzose, facendomi sentire una regina, io che mi sento una persona misera. Un grazie salga sù in Cielo, coi colori dell'arcobaleno. Il mio cuore per sempre dirà: “Ti amo all'infinito, o mio Papà”.
Trascorse un anno da quando era maturata l’idea di realizzare l’orfanotrofio e, pian piano, ciò che era un progetto disegnato nella mente era diventato concreto, in mattoni e cemento. Dopo l'istanza di Giulia, la Curia aveva provveduto a riprendere una vecchia struttura che era un convento ormai in disuso e, grazie ai contributi statali e locali, erano riusciti a ristrutturare e rendere agibile quell'enorme struttura che avrebbe ospitato tanti orfanelli. Avevano arredato le stanze con dei letti confortevoli e armadi di colori pastello, accoglienti. La sala mensa era abbastanza grande, con tavoli quadrati bianchi dislocati in una grande stanza. Erano riusciti anche a ricavare una piccola palestra con attrezzature semplici, e una stanza ove vi era una piccola libreria dove i bimbi avrebbero potuto attingere nozioni per i loro studi. Accanto alla sala mensa, c'era uno spazio adibito alla ricreazione, con una televisione, con divani confortevoli e un grande tappeto dai colori sfumati di rosso. I tendaggi erano semplici, ma i colori erano così tenui che infondevano serenità e allegria. Giulia era stata dietro ai lavori e aveva fatto sì che la struttura fosse ben luminosa e soprattutto ben calda. Infatti, l'intero edificio era riscaldato con un impianto centralizzato. I suoi bambini non avrebbero mai sofferto il gelo, la solitudine, il buio. Negli angoli dei corridoi, c'erano piante verdi che adornavano l'ambiente, rendendolo accogliente. La parte più bella e incantevole di questo centro era l'enorme vegetazione che c'era antistante l'edificio, dove i bambini avrebbero potuto passeggiare, giocare e incontrarsi nei momenti liberi. All'ingresso, c'erano dei roseti molto belli, che emanavano un buon profumo di rose tutto intorno. Non sembrava vero, ma era proprio così! Il taglio del nastro, al momento dell'inaugurazione, aveva dato il via a quello che sarebbe stato il compito da svolgere suggeritole dal Cielo. Avrebbe avuto bisogno di organizzare amministrativamente il tutto, chiamare il personale addetto alla mensa. Le suore che una volta occupavano il convento, si sarebbero prese cura della gestione dei bambini. Un'ala del grande edificio avrebbe ospitato le suore al fine di poter essere sempre presenti. Giulia si sentiva felice. Non ascoltava più gli applausi delle persone che partecipavano all'inaugurazione, si era completamente assentata e il suo pensiero era rivolto a Lui. Quando è il Cielo a parlare, tutto ciò che si pensa irrealizzabile, diventa possibile. Lei, vittima delle situazioni, che aveva sofferto la carenza d'amore da parte di chi avrebbe dovuto aver cura di lei, avrebbe avuto la possibilità di aiutare i bimbi che, come lei, erano stati abbandonati, donando amore. Non lo avrebbe mai fatto mancare e tutto quello che il Cielo le aveva donato gratuitamente, l'avrebbe riversato sui bimbi abbandonati. Li avrebbe presi per mano, e avrebbe raccontato mille storie diverse, per rallegrare i loro cuori e non farli abbandonare alla disperazione. Avrebbe mantenuto sempre accesa la candela della “Speranza” nei loro cuori, facendo conoscere il Genitore che è sempre presente, dentro ognuno, sussurrando ogni giorno parole d'Amore e di incitamento ad andar avanti con forza e coraggio. Avrebbe raccontato loro di quando, sola e triste in quella notte di Natale, il Papà aveva adornato il Cielo, disegnando un grande albero, adornandolo con le stelle e i pianeti. Di quando la Mamma le aveva ritrovato la sua bambola, asciugandole le lacrime e pervadendola d'Amore. E di tante altre volte che le Volte Celesti si erano chinate a lei, donandole parole dolci, confortanti, facendole osservare la vita e le sue vicissitudini da altre prospettive, quelle spirituali. Il grande Amore di Dio l’aveva investita; in ogni istante della sua vita, l'aveva condotta a guardare con gli occhi dello Spirito, e non della materia, da un'angolazione diversa, attribuendo così alle problematiche il giusto peso. Fino a quando era rimasta legata alla materia, tutto era pesante, ogni problema diventava insormontabile, la schiacciava, attingendo solo dalle sue forze. Ma da quando si era affidata totalmente a Lui, Lui le aveva donato le Sue Forze, aveva infuso il Suo Coraggio ma, soprattutto, le aveva fatto comprendere che l'unica cosa importante era quella di amarLo, come padre e figlia. Raggiungere l'intimità con il Creatore era stato il regalo più bello che mai lei avrebbe potuto fare. I problemi avevano preso le giuste dimensioni, le angosce e le paure erano sparite, e una grande Luce aveva pervaso il suo essere, donandole tutto ciò che un individuo possa mai desiderare: l'Amore.
“Quando nasce un bimbo, gli si deve dare tanto affetto, amore e protezione. È un dovere di voi essere umani, prendervi cura totalmente di lui, affinché cresca nell'amore e in nome di esso. Se venisse a mancare questo affetto, il bimbo cresce con delle carenze affettive che, una volta adulto, si ripercuotono sul suo sistema psico- neurovegetativo. Il non sentirsi amati provoca nell'interiorità un vuoto incolmabile, non si è completi, si sente che manca una piccola parte che va a completarvi. Piccola sì, ma molto importante, la sua mancanza fa sì che ci si senta ignorati, soli, isolati, ci si senta estranei, non accettati, e altro ancora. Da ciò che ne deduce, provoca la mancanza di questo sentimento così fondamentale per voi. Non solo nel bimbo è importante, ma anche nel ciclo della vostra vita terrena. Esso serve a dare fiducia a se stessi e a diffonderlo nel prossimo. È molto importante tutto ciò perché, se c'è una carenza di amore e si cresce con quest'ultima, le difficoltà terrene e l'approccio con il vostro essere si faranno sentire. C'è da non dimenticare che chi non ha e non riceva amore è più propenso a donarlo al suo simile, a tutto ciò che lo circonda perché sa cosa vuol dire essere senza. “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te.” Ashtar Sheran
Questo era un insegnamento che il suo amico stellare le aveva lasciato un giorno, scritto su una pergamena lasciata in mezzo ad un libro. Erano parole di vita, da insegnamento per tutti, grandi e piccini. Il tutto si traduceva nell'amore verso il prossimo e, in particolare, per ogni bimbo che nasce. È un cucciolo, che ha bisogno di cure, di attenzioni. La sua vita è totalmente dipendente dal genitore, da colui che ne ha cura. La sua crescita, sia del corpo che dello Spirito, ha bisogno di cure, e ogni genitore dovrebbe prendere in seria considerazione il progetto di donare la vita, prima ancora di giungere poi alla triste decisione di abbandonarlo. Il bimbo è parte del genitore, è vita che prende forma e va alimentata col tempo della pazienza e dell'amore. Giulia, che sapeva cosa volesse dire “essere abbandonati”, aveva tanto amore da donare, proprio perché sapeva cosa volesse dire “vivere senza”. “Vivere senza” rende l'individuo più sensibile, anche se la carenza di questo potrebbe condurlo a indurire il cuore, come aveva inizialmente fatto Giulia. Lo potrebbe condurre nei meandri delle tenebre, e irrigidirlo nei confronti del prossimo. Ma Giulia, grazie all'intervento della Luce, era riuscita a riaffiorare dall'oscurità, trasformando il suo cuore in carne, pronta a recepire l'amore che il Cielo le donava, offrendolo al prossimo che versava nel bisogno.
Era emozionante l’attesa dell'arrivo dei primi bimbi che avrebbero alloggiato presso l'istituto. Erano circa una ventina e per Giulia sarebbe stata una grande responsabilità prendersi cura di ognuno di loro. Sentiva dentro sè quella forza necessaria a superare qualsiasi ostacolo che avrebbe incontrato lungo il percorso. Sapeva che il Cielo le era vicino e l'avrebbe aiutata coi Suoi mezzi a donare amore e tutto ciò di cui bisognavano a questi orfani che non avevano alcun punto di riferimento. Lei, quale responsabile, sarebbe stata il loro faro, un approdo sicuro dove andare ogni qualvolta la disperazione avrebbe cercato di spegnere la Speranza ad un orfanello che avrebbe ricorso a lei con le lacrime agli occhi. L'avrebbe preso per mano e, con voce amorevole, gli avrebbe svelato il grande amore che il Cielo riversa su ogni bambino, donandogli giochi di magia per colorare la sua vita grigia. Avrebbe parlato del Padre Celeste che sta sempre accanto, portando ogni bimbo con sé nel Suo grande cuore. Avrebbe fatto capire che, anche se il mondo sbaglia nei tuoi confronti, anche se le persone ti fanno del male, ferendoti, c'è sempre dentro ognuno la Scintilla Divina del Padre che non abbandona mai, donando, se fede si ha, le meraviglie del Cielo. Occorre fare un passo verso la Luce, non rimanere impantanati nel fango della tristezza che, come sabbie mobili, avvolgono l'essere facendolo sprofondare negli abissi. Tutti i sentimenti e le emozioni negative devono essere abbandonate, devono scivolare via affinché la Luce afferri le tue braccia che cercano disperatamente di trovare un appiglio per uscirne fuori; con forza e coraggio, l'essere pian piano esce, con difficoltà estrema e, nonostante le sabbie mobili facciano gli ultimi tentativi per farti tornare indietro, la Luce ti afferra con tutto l'amore possibile e immaginabile. Quando l'individuo riesce ad uscire da quel pantano, ecco che cominciano a riaffiorare i pensieri positivi, sentimenti d'amore che lo fanno elevare, trasformando la sua vita. Sì, perché, chi come Giulia ha sperimentato cosa voglia dire l'amore di Dio, sa che dentro avviene una grande trasformazione, anche a livello organico, in quanto avvicinarsi alla Luce vuol dire anche questo: alleggerire la materia pesante per portarla al medesimo stato vibrazionale dello Spirito. L'uomo crede ancora di essere composto solo di materia, tralasciando l'unica e sola parte eterna che risiede dentro la materia stessa. Si potrebbe considerare quest'ultima come un "recipiente temporaneo" che accoglie, per il breve periodo di prova, l'anima che è collegata alla “Coscienza cosmica” attraverso il cervello, che è simile ad un ponte radio, poiché il pensiero non nasce dal cervello. Al momento del distacco con la materia, ecco che l'anima, sinora vissuta nell'oblio della vita spirituale precedente, si libera da quel corpo fisico, raggiungendo quel “mondo spirituale” che, durante la vita terrena, si era del tutto dimenticato. Lì ci si troverà con la propria coscienza davanti alle proprie azioni od omissioni. Dio è “Amore”, null’altro che “Amore”, ma ciò non vuol dire che l’individuo possa vivere questa vita terrena confidando nell'Amore che tutto perdona, giustificando quindi le proprie azioni negative e i propri egoismi. Nulla sapendo che l'uomo sarà giudice di se stesso, dovrà affrontare la sua coscienza che gli renderà conto di ogni volta che è stato insensibile nei confronti di se stesso e del prossimo. Giulia sentiva il bisogno di riversare tutto l'amore che nutriva per il Cielo su questi bambini e su ogni persona che avrebbe incontrato lungo il suo percorso. Da quando ascoltava il Silenzio, intorno a lei c'era Luce ed Armonia. Il Silenzio le sussurrava, le parlava, indicandole la strada da seguire. Mai aveva provato la forza del Silenzio, nel quale si perdeva dolcemente facendosi cullare e facendosi trasportare solo dove Lui voleva. Nel Silenzio aveva ritrovato la speranza di affrontare questa vita, perché tanta ce ne vuole per non cadere nei meandri della disperazione. “Nel Silenzio, il vento aveva sfiorato il suo viso, infondendole energia divina. Il suo volto s'irradiava di luci dorate, i suoi occhi splendevano come brillanti. I capelli venivano mossi dal vento, facendoli sembrare fili dorati. In questa Luce si perdeva, e ancor più nel Silenzio ove risiede la Voce interiore che fa battere forte il cuore. Solo chi non si perde in Esso, non potrà mai comprendere quanto assordante è la Voce che parla. Ha una Voce forte, ferma e decisa, ma al tempo stesso, molto amica. Non si può confondere con la tua, lo capirai quando La percepirai. Ma se il tuo tempo non dedicherai ad ascoltare la Voce del Silenzio nel Silenzio, mai potrà inseguire il senso di tutto questo. Penserai che son parole vuote, ma arriverà il giorno che il Silenzio incontrerai e nella tua mente queste parole ricorderai, comprendendo che non erano poi tanto prive di significato, ma erano colme delle Parole che escono dal Silenzio del tuo Cuore”. Ariel
“Nell’essere umano risiede questo fondamentale sentimento e bisogna essere sempre grati al Padre di averci donato questa sottile vibrazione che ci fa vivere tutti i sentimenti che son dentro l’individuo, sia nel bene che nel male. Sì, perché non si saprà mai cosa voglia dire “amare” se non si è sperimentato il lato negativo, vale a dire il male. Amando un altro simile, e non solo, ma tutto il creato, ci avviciniamo di più ad una maggiore consapevolezza e conoscenza universale. Se si nutrono sentimenti positivi, accettandosi così come si è, con tutti i pregi e i difetti, allora si prova anche l’amore per Dio. Il lavoro che ognuno deve compiere su se stesso richiede costanza e impegno quotidiano al fine di trasformarsi in torce di Luce prima di dare amore, con la consapevolezza che l’invisibile esiste. Anche se nascosto agli occhi fisici, è sempre visibile dal cuore. Lì risiede l’Assoluto, l’Amore Eterno che non smetterà mai di riversare amore, Fonte inesauribile, instancabile, affidabile, infinito, silenzioso, luminoso. Nell’Oceano, sia esso in tranquillità, che in burrasca, vi è un invisibile, ma percettibile suono che dà origine alla Vita delle vite. Basta predisporsi all’ascolto della Sua nota musicale, della Sua vibrazione per trasformarsi e tramutarsi.” L U C E
Ecco come gli insegnamenti di Luce prendevano forma giorno dopo giorno nella vita di Giulia, infondendole la conoscenza primaria che alimenta il piccolo tralcio, facendolo diventare parte della vite per produrre frutto. Il libro della sua vita era iniziato come di solito comincia una fiaba, dall’inizio triste, in cui il protagonista è immerso nella solitudine e nel dolore, ad una fine in cui il Bene trionfa sempre. Tra l’inizio e la fine, c’è tutto il corso della sua vita alle prese con l’eterna lotta tra il Bene e il male. Giulia aveva lottato tenacemente e, grazie alla sua volontà e all’aiuto delle forze del Bene, era riuscita a far sì che alla fine della storia, il Bene trionfasse. Ogni pagina del suo libro narrava la storia di quella piccola goccia che, pensando di esser sola, si sentiva persa, rendendosi conto della sua piccolezza. Ma da quando aveva percepito quel suono invisibile emesso dal grande Oceano; quella goccia aveva cominciato a vibrare, a ritmo della medesima vibrazione melodica del fluttuare delle onde dell’Oceano. E un’onda dietro l’altra, un suono dietro l’altro, una percezione dietro l’altra, quella piccola goccia si rende conto che quel grande Oceano è formato da tante piccole Gocce come lei. Nel realizzare ciò, si rende conto che se danza al ritmo dell'Oceano, percependo lo stesso suono e cantando la stessa sinfonia del grande Oceano, diventa un tutt'uno con Esso. E amando e amandosi al ritmo delle onde, quella piccola goccia si sente forte, perché solo annullandosi e perdendosi nell'immensità infinita, comprende di non essere più una piccola goccia, bensì Oceano!
Il tempo passava e quella che era l'emozione dei primi giorni era diminuita. Per Giulia, era come se questo orfanotrofio fosse esistito da sempre e non riusciva a vedere se stessa al di fuori di questo progetto. Era come se avesse sempre avuto quell'orfanotrofio e che quei bambini li conoscesse da sempre. In ogni bambino, era come se si vedesse allo specchio. Compenetrava ogni sofferenza, entrava dolcemente e rassicurava quel bambino che con tenerezza si affidava alla sua guida. Era solita, la sera, quando si riunivano dopo cena a vedere qualche programma televisivo, in modo da stare sempre in contatto con ognuno di loro e, qualora uno avesse avuto il bisogno di parlarle, era presente. Sapeva bene di non poter sopperire alla mancanza dei genitori, ma cercava di offrire l'immenso amore che il Cielo le aveva donato. Il Natale era alle porte. Era il loro primo Natale trascorso insieme. Giulia aveva iniziato già da tempo a decorare le porte, i vetri, i corridoi. Tutto ciò che era stato per lei il Natale, non lo sarebbe mai stato per questi bambini. Sarebbe stata una grande festa, e la loro casa doveva essere gioiosa, con mille luci colorate. Avrebbe fatto decorare due alberi, uno nella sala riunioni e uno più piccolo nella sala mensa. Un albero maestoso avrebbe invece decorato il cortile antistante. Era la prima volta che questa festa si sarebbe trascorsa in compagnia, e voleva che fosse tutto perfetto. Di sottofondo in filodiffusione, si sentivano le dolci musiche natalizie. I bambini erano euforici, e cominciavano a scrivere letterine a Babbo Natale. Un desiderio che avevano tutti era che ci fosse la neve, un bianco Natale. In questo Giulia poteva fare ben poco, ma una sera si affacciò alla finestra della sua stanza, come quando era piccola e si rivolgeva al suo Papà guardando la volta celeste illuminata dalle stelle. Respirò profondamente, faceva molto freddo quella notte. Mancavano pochi giorni alla gran giorno, forse la neve sarebbe potuta arrivare per allietare il cuore di quei bambini. Giulia sapeva che suo Padre la accontentava anche in queste piccole cose, la sua fiducia in Lui era totale che si rivolgeva per ogni cosa, anche per quelle che all'apparenza potevano sembrare banali. Ma che bel giorno sarebbe stato se il cuore di quei bambini fosse stato allietato dalla magia che la neve regala ad ogni atmosfera! Il paesaggio viene avvolto da un manto bianco e i fiocchi di neve che vengon giù trasportati un po' qua e un po' la dal vento, lo trasformano. Sembra un quadro dipinto su tela, da cui il pittore ritrae le più piccole sfumature per riportare tutti i sentimenti che il paesaggio fa emergere. Un senso di poesia, serenità, calore pervade lo spettatore, unitamente ai buoni propositi di un cambiamento nella propria vita. Questo paesaggio ricolmo d'Amore sarebbe voluto essere il regalo di Giulia per i suoi bambini. Pensò nella sua mente e chiese con il cuore: “Papà, son sempre qua a rivolgerti parole d'amore dal profondo del mio cuore. Tu sai già cosa ti chiedo, perché leggi nel cuore, ma la richiesta la rivolgo ugualmente a Te, affinché mi ascolti e negar non potrai questo mio desiderio che non è per me, ma per ogni bimbo che hai affidato a me. Tu sai quanto è stato triste il mio cammino, sempre sola guardavo le stelle, e Tu mi ricordavi, con gesti d'amore, che sola non ero, ma sempre mi eri accanto a frenare il mio pianto. Natali bui e tristi sarebbero stati se la Luce non mi avesse parlato. Con tocchi magici nel Cielo, facevi apparire nel mio cuore l'arcobaleno. Asciugavi le mie lacrime di dolore, inondandomi di tanto Amore. Una piccola preghiera rivolgo a Te, Tu che puoi tutto perché sei il Re, il Re dei Cieli e degli Universi interi. Basterà un solo soffio su questo cielo per far portare tanto gelo. Uno schiocco delle dita, e il paesaggio si trasformerà in un bianco manto, per allietare tutti i cuori. La mia preghiera so che ascolterai perché so che ogni bimbo che è quaggiù, abbandonato e senza speranze, solo in Te può confidare per avere un regalo che nessuno gli potrà mai fare. Tu ascolti ogni cuore, ma soprattutto ti intenerisci e non rimani insensibile alle grida di dolore dei bambini abbandonati e maltrattati. Con amor di Padre, vieni giù, come un vortice d'Amore e, con un gesto che per Te semplice è, regalerai un bianco Natale, solo come Tu saprai fare. Mi affido a Te, ma prima di andare a dormire, ti dico grazie perché sò che ancor prima di chiedere, Tu hai già accolto la preghiera mia. Un dolce bacio giunga a Te, in questa notte fredda, che poi tanta fredda non è se Tu stai sempre accanto a me.”
Capitolo 59 L'Annunciazione.
Era la vigilia di Natale e Giulia, giunta la sera, volle raccontare ai bambini una storia, una storia vera ma raccontata come una fiaba, per trasmettere ai bambini l'importanza del Natale, che non era un mero scambio commerciale, ma era la nascita nel cuore di ciascuno di Gesù. Nel corso dei tempi, questa festività perdeva sempre più l'importanza di un tempo, perché le persone l'avevano trasformata in uno scambio di regali, di auguri, di un rincorrere i negozi in maniera frenetica ma poi, dopo tutto questo, cosa rimaneva del Natale? A Giulia non era mai piaciuto il Natale fatto di carta e lustrini, ma la Luce le aveva insegnato ad amare l' “Amore”, il Natale voleva dire la nascita del cuore, che viene investito dalla Luce di Dio: Gesù si è incarnato, Verbo fatto carne, per amare, per trasmettere messaggi di profonda spiritualità all'umanità intera. Era sceso in terra, in piena umiltà, senza sfarzi. Allo stesso modo, la Mamma, in piena semplicità, aveva offerto il suo “SI” incondizionato al Padre, con la frase: Ecco, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la Tua Parola.” Questa manifestazione era l'inizio dell'avvento di Gesù. Ma i tempi moderni hanno annullato il vero significato del Natale, focalizzando l'obiettivo in un mero introito economico del business industriale e pubblicitario. Giulia voleva lasciare un'impronta diversa nei cori di questi bambini. Voleva raccontargli di quando la Madre Celeste aveva ricevuto, nella sua umile cassetta, l'arcangelo Gabriele, e delle fatiche che aveva dovuto affrontare con Giuseppe, suo sposo, per dare alla luce Gesù. L'albero di Natale era illuminato; al lato, c'era un grande presepe con immense montagne attorno alla capanna di Betlemme. I bambini erano veramente entusiasti e non volevano addormentarsi. Giulia prese il suo libro delle annotazioni, e cominciò a leggere: “Sto viaggiando velocemente, molto più velocemente dei viaggi astrali che ho fatto. La Luce, la scia di Luce mi ha portato in questo luogo. Sabbia, deserto, vento. Il cielo è azzurro e vedo una montagna in fondo. Non vedo nessun altro. Mi sto guardando intorno. Vedo delle palme, delle piccole case. In fondo, c'è un villaggio. Dall'Alto, mi suggeriscono di arrivare al villaggio. Sono in questo piccolo villaggio. Cammino per queste strade ciottolate, strette. Le persone che vedo sono vestite come ai tempi di Gesù. Cammino, osservo le piccole case come se una forza mi portasse, mi spingesse in avanti. Salgo una rampa con dei gradini, ora svolto a sinistra. Altre case, altra gente. Ridiscendo, c'è un sentiero con qualche ciuffo d'erba e delle case non più unite come prima ma sono un po' sparse. Sono davanti ad una porta. Non è molto alta. Ci passo appena. Scendo tre gradini, sono dentro ad un locale, in questa casa. C'è una giovane fanciulla dai capelli castano scuri, lunghi, quasi neri. Ha un abito stile comunione, di colore azzurro, la carnagione non è tanto scura ma un po' giallastra. Ha occhi grandi, belli, sembrano di velluto. Li vedo marroni, li vedo anche azzurri. Che strano! Una voce mi dice “non importa il colore, è l'espressione che conta. È quello che gli occhi emanano”. Di colpo, è sera. Il cielo è pieno di stelle, c'è la luna a falce, il leggero soffio al vento. Rispetto al giorno, il vento e un po' più freddo. C'è una Luce. Un punto luminoso in cielo che va a zig-zag. Si sposta velocemente. Da questo punto luminoso, un raggio di luce bianca va diritto nella finestra dove dorme la fanciulla. La illumina. Si materializza di colpo in camera un essere bellissimo con una tuta color argento. Ha lunghi capelli che gli ricoprono le spalle e grandi riccioli biondi. Due occhi grandi, bellissimi, verdi. E’ molto alto. La fanciulla viene svegliata dalla Luce e da una strana energia. Si spaventa un poco. L'Essere meraviglioso le parla e le dice questo: “Miriam, non ti spaventare, perché Io Messaggero di Dio Padre vengo a te con buone intenzioni. A te la lieta novella poiché amore puro tu hai, perché dall'alto dei Cieli scendesti per questo compito che ti hanno affidato gli Esseri Supremi ed il Supremo. Dal ventre tuo nascerà il Figlio di Dio Padre. A te questo grande compito, a te fanciulla adorata, nella tua verginità assoluta questo amore che Lui darà ai popoli. La fanciulla ora si trova in ginocchio, con il capo chino a pregare, e chiede mentalmente: “Ma perché? Sarò in grado? Mi crederanno? Che cosa succederà?” E questo angelo biondo, captate le sue energie mentali, alle sue domande risponde: “Il Figlio che porterai è Figlio di tutti i popoli. Sarà il Re di tutti i popoli, potenti e non. Credenti e non. Ricorda, Miriam, sarà tuo figlio terreno, ma solo terreno. A Lui sarà concesso il pieno potere di risvegliare le anime e i cuori. A Lui sarà concesso di ridare la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la parola ai muti. Ma non sarà concesso loro la vita eterna. Tu soffrirai due volte, figlia mia, ma lo capirai quando sarà il momento.” L'angelo, l'essere bellissimo, scompare di colpo. Rimane la Luce sulla fanciulla e lei è sempre in ginocchio che prega. Svanita la Luce, rimane un giglio nella stanza per terra. Ora svanisce tutto, la fanciulla, la casa, la notte. Ora sono rientrata.
Un uomo e una donna avanzano da lontano. Camminano a piedi in questo deserto con un asinello. È la fanciulla di prima, molto provata è stanca. Si vede dai segni sul viso. È affaticata. Stanno scappando. E’ giorno. Camminano e camminano. Anche l'asino è stanco. Arriva il tramonto. Si fermano a un’oasi. Riempiono delle otri di acqua, riposano sotto una palma. Mentre riposano, il tramonto. Vedo in cielo come delle stelle cadenti. Si fa sera. Riprendono a camminare. Questa volta il vento è più freddo delle altre volte. È più gelido. E la fanciulla ha freddo. Si mette sul capo lo scialle. Sembra una coperta pesante e si avvolge. L'uomo che è al suo fianco, l'aiuta a salire sull'asinello. Lei con le mani si tiene il ventre e ripartono. Il vento è sempre più freddo, più gelido, nonostante la notte sia sempre stellata. È luna piena. C'è un alone attorno alla luna. Sembra un arcobaleno di tanti colori. Arrivano a una specie di casa diroccata fatta di sassi, disabitata. La fanciulla viene aiutata dal suo compagno a scendere dall'asino. Cammina a malapena. È sofferente. Preparano un giaciglio per passare la notte. Come possono, naturalmente, con quello che trovano li intorno, rovi portati dal vento, erba secca, tanto per coricarvisi sopra. All'improvviso, sta male, molto male. Appare una grande Luce che non permette neanche a me di vedere. È una Luce enorme. Riempie tutto il locale ed esce da quella porta che ormai non è più porta. È tutto diroccato in questa specie di casa, ma è tutta avvolta nella Luce. Sono Mikhael, Arcangelo di Dio. La nascita del Figlio dell'Uomo sta per compiersi, ma non come pensate voi umani sulla Terra. Il 25 dicembre, Gesù è nato si di dicembre ma non proprio alla mezzanotte, qualche ora dopo. “Nacque un bimbo piccolino, amore donò il Bambino alla Terra circostante, agli abitanti, agli animali, alle piante. Amore Puro Egli è e nel suo cuore non c'è odio, ma solo Amore. Alle anime in solitudine, dà la gioia; alla madre che piange, dà conforto. La pace è venuta per donarvi amore. Canta il cuore con ardore, l'amore più dolce di un fiore. Ama il prossimo tuo come te stesso, tutto ciò che è anche complesso. Ma non cercare a tutti i costi di sapere, di trovare, se non dentro te, uomo, perché è lì che dovrai regnare.” Mikhael, che l'Amore di Dio regni nei vostri cuori.
“Sono Madre Celeste, figli miei adorati. Il Mio sacrificio di Madre per l'umanità è stato fatto per voi uomini terreni. Fate in modo, figli miei adorati, che questo sacrificio sia innovatore nei confronti delle vostre anime e del vostro spirito. Io dico all'umanità intera di convertirsi, di accettare la parte spirituale, cristica, religiosa che è innata in ogni essere umano. Di non rinnegarla, di non rifiutarla, ma di scoprirla e di accettarla con benevolenza, con amore, con devozione, per il Figlio dell'Uomo, per mio Figlio e per vostro Padre che è nei cieli. Auguro a voi uomini terreni ogni bene perché Mio Figlio Jesus, quando nacque, nacque su un suolo terreno in Terra. Dal Cielo alla Terra, con amore, per amore. La Mia Benedizione sia su di voi, figli miei adorati, e sull’umanità intera. La Madre Celeste, che vi ama e vi abbraccia.
Dopo pranzo, Giulia era solita salire in camera e immergersi nella preghiera. Di recente, stava leggendo il “Diario, la misericordia divina della mia anima”, di Santa Faustina Kowalska. L'aveva da subito colpita la semplicità e la profonda umiltà di questa suora e, soprattutto, l'intimità e il dialogo che aveva nei confronti del Padre. Ogni sua azione era vidimata dalla volontà di Dio, anche la più insignificante. La sua vita aveva un significato solo se unita alla volontà del Padre. Ogni anima si può rapportare simbolicamente a una goccia. Questa sgorga da una Sorgente di alta montagna. Da questa Sorgente, che rappresenta la Sorgente Divina, esce la goccia. Questa scorre sul greto del torrente, o del fiume . Il letto del fiume rappresenta la vita terrena di ciascuna anima che vive e agisce in un corpo materiale. I pendii, le curve le pianure, rappresentano le tappe della vita. I pendii in discesa sono i momenti della giovinezza, i periodi di euforia, in cui si corre freneticamente, si vive l'avventura della vita considerata in senso meramente materiale. Le curve rappresentano le svolte, le scelte, che ciascuna anima fa nel momento in cui si trova a dover scegliere da che parte stare. La pianura rappresenta, appunto, il momento di fermo apparente, dedito alla meditazione e alla decisione finale. E la goccia continua il suo percorso, fino a giungere al mare, a un lago, immergendosi e confondendosi in esso. Il mare, il lago, l'oceano rappresentano la Divina Misericordia che accoglie ogni singola anima che, con fiducia, si immerge nell'Oceano della Divina Misericordia. L'anima che ha preso la decisione che la conduce al Bene, si immergerà in questo vasto Oceano, ritornando a sua volta, a quella Sorgente Divina da cui era partita in origine. Giulia, nel leggere il Diario poteva osservare come quell'anima, già in terra, si confondeva e si immergeva in questo Oceano Divino. L'aveva colpita in modo particolare quanto scritto dalla santa in data 1 10 1937, versi 1316, 1317 e 1320, ove Gesù le diceva le testuali parole: “Figlia, ho bisogno di sacrifici fatti per amore, perché solo questo ha valore per Me. Grandi sono i debiti contratti dal mondo con Me; le anime pure li possono pagare con i loro sacrifici, praticando la Misericordia spiritualmente”. Prosegue, rivolgendosi alla Santa: “Lo so, figlia Mia, che lo comprendi e che fai tutto quello che è in tuo potere, ma scrivilo per molte anime, che talvolta si affliggono perché non posseggono beni materiali con i quali praticare le opere di Misericordia. La Misericordia spirituale però ha un merito molto maggiore e per essa non occorre avere né l'autorizzazione né il granaio, essa è accessibile a qualsiasi anima. Se un'anima non pratica la Misericordia in qualunque modo, non otterrà la Mia Misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime sapessero accumulare per se tesori eterni, non verrebbero giudicate, prevenendo il Mio giudizio con la Misericordia!” In quel momento, la Santa ebbe uno slancio d'amore profondo dicendo a Gesù che gli offriva l'anima, il corpo, l'intelletto e la volontà e tutti i sentimenti del suo cuore. Ma Gesù, con una risposta ferma, rispose: “Figlia Mia, non Mi hai offerto quello che è effettivamente tuo. Figlia, dammi la tua miseria, che è l'unica tua esclusiva proprietà.” Quanto facevano riflettere queste parole a Giulia! Nulla ci appartiene, tutto è Suo, di Sua proprietà. Di nostro, c'è solo la miseria e la nullità dell'essere se rimane come tralcio staccato alla vite. Solo la consapevolezza di questa totale appartenenza a Dio, rende l'uomo divino, di Sua appartenenza. Poi il Gesù continuò dicendo: “Alle tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel Mio abbandono al momento della morte. È un'ora di grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella Mia tristezza mortale. In quell'ora non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione. Cerca in quell'ora di fare la Via Crucis, se i tuoi doveri non lo impediscono. Se non puoi, entra per un istante in cappella e venera il mio Cuore pieno di misericordia nell'Eucarestia. Se sei impedita anche di far questo, raccogliti di almeno per un attimo in preghiera sul luogo stesso dove tu ti trovi.” Santa Faustina, alle tre di ogni pomeriggio, pregava così: “Oh Gesù, Tu sei appena morto e già una sorgente di vita è sgorgata per le anime. O sorgente di vita, incomprensibile misericordia di Dio, avvolgi il mondo intero e riversati su di noi. O sangue e acqua, che scaturisci dal cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in Te!” Poi continuò ancora: “Ecco come reciterai la coroncina della Mia Misericordia. Comincerai con il Padre nostro, Ave o Maria e il Credo. Poi, usando una comune corona del Rosario, sui grani del Padre reciterai la preghiera seguente: “Eterno Padre, ti offro il Corpo e il Sangue, l'anima e la Divinità del tuo Dilettissimo Figlio e nostro Signore, Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo.” Sui grani dell’Ave Maria, aggiungerai per dieci volte: “Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.” Alla fine, ripeterai tre volte questa invocazione: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.” Giulia era profondamente colpita dalla lettura di queste pagine che esprimevano il profondo Amore che il Padre nutre per ogni anima offrendo la Sua Misericordia Infinita. Da quel momento, alle ore tre pomeridiane riuniva in preghiera i bambini e le suore, per recitare la Coroncina della Divina Misericordia. Era una dolce pratica che univa l'anima in un'ora particolare al Suo Creatore. Cos'era la Misericordia Divina? Com’era espressa? Gesù lo esponeva in maniera amorevole sempre in questo “Diario”, in un dialogo con un'anima peccatrice: “Sono Io la tua forza. Io ti darò la forza per la lotta.” “Perché hai paura figlia Mia, del Dio della Misericordia? La Mia Santità non Mi impedisce di essere Misericordioso con te. Guarda, o anima, che per te ho istituito un trono di Misericordia sulla Terra, e questo trono è il tabernacolo e da questo trono di Misericordia desidero scendere nel tuo cuore. Guarda, non mi sono circondato né da un seguito né da guardie, puoi venire da Me in ogni momento, in ogni ora del giorno voglio parlare con te e desidero elargirti le Mie Grazie.” E nella Conferenza sulla Misericordia, specifica alla Santa: “Sappi, figlia Mia, che il Il mio Cuore è la Misericordia stessa. Da questo mare di Misericordia le grazie si riversano sul mondo intero. Nessun anima che si sia avvicinata a Me, è ripartita senza essere stata consolata. Ogni miseria affonda nella Mia Misericordia e da questa sorgente scaturisce ogni grazia salvifica e santificante. Figlia Mia, desidero che il tuo cuore sia la sede della Mia Misericordia. …Tu conosci tutto l’abisso della Mia Misericordia, attingi perciò ad esso per te e soprattutto per i poveri peccatori. È più facile che il cielo e la terra cadano nel nulla, piuttosto che un’anima fiduciosa non venga abbracciata dalla Mia Misericordia”. (1777. Dal “Diario”).
Capitolo 62 Gesù, confido in Te!
Quando smise di leggere queste parole di incommensurabile e profondo amore, Giulia scoppiò in lacrime. Gesù disse alla santa: “Prima che creassi il mondo, ti ho amato di quell’amore che oggi il tuo cuore sperimenta e per tutti i secoli il Mio Amore non cambierà mai”. Questo Amore era rivolto ad ogni goccia facente parte dell’Oceano della Divina Misericordia. Un amore immenso che disarmava Giulia e chiunque leggeva queste pagine con un cuore di carne. Non era facile ascoltare la Voce interiore, ma proprio Gesù aveva affermato: “Procura di vivere nel raccoglimento, in modo da poter udire la Mia Voce; essa è tanto sommessa che possono udirla solo le anime che vivono nel raccoglimento…” Ecco la Voce del Silenzio! Solo quando Giulia si era isolata dai rumori della vita quotidiana, rinunciando a se stessa, era riuscita, nel silenzio, ad ascoltare la voce sommessa del Padre. Molti pensano che Dio si trovi nei tuoni, nei vortici di vento, nelle cose eclatanti, rimanendo poi sorpresi di trovarlo nella brezza leggera del vento, nella pace, perché Dio è Pace. Non c'è Pace senza Dio, non c'è Dio senza Pace. Dio si trova nel pianto di un bimbo, nell'abbraccio amorevole tra la madre e il figlio, perché Dio è amore. Dio è nel fiore che sboccia, facendo cadere la goccia di rugiada che alimenta altra vita, perché Dio è Vita. Lo trovi nella calma dell'Oceano, nella sua apparente stasi, perché Dio è Quiete. Lo trovi nel canto degli usignoli e nel grido delle rondini, perché Dio è gioia. Lo vedi nel mutare della natura che cangia i suoi colori al mutare delle stagioni, perché Dio è Movimento. Lo trovi nell'abbraccio tra il figlio pentito in lacrime e il padre che lo perdona, perché Dio è Perdono. Lo trovi in quella Eterna Speranza che Lui è sempre lì, pronto ad accogliere con Amore Misericordioso l'anima pentita che, fiduciosa, ricorre alla Sua Misericordia. Perché Dio è Misericordia. Dio lo trovi in tutto, perché Lui è Tutto. Con questa fiducia, Giulia, abbandonandosi nel Suo braccio, gridava gran voce: “Gesù, Confido in Te!”.
Non importava gli errori, gli sbagli sinora fatti, importava il sincero pentimento e l'amore per tornare ad essere una persona nuova, positiva, con la certezza che il Padre l’avrebbe accolta, sorridente, avvolgendola nel Suo grande Vortice d'Amore.
Capitolo 63 Un bianco Natale.
Quella mattina di Natale, tutti i bambini erano in fermento. Avevano trascorso la vigilia in una calda atmosfera. I racconti di Giulia avevano riscaldato i loro cuori. Non avevano mai trascorso una festa così bella, in allegria. I loro dispiaceri e le loro paure erano svanite. Giulia aveva fatto in modo che ogni cosa fosse al posto giusto per dar loro sicurezza. Le musiche, le decorazioni, il caldo tepore dei riscaldamenti, l'albero di Natale, il grande Presepe, li faceva sentire amati. Basta poco a donare un sorriso a un bambino! Basta proprio poco! Basta donare amore incondizionato di non farli sentire rifiutati, bensì accolti, accettati. I colori, la musica li faceva sentire meno soli. Quando è la luce che parla, ecco che il cuore si apre verso una dimensione nuova, si apre all'amore vibrazionale del Padre che ama infinitamente ogni Suo figlio, in ogni istante della sua vita. Un amore che si rinnova giorno dopo giorno, anche se, spesse volte, il figlio è ingrato, incredulo alle meraviglie che il Padre, non ancora riconosciuto, ha creato; ha fatto il dono più bello, che non si può comprare in nessun luogo: la “vita”. Se ci si soffermasse un solo istante a questo importante dono, si apprezzerebbe la vita in maniera totale, aprendosi al prossimo che versa nel bisogno. Non esisterebbero più la rabbia, l’ira, il rancore, con le azioni conseguenti: omicidio, suicidio, violenza, abbandono, e così via. Se si considerasse che Dio ha creato gli universi interi con i suoi abitanti, donando “Vita” solo per l'Amore, ci si prodigherebbe ad allontanare per sempre il male. La vita quotidiana rende visibile l'orientamento dell'uomo, che tende a preferire le tenebre e non la Luce, senza sapere che la Luce non potrà mai essere sconfitta e, nella sua battaglia finale, vincerà e trionferà il Regno di Luce, il Regno di Dio, ove vi è Amore, Pace e Luce. “… Dio infatti ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio Suo Unigenito affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio infatti non mandò il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede in Lui non viene condannato; chi non crede in Lui è già condannato, perché non ha creduto nel nome del Figlio Unigenito di Dio. Ora, il giudizio è questo: La Luce venne nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la Luce, perché le loro opere erano malvagie. Poiché chiunque fa il male odia la Luce e non viene alla Luce, perché le sue opere non siano smascherate. Con lui invece che fa la Verità viene alla Luce, perché si riveli che le sue opere sono operate in Dio.” (Giovanni 3, 16)
La Luce è la strada da seguire per ritrovarsi e confluire alla fine del cammino di questa vita terrena, nell'Oceano Misericordioso di Dio. Quella Luce che ora illuminava quella giornata di Natale. Giunto il mattino, i bambini scesero di corsa le scale, in pigiama, gridando e cantando. Volevano uscire fuori per vedere se era scesa la neve. Giulia li fermò in tempo, per far indossare i cappotti. Sapeva che fuori la neve cadeva giù a fiocchi! Lo sapeva sin da quando aveva chiesto questo regalo per i bambini. Era certa che il Padre non li avrebbe mai deluso. Avrebbe regalato un bianco Natale. Appena fuori, i bambini gridarono per la gioia. Miriadi di fiocchi bianchi investivano i loro visi; l'albero nel cortile era imbiancato, così come tutta la natura intorno. Era uno spettacolo maestoso. Lo era altrettanto per Giulia nel vedere quei bimbi così euforici. Cominciarono a prendere gli slittini, tirandosi le palle di neve. Sarebbe stata una giornata intensa. Sarebbero andati tutti insieme alla funzione religiosa, poi le suore avrebbero provveduto a preparare il pranzo di Natale. Il pomeriggio avrebbero giocato a tombola e poi, nella sala comune, avrebbero visto un bel cartone animato. La sera, poi, si sarebbero raccolti per le preghiere e per ringraziare il Padre per la splendida giornata. Per Giulia, era importante dire “grazie” sempre al Padre, ogni giorno della sua vita. Sia se le rispondeva, sia che ritardava nell'esaudire quanto richiesto, il suo “ grazie” era sempre nel suo cuore. Lo ringraziava appena si alzava, quando lavorava, mentre mangiava, quando passeggiava, quando andava a dormire, ogni momento della sua vita era un ringraziamento dal profondo del cuore a suo Padre che le aveva dato l'opportunità di rinnovare la sua vita, di aver potuto dare un sorriso a quei bambini sfortunati. La gioia di poter dare loro conforto nei momenti del bisogno, era immensa e ripagava tutto il dolore che aveva sofferto nella sua vita. Era proprio vero, solo un amore grande può cancellare il dolore. L'amore verso il Cielo l'aveva portata a dimenticare e perdonare chi le aveva fatto del male l'Amore del Padre aveva sanato le sue ferite, proprio come fa buon medico. Il Padre, con dolcezza e pazienza, aveva lenito la sua grande sofferenza, col balsamo del Suo Amore le aveva cancellato dalla mente i brutti ricordi, facendole riaffiorare solo quelli belli. Col calore e la comprensione che un Padre ha verso la propria figlia, l’ha amata, chiedendo amore, sradicando giorno per giorno quel male che si era radicato nel suo cuore indurendolo, aprendo i suoi orizzonti verso le frontiere celesti. Sono pochi coloro i quali, alzando gli occhi al cielo, riescono a vedere al di là delle apparenze, riuscendo a scorgere un mondo invisibile “vivo e vegeto”. Molti credono sia un'illusione e che la morte chiuda la scena del sipario della vita terrena, oltre la quale esiste il “ Nulla “. Si dovranno ricredere un giorno, ma nel frattempo si perdono i colori più belli e i profumi più intensi che la vita offre; le sorprese che il Cielo dona a chi, con gli occhi della fede, vive la propria vita con l'assoluta certezza di non esser solo, di avere sempre accanto una guida celeste che il Padre ha affidato a ciascuno. Se si imparasse a dialogare, a chiedere, ad affidarsi, questa vita si trasformerebbe, diventerebbe quasi magica, anche nella sua quotidianità. Perché, quando il tralcio rimane alla vite, porta molto frutto; e nel suo rimanere ancorato alla vite, nel suo apparente fermo nel quotidiano, vive invece una “ vita unica”. Nessun tralcio è uguale all'altro, ma se resta radicato alla vite, il frutto sarà sempre opera del Bene. Ogni albero si riconosce dai suoi frutti. La vita è quell'albero, sta alla coscienza individuale farlo crescere, tendendo al Bene. Il libero arbitrio può far propendere la scelta al suo opposto, ma alla radice, c'è sempre la presenza di Dio che porta a se tutti i suoi figli, persino i più persi. Perché è proprio la Sua grande Misericordia che accoglie tutto e tutti. La consapevolezza che Lui è lì, pronto a perdonare e accoglierti, ti fa vivere e provare l’emozione immensa dell'essere perdonati, dell'essere amati, nonostante un giorno, per scelta, si era intrapresa la via che porta al male. Dio è Luce e quella Immensa Luce va ad investire ognuno nella misura in cui vuole essere investito. Se si fa la scelta che porta all'Amore, quella Luce penetra nel profondo dell'essere, alimentando quell'anima una volta distaccata, e quell'albero che prima era spoglio, con rami secchi, comincerà a vedere spuntare le prime foglie verdi, i rami si copriranno di verde e accoglieranno tanti uccellini che allieteranno le sue giornate. Quell'albero quasi arido, donerà alimento, riparo e vita a sua volta, perché attingerà dalle sue radici la forza, l'alimento divino che è “vita”. È sempre accesa la Speranza che conduce al rinnovamento interiore, al cambiamento, affinché già in questa vita terrena si possa vivere con gli occhi dello Spirito, che trasforma e rinnova tutto ciò che è Vita. Per Giulia, la vita era questa, amare suo Padre, essersi immersa nella Sua Misericordia e fare la Sua Volontà, vale a dire: “Dio, mi abbandono a Te, pensaci Tu”. Pensandoci Lui, aveva trasformato la sua vita, regalandole profumi, colori, amore, armonia; bastava abbandonarsi in Lui e tutto era più facile. La sua vita sarebbe stata un divulgare e far conoscere a tutte le persone che avrebbe incontrato questa grande esplosione d'Amore che è il Padre. Molti non l'avrebbero presa in considerazione, molti l'avrebbero derisa, ma ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe percepito e amato quella Scintilla Divina, trasformando il suo cuore di pietra in cuore di carne. Portare quel cuore al Padre sarebbe stato il regalo più bello che lei Gli avrebbe potuto fare, sempre e solo per Amore. L'albero deve portare i suoi frutti, i frutti sono le opere, le opere sono aiutare il prossimo. Avere fede senza opere è un albero che non porta frutti. L'Amore non può essere taciuto e la Verità, va detta per chi, con buona volontà, comincerà a prendere l'aratro senza voltarsi indietro, ma andando avanti verso la via che conduce a Cristo.
Momenti di
Riflessione….
Capitolo 64 Messaggi all'umanità.
“Poiché tutto si muove e continua ad evolversi, cioè viene guidato in maniera intelligente, tutto è emanazione di una Intelligenza. Essa è il Generatore. Tutto ciò che esiste ne è il “frutto”.
(Ashtar Sheran da “La voce degli extraplanetari”, ed. Mediterranée)
Lode a Dio e Pace sulla Terra. Noto, sento e vedo come l'umanità va via via svolgendo la sua vita quotidiana. Sento la vibrazione delle anime, dell'anima di ognuno. I dispiaceri, le gioie, i dolori, quel soffocare di voci dentro di voi, a volte dolorose e a volte gioiose. Perché il dolore, voi umani, lo soffocate? Perché molti umani non lo fanno risalire come un fiume impetuoso, facendo sgorgare dagli occhi le lacrime o far uscire le grida? Perché gli uomini non ascoltano il suono e la vibrazione del cuore? Suono, cos’è suono? Vibrazioni che dal vostro orecchio salgono fino alla vostra materia cerebrale. Dipende dal suono poi. E che ne dite, voi umani, del suono del cuore e dell'amore? Che vibrazione ha per voi questo? Ognuno di voi sulla Terra, se dovesse ascoltare una minima parte del suono del cuore, allora ci sarebbe gioia, colori, vibrazione, non solo dell'anima ma della vostra aura, del vostro eterico fino a giungere, come un coro elevato, a noi e noi partecipare con altrettanta gioia per voi. Partecipiamo, certo, anche con voi e per voi ai vostri dolori, al dolore dell'uomo. Quando avete dei dispiaceri, con gli occhi rivolti al Cielo, dite: “perché o Signore... Gesù, la Madonna, o i santi? Tutti li invocate, aiutateci! Bene, Essi sono là. Ma sono proprio là in Cielo o sono dentro di voi, vicino a voi? Pensate a questo, umanità, sono in voi, sono con voi! Sono vicino a voi, sono intorno a voi, e di questo non ve ne rendete conto. Alcuni sentono e sanno, altri ignorano ciò, altri non credono. Ma di tutto questo mio dire, poi umanità, credete in voi? In ciò che fate? Credete che esiste un Dio? Credete al vostro spirito e alla vostra anima? Pensate, dall'alto per noi siete come un granello di sabbia, tanti piccoli granelli, uno vicino all'altro, da formare un deserto. Ma anche nel deserto esiste la vita, per l’intervento del Divino. Esiste in quell'angolo remoto, in quella zona che è a voi nascosta, inesplorata, ma c'è. Anche a chi faticosamente porta il sacco pesante della materia su di lui, dentro c'è Dio. Certo, voi umani, potete, se volete, alleggerire quel sacco con l'intelligenza, l'umiltà e tanta fede. Ma ricordate umani, anche se lo rendereste più leggero, è vostro. Nel momento del bisogno, anche se avete persone che sono pronte ad aiutarvi, siete sempre voi che dovete aiutarvi e lavorare su voi stessi. Quindi, risolvete i vostri problemi cercando la fede, se l'avete persa, cercando dentro di voi Dio e ricordate bene che Lui è sempre con voi nella gioia e nel dolore. Non chiedeteGli perché proprio a me? Perché tu, umano, hai scelto ciò. È troppo crudele questo mio linguaggio, vero? Purtroppo è così. Accettate tutto questo, a ciascuno il proprio fardello. Accettazione! Essere nella piena consapevolezza di accettare quello che la vita terrena vi riserva. Non lamentatevi, non piangete sulle vostre disgrazie ma risolvetele. Accettatele come un insegnamento, poiché siete in una scuola terrena, di materia pesante, a volte, ma è scuola. Quindi dovete imparare a risolvere con volontà, con precisione, con consapevolezza i vostri problemi e non chiedete del domani cosa vi riserva. Andate avanti giorno per giorno, con la fede in voi stessi, con il Potenziale che avete dentro di voi. Credeteci! Potete riuscire, se solo lo volete. Provateci! Volere di Dio, volere di Dio Padre. Dio vuole l'umanità umile e servile, con i propri fratelli, che si amino gli uni con gli altri. Un mondo pulito, un mondo dove l'energia della natura stessa si riflette nei vostri occhi e gli occhi di voi umani riflettono quella Luce Divina, di Scintilla di Dio che è dentro di voi. Questo è il volere di Dio Padre. Ma poi, l'umanità vuole ciò o vuole solo cose costose e materiali? Tutto questo non riflette Luce Divina, non dona un’ energia buona, pulita intorno a voi. Per fortuna, non tutti sono così. La natura da noi è totalmente diversa sia nei colori che nelle forme, è una diversità tale che è impossibile per me descrivere ciò che è nei nostri mondi; anche un pittore non riuscirebbe ad imprimere sulla tela il colore della nostra natura. Eppure di natura natura si tratta! Perché allora questa diversità? Dio creò tutto uguale. Certo, creò anche la dualità, il giorno e la notte; ma il cielo è cielo, sia di notte che di giorno. Il giorno, con il sole, ha il suo bagliore; la notte è buia, eppure è bella…., la luna, le stelle, i pianeti. La natura è natura, certo, ma diversa. Eppure dovrebbe essere tutto uguale, come i colori, i fiori, soprattutto con i profumi. Come vorrei tanto far sentire a ogni essere umano che Dio è in loro, l'amore che Egli dà a tutta l'umanità, al vostro pianeta! Vorrei che i cuori degli uomini fossero di vibrazioni in sintonia con loro e tra loro uguali. Ma questo so che non è possibile, perché ogni essere umano è diverso l'uno dall'altro, da un suo fratello come sentimento. Se tutti gli umani cercassero di capire, di concepire la parola “Dio” e capire che sono stati generati da un Assoluto, da una grande vibrazione d'Amore e che questa è dentro ognuno di loro, allora tutto quanto, dico tutto, sul vostro pianeta si armonizzerebbe. Armonia, suono, colori = Amore. E’ vero che non siete tutti uguali, ma la Verità qualcuno la vuole sapere ed ha questa grande forza dentro come un vulcano che gli fa dire: " io voglio ". La parola “io voglio” voi la usate solo per i vostri scopi, per capricci, per testardaggine. Sbagliato! Dovreste dire a voi stessi: io voglio capire, io voglio sapere, io voglio amare, io voglio crescere, io voglio conoscere Dio. Come il vento fa tremare le foglie ed ondeggiare le cime degli alberi, così è la carezza di Dio in voi, fà fremere, fà tremare, fà arrivare alla Conoscenza! Ricordate che quando vi sentirete sulla cima più alta, non siete ancora arrivati. Altre vette, altre cime intorno a voi sono da scoprire. Cos’è l'uomo? Scoprite voi stessi umani, prima di scoprire altre determinate cose nuove. Abbiate sempre e comunque e ovunque la fede in voi. Dio è amore, Dio è perdono, Dio è gratitudine, Dio è speranza, Dio è volontà, Dio è Immenso. Dio è Dio. Ma Dio è anche uomo. E l'uomo è anche Dio. Ma soprattutto, umani, Dio ama senza chiedere. Che il grano sia fecondo su questa vostra Terra che Dio ama tanto, e voi, umanità, cosa fate per Lei, voi la amate? Che la Pace e l'Amore universale di Dio regnino nei vostri cuori. Ashtar Sheran
Capitolo 65 Io ti porterò….
Io ti porterò sempre, amico mio, lungo il cammino di questa vita. I sentieri sono impervi, la strada è lunga, ma con Te nella mia bisaccia, tutto mi sembra più sicuro. Io Ti porterò nella mia sofferenza, dove Tu entri dolcemente per apportarmi la giusta cura. Tu entri, mi sollevi, mi sostieni. Io Ti porterò nel mio silenzio, perché è soprattutto in questo che riscopro la Tua Voce. Nel silenzio mi perdo, mi annullo, Ti ascolto. Mi indichi il percorso da seguire. Nonostante incontri difficoltà e sofferenze, mi sollevo e affronto il tutto, perché so che la Forza che dentro ho non è mia, ma è Tua, quella del mio caro amico che segue sempre il mio cammino. Io Ti porterò nelle strade, al fratello che crede ancora che è solo a camminare. Pensa che il suo andare sia solitario e mai alza lo sguardo per chiamarTi ad alta voce, gridando: “aiutami, oh mio Signore”. Ancor di più, Io Ti porterò nel mio cuore, sede del Tuo Amore. Nei momenti di smarrimento, Ti sento nel Silenzio del mio cuore. Io ti porterò sempre con me, dolce amico mio, tienimi per mano, affrontiamo insieme, col sorriso, questa vita che è persa se non ci sei Tu che cammini con me. Un grazie dal mio profondo: Grazie Gesù, pensaci Tu!
Ecco che, quando avviene la Trasformazione, l’essere si riveste di Luce nuova, quella Luce che, partendo dall’interno di se stesso, si espande come linfa vitale, dando ossigeno, nutrimento per la continuità e l’espansione per l’essere spirituale. Il vecchio, per forza di cose, deve essere tramutato, dal negativo in positivo; ciò che erano sentimenti deleteri, devono essere tramutati in sentimenti più eterei, leggeri, meno pesanti, affinché l'individuo riesca a entrare in contatto con l'Entità Spirituale per Eccellenza, arricchendosi così del Suo Tesoro Spirituale. La Trasformazione deve avvenire in ognuno, affinché possa avvenire la Rinascita. Quando Gesù si trasformò sul Monte Tabor, era la rappresentazione di come ogni individuo, per accostarsi al Divino, deve alimentare la parte eterea di Lui, non visibile, ma palpabile dalla sua coscienza individuale che, parlando e suggerendo ciò che l'individuo dovrebbe fare, fa realizzare che è viva, sempre presente e ha bisogno di cure e attenzioni. La meditazione interiore è la strada principale per raggiungere l’unione con lo Spirito. Il Monte rappresenta la solitudine, l’introspezione, il raggiungimento dello Spirito con Dio. Ma se l'individuo, preso dalle sue mille preoccupazioni e affanni quotidiani, non trascorre ogni giorno il suo tempo sul Monte Tabor per trasfigurarsi, trascorrerà la sua vita dedicandosi al nulla più totale, diversamente dedicandosi alla riscoperta del sè interiore, si dedicherebbe al nulla apparente ma che contiene in sé la vera Sorgente di Vita. Quale figlio, sapendo che il suo genitore si trova in una località lontana, spinto dal profondo amore e dal bisogno di un abbraccio, non fà di tutto per andare a cercarlo, con ogni mezzo? Così è per la ricerca del Padre Creatore, che ha donato a ciascuno la Sua Energia trasformante al fine di poter riconoscere la propria figliolanza. Quando il figlio, immerso nel profondo Silenzio interiore, riconosce che quel Padre che riteneva tanto lontano è il Suo genitore, altrettanta fatica e impegno metterà per conoscerLo e, infine, amarLo. Ma, diversamente dalle vicissitudini terrene, non occorre mettersi in viaggio all'esterno dell'essere, utilizzando mezzi da viaggio, bensì il viaggio è più economico, non abbisogna di denaro, ma solo di buona volontà nell’intraprendere quel viaggio che lo condurrà all'interno del suo essere, per trovare quella Sorgente trasformante che è celata, ben nascosta, perché desidera vedere l'Amore e l'Impegno che ciascuno mette per arrivare a Lui. Se avesse lasciato le cose semplici, non ci sarebbe stato quell'impegno quotidiano, nonché la buona volontà nel percorrere e proseguire la ricerca. Molti, lungo il cammino per giungere al Monte Tabor, si fermano affaticati in quanto non ben allenati, arrestando così il cammino. Molti altri, più allenati, si fermano a metà, in quanto l'allenamento non è stato accompagnato dall'Amore. L'allenamento del corpo si arresta là dove si arresta il campo del visibile e, giunto a metà strada, contento di esser ricco del suo edonismo, torna indietro ritenendo di avere scoperto cosa voglia dire l'essere perfetti in esteriorità. Sono coloro che si fermano a ciò che si vede. La moltitudine che era in partenza si snellisce in numero, fino a rimanere solo in due con Gesù, Mosè ed Elia, che rappresentano coloro che, non arrestandosi all'esteriorità dell'essere, meditando profondamente e sperimentando Dio nella loro vita, hanno proseguito il cammino con accanto Gesù, al fine di riuscire a raggiungere, con Amore e buona volontà, l'alta vetta ove risiede l'occhio di Dio. La salita è simbolica, ma rappresenta la difficoltà che ha l'uomo per giungere alla sommità dell'Essere, per entrare in contatto con l'Entità Divina, il Padre. Fintanto che l'uomo non raggiunge la vera consapevolezza dell'Essere, non riuscirà mai e poi mai a raggiungere la trasformazione che ha avuto Gesù. Gesù non ha mai dubitato dell'appartenenza al Padre, è andato in croce gridando a coloro che glielo chiedevano: “Tu l'hai detto”. Neanche al momento delle torture e alla crocifissione ha rinnegato l'appartenenza, con Fede certa. Quanti avrebbero rinnegato quanto affermato pur di evitare il Calvario? Questa domanda pone molti interrogativi, lasciando spazio a pensieri per l'uomo poco edificanti, in quanto, davanti a una proclamazione di fede che costa la vita, si tira indietro. Gesù, Figlio di Dio, ha proseguito il cammino, trasformandosi in Divino. Niente dubbi o incertezze, ma solo la grande Fede che non lascia spazio ad altre scelte. Lo Spirito Divino che è in Lui ha fatto sì, unito sempre all'Amore, a spostare le montagne, a guarire lebbrosi, a far rifiorire le piante, a resuscitare dai morti; ma non sono giochi di prestigio, ma è lo Spirito unito con la Fede che smuove all'interno dell'essere quella linfa vitale che resta non utilizzata dall'uomo, perché questi, non avendo fede, non riesce ad attivare i processi naturali affinché questa scorra nel sangue, offrendo un prezioso contributo all'individuo per alimentare ancor di più il suo Spirito e ricongiungersi a Dio. La meditazione, le preghiere, la ricerca costante del Padre all'interno di sè sono la strada principale per giungere sull'alta vetta; giorno dopo giorno, con costanza, determinazione, buona volontà, e, soprattutto, Amore e desiderio di abbracciare quel Padre che, amorevolmente, segue il tuo cammino in silenzio perché vuol vedere fin dove il tuo amore ti spinge, o se è solo l'entusiasmo del momento, o solo curiosità. Questa sarà una tua libera scelta, se voler vivere pensando di aver tutto, e di nulla aver bisogno, o se invece si sente quel tassello mancante che fa sì che quel tutto apparente è nulla se non si trova quel tassello. A te e a voi tutti l'augurio di scoprire, di cercare sempre quel tassello in voi stessi, mossi dalla stessa certezza che aveva Cristo di essere Figlio di Dio. Con amore, ti lascio questa profonda riflessione, al fine il tuo passo possa sempre procedere senza indugio verso il processo di trasformazione interiore al fine di trovare, dopo il lungo viaggio intrapreso, il Padre che non ti ha mai abbandonato. Ti sta accanto, incita il tuo cammino, ma vuole il tuo amore libero, libero di scegliere se tornare indietro o proseguire per finalmente abbracciarLo dopo tanto averLo cercato. Sia gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Padre nostro e vostro che dal Cielo tutto vede. Il tuo Angelo ARIEL
Capitolo 67 La Fonte di Vita.
Una musica dolce e divina viene donata a chi si accosta con fede e umiltà alla fonte che disseta e dona la vera Vita. Son pochi coloro i quali si accostano per bere con la voglia di Sapere, col cuore riconoscente per tutto ciò che riceve. Molti sono coloro i quali bevono un sorso ma, presi dagli affanni quotidiani o dai piaceri effimeri che la vita pone davanti su un vassoio d'argento, si allontanano dalla Fonte in quanto scomoda. La via che conduce alla Fonte è stretta, non si entra da una porta larga. Al contrario, per accostarsi ad essa, occorre sacrificio, abbandono delle cose terrene e materiali, occorre camminare secondo il dettame della Verità. La via è scomoda, si richiede rinunzia di se stessi, intendendo del sé materiale, per vincere nel sé spirituale. Più ci si accosta al Divino, più si deve alleggerire la materia che costituisce il corpo materiale, al fine che le scorie vadano via per alleggerire il corpo spirituale, quel corpo invisibile che è dentro ogni corpo materiale. Ma solo per il fatto che non si vede, ciò non vuol dire che non abbia le sue esigenze. Ha bisogno di nutrirsi, di cibarsi alla Fonte che solo lo Spirito di Dio può alimentare. Quando non lo si alimenta, ecco che quel legame con la parte invisibile viene interrotto e il sè non riesce a raggiungere le vibrazioni superiori di cui si alimenta il sè spirituale. Quando Gesù disse: “Non di solo pane si cibo l'uomo, ma di ogni Parola che viene dal Padre Mio”, ha spiegato in maniera dettagliata il concetto. Si può alimentare il corpo materiale, fisico, col pane, ma non è bastante per la completezza dell'essere. La Parola di Dio, Fonte di Sorgente Divina, rappresenta l'elemento essenziale e necessario per il corpo spirituale che risiede all'interno di ognuno. Chi si disseta alla Fonte vedrà una rivoluzione all'interno del suo essere, che era prima solito alimentarsi del solo pane. Quando lo Spirito individuale si abbevera alla Fonte, si disseta, anche se, una volta che ne beve, vuole attingere sempre più alla Sorgente della Vita. Da questa attinge le forze, la giusta Conoscenza che nessuno mai potrà offrire . Da questa trae il nutrimento necessario affinché possa intraprendere il cammino verso la Luce, quella del Padre da cui una piccola particella si è distaccata, ma la riconosce nel momento in cui si accosta.
L'essere non si rende conto di questa appartenenza filiale, in quanto non impara ancora ad ascoltare bene e distinguere il sé materiale dal sé spirituale. Ma quella particella dentro sé riconosce la Fonte nel momento in cui riesce ad entrare in sintonia con la vibrazione del Creatore. Pertanto, all’interno dell'individuo inizia quella famosa ricerca del sé. Ma si illude se pensa di riuscire a trovarLo tra il caos, tra la folla, tra gli spot pubblicitari. Il “sé” si ritrova nel profondo silenzio interiore, con la meditazione che aiuta a far ascoltare quella voce soffocata dai mille rumori e frastuoni. La maggior parte delle persone non si fermerà mai e poi mai nel silenzio di se stessi, perché è più bello vivere in compagnia, in mezzo alla confusione, senza fermarsi a pensare che è molto più solo lì, in mezzo alla folla, più di quanto non immagini. È scollegato con la luce interiore che dentro sé rivendica quello spazio di silenzio, perché vorrebbe dire tante verità che invece sono soffocate. La gente ha paura di ascoltarsi, questa è la verità. Ascoltarsi vorrebbe dire a analizzarsi. Analizzarsi vorrebbe dire correggersi. Correggersi vorrebbe dire varcare i propri limiti intriseci per attingere alla verità che non ha limiti e confini. Varcando questi confini, l'essere comprenderebbe che questa vita terrena non ha più l'interesse di prima. I valori che prima erano prioritari, quali il benessere economico, l'emergere a tutti i costi per paura di rimanere soli, il lavoro come principale fonte di vita, perdono tutti il loro interesse. Subentra questo grande Amore verso l’Invisibile che parla, parla e dice tante cose, ma di queste cose…..quante ne vengono messe in pratica? Ecco come la Fonte è scomoda! La Samaritana aveva avuto cinque mariti. Sì, era stata onesta nell’affermare di non avere marito, ma alla Fonte non si può mentire, e per attingere a Questa occorre la rivoluzione dell'essere, quella che fà, appunto, abbandonare il peccato, gli errori, per accostarsi alla Luce. Questo cambiamento radicale della vita di ognuno è necessaria se si vuole attingere da questa Sorgente di Vita Eterna. Non ci si può accostare e attingere senza questa condizione che, bada bene, non è imposizione. Ognuno di voi é libero di seguire la via che più gli aggrada. Questo insegnamento vale per chi nutre un profondo amore ed ha salito il gradino superiore della conoscenza. Solo chi ama, accetta il cambiamento in quanto sa che più si alleggerirà, più si eleverà verso lo Spirito di Dio che dona i regali più belli al figlio che glieli chiede con amore. Attingete alla Fonte inesauribile di Vita Eterna, non stancatevi mai di chiedere, perché a chi chiede sarà dato. Non abbandonate mai la via intrapresa che conduce alla Luce! Qualora tornaste indietro, comprendereste la differenza tra l’acqua materiale e l’Acqua Spirituale. Una volta che si beve di quest'ultima, l'essere cambia e non può più farne a meno perché quest'Acqua disseta, dona vita. È un'Acqua dirompente che fà rinascere lo spirito che fate sempre dormire in voi, non riuscendo a trovare la via che lo farebbe elevare alle sintonie di Dio. Fate ogni sforzo per raggiungere la Fonte. Gesù è lì che attende ogni particella che si accosterà con amore vero, pentimento sincero e umiltà profonda. La vita, questa vita è una gran bella prova che ciascuno di voi sostiene per vedere poi, alla fine di questo breve o lungo cammino, chi riuscirà ad arrivare, come la Samaritana, davanti al pozzo per chiedere: “Mi dai da bere? Ho sete di Te, mio Signore. Ti ho tanto cercato, disperso per le vie del mondo. Mi ero perso nel frastuono, alimentando il mio essere solo di pane, pensando di star bene. Mai mi son fermato a considerare di far parte del creato, di essere parte di Te. Tu, Fonte Divina, hai aspettato sempre il mio giungere a Te. Oh come mi son sbagliato nel non averTi cercato. Ma ora che mi abbevero alla Tua Fonte, Ti riconosco e comprendo di esser parte di te. La materia mi aveva tratto in inganno, e mi piaceva comunque l’essermi illuso che ero io a detenere tutto. Quanto mi son ingannato, ma per fortuna il Tuo Amore non mi ha mai abbandonato!” La samaritana riconobbe in Gesù il Profeta. Quando anche tu Lo riconoscerai, attingerai e berrai l’Acqua Fonte di Vita. L’Acqua entri dentro il tuo corpo e lo rinvigorisca! Cibati della Vita che ti donerà una nuova vita. Se ora sei qua ad ascoltar la Mia Parola, vorrà dire che sei già a metà strada. Prosegui il cammino, e quando qui giungerai, comprenderai che la tua vita ha un senso solo se a quest'Acqua attingerai. Cresci, alimenta ti, perché ancora è poca l'Acqua che bevi. Per lavorare con le Forze Spirituali occorre molto allenamento, un abbandono totale, ma quando ci riuscirai…..vedrai le meraviglie che riceverai! Con amore ti lascio, ti avvolgo con il Mio abbraccio, l’Acqua Divina scenda su te, rinnovando l’essere che vive in te. Alimenta sempre lo Spirito e vedrai che riusciremo ad incontrarci davanti a quel pozzo per dialogare e raccontare ciò che ancora ti pesa e ti schiaccia. Gesù ti ascolterà e con amore, ti dirà: “Non piangere, vieni qui con Me! La vita è dura, lo so. Ma ora lascia perdere il passato, perditi solo nel Mio Abbraccio. Ti son sempre vicino. Ti sto accanto, prosegui, ti tengo sempre per mano, mio giglio bianco profumato! Non rattristarti, non serve, ciò che non hai avuto sinora, te lo rifonderò al mille per mille, seguiMi e vedrai che mai più sete avrai!....” ARIEL