“Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo”. Giovanni Paolo II Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen.
Prefazione
Un pensiero che va oltre i confini della realtà quotidiana. Un pensiero che innalza l’essere in una dimensione quasi irreale, ma altrettanto vera. Si respira a pieni polmoni la sua essenza, si colgono le mille sfumature dei colori che la caratterizzano. I profumi dolci dei fiori. Le musiche e i canti che accompagnano l’essere mentre vola dirigendosi verso questa realtà, conosciuta, vissuta ma dimenticata. È come se si venisse risvegliati da un lungo letargo; al risveglio, i suoni, gli odori, ogni cosa riporta alla mente un “ déjà-vu ”, ma non si riesce ad afferrare ogni singolo significato del ricordo e qualcosa sfugge alla mente. Solo un grande abbandono farà vibrare l’essere nell’aria e lo farà innalzare verso quell’oltre tanto familiare, tanto amato, tanto aspirato. Il freddo gelido si trasforma in aria tiepida, è come una coperta calda che avvolge l’essere, facendogli percepire un benessere mai provato, un amore mai percepito. Si distacca dalla realtà con curiosità e desiderio di varcare quella porta che fa da confine tra la materia e lo spirito. Varcata la soglia, la paura svanisce ed ecco, solo una grande, meravigliosa percezione di esser già stati lì. Perdersi dentro questa realtà senza paura. Lasciarsi andare in quell’abbraccio immenso d’Amore. Liberi, liberi oltre i limiti del mondo. Il cuore batte forte, l’emozione pervade tutto l’essere. Montagne verdi, cieli immensi, il volo diventa magico. Diventa come un angelo. Nel cuore si ascolta solo musica. La vita si inventa. La realtà prende forma; si dimentica il passato; e il cuore batte sempre più forte. L’orizzonte diventa sempre più raggiungibile. Libero diventa l’essere, la paura svanisce, un nuovo mondo si affaccia, un abbraccio lo accoglie, l’Amore solo prevale.
Cap. I La nascita
In quell’attimo, solo il silenzio. L’attesa dell’evento era emozionante. Tra un attimo, Lucia avrebbe visto per la prima volta suo figlio. L’emozione era forte. Nel corso dei nove mesi, si era più volte chiesta come sarebbe stato questo momento. Aveva cercato di immaginare il suo volto, i suoi occhi, le mani piccole piccole. Il momento era giunto e il cuore le batteva a più non posso. Quanto prima le avrebbero portato Davide, suo figlio. Un figlio tanto atteso, in quanto Lucia aveva avuto difficoltà a concepirlo. Ma dopo tante cure e tentativi, era riuscita a coronare il suo sogno. Finalmente, avrebbe tenuto in braccio il suo bambino. Lo avrebbe ricolmato d’amore, di tenerezza e di attenzioni. Ciò che lei non aveva mai avuto, in quanto orfana di entrambi i genitori, l’avrebbe riversato su Davide. Aveva trascorso una vita sognando questo momento. Il suo cuore si era riempito di un amore mai provato sinora. Un amore strano, diverso, immenso. Per la prima volta in vita sua, aveva provato cosa volesse dire mettere al mondo una creatura piccola, indifesa, un esserino che avrebbe rivoluzionato e riempito la sua vita. Lucia non riusciva a capire come avesse fatto a vivere senza di lui. Appena nato, era già diventato essenziale alla sua vita. Come poteva un essere così piccolino essere al centro della sua attenzione ? Aveva sperimentato come la maternità avesse arricchito la sua vita. Ricordò la prima volta che lo sentì muovere dentro sé e abbozzò un sorriso. In un attimo, percorse tutto il periodo della gestazione. Il giorno che aveva saputo che aspettava Davide era sola. Non se l’aspettava; ricordava di quando aveva detto al marito di star tranquillo perché sicuramente il test sarebbe stato negativo. Quando il dottore le fece gli auguri, Lucia non credeva alle sue orecchie e dovette sedersi per la contentezza. Quando uscì dalla sala medica, non riusciva a rimanere lucida per l’emozione. Accarezzò il ventre sorridendo sapendo che lì c’era suo figlio. Aveva paura persino di muoversi per non fargli male. A chi telefonare? Si, avrebbe dovuto avvisare suo marito, i parenti, gli amici. La notizia era troppo bella, ma voleva ancora tenerla per sé, un attimo ancora, per vivere quell’istante di intimità con suo figlio. Già percepiva di non essere più sola e gli parlava. Lo rassicurava che sarebbe andato tutto bene e che avrebbero cominciato un cammino insieme di nove lunghi mesi. Ora si trovava lì, in ospedale, pronta a prenderlo tra le sue braccia e guardarlo negli occhi per la prima volta. Sarebbe stato un momento indimenticabile. Per delle complicazioni, aveva dovuto optare per il parto cesareo, e quindi non aveva potuto ancora vederlo. Quando si era svegliata dall’anestesia, aveva subito portato la mano sulla pancia, ma si rese conto che lui non era più lì. Aveva provato un senso di dolore, perché il primo distacco era già avvenuto, dopo averlo portato con sé nove mesi, era triste sapere che non era con lei. La madre è la prima persona che subisce il distacco del figlio sin dalla nascita. Con il proprio corpo, comprende sin da subito che il figlio non gli appartiene, è un individuo a se stante. Ha solo la fortuna di poterlo tenere con sé nove mesi, e in quel periodo si sente un tutt’uno con lui, sono in simbiosi. Lucia ricordava di quando ascoltava la musica o leggeva il libro ad alta voce. A lui piaceva ascoltare la sua voce, lo tranquillizzava; la voce della madre è la prima voce che ascoltano, quella che viene registrata nel cuore e, anche da adulti, nei momenti di difficoltà o di sofferenza, la voce della madre è quella voce che rasserena e tranquillizza perché ricorda quel momento in cui i corpi si confondevano ed erano uno solo. La voce calda e amorevole della madre che rimbomba all’interno del corpo, sino a giungere all’interno del liquido amniotico, oltrepassando le onde per giungere a lui, che ascolta sereno, riaddormentandosi felice di essere abbracciato e protetto dall’amore della madre.
Cap. II L’incontro
Quando l'infermiera bussò alla porta per portare Davide, Lucia provò una forte emozione. Quel piccolo fiore che aveva portato dentro sé finalmente era lì, avrebbe potuto vederlo, toccarlo, accarezzarlo, amarlo. Pensava con tristezza a quante madri, per diversi motivi, abbandonavano ogni giorno queste piccole creature. Le notizie quotidiane la facevano rabbrividire, perché si rendeva conto di vivere in una società dove pochi valori sono ancora presenti. Abbandonarli era impensabile per Lucia, tanto più l'aborto. Quei piccoli esseri, doni di Dio, già individui formati all'interno del grembo materno, con un cuore che pulsa, con dei sentimenti forti, vengono uccisi senza remore in quanto rappresentano problemi da eliminare. Il suo Davide era stato fortunato in questo, perché aveva due genitori che l'avevano chiamato per nome e amato sin da quando ancora era sù in Cielo. Lucia aveva riflettuto spesse volte sul fatto che le persone ritengono che i neonati, quando sono nel grembo, sono privi di sentimenti. Eccome se li hanno! Si ricordava, sorridendo, della volta in cui, quando si infuriò con una persona per un torto subito, Davide cominciò a farsi sentire e tirare calci da farle male, perché lui aveva percepito il nervosismo della madre. E lei, per calmarlo, ascoltava la musica ad alto volume, e lui si tranquillizzava. O quando lo sentiva agitato, bastava appoggiare la propria mano sulla pancia, e lui non si agitava più. Tra loro si era instaurata una comunicazione forte, un connubio tra loro due indissolubile. Ma le altre mamme che pensano solo a come disfarsene non provano le stesse sue emozioni? Come possono non amare questi angeli del Signore indifesi? Nell'attimo in cui si aprì la porta, questi pensieri tristi svanirono e il suo cuore si riempì di un forte amore verso quella creatura. Lo prese in braccio, e lo guardò con un sorriso. Le lacrime le solcavano il viso per la forte gioia. Marco era pure lì, felice ed emozionato. Lucia rifletteva che il sentimento di un padre è diverso rispetto a quello di una madre, in quanto in lei è avvenuto il primo distacco, che porta alla consapevolezza che è un individuo a sé stante, con la sua storia, il suo cammino, e un genitore lo può solo sostenere amorevolmente nella crescita, non solo del corpo, ma anche dello spirito. La madre, sin dalla nascita, comprende che i figli non le appartengono, ma devono essere solo accompagnati lungo il cammino che li porterà dove solo Dio vorrà. Davide era molto bello, un angelo con i capelli biondi e due occhi grandi azzurri. Ad un tratto, pianse forte. “Signora Lucia,” -disse l'infermiera-, ha molta fame! "Si", rispose, “mi pare anche giusto, non crede?” Se lo portò vicino vicino e, con un abbraccio caldo e accogliente, gli diede per la prima volta il latte. Ogni madre dovrebbe provare questa forte emozione di mettere alla luce una vita! Un esserino si affida alle cure amorevoli della madre, senza le quali morirebbe, si appassirebbe come un fiore. Nella sua fragilità, esprime un grande amore che fa sì che la sua vita sia strettamente collegata alla sua, sebbene il cordone ombelicale sia stato reciso. Il legame fisico si può spezzare, tagliare, ma ciò che è spirito, rimane legato per eternità, come il fiore alla radice.
Cap. III Un amore incondizionato
La presenza di Davide nella casa aveva rivoluzionato le vecchie abitudini. Nonostante le difficoltà dei primi mesi, per Lucia e Marco era un nuovo arrivo, che aveva portato una nuova atmosfera in casa. Più gioia, più allegria. Nel vedere il proprio figlio che dorme abbandonato nel proprio sonno sereno nella culla, in quanto è consapevole che ci sono i suoi genitori ad aver cura di lui, è un'emozione grande. Un amore incondizionato che investe la vita di un genitore. Lucia era consapevole che la decisione di avere Davide era anche una scelta di responsabilità. Sapeva che crescere un bambino non era per niente facile. Per tale motivi, non riusciva a comprendere la grande superficialità di molte madri nel mettere al mondo un figlio per poi abbandonarlo a se stesso, o ancora peggio, ad ucciderlo. Ogni creatura che viene al mondo è un individuo a tutti gli effetti, con un proprio cammino spirituale da compiere, non importa la grandezza della missione, ma è pur sempre una missione. Il genitore ha il preciso compito di far crescere il proprio figlio nella consapevolezza del compito delicato che si è assunto. Dio ha chiamato ogni suo figlio per nome, e Davide anche lui, era stato chiamato da Lui. A volte, le vicissitudini della vita fanno perdere di vista o, ancora peggio, non fanno prendere minimamente in seria considerazione l’importanza di questo grande compito e, contestualmente, missione che si ha dal primo vagito che esce dalla bocca del neonato. I disegni di Dio sono a noi sconosciuti, ma nonostante siano mistero ai nostri occhi, bisogna avere la forza e la determinazione di compiere quanto ci chiede. Nessuno di noi conosce o riesce minimamente a immaginare la missione che ognuno di noi ha assegnata da Dio. Lucia, che era sempre cresciuta con l'amore di Dio nel cuore, aveva subito percepito tutto questo, e, a volte, si riteneva inadeguata e aveva paura di non essere all'altezza di dare il giusto indirizzo a Davide. Ma appena lo guardava indifeso, provava un senso di profondo amore e comprendeva che qualunque fossero state le difficoltà, con l'aiuto di Dio, sarebbe stata capace di compiere quanto chiesto. I primi anni di vita trascorrevano sereni. Lucia rifletteva spesso sull'importanza della missione di essere un genitore. Mai prima di allora ne aveva compreso il vero senso. Ogni genitore ha un grande peso sull'evoluzione spirituale del proprio figlio. Magari non tutti si soffermano, pensava tra sé e sé Lucia, sul fatto che una creatura venuta al mondo si affida completamente nelle mani di chi ha il compito amorevole di averne cura. I bambini sono indifesi, totalmente dipendenti dai genitori. Lucia paragonava questo tipo di rapporto a quello che ognuno ha nei confronti di Dio. Ai Suoi occhi, siamo allo stesso modo di come sono i figli per un genitore, ovvero "totalmente dipendenti e indifesi". Il Padre, da genitore amorevole, cura i propri figli con la stessa sollecitudine e misericordia amorevole di un genitore. Quando un figlio sbaglia, il Padre lo rimprovera, spiega le motivazioni del perché un determinato cammino va intrapreso e un altro no. Da buon genitore, è sempre pronto al perdono, qualora il figlio sbagliasse; allo stesso modo, il Padre perdona sempre se il pentimento proviene dal profondo del cuore; Lui sa quando il figlio è sinceramente pentito e non Lo si può ingannare perché Lui risiede nel cuore di ognuno, e batte, batte. Ogni battito del cuore, momento per momento, ricorda la Sua presenza dentro ognuno dei Suoi figli colmandolo di Amore, di cure, di sdegno quando sbaglia, ma subito dopo avvolgendolo di pace e serenità. L'atto di confidenza riposta dal figlio verso il genitore è lo stesso di quello che si nutre per il Padre. Nei momenti di disperazione, quando il neonato ha fame, piange con sofferenza, sapendo che il genitore lo rifocillerà; attirato dal suo pianto, correrà a prenderlo in braccio e dargli ciò di cui ha bisogno. Allo stesso modo, il Padre che è nei Cieli, ascolta il nostro pianto accorato di disperazione e accorre prontamente, ci accoglie tra le Sue braccia con la consapevolezza che dipendiamo “totalmente” da Lui, confidiamo in Lui. Un atto sincero di affidamento fa sì che Lui possa operare sul proprio figlio al fine di apportargli ogni giorno ciò di cui ha bisogno. Nessun altro può dare la stessa attenzione e Amore a ciò che, per il proprio figlio che si affida con cuore sincero, è unico e veramente importante.
Cap. IV Il battesimo
Era il tempo di decidere il grande giorno dell'incontro di Davide con suo Padre. Per Lucia e Marco era un incontro molto importante per la vita del bambino. L'appartenenza del figlio al Padre viene sigillata dall’ incontro battesimale, con il quale il bambino, che rappresenta la purezza, viene ulteriormente lavato e purificato dal peccato originale. La camicia bianca che indossa durante la cerimonia rappresenta questa purezza che Dio vuole nei propri figli, i quali, nel corso della crescita, devono avere sempre bene in mente quel momento in cui ci si è vestiti di bianco. Il mondo cerca e cercherà sempre di macchiare e sporcare quella camicia bianca che rappresenta l'anima. Agli occhi di Dio, l' anima deve essere come la camicetta indossata il giorno del Battesimo, bianca come la neve. Qualora nel corso della vita questa dovesse macchiarsi, il Padre è sempre pronto, con Amore Misericordioso, a lavarla e farla diventare più bianca di prima perché Lui tutto può e anche l'anima più persa e sporca, sinceramente pentita, può rivestirsi di bianco per ricominciare il cammino che conduce al Padre nel punto in cui l'aveva interrotto. Da lì, rinasce una nuova vita ed è come se avvenisse un secondo Battesimo. Quando il figlio sbaglia ed è sinceramente pentito, il genitore, con un sorriso amorevole e un abbraccio affettuoso, lo rassicura facendolo rialzare per riprendere ad andare avanti con forza e coraggio, senza voltarsi indietro. Allo stesso modo, quando per errore, si macchia quella camicia, Lui è pronto a prendere la mano del figlio per farlo rialzare e, con Amore, gli fa riprendere la via smarrita a causa del peccato. Entrati nella chiesa, il sacerdote prese in braccio Davide e cominciò il rito sacro del battesimo. Lucia era emozionata e le lacrime le scendevano sul volto; erano lacrime di gioia perché, da buon genitore, riponeva nelle mani di Dio il proprio figlio, come atto di Amore e di affidamento al Genitore “per eccellenza”, al Padre che sempre vede e provvede. Durante la cerimonia, mentre il sacerdote versava l'acqua sulla fronte di Davide, Lucia ebbe l'impressione che la fronte del bambino fosse illuminata da una piccola luce. Mentre l'acqua scorreva, questa luce prese la forma di una piccola colomba bianca e, subito dopo, scomparve all'istante. Lucia non comprendeva se fosse stato frutto della sua immaginazione o veramente Dio avesse mostrato il suo Amore con un segno importante, come sigillo della Sua presenza in ogni momento della vita di ogni Suo figlio. Lucia non parlò a nessuno di quanto aveva assistito, ma teneva custodito all'interno del proprio cuore questo segno indelebile, seppur invisibile, che Dio lascia al Suo passaggio.
Cap. V Il primo incontro
Davide stava dormendo profondamente. La mamma gli aveva preparato la cena e poi, dopo una preghiera che era solita fare insieme a lui ogni sera, lo aveva fatto addormentare con tutto l'amore possibile di una madre attenta alle necessità del proprio figlio. Davide si era abbandonato al mondo dei sogni, addormentandosi col sorriso sulle labbra. A Lucia piaceva molto osservarlo mentre dormiva, sembrava un angioletto. Ogni bambino che dorme è paragonabile ad un angelo, nella sua dolcezza e purezza d'animo. La loro innocenza è disarmante e, allo stesso tempo, ci si sofferma a vedere come eravamo noi prima di perdere quelle caratteristiche di un tempo, che ci rendevano persone più felici, in quanto per essere felici bastava poco, un abbraccio d'amore, la rassicurazione amorevole di un genitore, un letto caldo. Nella fase adulta, le emozioni più semplici cedono il passo a sentimenti più tristi, di insoddisfazione per ogni cosa, e quando si raggiunge una meta già la stessa perde il suo interesse. Questo perché si va sempre alla ricerca di una felicità antica perduta. Si vaga per le strade del mondo senza comprendere il perché di tanta insoddisfazione e tristezza. Basterebbe soffermarsi a guardare un bimbo che dorme e, magari, si capirebbe il motivo di tanta ansietà. Il nostro “Io”, avendo dimenticato il legame con lo Spirito, sente che manca una parte profonda e importante di se stesso; questo sentimento di appartenenza è invece forte nel bambino in quanto puro e innocente e, quindi, riesce a percepire nettamente quel forte legame affettivo, riuscendo persino a vedere l’Oltre. La “ragione” fa dimenticare e accantonare quella parte che ci lega a quel soffio di vita iniziale, in quanto ci si convince che si tratta di pura fantasia, si razionalizza il tutto e, quindi, ci si ascolta di meno. Nei bambini è forte credere ancora, senza utilizzare la razionalità. Questo entusiasmo perduto è alla radice dell’ insoddisfazione dell'adulto, che si vede un corpo che invecchia ma che nello spirito si sente vivo più che mai. Davide, mentre dormiva, riusciva a percepire e vedere questo Spirito, provando dentro sè un chiaro senso di appartenenza. Non aveva paura, anzi viveva con una forte emozione gli incontri con questa “Luce bianca”, come la chiamava lui. Sapeva che ogni tanto, nei suoi sogni, veniva questa luce bianca che lo faceva inoltrare in un mondo infinitamente bello. Una sera vide una grande montagna verde; non c'era neve. Sembrava primavera. Poteva udire gli uccellini cantare, vedendoli volteggiare da un albero all'altro. Sembrava fossero in attesa di un qualche evento. Il cielo era di un azzurro intenso e la luce del sole avvolgeva questa grande distesa verde. Da sinistra, si poteva udire il dolce scroscio dell'acqua di un ruscello. Davide era felice, sembrava potesse udire una orchestra di suoni armoniosi, dove la natura emergeva in tutta la sua bellezza. Il canto degli uccelli, le fronde degli alberi che si muovevano al ritmo della dolce brezza che li accarezzava, l'acqua del ruscello che scorreva dolcemente. Un ritmo armonioso di suoni. Improvvisamente, dal cielo comparve una luce immensa dalla forma di un grande triangolo dai contorni bianchi. Il bambino era felice a tal punto che si mise a correre nel prato, cercando di afferrare le mille farfalle colorate che decoravano quel paesaggio paradisiaco. Ad un tratto, da quella luce immensa uscì una voce dolce che cominciò a parlargli “Davide, Davide! Mi riconosci?”, chiese. “Si”, rispose il bambino, “sei mio Padre. Ti ho riconosciuto subito. Sei sempre nel mio cuore.” “Ricorda Davide, non perdere mai l'entusiasmo di questo incontro. Ti dirò, ce ne saranno molti altri. Ogni bimbo è una particella vibrazionale che si unisce sempre a Me. Rimani nel mio Amore come Io nel tuo.” Quella luce sparì, ma Davide era talmente contento che continuò a correre e giocare. Si avvicinò al ruscello, chiuse gli occhi e si addormentò, riscaldato dai raggi del sole. Di colpo, il paesaggio si trasformò e dinnanzi ai suoi occhi, si concretizzò una grande distesa d'acqua di un azzurro cristallino. All’orizzonte, riusciva ad intravedere delle isole. Dalle estremità di questa immensa distesa d'acqua, si innalzò un grande arco di mille colori intensi e, al centro dello stesso, una grande scritta dorata “ Io Sono”. Davide rimase sbigottito e, al tempo stesso, molto felice di vedere questi spettacoli della natura che suo Padre preparava per lui. Si sentiva appagato, nonostante fosse piccolo e non riusciva a comprendere il senso di tutto questo, ma dentro il suo cuore era felice e sereno perché, per la prima volta, provava un sentimento di appartenenza forte, mai provato prima. Non era paura perché il suo cuore comprendeva che quel che viveva era una grande dimostrazione di Amore. Davide non vedeva l'ora di raccontare tutto a sua madre, anche se già sapeva che non l’avrebbe creduto. Gli avrebbe ripetuto che si trattava solo di un sogno. La tendenza dell'adulto a non voler vedere con gli occhi dell'anima è molto forte, in quanto la razionalità prende il sopravvento, senza comprendere che, invece, bisogna rimanere nell'animo puri come bambini, per non perdere la comunicazione con lo spirito che vive dentro ognuno di noi. Solo un cuore puro può ascoltare questa voce. Nella fase adulta, invece, il cuore si indurisce, si trasforma in pietra. Per ascoltare e avere dentro Dio, bisogna mantenere un cuore di carne. Occorre credere che per Dio tutto è possibile e porre nelle Sue mani la propria vita, secondo la Sua volontà e non come la vorremmo noi. I sogni, per quanto possano sembrare tali, a volte sono dei canali che ci mettono in comunicazione con Dio, con quella parte spirituale tanto negata. Per questo, se non si torna ad essere come bambini, non si può entrare nel Regno dei Cieli. I bambini hanno tutto ciò che l’adulto aveva, ma ha perso lungo la strada della vita: innocenza, purezza, spontaneità, credere senza porsi mille domande, guardare con gli occhi del cuore. Questo ritorno è necessario, altrimenti si continua a vivere guardando con gli occhi materiali della razionalità e dell'incredulità. Davide già percepiva tutto questo e per lui era triste non poter condividere questo grande Amore con nessuno, perché non lo avrebbero mai creduto. Sorrise, scrollò le spalle e comprese che, in fondo, non aveva importanza. Per lui, era importante continuare ad avere questi incontri bellissimi che rapivano il suo cuore.
Cap. VI Il primo giorno di scuola
L'emozione del primo giorno di scuola è molto forte. L'acquisto delle grembiulino, la cartella, i libri. A Lucia venivano in mente i momenti in cui usciva con sua madre per fare gli acquisti i giorni prima che incominciasse la scuola. Quegli odori a lei così familiari, la carta stampata dei libri. L'odore della pelle della cartella nuova. Vecchi ricordi di un tempo passato che la riportavano ai tempi in cui si sentiva protetta, rassicurata dal calore materno. Tutto sembrava più facile sapendo di avere accanto un genitore che provvedeva alle esigenze per ogni singolo bisogno. Per lo sviluppo e la crescita di un bambino, la rassicurazione di avere accanto sempre i genitori è di fondamentale importanza. L'abbandono, anche in senso lato, vale a dire che non necessariamente lo si deve abbandonare materialmente, ma anche solo spiritualmente, è tragico per lo sviluppo del bambino, in quanto svilupperà nella fase adolescenziale e poi, successivamente in quell'adulta, una forma di aggressività dovuta alle carenze di affetto, attenzioni e cure. In lui si instaurerà quel senso di rancore e odio verso il mondo esterno in quanto, dentro sè, non ha avuto il giusto orientamento affettivo per far sviluppare una personalità equilibrata. Lucia aveva sempre focalizzato una importanza notevole su quest' aspetto nello sviluppo del bambino. Da buona docente di psicologia, nei suoi trattati, aveva sempre sviluppato e discusso questi argomenti. Nel corso di un simposio, aveva più volte affrontato e contrastato il pensiero comune che i figli sono messi al mondo, ma poi abbandonati a se stessi. Il nido, gli asili sono mezzi utili e comodi per parcheggiare i neonati, al fine di soddisfare le ambizioni di carriera dei genitori, abbandonandoli alle attenzioni e cure di persone estranee, pagate per svolgere il loro compito che esula da quello genitoriale. Lucia aveva sempre combattuto questa forma di abbandono, che tranquillizza il genitore che si sente a posto con la propria coscienza, ma in effetti è un buon paravento per non ammettere che la carriera viene messa al primo posto e poi viene il resto. Quando si mettono al mondo i figli, vanno seguiti con giusto equilibrio. Il lavoro non deve assorbire l'intera giornata, altrimenti viene meno quel giusto equilibrio. Nei momenti più cruciali, il bambino deve essere seguito con tutto l'amore e l’attenzione possibile, per rassicurarlo e formarlo. Al giorno d'oggi, al contrario, il bambino cresce con accanto il senso di abbandono. In un suo libro, aveva criticato più volte il fatto che i bambini sono abbandonati a se stessi, davanti al computer o alla televisione, proprio perché il genitore non ha tempo, o meglio ha tempo per tutto tranne che per la loro crescita. Davide cominciava il primo giorno di scuola! Con quanto entusiasmo, uscivano per comprare tutto il necessario! La sua felicità sprizzava da tutte le parti, perché sapeva che la mamma era con lui. Si guardarono negli occhi intensamente, mentre la manina di Davide afferrava quella di Lucia, tenendola stretta stretta, come segno di ringraziamento e gratitudine per la grande felicità che ogni giorno gli donava standogli vicino. Sul viso di Lucia comparve una lacrima di gioia.
Cap. VII “Lasciate che i bambini vengono a Me, perché di essi è il Regno dei Cieli”
Davide aveva appena terminato i compiti ed era molto stanco. Avrebbe cenato e poi un bel sonnellino. Era felice perché a scuola aveva incontrato tanti compagni a cui voleva molto bene. Pensando ai suoi compagni, ad uno ad uno, sprofondò in un dolce sonno. Ecco che, ad un tratto, nel buio comparve una grande luce che, pian piano, si avvicinò a Davide. Un uomo bello, giovane, con i capelli lunghi e la barba gli sorrideva. Aveva la mano destra sollevata. Dopo un po’, cominciò a parlargli. “Ciao Davide, ti trovi bene a scuola, vero? E’ importante, lo sai?”, si rivolse con voce amorevole. “Sì, mi piace molto; voglio bene ai miei compagni e alle maestre”, rispose Davide “Sai, oggi ti voglio parlare dei bambini. Lo sai che a Me sono molto cari!”, gli disse. L'uomo lo guardò e cominciò a spiegargli che ogni singolo individuo ha in sé delle potenzialità che nel tempo scompaiono; potenzialità che chiamano un animo puro, gentile, un cuore nobile, come i bambini. Fin quando vige l'innocenza, vive la fantasia, l'amore assoluto, vive tutto ciò che l'individuo ha ucciso, perché ha deciso di diventare “grande”. Davide lo ascoltava incantato dai suoi discorsi che detenevano in sé un profondo senso della vita. L'uomo gli chiese: “Da piccolo, quante volte hai sperimentato un fatto particolare, un evento speciale a cui non hai saputo dare una logica spiegazione? Quante volte hai sentito o visto cose fuori dal comune, lasciando dietro tanti perché? Tante, vero, Davide?”. Davide annuì con la testa. “Bene”, continuò l'uomo. “Ma, poi, sai, si cresce e la vita ti dirige su altre cose, dimenticando il mondo dei piccoli, se così possiamo chiamarlo e, quando un altro episodio simile al tuo ti dà da pensare, ecco che il ricordo antico riaffiora alla mente, come per dirti “anch'io ho vissuto un'esperienza del genere”: sentendoti forte, vorresti essere al centro dell'attenzione per dir la tua. Ma spesso, la ragionevolezza ti suggerisce: “sogni, visioni da bambini, erano quelli”, mentre il cuore, misto alla logica preme dentro e, dicendoti: “tu sai bene ciò che hai visto, oppure ciò che hai sentito”, lasciandoti sgomento di un dubbio traballante e, per vergogna, o semplicemente solo per paura, non hai voluto testimoniare ad altri, solo perché non vuoi essere classificato folle. Bene, Davide, tutto ciò che l'uomo non sa spiegare o decifrare, facile per lo stesso dichiarare che ciò che si è visto, provato o sentito, è tutta fantasia, quella fantasia che si vive quando si è bambini, come te. Ora dormi, Davide, dormi. Io son sempre con te. Tienimi vivo nel tuo cuore e parlami sempre. Sai cosa ti dico? Io ti ascolto sempre. Non smettere mai di credere a questo. Non dubitare mai”. Dandogli un bacio sulla fronte, si allontanò da lui. Davide era nel mondo dei sogni, ma sorrideva perché felice di quanto aveva vissuto.
Cap. VIII Una gita a sorpresa
Lucia e Marco erano molto devoti a Padre Pio ed avevano da sempre desiderato recarsi a San Giovanni Rotondo, ma per diversi motivi, il viaggio era sempre sfumato. Era un bel week-end di primavera e, all'improvviso, partirono tutti e tre, senza dire a Davide la meta al fine di fargli una sorpresa. Il bambino era felice, appena si trattava di viaggiare era il primo ad emozionarsi. Lungo il viaggio, ogni tanto chiedeva per la curiosità, ma Marco e Lucia scherzavano sempre, senza dirgli la meta giusta. Si fermarono in un autogrill per mangiare qualcosa e riposarsi un po’. Il tempo era meraviglioso e il sole brillava in cielo. Sembrava una giornata estiva. Davide si mise a giocare un poco con la palla con suo padre. Era veramente felice! Poi ripresero il cammino. Lucia aveva prenotato presso un hotel nel paese di San Giovanni Rotondo, ove avrebbero cenato. Ivi giunti, era già sera. Il sole era tramontato da un bel po' e il cielo era pieno di stelle. Davide cercava di contarle tutte. Dopo cena, si misero a letto, in quanto era tardi e l'indomani sarebbe stata una giornata intensa. Avevano intenzione di pregare sulla tomba di Padre Pio e poi si sarebbero recati nella grotta dove era apparso San Michele Arcangelo, a Monte Sant' Angelo. Quando Davide si addormentò, ecco ritornare quella Luce immensa, che continuò a parlargli. “E’ importante essere venuto qui, sai Davide?”- Gli disse. “Si, è molto bello; mi piace”, rispose. …Non sperare in cose vane, ma procedi, passo passo, nella direzione della vita. Se il sole brilla, puoi tu vedere da dove partono i raggi? Puoi, dunque, capire il suo nucleo formativo? Se la terra che calpesti ti sorregge al suolo, puoi tu capire, ipoteticamente scavando, quanto profonda essa è? Se l’occhio tuo si dirige a filmare un orizzonte, puoi stabilire quanta lunga è la linea che divide un’ alba da un tramonto? Se la tua mente ti suggerisce un pensiero mentre il cuore ne vorrebbe un altro, quale dei due ascolteresti per primo? Ma, soprattutto, nell’immediatezza, avresti il tempo per comprendere quale dei due è quello giusto? Come dunque io dico, c’è risposta a tutto. Voi siete come un bicchiere mezzo pieno, ma quel mezzo pieno altri possono sostenere, invece, che è mezzo vuoto, tutto dipende in che prospettiva si guarda esso. C’è chi possiede la positività chi, invece, la negatività. C’è colui che crede di saper tutto e delle sue certezze un vanto si fa. C’è colui che nulla sa e aspetta ansimante il sapere degli altri, per prendere di qua e di là qualche nozione che a nulla lo porterà. Ma c’è chi, invece, cresce pian piano e passo dopo passo comprende che non esistono certezze categoriche, che tutto è o può essere come, dunque, egli vede e sente, perché comprende, attraverso la consapevolezza di se stesso, che la vita e tutto quello che c’è in essa cambia e si modifica. C’è l’uomo che crede solo quello che i suoi occhi riescono a vedere, non vuole andare “oltre”, perché pensa che quell’ apparenza è bastante, sufficiente a lui per determinare così il suo pensiero. Questo a farvi capire che l’uomo è mezzo vuoto, cioè negativo, vede e sente il limite di tutto. La schiera minore degli uomini ha in sé ilTerzo Occhio. Questa minoranza ha in sé un grande Dono, perché vive nella coerenza, nella completezza e nella consapevolezza che non c’è limite, perché vivono nella loro dimensione libera. Essere liberi vuol dire far cadere dal proprio essere tutte le negazioni che arditamente ed anche inconsapevolmente vi tenete dentro a denti stretti. Essere liberi non significa: “ io faccio tutto quello che mi pare, oppure, ho i soldi, il potere non ho bisogno di nessuno, quindi mi sento libero.” Essere liberi significa viaggiare con una marcia in più , perché si è consapevoli che Noi non siamo nostri, voi non siete vostri. Essere consapevoli significa che possiamo andare oltre nelle cose, perché le barriere che vedete le avete costruite voi, non erano lì, ma le avete volute vedere. Tutto dipende da voi. Nell’essere libero puoi vedere nettamente, pulitamente, quello che ti sta di fronte. Esempio? La persona libera vede l’invisibile perché ha raggiunto quell’apice di conoscenza, pertanto, crede molto di più all’invisibile che al visibile. La gente lo dà per matto, ma a lui questo poco importa, perché sa. Tu sai? Non desidero risposta, la risposta è già dentro te. E, se questo dire serve a qualcosa, beh, contento sono. Se questo dire ha innestato in te ancora più dubbi, meglio dico, perché attraverso il dubbio l’uomo si dovrebbe applicar di più comprendendo, magari, che quel dubbio che tarla i suoi pensieri non è nient’altro che un voler uscire allo scoperto. E’ un desiderare qualcosa, qualcosa che è stato sempre rinchiuso dentro sé ma che, per ottusità, non riusciva a vedere. E’ quella libertà soffocata che tu, uomo, hai messo su quintali dei tuoi “ so tutto io”, non capendo che hai reciso la tua vita. Esci fuori dal guscio, vivi per te stesso, vivi per gli altri, ma soprattutto vivi per Dio, perché , se non lo sai, Lui E’ la Mente che manovra il Tutto. Lui E’ quella parte visibile agli occhi tuoi, ma è anche la parte invisibile che sta dentro te. Auguri, fai un buon lavoro della tua vita”. (Luce Infinita)
Davide provava una forte emozione e, al tempo stesso, gli veniva difficile comprendere il perché i suoi genitori non riuscissero a vedere e vivere ciò che lui vedeva e provava. Era bello parlare con questa parte spirituale che gli apriva le porte a una conoscenza infinita, che non era data a tutti, e, sebbene fosse piccolo, riusciva a penetrare in questo oltre invisibile. Quando la conversazione terminava e la Luce scompariva, Davide si intristiva e non vedeva l'ora di rivivere questa magia. Nell'attesa, continuava a dormire col sorriso sul suo viso, perché ora aveva un amico che non l’avrebbe mai abbandonato, l'avrebbe sempre seguito, curato, amato. Sebbene fosse bambino, il suo cuore era aperto e puro, pronto ad abbracciare quel cammino di vita che lo avrebbe accompagnato fino a raggiungere i confini di quell’Oltre.
Cap. IX Verità Assoluta e Verità relative
La gita era molto piacevole e le giornate soleggiate. Il paese di San Giovanni Rotondo era gremito di gente, come sempre. Persone che viaggiano e visitano questi luoghi santi, chi per curiosità, chi con perplessità, chi con molta fede, chi per chiedere una grazia. Davide era colpito dalla moltitudine di gente che faceva code incredibili per poter visitare la tomba di Padre Pio, la sua cella. Ore e ore di attesa, con dentro la speranza di trovare qualcosa di indefinito, ma cercato e desiderato. Cuori ricolmi di speranza, la speranza di percepire, di cogliere degli attimi pieni di desiderio verso la ricerca di un qualcosa che è Invisibile, ma più vero e reale del visibile. Nella ricerca di quell’ oltre, un solo “Nome” echeggia in cielo, che tutto dice. Un “Nome” che ha avviato il meccanismo completo dell'intero cosmo. Quel nome che ha dato Vita all'invisibile e al visibile. Questo nome echeggia nel cuore di ognuno, quel nome che ha dato vita, che ha vestito d'Amore, che nutre, giorno per giorno. Colui che lo porta, racchiude in sé tutte le Capacità Intellettive. In Lui c'è la Sapienza, c'è l'Amore poiché è l'Essenza delle due. Ed è in questi due elementi che il Suo Volto si rattrista quando vede che i suoi figli non hanno assunto in sé questa somiglianza. La vita terrena non è un percorso facile, in essa si trovano tutti gli impedimenti possibili ed inimmaginabili, si trovano dolori, sofferenza, difficoltà varie eppure, per andare avanti, ci si incontra, di tanto in tanto, con qualche gioia che fa sorridere il cuore. Chi va in questi luoghi, deposita il proprio peso di dolore, sperando che quell'Invisibile lo colga e lo porti lontano dalla propria vita, nulla pensando che Gesù disse: “Chi mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Partendo dal presupposto che nulla è un caso, quel dolore vissuto non è un caso. E se, magari, ci si sofferma per un solo istante a riconoscere che la matrice è una, allora bisogna con pazienza e umiltà, affidarsi al solo detentore della Verità. Invece, innanzi alle prove, quel “Nome” si spegne nell'umana gente, ecco perché il nero vince la sua battaglia, in quanto ottiene l'altra somiglianza, quella che conduce al niente, al male, che regala in compenso, le cose effimere sulle quali le persone assumono un’apparente forza. La sete di potere, il desiderio di far emergere l’io, togliendo il posto a Dio. Ma le illusioni, sono come bolle di sapone, hanno il loro momento magico di colore. L'uomo detentore della verità, l'uomo al centro del mondo. Ma basta un lievissimo tocco o soffio e le illusioni cadono, come montagne di cartapesta, lasciando dentro l'uomo il niente, il nulla. Quel “Nome” tanto cercato lungo le strade della vita e in questi luoghi santi, è l'unica possibilità che rimane all'umanità per un arricchimento interiore, è il vero Tesoro che nessuna tempesta megagalattica potrà mai portar via. Questa gente che vaga alla ricerca di questo “Nome” scopre, alla fine, che tutte le strade portano “Qui”, ma una sola porta a "Lui". “Lui è Via, Verità e Vita”. Questa strada è quella del “Cuore” e dell' “Intelletto”; unione di "Mente" e “Cuore”, affinché la speranza che ognuno porta dentro, la trasformi in “Essere in certezza”. Scoprire Dio lungo il percorso della vita in pellegrinaggio, capire Dio e amare Dio, necessita tutte le facoltà che ognuno di noi possiede, altrimenti ci si potrebbe paragonare ad uccelli senza ali, senza le quali non si può spiccare il volo per raggiungere le alte vette che conducono a “Lui”. L'intelligenza, la mente è il principio motore che ci fa incamminare. Occorre alimentare e sviluppare i lati nascosti, quella parte invisibile che risiede in noi. Il primo fra tutti è l'Amore, tramite il quale si scopre il Tutto, quel mistero Assoluto che sta assopito dentro ognuno di noi. Lui è nascosto ben bene dentro il nostro cuore. Nel nostro cuore sono scolpite tre sole lettere che sono bastanti a rappresentare il "Tutto", e sono: “J H V”, ovvero Jhavè, che significa “per te”. Lui si rivolge a te, a te e ancora a te, a tutti coloro che si vogliono impegnare in una crescita intellettiva fatta d'Amore. Lui è lì che tende la mano, sta a noi afferrarla. Azionando Mente e Cuore, si scopre che il caso non esiste, perché nulla dipende dal caso. Neanche noi siamo un caso, nessun uomo è un caso, nessun animale è un caso, l'aria non è un caso, il fiore non è un caso, la vita non è un caso, così come Dio non è un caso. Per ognuno di noi, il Cielo parla, ma bisogna saper ascoltare, con l'animo semplice di un bambino.
Cap. X La grotta di San Michele
“Haec est domus specialis, in quaeque noxialis actio diluitur"
Entrando nel Santuario di San Michele Arcangelo, Davide si sentiva molto emozionato. C'erano molti gradini da scendere per giungere alla grotta. “Mamma, parlami di San Michele?”, chiese Davide. “Vedi, San Michele è il primo angelo che sta al cospetto di Dio. Il suo grido di battaglia “Quis ut Deus”, vuol dire “Chi è come Dio?”; sai, anche il suo nome, Mi-kha-el, vuol dire “Chi è come Dio?” È la risposta di sfida a Satana e alla sua promessa: “Sarete come Dio”. “Devi sapere che Lui, come tutti gli Arcangeli che sono i principi degli Angeli, stanno sempre dinanzi a Dio, vengono in aiuto alle persone, su Sua volontà.”, rispose Lucia amorevolmente. “Che bello mamma. E quando posso vederlo? Voglio stare un po' con Lui”, disse Davide concitato. “Sai, non penso sia possibile, Davide”, Lucia sorrise e si emozionò nel vedere l’entusiasmo e la purezza del bambino, “Loro non si vedono, stanno vicino a noi, ma non si possono vedere. Non rimanerci male, ma comunque tra poco vedrai nella grotta la statua di San Michele nel punto in cui è apparso. Dalle antiche storie del mito sino al racconto evangelico, questa grotta è sempre stata un luogo dove si è manifestato il Suo spirito. È molto bello, sai, amore mio? Quando saremo dentro, si dice, tutti peccati vengono cancellati dalla sua presenza”, continuò la madre. “Ma la statua è dentro la montagna?”- Chiese incuriosito Davide. “Si, all'interno della roccia. Sai, la montagna ha sempre rappresentato un punto di incontro tra cielo e terra, il luogo dove Dio si è sempre mostrato agli uomini attraverso apparizioni per attrarli e parlargli”, spiegò Lucia. Mentre attendevano in coda per scendere sempre più giù, dall' impianto di filodiffusione, lessero un passo dell'Apocalisse: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo, Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in Cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana, che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”. (12, 7-9 ) Successivamente, recitarono l'atto di affidamento all'arcangelo Michele: “Principe nobilissimo delle angeliche gerarchie, valoroso guerriero dell'Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli angeli giusti, Arcangelo San Michele, desiderando io di essere nel numero dei tuoi devoti, a te oggi mi offro e mi dono. Pongo me stesso, il mio lavoro, la mia famiglia, gli amici e quanto mi appartiene sotto la tua vigile protezione. E’ piccola la mia offerta Essendo io un misero peccatore, ma tu gradisci l’affetto del mio cuore. Ricordati che se da quest'oggi sono sotto il tuo patrocinio tu devi assistermi in tutta la mia vita. Procurami il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro Salvatore Gesù, la mia dolce madre Maria, e tutti gli uomini miei fratelli amati dal Padre e redenti dal Figlio. Impetrami quegli aiuti che sono necessari per arrivare alla corona della gloria. Difendimi sempre dai nemici dell'anima mia, specialmente nell'ultimo istante della mia vita. Vieni in quell'ora, oh Glorioso Arcangelo, assistimi nella lotta e respingi lontano da me, negli abissi dell'inferno, quell'angelo prevaricatore e superbo che prostrasti nel combattimento in Cielo. Presentami, allora, al trono di Dio, per cantare con te, Arcangelo San Michele, e con tutti gli angeli lode amore e gloria a colui che regna nei secoli eterni. Amen.”
Cap. XI L'incontro
Mentre recitavano l'atto di affidamento, l'attenzione di Davide fu attratta dalla presenza di un bambino vestito di bianco, coi capelli ondulati di colore biondo intenso e due grandi occhi azzurri. Il bambino era fermo, appoggiato al muro e sembrava assorto nei suoi pensieri. Poi lo guardò, sorridendogli teneramente. Davide ricambiò il sorriso e poi si avvicinò per stare insieme a lui. Più si avvicinava a lui, più percepiva una gioia immensa, una forte emozione. Una sensazione di pace e serenità lo pervadeva. “Ciao, Davide. Ti aspettavo qui,” Davide rimase sorpreso. “Come sai il mio nome? Ci siamo già conosciuti? Non ricordo bene,” chiese meravigliato. “Io ti conosco da tanto tempo. Siamo sempre insieme, anche se tu non te ne accorgi. Ma se mi guardi con gli occhi di un bambino, credendo con tutto il tuo cuore che ci sono, ecco che avviene il contatto d'amore tra te e me. Se vivi di certezze e sicurezze, il tuo spirito ti rammenta attimo per attimo questa appartenenza al Padre Celeste,” rispose teneramente il bambino. “Ma, allora, tu sei il mio angelo?” disse stupito Davide, “Ma sei come me, non vedi?, Cosa fai tu, vai a scuola come me?” Il bambino vestito di bianco sorrise con tenerezza a Davide. “Vedi, un angelo dona Amore quanto più può, quanto più né ha, senza riserva alcuna. Altro non fa. Tutti vengono in questi luoghi cercando un qualcosa che non si vede, ma è più presente e certo di quel che si vede. L'uomo non sa che Verità ineffabile è dentro di lui, che molto tempo prima, anche egli era un Angelo. Un'appartenenza forte, Davide, che ci accomuna tutti a figli di Dio. Ma bisogna crescere nella fede. La fede è come quel piccolissimo seme di senape, che è il più piccolo fra tutti i semi. Se ognuno detiene dentro sè quella piccolissima fede quant' è quel granello, ecco che i miracoli diventano evidenti a tutti.” Davide lo guardava meravigliato, ma in cuor suo, nonostante comprendesse l'evento straordinario che stava vivendo sin da quando era piccolo, capiva che i suoi occhi vedevano cose che nessuno vedeva, e parlava di cose che molti non avrebbero mai compreso. Non capiva la motivazione di tutto questo, ma accettava di buon grado quanto viveva. A lui veniva semplice, bastava aprire il cuore e la mente e tutto si palesava ai suoi occhi. Non si poneva molte domande come facevano gli adulti. A lui bastava avere sempre questi incontri che erano importanti. Quando era con i suoi amici, era felice. Provava una forte emozione ed era sereno. Era un mondo diverso, bello, colmo di amore, con i suoi colori tenui, i ruscelli che scorrevano lungo i pendii di montagne di un verde intenso. Musica dolce, musica intensa che rapiva il suo cuore verso un mondo che gli apparteneva.
Cap. XII La passeggiata
Prati verdi, distese di colline; un verde smagliante mai visto prima. Una sfumatura di verde a forma di arcobaleno rapiva i suoi occhi: verde chiaro argentato, sino ad arrivare in fondo al paesaggio a un verde scuro come la foresta. Il verde cedeva il passo all'azzurro chiaro sino ad arrivare alle sfumature di color blu intenso, come la notte; a Davide sembrava di vedere luccichii di stelle che coronavano le colline. L'azzurro passò lentamente al colore rosso, una sfumatura dal rosa chiaro fino al rosso sangue. Il paesaggio sembrava diverso ogni qualvolta cambiava di colore. Per quanto era intenso ed acceso il rosso, Davide dovette riparare gli occhi con le manine. E poi, infine, un color oro, bellissimo, con le sue mille sfumature, rendeva il paesaggio brillante. Una luce immensa avvolgeva i prati prima verdi, poi azzurri, poi rossi e, infine, oro. Un ruscello veniva giù dai colli, e le acque sembravano essere di oro fuso. Il bambino teneva per mano Davide e passeggiavano tranquilli. Era come se, nel silenzio, riuscissero a comunicare. In quel posto, non c'era la necessità di aprire la bocca per parlare. Il tutto avveniva alla velocità del pensiero. Si guardavano ogni tanto, sorridendo. Davide comprendeva che, in fondo, la felicità consisteva veramente nelle cose semplici ma, al tempo stesso, austere com'era quel paesaggio nei momenti in cui si era colorato di oro immenso. Mentre il bambino guardava, gli spiegava le motivazioni di questi colori e del paesaggio. Quello era un luogo in cui Dio manifestava il suo grande amore che nutre verso i bambini, e spiegava, in maniera semplice, cosa volesse dire quel che Davide aveva visto. “Vedi, i prati e le colline sono libere, senza case, senza alcun tipo di traccia che possa far pensare a un legame terreno. Indicano la libertà dalle catene che l'individuo che vive in terra possiede. Vedi, Davide, nessuno in terra è libero. E nessuno ha compreso Gesù quando disse che “la Verità vifarà liberi”. Lui intendeva le catene che tengono legato l'uomo alla terra: l'ambizione, l'orgoglio, l’avarizia, l’indifferenza, il potere, la lussuria e così via all'infinito. I bambini appartengono al Cuore di Gesù, perché il loro Cuore è totale a Dio. Il bambino è puro, Davide, come lo sei tu. Sei sincero, sei spontaneo, non hai malizia. Ecco perché hai il permesso di stare un po' con noi. Le catene legano invece l'uomo, facendogli tenere lo sguardo rivolto sempre alle cose terrene.” “Sai”, disse Davide, “io sono piccolo e molti mi prendono in giro perché non sono come loro. Non capivo prima cosa volessero dire, ma forse ora comprendo; sono piccolo, è vero, ma ho un grande tesoro, che è il Cielo.” “Bravo, hai compreso. Bisognerebbe vivere tenendo bene i piedi per terra, ma lo sguardo rivolto sempre al Cielo. Gesù, mentre era sulla terra, lasciò detto di non accumulare tesori in terra, perché appesantiscono il corpo e lo spirito. Bisogna accumulare tesori in cielo, ricordalo sempre Davide.” “Le colline, la natura aperta rappresentano l'immensità di Dio, che è in Cielo, in terra e in ogni luogo. Sgombra la mente da ogni nozione appresa, chiudi gli occhi e ascolta il profondo del tuo Cuore. Lì c'è Dio, ma quando dico lì c'è Dio, dico limitato perché lui E’. Bisogna vivere cercando di liberarsi dalle catene che giorno per giorno, vivendo sulla terra, si saldano ai tuoi polsi e alle tue caviglie. E ti tengono saldo a terra, impedendoti di spiccare il volo. Solo la Verità, che è quella che vivi, ti rende libero. E spiccando il volo, riesci a giungere alle più alte vette, perché lì risiede l'occhio di Dio.” “E i colori, cosa rappresentano? Me lo dici? Non voglio andarmene di qua, è troppo bello!”, disse Davide. “No, ancora avrai altro da vedere, dobbiamo andare via, non ti è concesso stare di più, devi entrare nella grotta, ricordi? Lì ti attende San Michele. Il verde rappresenta il colore della speranza. La speranza che, nell'uomo, cammina accanto al dubbio. Il famoso dubbio, di cui avremo modo di parlarne, rende l'uomo cieco e non gli fa vedere la verità. Ecco perché, per avere speranza, il dubbio deve annullarsi nel cuore dell'uomo. Il dubbio è come un tarlo, e come tale fa sì che l'uomo dubiti sempre. Queste sono le domande che egli stesso si pone : ma esiste Dio? E se esiste, già innalzando il dubbio, perché fa accadere questa determinata cosa? E così via all'infinito. Il verde sempre più intenso rappresenta la speranza che diventa certezza, “Essere in certezza” vuol dire, Davide, non avere dubbi che l'invisibile non esista. La speranza tramutata in fede, quella fede vera e certa che rende possibile ogni cosa, pure la più impensabile o impossibile. Dio è pensiero rigenerante, Dio è l'Assoluto. Dio è fonte viva di vita eterna. Quando nel cuore di ognuno si accende quella fede certa, ecco che può iniziare il cammino che conduce alla lunga salita del Monte, ove risiede l'Occhio di Dio. Ricorda Davide, tutto questo è per te. Non dubbio, il verde chiaro deve diventare un verde acceso, vivo perché vorrà dire che il dubbio scompare per una verità assoluta di fede che rende possibile ogni cosa. Tu sei divino, ognuno è divino, perché Dio è dentro il cuore di ognuno, compreso questo, comprendi tutto. Gli altri colori rappresentano la passione di Gesù, il figlio di Dio prediletto, nostro e tuo fratello. L'azzurro rappresenta l'acqua uscita dal costato di Gesù quando, una volta crocifisso, il soldato romano Longino conficcò la lancia nel costato per accertarsi che fosse morto. Il colore rosso sangue rappresenta ugualmente lo stesso momento. Il sangue dell'Agnello immolato per la salvezza dell'umanità. Il rosso che vedi sparso lungo tutto il paesaggio rappresenta la Passione di Gesù e, al tempo stesso, la Sua grande Misericordia, un Amore Misericordioso che nutre verso i Suoi figli che lo hanno dimenticato e continuano a farlo preferendo le catene alla Verità, che è Amore Assoluto. Il colore oro rappresenta la sua Resurrezione. Il Suo corpo è asceso e mai più trovato. Scienziati e professori scrivono teorie su teorie, cercano prove, fatti circostanziati. Pensa Davide, fanno inchieste su Gesù! Poveri stolti, non comprendono che la Sua Resurrezione comporta detenere sempre nel cuore quel colore verde forte, di fede di cui ti parlavo. Quella fede che non necessita di prove e teorie scientifiche. Quel Credo forte che non ha bisogno di spiegazioni perché Dio è vivo dentro ognuno. Sta all'uomo comprenderlo. Nel momento della Sua Resurrezione, ha investito tutto ciò che lo circondava con una grande quantità di fotoni, perché Dio è Luce Rigenerante, abbagliante come l’oro. Beati coloro che, pur non avendo visto, crederanno, Davide, perché di loro è il Regno dei Cieli.” “Non me ne voglio andare,” insisteva Davide; ma mentre insisteva, cercando con tutte le sue forze di restare in quel luogo col suo amico, percepì la voce della mamma che lo chiamava. “Davide, sveglia, stiamo arrivando alla grotta! E’ il nostro turno.” Davide aprì gli occhi e comprese che era seduto sullo scalino, appoggiato al muro. Una lacrima solcò il suo viso quando non vide più il suo amico accanto a lui. Mentre scendeva le scale, dinnanzi alla grotta, udì una musica a festa, come in lontananza una voce soffusa che pian piano divenne nitida, sussurandogli così…
Cap. XIII La Mia Parola confini non ha
Tante son le cose che dirvi vorrei, tante ne ho dette già, ma, nel continuare, vi sprono a capire e, con attenzione, il Cuore Mio dò. Figli, figli, voi cari siete a Me. Nel dirvi quel che devo, non abbiate di che temere. Le malattie che nell'uomo esistono, Io le ho provate in una volta sola, Io le conosco già. Gli insulti e lo sputo, con offesa, hanno colpito Me. Capisco anche le offese ricevute, tutto a compimento di Padre Mio. Certo, Io sapevo già; dura la vita nell'uomo! Nel cuore, l'Amore dove sta? Ma ditemi, Io Risorto sono, dopo i tre giorni, ma il corpo mio, dove sta ? A voi, scettici, che tutto sapete, forse l'avete trovato già? Ma che sentono orecchie Mie! No, certo che no! No resti o frammenti, che pensar si voglia, di un Corpo che di Re fu! Ma, come balsamo, il Padre Mio tutto Mi curò, così di colpo, il dolore andò. Se questo serve a dir qualcosa, bene, allora contento sono, perché il Padre Mio che nei Cieli sta nulla al caso fa: “E’ per adempiere le scritture”. Ricordatevi: quando il Mio Corpo spirò, tutto buio, intorno, diventò. Quel buio che la terra, ancora, vedrà per tre giorni, forse nei cuori di chi fede non ha. Non è, figli Miei, poesia questa, ma dura realtà, affinché con l'Amore tutto, alla fine, si aggiusterà. E se credete al Paradiso Eterno, beh, figli Miei, chi vivrà vedrà. Con Amore, a tutti. L'uomo dei sogni, che sempre è esistito e sempre esisterà
(Luce Infinita).
Cap. XIV Il ritorno
Eventi tristi, eventi luttuosi, che precorrono i tempi della fine dei tempi. L'Agnello di Dio ritorna nel mondo, dinanzi agli occhi esterefatti degli increduli e dei credenti. L'aveva preannunciato, tanto tempo fà, ma chi credito dava al dire che fu? Un uomo umile, povero, predicava pace e amore senza limiti e confini. Liberi ci voleva, e per tale libertà, si immolò. Lasciò delle orme indelebili nel cuore di chi non credeva. Tanto dolore nel cuore di chi lo amò. E per cotanto amore, torna per compiere il dire che fu. Tempi duri, tempi brutti. Il tutto è da venire, il tutto è da compiersi, per la Sua venuta in terra; e la terra si trasforma in Cielo! Il Mistero è da svelarsi; su una coltre nube si abbasserà e scenderà Glorioso come un Re, perché lui è Re, il Re dei Re, del tuo e del mio cuore, e di chi non lo vuole. Amore è Lui, infinito quanto il cosmo, e in questo grande Amore abbraccerà e avvolgerà colui che, ancora incredulo, pensa con superbia che il mondo intero è solo suo. Tutto un dono è stato fatto, ma quello ancor più grande è da realizzarsi. Il dono che, sceso dalla nube, prende la tua mano e insieme un nuovo inizio arriverà. L'inizio del Suo Regno, dove solo pace e amore regnerà. Il mal sconfitto cederà, e il solo bene trionferà. Il mondo nuovo apparirà, e il Cuor Suo col tuo all’unisono batterà. Campane a festa, cori d'angeli canteran: “lode e gloria al Cristo Re, gloria e onore al Re dei Re” .
Cap. XV L’apparizione.
Davide non credeva alle sue orecchie. Così piccolo, ma così ricolmo di grazie. Non riusciva a comprendere la motivazione di tutto questo. Percepiva suoni, canti, incontrava i suoi amici, come li definiva lui, ma non poteva dirlo a nessuno. Chi mai l'avrebbe creduto? Chi crede alle favole? Quasi nessuno. Sua madre lo ascoltava, ma poi non dava importanza. Con poche parole, cercava di sminuire la “fantasia”, come la definiva lei, del figlio e parlava di argomenti più concreti, secondo il suo punto di vista! Eppure l'invisibile, per Davide, era più visibile della materia. Esistono diverse realtà, quella della materia era una delle tante. E neanche la più vera! Purtroppo l'uomo è “presuntuoso”, innalza la propria realtà, la propria verità, ma la sua stessa verità può essere vissuta in maniera diversa, secondo il punto di vista preso in considerazione. Il mondo onirico è invisibile, astratto, eppure è una realtà onirica, vera, se si considera quel dato punto di vista. L'individuo, in quel preciso istante, si muove in un determinato spazio, compie azioni specifiche, vive storie infinite ma, quando si sveglia, relega il tutto a un mero sogno, senza comprendere che di realtà si tratta. L'uomo, in nome dei tanti suoi “limiti”, che egli stesso si pone, cresce in presunzione, pensando di detenere l'unica verità e, per questa, giudica, condanna, assolve, secondo il proprio metro conoscitivo. Ma è pur vero che esistono altre realtà diverse. E mentre Davide si avvicinava alla grotta, percepiva più che mai queste variegate verità. Ecco perché degli umili è il Regno dei Cieli! Ecco perché Gesù, nell'amare tutti, prediligeva i bambini, perché, essendo puri di cuore, riescono ad arrivare lì dove l'adulto si nega l'accesso. Ecco che si sentì afferrare per mano, era di nuovo il bambino, il suo amichetto. Lo condusse dinnanzi alla statua di San Michele. Davide, ancor più emozionato, gli chiese : “come ti chiami? Mi parli di te?”. “Ancora non hai compreso? Io penso proprio di si!”, rispose il bimbo. “Noi siamo i Suoi figliuoli Angelici, siamo la Sua Prima Emanazione più pura, quella che serba in sé un tutto differente dal tuo, quel tutto che supera di gran lunga tutti gli altri tutto e queste scintille d'Amore sono quell' espressione vivente e operante, come per dire siamo la mano di Dio, siamo i suoi operai, interagiamo tra Dio e voi. Il mio nome è Raphael!” “Che bel nome! Sì, hai ragione, l'avevo capito anche se non mi spiego come posso vederti e parlare con te”, rispose Davide. “Non occorre il “come”, non necessita capire e andare necessariamente a comprendere il perché, il chi, il come. La vera “Fede” non necessita spiegazioni. Se potessi manifestarmi, ti porterei con Me, e chissà, un giorno, ti innalzerò nei più alti posti del Cielo per regalarti le Meraviglie delle Meraviglie e farti comprendere che qui sulla terra, nessuno è solo, anche se non lo sa. Tenendoti per mano, volteggeremo nell'infinito cosmo; a regalo per iride tua, filmeresti le meraviglie che non conosci. Strato su strato, la natura ignota si fa vera, viva, si accenderà di colori a te sconosciuti. Ci sarebbe un bloccaggio di pensieri per le visioni straordinarie. Tutto quel vedere, Davide, vorrebbe tanto dire basta al cuore tuo, sentendoti sazio per così tale bellezza e originalità. Ma sarebbe un regalo a metà. Un altro volo, e un altro ancora ad innalzamento del vero sentimento. Il sentimento batte, pulsa dentro il petto a riconoscimento del tanto sospirato Amore. E mentre la materia investe gli atomi, le particelle e tutto ciò che di invisibile c’è, ecco che la “Luce della Conoscenza” ti prende, ti avvolge, facendoti comprendere all'improvviso il vero senso della vita. Per quel sapere e per quel vedere, vorresti dire ancora basta, ma non possiamo lasciare le cose a metà. Pertanto, col vedere e col sapere, sei ben zavorrato per poter tornare giù. Ma la dinamica molecolare, gravitazionale, ci insegna che un corpo pesante non può stare a galla perché col peso piomberebbe subito giù e nel cadere, ti faresti male, non credi?” “Portami sù, Raphael, portami ancora più sù, non mi far tornare giù. Qui è troppo bello. Restare vorrei”, supplicò Davide. “Sono un Angelo che si rispetti, e come tale adempio ai Miei doveri dettati dall'Amore. Essendo tu assistito Mio, alleggerisco la tua mente, così come il tuo cuore, per un planare dolce, delicato, per farti arrivare lievemente nella tua fantasia onirica che, per breve, ti ho fatto visitare. Sentirai un leggero venticello che sfiorerà la tua pelle, come dolce ebbrezza ti farà svegliare e, nel risveglio, capirai che tanto ancora c'è da lavorare. Comprenderai, nel tempo, che non è andato tutto perduto, quel mondo meraviglioso che avevi visitato: qualche flash resterà a testimonianza che ognuno regala ciò che può. Il mio regalo oggi, questo a te. Non dir mai che non ti penso, specie nei giorni bui, perché, se non lo sai, è proprio il buio che non ti fa vedere Me. Accenditi di Luce oggi e sempre, così che capirai che non ti abbandono mai.”
Il tuo Angelo ( Luce Infinita)
Cap XVI “QUIS ut DEUS”
“Schiere su schiere, il gran combattimento: Battaglia in Ciel, che rosso di fuoco sembra. Forza in azione, più che attiva Essa è. Vortici e spaccature che squarciano il Cielo, odi di rombi, fragori di guerre. L'occhio dell'umana gente veder, proprio esso, non può. Una benda, un velo sull'occhio poi cadrà, affinché di quei nefasti giorni l'occhio non subirà. Spade su spade, è il gran combattimento, sangue, urla e pianti si innalzano nei venti. Tappate orecchie vostre, bendate i vostri occhi, il vostro cuore aperto a Colui che tanto amate. Or dunque, la paura volgetela a preghiera, perché la serpe infida vi tenta in malo modo. Se la preghiera a fondo voi ben la conoscete, allora no paura, perché la respingete? Il mal, lui vi circuisce, perché prendervi vorrebbe. Se in voi c'è Forza e Amore, Amore e no paura, la serpe brutta e scura allora sparirà. Se l'Inno voi innalzate, l'Inno rivolto a Dio, anch'io vi do una mano, l'Inno l'ho fatto Io.
“QUIS ut DEUS” (Luce Infinita)
Ecco una grande Luce abbagliante risplendere all'interno della grotta. Davide riusciva a vedere con difficoltà, in quanto il grande bagliore non gli permetteva di tenere gli occhi aperti. All'inizio, vide una grande sfera di luce che girava vorticosamente. Da questa, si sprigionavano raggi di luce che illuminavano tutta la grotta. Sembravano tanti fuochi d'artificio. Un dolce vento accarezzava il suo volto. Mentre osservava questo meraviglioso gioco di luci, si udiva un coro che innalzava l'inno “QUIS ut DEUS”. Davide era emozionato e percepiva una forte presenza all'interno della grotta. Una forte potenza si sprigionava ed era inarrestabile. All'improvviso, la sfera di luce smise di girare e si soffermò sospesa in aria. Da questa, cominciò a delinearsi una figura imponente, con un grande mantello rosso. Al fianco sinistro, una spada enorme, adornata di una varietà di pietre che luccicavano. Era una figura molto alta, quasi tre metri. Indossava un'armatura dorata e argentata. I capelli lunghi, ondulati e biondi, con grandi occhi grigio verde. Due grandi ali argentee occupavano l'intera parete della roccia. Davide era profondamente colpito dalla bellezza e sontuosità di questo guerriero. Aveva in sè la consapevolezza che era San Michele. Tutto questo sembrava irreale. Lui, un bambino semplice, aveva avuto il privilegio di poter comunicare con l'invisibile. San Michele, dopo aver recitato il suo Inno, si presentò: “Ciao, Davide, non spaventarti, mi presento! Sono Angelo del Signore per servirti e dirti che Io sono l'espressione più alta del Pensiero Umano. Raggi che filtrano attraverso gli alberi, come per scandire un giorno particolare. Quel giorno che vede te e me qui nella mia grotta. Natura in movimento, come per affermare la Potenza Divina. Apprezza tutto ciò che il tuo occhio riesce a filmare. Godi anche delle minuzie, non con l'animo di chi dà tutto per scontato, ma con l'innocenza di un bambino perché, attraverso questa, puoi liberar lo spirito. Esser liberi vuol dire avere un rapporto con la natura, entrare in comunicazione con essa, con la terra, gli alberi, i fiori, gli animali. Vi parla, ti parla ma se non ti liberi da tutte le negazioni, non lo potrai mai sapere. Ricorda sempre quello che ti dirò, Davide: rimani sempre bambino dentro te. Nel crescer e diventare adulto, cresci nella dualità che c'è in ognuno di voi e, nella scelta, tra il Bene e il male, potete scorgere l'energia vibrazionale che la terra vi offre, perché si diventa un tutt'uno con essa. Occorre serbare sempre nel cuore la volontà, la determinazione e, soprattutto, l'Amore. Imparerete a sentire, poiché siete sordi, imparerete a vedere, poiché siete ciechi e imparerete ad Amare. Tu apprezzi un fiore quando questo acquista tutta la sua bellezza, beh, ti dico, impara a crescere bene, ad innaffiare dentro te lo Spirito perché, se lo Spirito si spegne, in voi è dichiarata la morte. Diventa linfa vitale per te. Il tuoMichael (Luce Infinita)
Di colpo, l'immagine svanì dalla parete della roccia. Davide si stropicciò gli occhi, sperando di rivederla nuovamente. Ma la roccia non era più illuminata dai bagliori e luccichii che emanava l'immagine apparsa di San Michele. Davide prese la mano della madre e continuò la visita all'interno della grotta, facendo sue le parole ascoltate. Comprendeva bene che la crescita era una fase delicata e importante che, al termine, determina un bivio, ovvero la scelta tra il bene e il male. Voleva anche lui, un giorno, diventare un guerriero del Bene, non per forza, ma per amore, quell'amore forte che provava nel suo cuore, sapendo che non era mai solo. Per un motivo a lui sconosciuto, il Cielo si era affacciato alla sua vita, si era chinato alla terra, prendendo forma e pensiero. A lui non importava conoscere il motivo, ma dentro sè nutriva un amore incommensurabile nei confronti di questo “invisibile” tanto visibile ai suoi occhi. Questo per lui era sufficiente al fine di intraprendere un cammino verso paesaggi incantati dove folletti, fate, gnomi e angeli abitavano in un mondo parallelo al suo. Ogni tanto, le due rette parallele si intersecavano, regalandogli squarci di un mondo meraviglioso. Davide viveva nella consapevolezza che, in quell’ “ogni tanto”, lui era presente e pronto a vivere quei momenti di intimità, che lasciavano dentro al suo cuore musica e poesia.
Cap. XVII La riflessione
La giornata era stata molto intensa. I genitori di Davide erano entusiasti della gita e dei posti meravigliosi visitati. Questi luoghi sembrano racchiudere in sé un mistero, qualcosa che è percepibile, ma non si vede. Una volta usciti dalla grotta, si fermarono ad ammirare le immense distese verdi avvolte da una foschia che sembrava voler riportare alla mente del visitatore luoghi lontani, sacri, dove la presenza di Dio permea tutto. Il vivere quotidiano conduce l'individuo all'allontanamento di questa parte spirituale. Al contrario, questi pone tutti i suoi sforzi al punto che, incatenato dai ritmi incalzanti che la società pone, lo fa soffermare solo sulle proprie necessità prettamente materiali. Lucia, quando ritagliava per sè questi momenti da dedicare alla parte spirituale, comprendeva che la sua vita era un inferno, intervallata da orari frenetici che portano all'annullamento dell'essere. Catene, catene ovunque. I ritmi impongono e comandano quando ci si deve alzare, quando si deve uscire, quando si deve lavorare, a che ora pranzare, le faccende da sbrigare. Ma in tutto questo, dov’ è l'Infinito? Marito e moglie dialogavano in merito a queste tematiche, rendendosi conto che gli anni trascorrevano, ma, di fatto, cosa facevano per crescere interiormente? Mentre Davide li ascoltava, sorrideva in quanto, in cuor suo, comprendeva che ai suoi genitori mancava quello che lui, per grazia ricevuta, aveva e viveva, ma non parlava in quanto era consapevole che gli adulti cercano, ambiscono quell’ Oltre ma, proprio in quanto non uniscono cuore e mente, fanno prevalere solo ed esclusivamente la ragione. Il desiderio, la speranza è insita in ognuno di noi. Persino lo scienziato più accanito, il non credente, giunto al tramonto della sua vita, volgendo lo sguardo al Cielo, anche solo per paura del “niente”, se nel suo cuore nutre la speranza che oltre quell’ “oltre” qualcosa o qualcuno, magari, ci sarà ad attenderlo, quell’ “oltre” si paleserà ai suoi occhi. Gente incredula, che ha dimenticato ciò che era, ha relegato in un angolo l'innocenza e la purezza del bambino che era, negando alla propria esistenza la possibilità di crescere interiormente per instaurare quel dialogo intimo con il Pensiero Creatore e Formante, che racchiude tutto l'Amore. Lucia si rendeva conto che sì, era felice, avevano una sicurezza economica, una casa, un figlio, ma... c'è sempre un “Ma”. Quel “ma” che ci porta a comprendere che dentro si nutre una certa qual insoddisfazione, dettata da qualcosa che all'apparenza chiama l'irrazionale, ma che andando alla radice dello stesso, ti conduce alla “tua radice”, che, unita come un cordone ombelicale, ti nutre, alimentando quella consistente parte di te stesso, formata da quella parte invisibile, spirituale che si fa sentire più che mai quando si trascura di alimentarla. È come un neonato che, quando ha fame, attira l'attenzione nel modo in cui sa farlo, piangendo, rimanendo sveglio, agitandosi al fine di attirare l'attenzione del genitore per essere nutrito. Allo stesso modo, si comporta il nostro “Io Spirituale”, che ha bisogno sempre di essere alimentato, nutrendosi della parola che non è quella con cui si comunica, quella banale che sembra dire tutto ma non dice niente. Bisogna nutrirsi della Parola di Dio. Non c'è da meravigliarsi che i tempi moderni chiamano l’apostasia. Gente immersa dai suoi mille problemi materiali, incatenata dalle proprie ambizioni di carriera, di potere! Quel desiderio continuo di voler essere importanti, sempre al centro della scena. Questo esigono i tempi dell'oggi, senza comprendere che nel vivere freneticamente alla ricerca di un successo, rincorrendo la fama e la brama di potere, si calca un palcoscenico fittizio, dove ognuno recita la propria parte, convincendosi che è il solo ed il migliore. I tempi d'oggi portano l'individuo ad innalzare il proprio “Io” all'ennesima potenza. Nel far ciò, si mette da parte una “D” che conduce a Dio. Nel percorrere questi luoghi in mezzo alla natura, immersi nella spiritualità più profonda, Lucia comprendeva che le mancavano questi momenti profondamente vissuti a “tu per tu” con se stessa. La vita scorreva inesorabilmente, lasciando dentro sè quella insoddisfazione interiore, nonostante non le mancasse nulla. Ma quel “nulla”, che voleva dire che aveva “tutto”, paradossalmente, quel “tutto” significava un “niente”. L'uomo proiettato verso il niente se non alimenta quella parte che lo conduce al “tutto” che, in questo caso, comporterebbe la completezza dell'essere. Mentre i suoi pensieri scorrevano dinnanzi alla sontuosità di quei paesaggi, cominciò a sorridere in quanto, proprio in quel momento, aveva compreso ciò che le mancava veramente. Non sapeva ancora come avrebbe fatto ad intraprendere il cammino che l'avrebbe condotta verso quella direzione, ma almeno “adesso” era riuscita ad attirare la sua attenzione verso quella parte che rivendicava dentro sè quell' unione indissolubile col cordone ombelicale che avrebbe alimentato il suo spirito.
Cap. XVIII Il volo
Mentre Davide stava per addormentarsi, vide quell'uomo con la barba che aveva già visto, molto bello con grandi occhi verdi ed una tunica bianca, quasi accecante. Stava in piedi, sorridendo. Poi distese il braccio sinistro, volgendo il capo e, guardando la mano stesa, disse: “Qui è il Padre”. Subito dopo, stese il braccio destro, volgendo il capo a destra, dicendo: “Qui sono Io”. Sorrise e, improvvisamente, sparì. Davide si addormentò subito dopo, avendo la netta percezione che Gesù era lì con lui. Il cuore si riempiva di una tranquillità immensa e percepiva un Amore mai sentito prima. Sì, era proprio felice! Chiudendo gli occhi sorrise e gli parve di ascoltar voci, musica e canti, tutto attorno… “Musiche lontane, per osannar Cristo Signor. Stelle filanti, color argento puro, coriandoli color oro, tutti in ciel; Cherubini e Serafini, cantano Lodi al Cristo Signor. Canti antichi, in lingua aramaica, angeli e arcangeli tutti in schiera, pronti ad acclamar l'arrivo di Cristo Signor. Squilli di trombe, campane a festa, per salutar l'ingresso di Cristo Signor. Luci argentate, arcobaleni di tutti i color, per suggellar l'alleanza con Cristo Signor. Dalla terra al cielo, un intrecciar di mille luci, cascate in piena, gorgoglii di acqua, al passaggio di Cristo Signor. Canti di uccelli, fragore di tuoni, sta parlando Cristo Signor. L'universo intero ode la Sua voce; con suoni e canti, il mondo acclama Cristo Signor. Un'attesa intensa, un silenzio improvviso, pronti ad udir di nuovo la voce di Cristo Signor. Rulli di tamburi e tanta attesa nel cuor, il silenzio intorno. Un venticello solo, una musica soave, ecco dov’è Cristo Signor! Non nei tuoni, né nei fulmini e saette, ma nel silenzio del tuo Cuor.”
Cap. XIX Il cuore puro dei bambini
Nel momento in cui Davide non udì più questi canti, si ritrovò su una spiaggia dorata. Il mare era immenso, di colore azzurro intenso, le cui onde emanavano luccichii intensi. Sembravano tante lucciole che davano un tocco magico a questo paesaggio maestoso. Improvvisamente, rivide l'uomo con la barba, sempre vestito con una tunica bianca coi bordi dorati. “ Ciao Davide, eccoci qui di nuovo per un dialogo d'Amore. Come stai? ” “Io bene, grazie. Sono contento di vederti sempre. Sai, sono stato con Raphael e poi ho anche visto un grande Arcangelo, era un guerriero!” - disse Davide. “Quis ut Deus! ”- sorrise l'uomo. “Si, proprio lui, San Michele. Ero alla sua grotta con mamma e papà. Sto trascorrendo con voi giorni bellissimi, e anche se non sono adulto, comprendo tante cose, anche se penso ne avrò tantissime altre da comprendere, se tu vorrai e mi aiuterai, vero?”- chiese il bambino. “Certo, Davide se noi siamo qui, un motivo ci sarà. Se nulla è un caso e tutto ha un motivo d'essere, per quanto l'uomo non riesca a comprendere, questo “tutto” rientra nel grande mistero divino. Ognuno è chiamato per nome dal Padre mio e Padre tuo. Tutto è scritto nei rotoli del Cielo e non c'è niente di nascosto che non verrà rivelato. Non ti meravigliare per quanto vedi, perché tutto è un disegno. Ma dimmi, comprendi perché tu comunichi con noi e gli adulti no?”- chiese l'uomo nuovamente. Davide osservava le onde e il loro infrangersi delicatamente sulla spiaggia, creando dei suoni armoniosi che sembravano musica. Dopo un po', rispose: “Si, credo di capire, ma vorrei tanto comprendere ancora di più.”- chiese incuriosito Davide. “Sì, certamente. Ma il discorso è lungo”- gli prese la mano e lo fece sedere accanto a lui. “Un giorno dissi: lasciate che i bambini vengano a Me, poichè di essi è il Regno dei Cieli”, disse l'Uomo. “Vedi, ogni singolo individuo ha in sé delle potenzialità che, nel tempo, vanno a scomparire. Potenzialità che chiamano un animo puro, gentile, un cuore nobile insomma. Di norma, fin quando vige l'innocenza, vive la fantasia, l'Amore assoluto, vive tutto ciò che tu hai ucciso, perché deciso hai di diventare "grande”. Uno stormo di uccelli di colori variopinti solcava il cielo che era diventato di colore rosa. “Quanti da piccoli sperimentano un fatto particolare, un evento speciale al quale non si può dare una logica spiegazione? Proprio come li stai sperimentando tu. Quanti vedono o sentono cose fuori dal comune, lasciando dentro sè tanti perché? ” “È vero”, interruppe Davide. “Anche io non so rispondere ai miei tanti perché, ma non mi importa, voglio solo star con voi.” “Hai ragione, Davide. Hai proprio ragione. Sei puro e innocente. Ma ricordati questo a memoria futura: quando si cresce, la vita ti dirige su altre cose, dimenticando il mondo dei piccoli, se così possiamo chiamarlo e, quando un altro episodio simile al tuo ti dà da pensare, ecco che il ricordo antico riaffiora alla mente, come per dirti: “anch'io ho vissuto un'esperienza del genere,” sentendoti forte, vorresti essere al centro dell'attenzione per dir la tua. Ma, spesso, capita che la ragionevolezza ti suggerisce: “sogni, visioni da bambini erano quelli”, mentre il cuore, misto alla logica preme dentro te, dicendoti: “Tu sai bene ciò che hai visto, oppure ciò che hai sentito; lasciandoti sgomento di un dubbio traballante e, per vergogna o semplicemente solo per paura, non hai voluto testimoniare ad altri, solo perché non volevi essere classificato folle. Bene, tutto ciò che l'uomo non sa spiegare o decifrare, facile per lo stesso dichiarar ciò che si è visto, provato o sentito, è tutta fantasia, quella fantasia che si vive quando si è bambini. Addirittura, quell'evento particolare, con gli anni cambia, inconsciamente, si tende a modificarlo, in quanto il ricordo ormai lontano non porta all’uomo quella chiarezza che un dì gli apparteneva, però, aggiungo, se si incontra un altro fratello che racconta un fatto simile al tuo, ecco che il ricordo torna a galla, come per far breccia nel cuore e anche tu, vorresti dire: “Di fatti strani tanti ne capitano, a me è capitato questo...”, portando la tua Testimonianza, cercando assensi, conferme, sentendoti, magari, non il solo di fatti particolari accaduti. Purtroppo, oggi, l'uomo ha rallentato quel flusso magico di eventi che ti porta ad essere spettatore attivo di fatti a te accaduti, poiché tutto corre in questa vita e l’adulto fa correre o fa scappare dai bimbi quel lasso di tempo che chiama a sé l'innocenza pura: quell’innocenza che ti porta ad essere migliore da ciò che sei, vedendo o sentendo cose, senza filtri, senza velature alcune. Il tempo scorre velocemente e tu, uomo, stai uccidendo quel filo o senso sottile che dentro te, e pure dentro gli altri, vive. Quel Tempo magico sarebbe potuto diventare eterno in te, ma, come dissi, l'uomo è sempre più sciocco a capovolgere le cose e nella sua piccineria, grande si sente. Pace”. Mentre parlava, l'uomo si alzò e, prendendo la mano di Davide, cominciarono a passeggiare lungo la spiaggia. Davide mise i piedi nell'acqua, ma si accorse che non si bagnavano, ma rimanevano asciutti, con grande suo stupore! “Nella mente dell'umana gente, ci sono racchiusi i sensi, di cui cinque voi ben li conoscete, vero Davide? ”chiese l'uomo. “ Sì, è vero, sono cinque! ”esclamò Davide. “Eppure la tua risposta è inesatta. C'è il sesto senso, che non lo si può vedere, né toccare, poiché è quel sesto senso che chiama a sé l'invisibilità. Tu hai quel sesto senso, Davide. Tutti lo posseggono. Questo senso, Io lo definisco “magico” per voi, magico perché voi vi fate attrarre da questa magicità, in quanto curiosi e, nel contempo, dite che non esiste. Ora, se una cosa non esiste, perché capita? Perché a te capita, Davide, se non esiste? Eppure, tutti dicono: “Il mio sesto senso, questo dice”, oppure “Il mio sesto senso a questo mi ha portato”, e così via. Ora, chi non si sente contraddittorio, perché si appropria di cose non sue, asserendo il contrario? Quel che non si vede, non è detto che non esista, vedi sesto senso, per esempio. Quel senso nascosto ai tanti si rivela, prima o poi, a tutti e tutti ne fanno uso, chi in un modo, chi nell'altro. La vita dell'uomo, posso dirti solo questo, scorrerebbe meglio se aprisse di più l'orecchio e il cuore dell'anima. Tre occhi sono meglio di due, ne convieni Davide?”, sorrise. “Certo, io ho tre occhi, vero? Io vi vedo, anche se nessuno mi crede”, rispose Davide. Mentre camminavano, vide a distanza un enorme castello di cristallo, che emanava luci delicate azzurrine, rosa, vede chiaro, violetto; era un arcobaleno di cristallo e, mentre si avvicinavano sempre più, anche la sabbia dorata assumeva i colori tenui del palazzo di cristallo. “Uomo, uomo, dentro te sta la magicità delle cose, nulla ti è dovuto eppure tanto ti è stato dato”. Nel dire queste cose, l'uomo si rattristì. Poi riprese: “Se sai sfruttarlo, vivrai di grandi meraviglie, non scordando che il raziocinio ti porta lontano; se nel contempo vuoi considerare la forza che viene da dentro, eppure quella forza non la puoi vedere, però c'è, si fa forte quanto più può, invisibile, quindi, ma c'è, è reale”. “Da dove nasce la forza, Davide? Sai tu rispondermi?”, chiese il maestro. Davide imbarazzato, non rispose. Aveva paura di sbagliare. “Forse dalla mente”, pensò. “Bravo”, riprese l'uomo “hai pensato bene, dalla mente”. Davide sgranò gli occhi meravigliato che avesse letto nel suo pensiero! “Dalla mente, bene, così è! Il pensiero, quindi, si sviluppa nella mente: cos'è la mente? So che sto aprendo discorsi importanti e impegnativi, per te, ma tu che tieni un cuore puro e hai l’innocenza del bambino, so che comprender riuscirai. Forse la paragoni a una camera dove in essa ci sono racchiusi milioni di dati? Se è così, chi dà la spinta all’analizzar una cosa piuttosto che un’altra? Risponder devi, ma rispondo io per un facile cammino spirituale che ti conduce a Me. È quell’Energia invisibile che dà la giusta dritta, che ti suggerisce o ti invita nel far questo o quello, quindi la mente è una camera dati, dove in essa trovi di tutto. Ma nessuno, finora, è riuscito a scoprir dove si nasconde Dio all'interno di ogni uomo. Non ci riuscirà mai, altrimenti Dio avrebbe potuto far le cose più facili. E perché? Per chi, mi chiedo. Per colui, forse, che vuole ingigantir il suo stupido orgoglio, sentendosi e vantandosi che lui stesso è Dio? No, amico mio, meglio per tutti farvi navigare nei vostri dubbi, così che, nel tempo che vi rimane, possiate avere, anzi, trovare la consapevolezza che da soli non si approda a nulla se non c'è qualcun altro superiore a te, che dà vita ai tuoi movimenti, che dà senso ai tuoi dubbi. Nell'essere bambini, non ci sono dubbi, solo certezze, per le quali anche l'invisibile prende forma, si anima davanti ai loro occhi. Chi può mai dirti: “Nulla hai visto”, o smentire categoricamente, ciò che è certo per te? Me lo sai dire tu, Davide?” chiese nuovamente. “No,” rispose Davide, “nessuno. Io ti vedo e stiamo parlando. Lo so con certezza e non ho dubbi. Io so che esisti”, affermò con convinzione Davide. Nel parlare, giunsero all'ingresso dell'enorme palazzo di cristallo, dove ad attenderli c'era Raphael. Davide, appena lo vide, gli corse incontro, e si abbracciarono per la contentezza. Una volta entrati, Davide vide delle sale immense che emanavano luci delicate. Udiva suoni di arpe e campanellini. Non aveva mai visto un palazzo così bello e sontuoso! “Nei bambini, ricorda Davide, si trova la vera verità! Negli adulti, non si sa! Nei bambini trovi la purezza,nei grandi il disprezzo. Lì, dove regna l'innocenza, lì c'è il cuore puro del bambino e dove c'è questa purezza, lì c'è Dio con i suoi Angeli. Cerca, fratello mio, il bambino che dentro te vive; è solo addormentato, ma c'è. Esigi, se vuoi, la verità, ma con l'animo di chi nulla dà per scontato, così da scoprire nuove meraviglie, quelle che nel tempo lontano vivevi e ora non più. Chi ti parla adesso è il tuo Gesù che, per voce dell'Arcangelo Michele, sussurra all'orecchio di chi vuole ascoltare. Apri il tuo cuore, la tua mente a recepir ciò che l'Invisibile dice. Nell’Invisibile ci sono Io, l'Invisibile, per voi ha Nome, l'invisibile si chiama Dio”. (Luce Infinita)
Cap. XX La concezione
Davide riusciva a vedere e comprendere che ciò che vedeva era reale, più vivo e vero del materiale. Dove dotti e scienziati cercavano di affondare la conoscenza tramite sperimentazioni e verifiche, lui aveva accesso senza problema alcuno o vari sballottamenti cerebrali. L'umiltà e la purezza sono la formula più semplice che possa esistere, ma la più difficile da trovare dentro sè per una apertura che conduce a quell'oltre spesse volte messo in discussione. Eppure lui era lì, con loro; viveva momenti importanti e comprendeva che la sua crescita spirituale era di gran lunga maggiore rispetto a quella fisica. I dialoghi lo aiutavano in tal direzione in quanto apprendeva nozioni che nessun libro gli avrebbe mai potuto offrire. Ogni nozione la teneva dentro il suo cuore, custodendola come un Tesoro prezioso. Aveva dentro sè la consapevolezza che gli sarebbe servito un giorno tutto questo, non sapeva né il perché né in che modo, ma al momento per lui era bastante. Era molto più di quanto mai mente umana avrebbe mai potuto ambire o immaginare. In questo preciso istante, si trovava con Raphael e Gesù, in quella reggia di indicibile bellezza. Eppure viaggiava tanto coi suoi genitori, aveva visitato molti luoghi, ma nessun paesaggio aveva mai eguagliato per bellezza e splendore questo che si palesava dinnanzi ai suoi occhi. Con Raphael, entrarono in una grande stanza azzurra. Due grandi finestre, ornate di veli azzurri con sfumature color argento, si affacciavano alla grande distesa di mare. Davide riusciva ancora ad ascoltare il rumore delle onde infrangersi sulla spiaggia. Era piacevole, ogni rumore diventava musica e riscaldava l'atmosfera, dando quel tocco magico in più. Sembrava il paesaggio di uno dei quadri che aveva sua madre appeso alla parete del salone, dai colori pastello, che offrivano allo spettatore l'immagine di un luogo reale e surreale al tempo stesso, dove l'immaginazione poteva correre e varcare i suoi confini, regalando momenti in cui la parte fantastica prende il sopravvento, calandosi in una realtà dove i due mondi si fondono e si confondono, e lo spettatore non sa più qual è la parte vera e quella fantastica. Una cosa è certa, le due realtà possono coesistere, l’una non escludendo l'altra. La parte invisibile, per quanto possa esserlo, è comunque percepibile, tangibile. La parte visibile si può toccare, è evidente all'occhio umano, ma ciò non vuole dire che sia più vera di quella percepibile col Terzo occhio. Tutto soggiace alla legge della relatività e dal punto di vista in cui si guarda una determinata realtà e dalla concezione che ognuno detiene dentro sè. Cos’è la concezione? È la cognizione che ognuno ha di concepire le cose. Ma quando si fa forte la fede, ecco che all'interno dell'uomo cresce l'Infinito. Comprendere vuol dire quindi accettare, concepire pertanto vuol dire dare il proprio si, quel si totale a Dio. La conoscenza è molto importante in quanto, se non si conosce, non si concepisce. Davide si rendeva conto che tante cose ancora non concepiva, per svariati motivi, tra cui l'ignoranza, nel senso che ignorava alcune tematiche. Ma pian piano, più viveva questi momenti di intimità spirituale estrema, e più ciò che erano i “non so”, diventavano concezione per un andare sempre avanti verso nuovi lidi che approdavano a una conoscenza sempre più ampia di se stesso, dell’Infinito racchiuso dentro sè.
Cap. XXI Il Divino
“Albe, aurore e tramonti, e poi, tu, stella del buon mattino, conducilo al Divino. Agghindati a festa, sii gioia, allegria, perché non sei solo, con te il Bambin Divino fà dimora. Aziona sempre in te la buona volontà, che è il giusto indirizzo per andare avanti e tranquillo stai, perché solo non lo sei e non lo sarai mai. Anche tu vedrai quel segno che ti farà capire che il Divino dimora in te”. (Luce Infinita)
Raphael cominciò a raccontare al suo amico le meraviglie del Cielo che all'occhio umano sono celate. Davide lo ascoltava silenziosamente. Questo mondo invisibile, tanto visibile a lui, lo arretiva e voleva sapere sempre più. Chiese ad un tratto a Raphael: “Mi dici perché noi crediamo solo a ciò che vediamo? Perché è difficile dimostrare il contrario?” “Certo, son qui per questo. Ti accompagnerò lungo il percorso invisibile che ti condurrà dentro te. E ti accorgerai che solo non sei mai, perché dentro te, ben nascosto, lì risiede il Divino. Sai tu dirmi, Davide, quando entri in una stanza vuota, cosa vedi?” chiese all'amico. “Beh, vedo una stanza, semplice! I muri, il pavimento, il tetto, i mobili all'interno se ci sono. Cos'altro dovrei vedere?”, rispose meravigliato Davide. Raphael sorrise con tenerezza. Sapeva bene che il cammino che conduce alla conoscenza è infinito, non termina mai. Stolto è colui che crede di detenere una conoscenza ultima, credendosi onnipotente e onnisciente! Riprese spiegandogli che l'occhio materiale fissa ciò che è il suo limite, cioè quel niente apparente, ma quella stanza è il resoconto di una realtà diversa, conserva in sè un “tutto pieno”. Vale a dire, quella stanza è piena d'aria, di particelle che l'occhio non può vedere non essendo abituato. Con amore, cercava di fargli apprendere una nozione importante ai fini di una crescita conoscitiva. L'uomo vive una realtà che conserva dei limiti, in sè ha un contenitore, un recipiente, e può essere colmato in base alla sua capienza, che ha pur sempre un limite. Una stessa realtà può essere vista da angolazioni diverse, da punti di vista diversi, ma sono sempre realtà. L'amico spirituale gli fece l'esempio di quando Davide va a scuola: “Quando vai a scuola, mentre l'insegnante spiega una lezione, tu vivi una realtà a tu per tu con l'insegnante. Ma quando vai a casa, segui la stessa lezione dal tuo computer. Apprendi lo stesso argomento, ma da una realtà virtuale, rappresentata dallo schermo. Se dormi e sogni di essere in un luogo scolastico e c'è una persona che spiega la medesima lezione, anche lì esiste una realtà, quella onirica. Tutte queste realtà chiamano il tridimensionale, una realtà palpabile, una virtuale e una onirica. Tre realtà che chiamano una verità, la stessa vista da tre angolazioni diverse. Questo, Davide, per farti comprendere che l'uomo a volte è “presuntuoso” perché innalza la “sua” realtà, ma la stessa verità può essere vissuta in modo differente. Nella vita, occorre essere calmi, occorre essere umili per poter vedere con occhio fino le varie sfaccettature che la stessa realtà può offrire. Quando ti dico che Dio è l'Infinito, vuol dire che “Lui è”. Chi è, sta nel “tutto”. Ma la parola “tutto” non chiama l'estensione di quel tutto che io voglio intendere, bensì quel tutto che voi potete solo immaginare, in quanto la vostra immaginazione ha dei limiti, viaggia in voi attraverso il senso conoscitivo delle cose; l'ignorato, non conoscendolo, vi blocca, non facendovi andare “oltre”. Pertanto, l'uomo può essere considerato come quei mezzi bicchieri tutti pieni, l'altra metà si riempirà con l'accumulo di altra conoscenza e alla fine sarete un bicchiere “tutto” pieno, ma quel “tutto” ricordati sempre che chiama il “suo” limite. Le parole hanno in sè un gran significato, non son buttate giù per caso. Quando ti dico che Dio è tutto, dico il vero. Dio è in un alito di vento, in un filo d'erba, in un fiore, in un tramonto, è dentro te, nelle stelle, nel mare, nel Cielo, negli atomi, nelle particelle, in tutto ciò che è visibile e invisibile. Comprendi il mio dire, Davide?”, chiese all'amico. “Sì, Raphael, comprendo. Sai, tutte queste nozioni non me le impartisce nessuno. Se si comprende, non è nulla di difficile, grazie ai tuoi insegnamenti.” rispose Davide. “Ricorda sempre quel che ti ha detto Gesù. Rimani sempre bambino, sii semplice e umile, perché solo rimanendo nella semplicità, si arriva all'Unicità. Lui è ovunque, perché Lui è Infinito Supremo. Lui è il moto, è quel Movimento che regola ogni equilibrio perché Lui è. Imperativo Assoluto che chiama l'Essere per Eccellenza. Lui è quell’Infinito racchiuso nel vostro tutto. Un giorno disse: “Io sono colui che Sono!”. Lui è quel Cuore Grande Misericordioso che accoglie tutti, nessuno escluso. Cuore che trabocca d’Amore! Lui sta lì, nella Sua dimora, non ha bisogno di alzare la Sua mano, non ha bisogno di dire perché ha già detto! Il Suo Pensiero vibra, cammina, penetra e conclude, pertanto noi, Suoi figlioli Angelici, siamo quella Sua Prima emanazione più pura, come già ti dissi. Siamo l’emanazione che serba in sè un tutto differente dal vostro, quel tutto che supera di gran lunga gli altri “tutto”. Vuoi che ti parlo un po' di noi, Davide?” “Oh si”, rispose emozionato. “Portami nel tuo mondo, fammi conoscere ciò che il mio occhio non riesce ancora a vedere”. “Ti porto con me, per Sua concessione, avvolgendoti in un grande abbraccio d’Amore. I due amici si presero per mano e si incamminarono verso le alte sfere dove mente umana non avrebbe mai potuto immaginare di giungere.
Cap. XXII Magia d’Amore
Era come un sogno, ma Davide sapeva di vivere una realtà, per quanto potesse sembrare inverosimile; era un mondo diverso dal suo, armonioso, dove musica e colori facevano da contorno a un paesaggio incantato. Dal punto in cui si fermarono i due amici, si potevano osservare le miriadi di costellazioni immerse in un cielo di colore blu intenso. Queste emanavano luci argentee e il cielo sembrava accendersi e spegnersi come l'albero di Natale. Davide viveva con stupore la magia di questi luoghi mai visti prima. In lontananza, sembrava di vedere il pianeta terra. Guardando con più attenzione, vedeva altri pianeti. Era incantato e non riusciva a distogliere gli occhi da tutto questo che si palesava a lui. Era come se fosse uscito dall'atmosfera del pianeta terra e si fosse innalzato con il suo amico “oltre” quella che era la limitata conoscenza dell'uomo. Era come se guardasse l'Universo dall'alto, spettatore di un Infinito Stellare. Non c'erano parole per descrivere l'immenso che provava dentro sé. Provava un'armonia intensa; suoni e musica vibravano dentro sé. Un senso di Amore profondo pervadeva il suo essere; vedeva il suo corpo ma in quel momento non ne percepiva la sua pesantezza. “Vedi Davide, non è un sogno. L'Universo tutto è Dio, e dovunque tu vada, Lo percepisci. Non esiste un luogo dove Lui non è. Comprendi questo e comprendi tutto. Qui noi ci libriamo e viviamo di Lui, in un Regno d’Amore e Pace, perché lui è Amore. La sua definizione è semplice, ma sempre limitata alla tua comprensione. Qui non siamo nelle alte Sfere, ma puoi comprendere già da qui come il luogo rappresenta uno stato d'animo. Ascolta questi canti che non si possono descrivere. Nessun orecchio umano ha mai udito questi Inni di Gloria al Signore. Raphael spiegava a Davide ogni minima cosa che potesse essergli utile ad aprire la Sua mente, già aperta al mondo dell'invisibile. Davide chiuse gli occhi e ascoltò con commozione quelle melodie Angeliche mai udite in vita sua. Non c'erano parole per descrivere l'armonia dei suoni. Non erano le solite canzoni che ascoltava alla radio. Quelle erano rumore e non dicevano niente. Queste, al contrario, imprimevano nel cuore quel senso di pace e felicità. Il cuore si riempiva di gioia inaudita. Davide era consapevole che non sarebbe mai riuscito a descrivere con parole umane quanto si palesava ai suoi occhi. Nel suo cuore, comprendeva che quest’ “oltre” rappresentava un grande stato d'animo, non descrivibile al di fuori dell’immaginario umano. Proprio per questo motivo, le parole a lui conosciute non erano bastanti in quanto “limitate” a descrivere ciò che l'uomo vede quotidianamente e non quello che si pensa sia oggetto di fantasia, ma che, invece, è una “verità” alla pari di quella visibile. I suoi occhi erano spettatori di una grande magia d’Amore. Raphael riprese il suo discorso sugli Angeli: “Noi siamo Scintille di Amore, siamo quell' Espressione Vivente e Operante, come per dire Siamo la mano di Dio, gli operai, coloro che interagiscono tra Dio e gli uomini. Chi è riuscito a trovare Dio nel suo tempo, sa che questo Amore provvede ai tanti bisogni che l'uomo ha, sia materiali che spirituali. Quando la simbiosi si fonde col Padre, Davide, si diventa un tutt'uno; è quell’unicità di cui facevo cenno prima. È come se quel vecchio, antico senso dell'oblio fosse andato giù, rivelando un’antica intesa d’Amore fusa con la Forza Creatrice del Padre. Lo percepisci tutto questo? Sembra magia, ma è Dio,” affermò Raphael. Davide era profondamente emozionato. Percepiva Dio nel Suo Cuore. In quel luogo, tutto era musica, tutto era vibrazione armoniosa che dava equilibrio all'universo intero. All'improvviso, apparve una luce immensa. La spada sguainata e tesa verso l’Alto emanava bagliori di colori variopinti. Davide udì questa voce profonda dentro sé: “Io sono la Sua voce, il Suo Pensiero vibrante che si incanala e trasmette. Sii quel famoso cordone ombelicale che bisogno ha della Sua nutrizione per vivere, altrimenti si rimane vuoti, alcuni deperiti di buone Sostanze. Mano operante che trasforma; la Fede, il Credere mette vita alle cose spente. Questa è la Fede. La fusione tra te e Dio; quando avverti questa Fusione, è Dio che opera in te. Semplice per chi crede. Difficile per chi dubita. Questo “momento” particolare per te non è un caso. Essere in Dio vuol dire Fusione con Lui. Chi è in Dio può fare grandi cose ancor più grandi che Gesù ha compiuto. Cresci, Davide, cresci ricordandoti l'appartenenza a Lui. Il tuo amore fuso a quello di Dio può far miracoli. Devi solo credere. La Speranza che hai in te deve diventar “Certezza”, il decretare fa parte dell'Idea Creatrice e Generante di Dio. Spesso la paura vince l'uomo e lo accascia, vincere la paura vuol dire trionfare. Scoraggiarsi è segno di agonia, quel male che chiama l'autovittimismo. L'Essere Positivi è indice di buone energia, ricordalo sempre. Nell'essere positivi, avviene la trasformazione e tutto cambia e si modifica”. (Luce Infinita)
Dette queste parole, San Michele scomparve allo stesso modo di come era apparso. Davide aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio, in quel luogo magico sembrava tutto senza tempo. Aspaziale, atemporale. Era un vivere fuori da ogni schema mentale. Davide apprendeva ogni nozione, aprendo la sua mente a ogni rivelazione, senza fare commenti o domande. La semplicità era la chiave di volta per aprire Davide alla conoscenza. Non erano le teorie o le disquisizioni scientifiche che potevano dare risposta a tutto questo. Davide comprendeva che la rivelazione lo faceva ascendere a un grado più alto di esperienza che la logica non poteva dedurre. Se nulla era un caso, come più volte gli era stato detto, Davide doveva vivere tutto questo per un Disegno più grande, scritto nei rotoli dei Cieli prima ancora che lui fosse nato. Comprendeva, altresì, che la sua crescita spirituale era di gran lunga maggiore di quella fisica, ma agli occhi di Dio tutto questo aveva un senso. Davide era pronto a vivere il suo tempo abbracciando questo Amore Infinito che è Dio in Certezza. “Bravo, Davide, bravo,” riprese Raphael. “Filma, tutto questo è per te. Ricorda sempre che l'uomo è fatto di terra e di Cielo. Il Cielo, come appartenenza, come radici, come eredità. Di terra, come creazione, come scuola, come continuità. Pertanto, vivendo e operando giù in terra, l'uomo diventa camaleontico, si lascia condizionare da tutto, da tutti. Quel corpo temporale diventa fusione con la terra così tanto che si dimentica quella parte di Cielo, quella Eredità. Ma quando questo bussa forte dentro te, ecco che quel Miracolo Divino squarcia i Cieli, divenendo così orecchie e voce. La voce ti dice “Davide, sono vicino a te da molto tempo”. Questo è il miracolo, questo che ora parlo a te. Il cielo ti segue, vicino ti sta, non temere, non ti abbandonerà. Lotta, lotta sempre, fai dei tuoi buoni propositi la tua forza per portare avanti un qualcosa per la quale vale la pena di vivere. Hai tanto amore intorno a te! Vivi, lottando, e combatti, per quel che tu capirai, vale la pena di combattere. Non pensare mai di essere solo. Se, di fatto, lo saresti, vivremo tutti e due della stessa follia, Davide. A chi parlerei io? A chi risponderesti tu? Sai dirlo, tu, Davide?”, chiese Raphael. “No, non è follia, è tutto vero. Tu parli a me e io parlo a te,” affermò Davide. “Bene,” sorrise il bambino. “Capisco che è una follia di Amore, ed è proprio per questo Amore che dovrai rimboccarti le maniche per un procedimento che va in avanti. Non voltarti indietro, non lo fare mai, non pensare al passato, ieri è già trascorso. Oggi sei un uomo nuovo. Il resto è del tempo che dovrà ancora arrivare. Il Cielo si china a voi per un approccio vero. E se il Cielo vi parla, voi parlate ad Esso, perché non è sordo ai richiami. Sente, ode e al tempo giusto risponde. Nulla è un caso. Il caso non nasce dal nulla.”
(Luce Infinita)
Cap. XXIII Credere ed Essere
“Vedi, credere è segno di positivismo, perché non si lascia nulla al caso”, riprese Raphael. “Non credere è segno di negatività, poiché il limite umano lo si arresta fin dove arriva alla sua logica comprensione. Questa volta, la nostra lezione è lunga ma è importante che affondi la conoscenza nella tua semplicità. Vedi, la gente è proiettata a credere a ciò che vede, a ciò che sente, del resto non si pone problema nel pensiero. Eppure tante cose della massima importanza esistono pur non potendole vedere, ma ci sono! Vedi l’aria, l'ossigeno, gli atomi, il vento. Ecco un piccolo esempio, ma vero, reale, come te”. Mentre i due amici parlavano, Davide ammirava le costellazioni. Raphael gli aveva riferito che quella in fondo, alla sua destra, era la costellazione delle Pleiadi. “Perché rimanere ancorati a quei limiti che bloccano la tua crescita? Sarebbe bene rompere queste barriere per un'espansione globale. Io parlo a te, ma gli altri non possono vedermi! Ma esisto, come esiste tutto il mondo dell'Invisibile. Noi siamo quella voce silente che ha cambiato la vita dei tanti, quella voce autrice che detta così tale bellezza. L'uomo è sempre stato un gran chiacchierone e chi chiacchiera tanto, poco ascolta; e chi poco ascolta, nulla può dare, se non solo il fastidio della sua voce stessa. Vincete sempre nell'Umiltà. Il Credere dall'Essere sono due verbi differenti tra loro. Importa comunque Essere perché chi è, non ha motivo di dimostrarlo ad altri, lo sa ed è bastante a lui. Chi, invece, crede di essere, sente la necessità di dimostrare a chiunque la sua ipotetica bravura, la sua ipotetica conoscenza. Questa è l'esatta copia del mediocre, colui il quale piace mettersi in mostra, ma di fatto nulla dà perché nulla può dare. Sii sempre, Davide; cresci avendo sempre nel cuore Gesù. Perché Lui è il Maestro di Vita che ti condurrà all'unica Via, all'unica Verità, all'unica Vita.” Mentre Raphael parlava, cominciarono a venir giù dall'alto cori angelici che innalzavano inni e canti melodiosi. Il colore blu notte stava assumendo una colorazione rosea e Davide riusciva ad udire suoni di arpe e campanellini.
Cap. XXIV Angeli
“Se solo si potessero contare gli Angeli del Cielo! Sapreste perfino quanti capelli in testa tenete! O quanti granelli di sabbia affollano una spiaggia!” “Parlami di voi angeli, Raphael! Parlami ancora!” chiese Davide. “Da dire in tal proposito c'è che miriadi sono le schiere che governano l'Universo. Ogni Arcangelo, come San Michele, San Raffaele, San Gabriele, detiene potere assoluto sugli Angeli e gli Angeli sono Messaggeri di Dio. Tra noi angeli esiste una gerarchia. Partendo dai più piccoli e finendo ai più grandi, ecco l'elenco: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini. Il più piccolo, ricorda bene, è una terminologia misurata al contenuto del tuo limite conoscitivo, in quanto il più piccolo è grande agli occhi nostri e agli occhi di Dio. Ognuno di noi ha un ruolo ben preciso”. Da delle nubi che sembravano zucchero filato, uscirono due bimbi con un’arpa in mano e con due grandi ali azzurre. Sorrisero a Davide, continuando a suonare l'arpa, mentre Raphael continuava a parlare. “Da sottolineare è che Noi siamo l'Espressione più elevata del pensiero di Dio. Siamo Messaggeri e il nostro compito è di vegliare sugli uomini. Ogni schiera angelica ha il suo comandante in prima, così come ci sono pure i luogotenenti, e così via. Ogni Angelo è custode e protettore di qualche uomo, col dovere di annotare tutto ciò che l'uomo fà per poi riferire alle Alte Sfere, lasciando libertà decisionale all'uomo che, nel bene o nel male, gestisce la propria vita. Gioiamo se fate cose buone, ci rattristiamo se fate cose cattive. Sappi Davide, non esiste nessun essere umano che non abbia a fianco il proprio Angelo. Sin dalla nascita, l'Angelo presta onorevole servizio all'uomo; mentre ancora il cucciolo d'uomo vive nella pancia materna, l'Angelo della mamma custodisce e protegge l'una e l'altro”. “Che bello! Quando ero nella pancia di mia mamma, avevamo un unico angelo. Non l'avrei mai immaginato. Continua a dirmi di voi. È come se in questo momento facessi parte di voi. E più vi conosco, più vi amo”, ribadì Davide. “Di cosa siete fatti?”, continuò a chiedergli incuriosito. “Io vi tocco, sei come me o sei diverso?”. Un coro di schiere angeliche apparve a Davide e cantò il Gloria a Dio. Emanavano una luce abbagliante, ma Davide cercava di scolpire nella Sua mente le immagini di questi Angeli che superavano ogni umana immaginazione. Raphael continuò a parlare degli Angeli: “Noi siamo di puro spirito ma, a volte, proprio come accade con te, ci manifestiamo vestendo un corpo temporale, creando una illusione per non impaurire l'uomo, poichè non esiste uomo terreno che abbia mai visto un Angelo nella Sua vera Essenza, neanche tu. Se vedessi la nostra vera Essenza, ne moriresti istantaneamente. La Sua luce, la Sua Energia, la Sua Emanazione, l'occhio umano non la sopporterebbe. Il più “piccolo” tra noi è mille volte superiore all'uomo, volendo fare un paragone per una migliore comprensione. Per rendere l'idea, dico questo: l'uomo lo identifico ad un bicchiere mezzo pieno mentre l'Angelo, il più piccolo di noi, è un bicchiere tutto pieno. Quando un bicchiere è tutto pieno, è completo, non manca nulla. Tra noi Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni, Cherubini, Serafini, e così via, non esiste nessuna superiorità. Nessuno vuole emergere l'un con l'altro, come invece fa l'uomo sulla terra. Ognuno si occupa del proprio ruolo che ci è stato affidato per vita in Amore per l’Amore”. I due amici si spostarono verso l'alto e raggiunsero la fascia rosa di luce da dove era provenuto il coro angelico. Da quel punto preciso, Davide riusciva a vedere distintamente due parti di Universo. Quello distinto da costellazioni e pianeti, dal cielo colore blu notte intenso, che rimaneva giù ai suoi piedi, e uno rosa, dove si intravedevano paesaggi quasi terreni, come grandi distese di prati, nuvole soffici di colore rosa. Da questo cielo immenso, cominciava a delinearsi una stratificazione di colori che, più alto si volgeva lo sguardo, più il rosa diventava di colore bianco intenso.
Cap. XXV I nove cori angelici. Gli Angeli
Era proprio un bel vedere; non si poteva esprimere a parole quanto si palesava nuovamente ai suoi occhi. L'intera calotta celeste era suddivisa a fasce di diversa gradazione di colore. Si poteva paragonare a un grande arcobaleno che da ponente si estendeva a levante, ma mancavano le colorazioni di viola , indaco, blu, rosso. Era formato da rosa scuro, rosa antico, rosa, rosa più chiaro, e così via fino ad arrivare al bianco. In ogni stratificazione di colore, Davide poteva osservare diverse forme angeliche, ma non sapeva distinguerle tra loro. Allora, si volse alla sua guida e amico Raphael, chiedendo: “Raphael, mi potresti spiegare chi sono e come si chiamano? Cosa fanno?” Si trovava in un mondo tanto diverso dal suo, ma aveva un non so chè di magico. Non avrebbe mai lontanamente immaginato che alla sua età avrebbe mai potuto vivere esperienze simili. Era felice. Non sapeva come, non sapeva quando, ma dentro sè era sicuro che un giorno avrebbe raccontato tutto il vissuto affinché anche coloro che non avevano avuto come lui il privilegio di vivere queste esperienze, avrebbero potuto apprendere nozioni per vita basilari, e conoscere un mondo che sembrava irreale, ma era vivo più che mai e si palesava ai suoi occhi. Li poteva vedere, osservare, poteva parlare con loro come parlava coi suoi compagni di scuola. Questo grande amore che provava l'avrebbe voluto trasmettere in futuro agli altri, affinchè tutti abbracciassero l'unica e sola Verità. Raphael lo prese per mano e salirono sino alla prima fascia. Lì c'era un coro ad attenderlo. Miriadi di angeli suonavano musiche dolci con le arpe nelle mani. Le loro ali si muovevano delicatamente. D'un tratto, uno si fermò e, guardando Davide, disse: “Noi siamo gli angeli custodi degli uomini e maestri di tutte le cose animate. Noi siamo anche al servizio dei nove cori angelici. Siamo quanto sono le stelle del firmamento. Siamo i più piccoli, ma grandi agli occhi di Dio. Siamo le creature più nobili emanate dalla Sua mente. Siamo spiriti purissimi, forniti d’Intelletto e Volontà. Abbiamo luce sfolgorante e per tanto bagliore non possiamo apparirti nella nostra vera Essenza. Ci differenziamo gli uni gli altri per il colore, la forma, il profumo, la vibrazione. Ma sappi, Davide, che l'ultimo di noi è di gran lunga superiore a qualsiasi creatura umana. Siamo esecutori fedeli degli ordini di Dio e operiamo con Amore, no sacrificio, solo per Amore e con Amore”. “ Spedita è la tua mano, pensiero che decanta l’Amore, uno dietro l'altro è un susseguirsi di parole formulate ad esplosione d'Amore vero, d'Amore puro. E la penna corre sul foglio a dar testimonianza di pensiero, così come emblema, scritto qui, raffigurato il nostro dir. Amore Eterno per il quale non basterebbe un libro, o un altro ancora, a frenar quest'Energia. E, quando sosta c'è, rigenerarti tu dovrai, così da ricominciar a riparlar d'Amore. Così come la mente lavora sempre, il pensiero non si ferma mai. Duro a decifrar la mente umana! Ma non per Lui che, dei tuoi sensi, tutti li comanda. A Lui, or dunque, un gran ringraziamento, a Lui che, dei tuoi pensieri pilotati, ne fa un atto d'Amore. Amore e Pace a te, Amore e Pace a voi e, in Amor e nella Pace, il nostro saluto vi lasciamo.
Angeli del Signore (Luce Infinita)
“Ai suoi Angeli, impose per te di custodirti in ogni tuo passo. Essi ti leveranno sulle palme perché il tuo piede non urti contro i sassi (Sal. 91,11,12 ). Egli darà ordine ai suoi Angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede”.
D'un tratto, riapparve San Michele. Era nella schiera degli Arcangeli. C'era anche San Raffaele, San Gabriele, Raphael, Natanaele e altri arcangeli. San Michele si avvicinò a Davide che, per tanta maestà e bellezza, si sentiva come in estasi, nonostante l'avesse già visto altre volte. Percepiva dentro sè una forte vibrazione. Avrebbe percepito la Sua presenza anche senza vederlo tanto era intensa l'Energia emanata.
Cap. XXVI Gli Arcangeli
D'un tratto, con grande maestà, cominciò a parlare. “La Luce non va fatta attendere, piuttosto, il vostro fatelo rotolare velocemente al Suo Amatissimo Cuore, così che possa vedere voi nell'operato che Lui si attende. Ogni tempo ha il suo domani, voi dovete esser l’oggi, per il Solo. Cuore di carne, tanto piangere dovrà. Padre Onnipotente, disponi del Tuo Mantello, copri più che puoi, nella Tua Protezione, i figli adorati del Tuo Cuore. Salva tutto ciò che è salvabile, inebria la mente dei tanti, così Io Ti aiuterò ad allargare ancor di più questo Mantello d'Amore. Sii generoso come solo Tu sai essere, guarda benignamente tutti, soprattutto gli esclusi. Il resto, alla fine, anche se molto, sarà compito Mio. “Quis ut Deus”, grido di battaglia per una guerra ultima: Armaghedon finale: terra bruciata, su di essa nulla più. Angeli tutti, accorrete a Me, soffiate su essa, ripulitela da ogni impurità, profumatela, cospargetela di colori, di odori, per una visione nuova, per una visione paradisiaca, e ciò che Io avevo precedentemente portato sù in Cielo, lo adagerò sulla Terra. Farò di loro custodi, guardiani della stessa, osannando e lodando il Signore e gli Angeli per l'Eternità. Padre Mio, Padre vostro, Padre dell'Umanità, Io sarò, per Te, la Tua Spada nell’Azione di un tuo volere. Sarò per te il Guerriero, il Comandante stellare dei miei assistiti, per ogni tempo. Custodirò, per tutti i tempi, di cui non si conosce l’inconteggiabilità numerica. Sarò Custode Perenne della Tua Chiesa Santa, Onorata e Consacrata al Mio Cuore, per vita. Per questo e per altro ancora, sarò, per Te, quel Figlio votato all’obbedienza del Tuo Amore. Armato d’Amore, saremo legati da quel sentimento forte che solo un Figlio può provare per un Padre, così come un Padre può provare per un Figlio: Amore Indissolubile, quindi incontrastabile. Operosità, questo è il tempo, in questo voi vi dovete buttare, dimostrando il vostro Amore piccolo in un altro ancor più grande. Luce Infinita vi benedica, vi ringrazia, così come l'Angelo del Signore, e dice: uomo, uomo, considera il tuo riscatto. Il Padre vi ha donato la vita e vi ha posto liberi sulla terra, anch’essa dono di Dio. Liberi si, ma ha posto un argine tra libertà e libertinaggio. Incamerata in voi c'è una coscienza, la quale urla dentro voi decretando, così, l’ipotetico bene, l’ipotetico male. Guadagnarsi questo riscatto non è così semplice. Ma se l’Amore che c'è dentro voi è vero, autentico, ecco che si esce vittoriosi in Dio. La vita è una lotta, un continuo difendersi dagli attacchi del maligno. Per sconfiggerlo bisogna lottare, pertanto, vi dico, figli Miei: “Armatevi di scudo e di corazza, affilate bene i vostri denti, i vostri artigli”. Siate guerrieri valorosi e, innalzando la bandiera dell'Amore, incominciate a combattere senza posa. La corazza serve per non essere colpiti, lo scudo per respingere il male. La bandiera sventolerà, infine, per chi vittorioso sarà. Uomo senza pari, agita il Tuo Dio, non lasciarlo dormire dentro te, perché, quando Egli si desterà, la tua semplice vita cambierà. Di colpo, ti troverai armato per combattere la vita, poiché la vita è una lotta e va combattuta. Ma se ne esci vittorioso, Dio ti sorriderà, perché comprenderà che chi ha fede, anche se porta qualche cicatrice, in breve tempo guarirà. Armatori zelanti, non abbiate paura, a testa alta sguainate la spada, colpo su colpo, è il gran combattimento. Vincerà chi certo si farà e crederà: chi è, sa. La consapevolezza sta nel ragionamento per una guerra tattica, ma il cuore innalza ogni sentimento, ed Io, ora, mi affido al vostro per una vittoria finale: “Quis ut Deus? ” L'Angelo che ha sconfitto ogni forma di male per vincere in Dio. Il vostro, il tuo San Michele Arcangelo.
San Raffaele.
“Ognuno ha il proprio lavoro, tutti lavori importanti per chi, del suo, ne fa un uso di rispetto e di dovere. Quindi, in qualunque posto o in qualunque momento, soli non si è. Certo, Io so cosa voglio dire. Ma quando i tempi verranno, allora, tanto lavoro Io avrò. Lavoro bello, ma brutto nel vedere figli di Dio straziati dal manto nero di Satana. Ecco, Mio compito è far pulizia, il mio lavoro è lenire e curare, ma se nel cuore vano non c'è Dio, il Mio operato nullo è. Cerco, in quella polvere e nelle macerie, anime da salvare, da portare a Dio, Io, che Medicina sono. Tante sono le persone che curato ho. La Mia presenza, anche nelle ultime ore, a dar sollievo e Amore, quanto anch'Io ne possedevo, quanto anch’Io sapevo fare. Nulla in più il Signore chiede di ciò che persona può. Il vostro continuo cammino va portato, come Medicina, a lenire i cuori che spaccati sono dalle ingiustizie della vita vostra, a lenire quel dolore che più grande è quando nell'Uomo non si conosce la Verità. Ecco! Imparate dalla Verità! Imparate a Trasmetterla, non come malattia contagiosa, ma come dolce malattia d'Amore”. San Raffaele Arcangelo.
San Gabriele.
“Io, che Parola Vivente sono, Io, che grande compito Mi è stato dato a portar, con dolce suono, l'Annuncio alla Santa Madre Castissima. Io, Annunciatore del Mio Signore, so che a voi il dono della Parola non è stato negato, ed allora, grazie al dono della Parola Stessa e grazie sempre alla Stessa, Parola Vivente siete. Siate come Me: Annunciatori costanti del Dio d'Amore, affinché mai più possa entrar nella mente di altri un credo falsificato da falsi idoli e da falsi profeti. Vi annuncio questa Mia Parola, con augurio a voi che come Angeli siete. Vivete nell'Amore che Io ho fatto, come faccio, come sempre farò. San Gabriele Arcangelo.
(Luce Infinita)
Cap. XXVII Coro d’Angeli e Arcangeli
Dopo essersi presentati, i tre Arcangeli, insieme a miriadi di schiere angeliche, innalzarono l'Inno tutti insieme. Era un coro armonioso di suoni e vibrazioni. Davide percepiva forti vibrazioni all'interno del proprio essere ed era profondamente commosso. Era al di fuori di ogni possibile immaginazione umana; i suoni conducevano l'essere in luoghi sconosciuti, paradisiaci, dove Pace e Amore regnavano. Tutto era armonia di suoni e di colori, armonia ed equilibrio regolatori dell'Universo tutto. Il Cielo esultava e osannava al signore, Troni e Dominazioni, sino ad arrivare al Settimo Cielo. Infine, tutti insieme cantarono:
“Ascolta la Parola, ascoltala, comprendi. Chi parla a te non lo fa a stridor di denti, ma con voce melodiosa, apre e sussurra ai tuoi sensi che: “Ti Amo, ti Amo Infinitamente”. Sei per me cosa grata, cosa preziosa. Il Signore a Te mi ha assegnato, e se tu cadi o inciampi, in qualunque posto tu ti trovi, ovunque tu vai, Io, piccolo essere, ma grande agli occhi tuoi, Io son lì che, come per magia, in un sol battere d’ali, ti sollevo, ti prendo, ti afferro affinché tu non ti faccia male. Oh, Mio dolce e tenero compagno, Io sono in Te, Tu se in Me, ci apparteniamo come aria, come ossigeno. Non possiamo stare separati, altrimenti Noi moriamo, ma Io in Te, e Tu in Me, come Unione d'Amore, per sempre, fino all’Eternità. Come aria, ricordi? Come ossigeno, per vita tua, per vita Mia. Ti Amo. Angelo tuo.
(Luce Infinita)
Cap. XXVIII Principati e Potestà
Salendo più in alto, ecco giungere altre schiere angeliche, erano i Principati. “Questi provvedono ai popoli, alle religioni, alle nazioni. Ispirano la mente dei potenti”, la guida continuava a spiegare a Davide: “Sono praticamente i Messaggeri Celesti presso gli uomini”. “La mente assopita, si desta per un nuovo giorno, quel giorno così famoso che dà inizio a una nuova vita. Speranze si accendono nei cuori di chi speranzoso è, mentre, nei cuori dove speranza non risiede, il nuovo nulla dice ed il loro tutto corre, come il passato già. Or dunque, amici, l'Amore esplode, si rinvigorisce e si fortifica sempre più. È nei vostri cuori che vige la beneamata speranza, mistero non effimero, ma realizzabile nei cuori di chi certezza ha, poiché la fede, il credo, non è cosa da vendere o da comprare, ma cosa da realizzare dentro il proprio cuore. Il vostro occhio corto pare dire: “Ma io ho visto questo”. Di fatto la fede, come il credo, certezza si farà, così il vostro occhio ancora s'allungherà. Il visibile, di fatto, cosa certa, ma l'incertezza vive in lui. L'invisibile l'occhio non lo vede, ma della certezza Esso si alimenta. Non siate increduli però, perché in concretezza noi viviamo. E per la stessa un dì ci manifestiamo, così che il vostro occhio si inclini un po’ sù e, vedendoci, esultate nel dir: “Viva Gesù”. Angeli per voi.
Poi, i due amici, nel salire ancor più sù, notarono una grande schiera di guerrieri, con la spada sguainata ad attenderli. Erano le Potestà, gli angeli guerrieri per eccellenza, che combattono gli spiriti infernali assieme a San Michele Arcangelo. San Michele si mise in testa alla schiera e cominciò a dire: “Il vostro glorioso Michele è con voi. La Mia presenza è sempre stata in voi, affinché Io stesso davo forza nei vostri cuori. Il Mio grido, tante sono state le volte che udito avete, ma ancora altre volte lo sentirete. A testimonianza del Mio animo guerriero, il Mio essere guerreggiante l’ho rivolto al Mio come al vostro Dio, affinché difender possiamo, affinché difender dobbiamo, il Nostro Impareggiabile Creatore. Ornamento siamo intorno a Lui, ma soprattutto, Forza Attiva che opera, nell'Amore costante, la difesa di coloro i quali bisogno hanno, e forza sempre rivolta come estremo atto d'Amore, al Solo ed Unico Dio”. (Luce Infinita)
Improvvisamente, dall'alto, in corrispondenza del coro angelico superiore, un ruscello color argento cominciò a scorrere. Si poteva udire il dolce scroscio dell'acqua. La schiera angelica, dopo essersi presentata, cavalcando le acque argentee, si diresse sempre più in alto fino a scomparire in mezzo a soffici nuvole rosa.
Cap. XXIX Gli occhiali della Fede
Davide e la sua guida proseguirono il viaggio, immersi nella maestosità del Mistero Divino. Era veramente un mondo surreale, magico, che immergeva l'essere nel più profondo dell’Io. In questi momenti trascorsi tra i cori angelici nel Cielo, il bambino percepiva una comunicazione interiore col proprio sè mai percepita prima. Era come se la parte materiale e quella spirituale si fossero fuse, emergendo ora solo quella invisibile. Il corpo era leggero e la mente unita al cuore riusciva a far suo lo stato del luogo, nel senso che quel posto, che era tutto tranne che materiale, emanava percezioni e sentimenti che materializzavano a sua volta il posto stesso; non era definibile, ma almeno questo era certo, non era imbevuto di materia. Tutto era Energia!
Questo luogo veniva percepito da Davide come uno stato d'animo, immerso in un profondo senso di armonia ed equilibrio. Stato d'animo che viveva, si palesava ai suoi occhi. Era come se l'Energia all'interno di Davide si materializzasse facendogli vedere dei luoghi nuovi formati da Energia vibrante che comunicava con lui a mezzo del Pensiero. Il tutto partiva sempre da questa Energia Trasformante e Creatrice. Guardando con gli occhi della fede certa, ciò che poteva sembrare irrazionale e inesistente, si concretizzava in maniera evidente. Volendo fare un paragone, si potrebbe ipotizzare che la Fede è come un paio di occhiali. Nel momento in cui non si indossano, non si vede alcunché. L'invisibile e tutte le sue creature, è come se non esistessero. Tutto diventa inesistente. Una volta indossati, ecco che la Fede, Energia Trasformante in unione con il Padre, fa palesare un mondo esistente, dove suoni, colori, paesaggi si vedono e si toccano. Lo stato di coscienza e conoscenza si eleva e rende visibile ciò che, senza occhiali, è invisibile. È da tutti indossarli, ma non tutti riescono a vedere. C'è chi non li vuole mettere per ignoranza. Chi per timore o solo per vergogna. Chi per arroganza, in quanto vive talmente bene nel suo mondo circoscritto e materiale, da non voler andare “oltre quell’oltre”, senza soffermarsi a pensare neanche per un solo istante che, una volta giunto il Tramonto del proprio essere fisico, raggiungendo i limiti intrinseci che questo comporta, la sua vita comincia a spogliarsi di quel senso che sinora aveva dato. Svanita la dinamicità dell’attività professionale, svanito il vigore della gioventù, l'uomo che ha rifiutato di portare gli occhiali per tutta la vita, si ritrova in un deserto assoluto. Si ritrova imprigionato in una gabbia costruita da se stesso, giorno dopo giorno, mattone su mattone. Uomo che, nell’innalzare il proprio “io”, si è illuso di prendere il posto di “Dio”! Ciò che per l'uomo è logica conseguenza, nel senso che da un'azione scaturisce una logica reazione, fortunatamente la logica del Padre, che è Misericordia Infinita, è Mistero. Persino a un figlio che ha rifiutato per tutta la vita di rivolgere il proprio Amore a Chi lo ha generato, in quell'attimo che volge al Tramonto della sua esistenza, se volgesse solo per un secondo il suo pensiero a Lui, con pentimento sincero, riconoscendo che figlio ingrato è stato nel pensar di voler prendere il Suo posto, nell’irriconoscenza verso il Suo Creatore, un pentimento dettato pur solo dalla paura, ma sempre un pensiero nei Suoi confronti, ecco che, con un atto di Amore e Misericordia Infinita, apre le Sue braccia e, chinandosi sulla Terra, abbraccia quel figlio disperso, quel figlio ingrato che nulla ha dato se non dolore a Suo Padre nell’averlo dimenticato. Logica Divina, immersa nel Grande Mistero! Ed ecco che quella gabbia in cui era imprigionato, svanisce. Nuovi orizzonti si schiudono al nuovo individuo che, pur solo per paura, ha innalzato lo sguardo e ha scorto Dio. Un pensiero che senza senso potrebbe apparire, diventa realtà se lo si vive con la Fede dentro al cuore. Quando Dio ha dato la vita, dopo, non si è lavato le mani. Un Padre che si rispetti, si prende cura dei suoi figli, sempre. Se ogni singola azione vien fatta dall'uomo in Amore e per l'Amore, ecco che questa unione diventa fusione con il Padre, perché ogni singola azione diventa movimento, quel movimento che grazie al singolo individuo, può diventare moto per gli altri. Il Padre è un genitore, e si comporta da tale. Altro paragone si potrebbe fare se si considera il Padre come un genitore. Un genitore nei confronti dei propri figli, desidera il Sommo Bene. Qualora il figlio si incammina lungo il percorso della propria vita verso il male, il genitore è pronto a correggerlo. La correzione esige severità, il più delle volte. Nonostante il figlio pianga o si disperi per la punizione severa, il genitore, consapevole che è per il suo bene, la sofferenza assume un significato diverso. Questa ha senso per un fine ultimo che lo porta ad intraprendere la giusta via. Il genitore, nel vedere il figlio che piange a causa della sofferenza che la punizione comporta, è dispiaciuto, il cuore si stringe. Ma la severità è d'obbligo, non per mancanza d’Amore, anzi per la sua massima espressione. Quando il figlio rinsavisce, il cuore di entrambi si unisce in un grande abbraccio d’Amore. Allo stesso modo, il Padre che è nei Cieli, aiuta, assiste i propri figli, cercando di correggerli e condurli lungo il cammino che porta all'Unicità dell'Essere. Con amorevole protezione, non rimane sordo alle voci che chiedono aiuto, ma allo stesso tempo va in soccorso anche di chi non lo invoca perché un Padre che davvero si rispetti, non abbandona mai i propri figli, nel Bene o nel Male, è sempre pronto ad accogliere quella particella di Luce che, distaccata da Lui per atto d'Amore, torna a Lui con il medesimo atto.
Cap. XXX Padre di Misericordia
Nulla perduto é per chi ha dentro il cuore Dio. Questo solo importa e rispondervi dovrò. Ma se con pentimento, e dico pentimento estremo, la Porta si riapre ed il greggetorna a Me, accoglierlo dovrò con tanto, tanto Amore, come feci, e come ancor farò. Ma se nei vostri cuori non c'é disposizione ad accettar, amici, allora beh, rispondo Io. Non sono forse Re ? Il Re della Parola, il Re dei sentimenti, che legger cuore sa. Fiducia, impronta strana, a volte sta sùchi di veste non é degna, ma l'Amore sì. Di sbagli se ne fan tanti, ma riconoscer devi che il Re della Parola, a volte, dice sì. Minuscola parola che tanto vuol dire a chi conosce il senso di questo grande sì. Sorretta un po' per gioco, sorretta per Amore, a chi di pentimento l'han chiesto proprio a Me. Laggiù voi in terra dite : “Tutto é destino,” ed Io, invece, dico: “Tutto Mistero é.” Gioite di quel che dite, gioite di quel che avete, sapete non é poco, ma voi avete ME. Sarò con voi fino alla fine. J e s u s (Luce Infinita)
Cap. XXXI Le Virtù
“Nessuno mai può vedere un Angelo in tutto il Suo Splendore, mai, ne morrebbe istantaneamente. Vede, l'uomo, quello che l’Angelo vuole fargli vedere. Un Angelo può apparire anche in veste di bambino ma, quando si deve palesare, allora assume la voce da adulto e la persona a cui si è mostrato, capisce immediatamente, poiché il Suo Essere risplende, così da non mettere paura. Questo splendore avviene poiché Siamo di Luce e non di Tenebre. Nelle parole, a volte, ci vuole un po' di sale per non sentirle sempre insipide, occorre metter gusto alle cose, fargli prendere sapore, affinché mai vi stanchiate della Parola, dei Misteri e di tutto ciò che riguarda il Globo Universale di Dio. In ogni Suo operato, c'è la Sua Forza Attiva che serve come ritmo di vita per tutti voi…. ... Io e Tutti Quelli che vivono nella Corte Celeste ascoltiamo la Sua Voce. Quella Voce è Voce per tutti, ma per Quella Voce si abbassa ogni forma di vita, tutto diventa piccolo al Suo Cospetto, tutto appare nullo alla Sua Presenza. È un'Eternità per la quale tutto può vivere, tutto può morire. È Potenza per tutti, è Energia che mai nessun occhio può vedere… Hai colto l'Ubbidienza, l'Amore ed il Rispetto Devozionale che Io ho per Dio, Re di tutto l'Universo, che ho per tutti voi, poiché sarò Io a condurvi per le vie ostruose della vita, e qualunque cosa accada, non scordate mai che il vostro essere è costantemente messo alla prova, affinché Noi possiamo ben capire fin dove si spingono i vostri sentimenti: fin dove vince il Bene, fin dove vince il male, fin dove si rifiuta il Bene, fin dove si sconfigge il male. Tutto come dentro una pellicola, fotogramma per fotogramma, così scorre la vita, così scorrete voi. O nel Bene, o nel male, questo è il vostro itinerario, tutto dipende da quanto Questo Amore è entrato in voi. Il Mio saluto vi lascio in Amore, così che capiate che Io, San Michele Arcangelo, non vi abbandonerò. Sia fatta la volontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.(Luce Infinita)
A dir queste parole, la schiera delle Virtù apparve più luminosa che mai. Per quanto erano splendenti, Davide non riusciva a delineare perfettamente i contorni del viso. Erano le Virtù, gli Angeli che compiono i Miracoli, accordano le grazie e guidano i Corpi celesti. Immensa schiera che innalzava lodi e inni al Signore di una bellezza inaudita. Al di sopra di questa schiera si udivano squilli di trombe e apparve una scritta che emanava bagliori dorati e argentati. Davide strinse gli occhi per focalizzare la scritta, e lesse: “Fede in Certezza chiamata Dio”.
Cap. XXXII Campane a festa
Din don dan din don dan la schiera angelica del Re dei Re eccola qua. Din don dan din don dan immagina com’è il Cielo ed ecco ti apparirà. Mente e Cuore in Unione, siamo Angeli del Signore. Din don dan din don dan Oggi siam qui E allo stesso tempo siam là. Tu vederci non potrai se il tuo Cuore non aprirai. Din don dan din don dan Chiamaci col Cuore Ed ecco ci vedrai. Argentei e dorati, ma sempre di Luce siam formati. Energia vibrante che con il Suo voler può far vibrare il tuo e il mio Cuor. Din don dan din don dan Ecco che l’unione ci sarà. All’apparir resterai esterrefatto, ma il Suo voler Resterà sempre sovrano. Din don dan din don dan Particelle e atomi vibranti Siamo qua, svolazzando su e giù, con energia veniam quaggiù, per annunciar la Sua Parola e risvegliarti dal torpor. Din don dan din don dan Il risveglio ci sarà. E in un baleno, eccoci qua, tutti trasformati per un “al di là”. D’improvviso, una musica soave si udì in lontananza. Davide si sentiva al di fuori di ogni possibile realtà immaginabile. Era un sentimento che pervadeva il suo corpo, facendolo vibrare di una vibrazione melodiosa, scuotendo tutto il suo essere. Era una sensazione di un “déjà-vu”, percepiva che era già stato in quei luoghi, provava un senso di profonda appartenenza. Dal cielo scuro e pieno di nuvole di colori violetto, grigio scuro, bluastro, uno squarcio di luce bianca aprì in due l'addensamento di nuvole e cominciò a illuminare le chiome di alberi verdi e le scoscese di montagne. Un ruscello che scorreva al lato destro di Davide, le cui acque sembravano violette, diventò di colore bianco argento. Dall'alto una voce forte ma, al tempo stesso, soave. “Confida, confida in Me!” Le parole che udiva si visualizzavano in alto, dal punto in cui partiva questa luce immensa. Di nuovo, ripetè per altre due volte la stessa frase: “Confida in Me, Davide, confida in Me! Io sono la Luce del mondo. Luce che copre le tenebre, e le Nazioni tutte accorreranno a Me. Amore che smuove i cuori, sentimenti Puri che, con forza, esplodere vogliono verso Colui che Amore Infinito è. Accorrete tutti a Me, per trovare Luce nei vostri Cuori. Tutti mi conoscono, perché a tutti mi son rivelato. Rivelazione, or dunque, son Io. Speranza son Io, Speranza siete voi. Speranza avete in Me, di cui Certezza si farà, nel tempo, in concretezza. Speranza siete voi, affinché la Mia Parola sulle vostre labbra, sia per altri un continuo crescere nell'Amore di Dio. Or dunque, cammino di Fede, cammino di Speranza, cammino di Rivelazione per chi accostarsi vuole nel Mondo Invisibile ma Vero, Puro; non c'è contaminazione alcuna perché nulla di impuro può regnare nella Volta Celeste. Considerate sempre più la vostra forza, considerate di più la vostra certezza, considerate di più il vostro Amore, perché son queste cose che conducono a un cammino di Purezza, ed allora Santi vi si può chiamare. Io sono Dio d'Amore, Dio di Giustizia, Dio di Misericordia, or dunque, in libertà le vostre scelte e, in amore, accorrete a Me. Non è bagliore offuscato, ma Luce Splendente, il Mio dire, quella Luce che trapassa il buio e vige perenne. Queste parole a significato che nulla un caso è. Il cammino designatovi porta alla Luce, quella per la quale ancor più lunga è la fila. Rivelazione di un Cristo certo, Rivelazione del Padre sul Figlio e, in Esso, il Gran Dono dello Spirito Santo. Rivelazione siete voi, perché in voi, e in chiunque fa la Mia Volontà, si stabilizza Amor per sempre e l'Amore Assoluto Son Io e di Amore Puro voi vivete. Io mi sono Rivelato a voi e a tutti quelli che ascoltano la Mia Parola. Rivelazione deve essere per altri, insediamento nei cuori induriti così che, della Parola, in loro nuova Fonte di Vita, quella per la quale lascia involucro, la materia, per Vita Nuova”. (Luce Infinita)
Subito dopo, lo squarcio di luce nel cielo si chiuse, e con esso svanì il bagliore che illuminava il paesaggio. Raphael prese la mano di Davide, dirigendosi ancor più sù, verso l'altro Coro Angelico.
Cap. XXXIII Le Dominazioni
Ogni coro angelico emanava una luce sempre più intensa. Più Davide saliva, più notava che quel rosa che caratterizzava i primi cori stava diventando più chiaro e luminoso. Non avrebbe mai immaginato che questo Cielo fosse così popolato. Mille suoni, miriadi di angeli, paesaggi variopinti prendevano forma al suo passaggio. Canti di uccelli che allietavano il visitatore. D'un tratto, la sua attenzione fu attirata da squilli di trombe provenienti alla sua destra. In lontananza, vide dei castelli di cristallo, con delle guardie agli ingressi. Guardando con attenzione, notò che le guardie indossavano uniformi scintillanti. Avevano in mano delle arpe e suonavano. Le schiere angeliche uscivano dalle torri dei castelli, camminando a cadenza di quel suono. Tante schiere, innumerevoli, si intrecciavano, marciavano formando dei disegni. Ad un tratto, si unirono e si misero in posizione tale da formare una grande colomba. Nel marciare, davano un movimento tale che sembrava la colomba muovesse le ali. Alle spalle di questa schiera, un bagliore di luce dava maggiore risalto allo spettacolo che si palesava agli occhi del bambino. Dinnanzi, poi, si posizionarono degli Angeli con sfere e scettro in mano, in segno d'autorità. Raphael spiegava a Davide che rappresentavano le Dominazioni, angeli operanti del Signore. La colomba rappresentava lo Spirito Santo che il Padre invia su coloro che operano per Lui in terra. Uno di questi, si avvicinò al bambino e disse: “Campane che suonano a festa, campane che, con il loro suono, il loro tocco, annunciano il Glorioso Avvento. Speranza, entra a forza nell'uomo, speranza trapassa i cuori, risiedi in essi, così che tanti ancor di più saranno gli uomini ad avvertir quel suono che il cuor fa emozionar e, nell’emozione di questo uomo, forte vibrazione che parla d'Amore. E quando Amore c'è nei cuori, allora, con udito fino, ascoltar possono il suono, ascoltar possono melodia, quella musica soave che ti porta via. Come estasi vivrai momento, a capire che quel momento non è di un solo attimo, ma che più riceve il tuo orecchio, più si commuove il tuo cuor a capir che, se cuore morbido hai, alla fine Dio incontrerai. Tanto è il bene Mio, affidatevi al Signore, Io son qui che aspetto voi, nella Eterna Ammirazione. Din, don, dan, fa la campana, lo ripete a più non posso. È richiamo per i cuori che son privi, assai, d'Amore. Se il richiamo invece c'è, non restare a trastullarti, apri il cuore a chi non ha, non ha sentito il din, don, dan. Sia lodata Maria, sia lodato il Salvatore, Io son qui che parla te, Son l'Angelo del Signore”. (Luce Infinita)
La grande colomba aprì le ali per tutta la sua lunghezza e cominciò a muoverle lentamente, battito d'ali danzante a ritmo della musica soave. Poi si levò in alto, scomparendo in volo.
Cap. XXXIV I Troni
D'un tratto, il cielo si riempì di miriadi di arcobaleni variopinti, che illuminavano l'intero coro angelico dei Troni. Gli archi si intrecciavano, formando dei giochi di colori inimmaginabili. Non si poteva raccontare a parole ciò che all'occhio si palesava. Tutti gli archi, uniti tra loro per il centro dell'arco, formavano delle cupole colorate e dall'alto cadeva una leggera pioggerellina argentata. Sotto queste cupole, volteggiavano angeli con aureole altrettanto colorate. Erano i Troni, considerati i “facchini di Dio”. Raphael spiegò a Davide che tra gli angeli non esisteva nessuna superiorità; ognuno di loro si occupava del proprio ruolo assegnato per vita dal Creatore. Quando la pioggia argentata smise di cadere sulle cupole, queste si aprirono e gli archi, partendo tutti da un medesimo centro, formarono dei raggi che irradiavano l'intero coro angelico. Un angelo con l’aureola dorata si presentò: “Pace a te. Siamo i Troni, i facchini del Signore. Con gioia e letizia Serviam Colui che tutto il Creato ha donato. Non siamo mai stanchi e l’ordine attendiam di Colui che Amore ha dato, che Amore dà. Non servon parole, non servon paroloni per rappresentare cos'è per noi il Signore. È tutto, questo basta per chi sa, ma per chi non sa, il bicchiere tutto vuoto sempre rimarrà. Affondar la conoscenza deve colui che Amor detiene per la stessa. Senza orgoglio o presunzione, si accosta al Cuore del Signore. L'umiltà regna sovrana per colui che vuole attingere dalla Fonte della Verità. Facchini per Amore, ma tanta letizia serbiamo in cuore. Il dono più grande volgiamo a Lui, che con altrettanto Amor ripaga il Cuor. Non servi, non padroni, ma solo Troni del Signore. Colori tanti e tanti ancor per abbellire il Tuo Cuor. Noi oggi ci palesiamo a te, per dar onor e gloria al Re dei Re. Regno Infinito il Suo è ma scoprirlo dovrai da Te. Non ragione, non solo cuore, uniti insieme volerai dal Tuo Signore. Formule magiche sono per chi credere non vuole, ma prima o poi scoprirà che esiste sempre l’aldilà. Regno vero, regno vivo, dove un giorno arriverai; ma se cuore puro non avrai, giù per valli oscure scenderai, e la Luce più non vedrai. Apri mente, apri cuore e arriverai dal Tuo Signore. Libera il peso delle catene che non ti fan vedere. Noi operiamo con allegria perché Dio è armonia. Dio è tutto, Parola corta, che tutto dice e tutto pensa, perché in Essa è racchiuso il Mondo e l'Universo Tutto. Dici Dio, dici Dio mio: lui sente e lesto giunge a te. È parola piccola, piccola, ma troppo e tanto è contenuto Suo. Lasciati andare; vedrai e noterai quanto è vasta mente tua. Perché tu dirai? Perché dentro mente tua c'è racchiusa la parola che apre mente e cuore tuo, una parola che piccola è, formata di tre: “D I O”.
Cap. XXXV I Cherubini
“Volteggiando sù nel cielo, ecco un altro arcobaleno. Eccone un altro e un altro ancor, per allietare il tuo cuor. Apri mente, apri cuore, ecco i sommi angeli del Signore. Più ti elevi verso il Cielo e più è grande il Mistero. Celato a tutti, solo Lui sa se e quando svelarlo vorrà. Siamo sommi, e con massimo splendor, contempliamo Cristo Signor. Il Sapere Supremo deteniam, ma nessuna gloria per noi vogliam. Lode e gloria solo a Lui, lode e gloria al Cristo Re, lode e gloria al Re dei Re. Con umiltà e ancor più Amor, contempliamo nostro Signor. Al di Lui cospetto Si apre la mente, e dinnanzi al Mistero Supremo si inchina il Cosmo intero. La Volta Celeste si inchina a Lui, per osannar Cristo Gesù. Contemplazione e Conoscenza son le chiavi che teniam; coro di Luce, al cospetto di Lui, ci immergiam e contempliam la sua Maestosa Unicità. Non servon parole, ma solo conoscenza, tanta, tanta e ancora tanta. Infinito è il Suo Mistero, infinito come l'Universo Intero. Né scienziati, né dottori, ma solo gli umili e i puri di cuore, posson arrivare sin qui, per attingere al Suo dir. Non parole, non dottrine, ma di Mistero è avvolto l'Universo intero. Quando questo Tu capirai, ecco che pronto e lesto ti inchinerai e ti unirai al nostro Cor a contemplar nostro Signor. In umiltà riconoscerai, e allo stesso modo apprenderai, che il mondo in Terra non è il solo, ma l'Universo è tutto un suono, armonia ed equilibrio, disegnato dal Divino. Nulla al caso ha lasciato, e tutto ben bene ha incastrato. All'apparenza, può sembrar, che solo l'uomo esisterà; bada bene a far l'errore!
Abbandona il vecchio, apri mente, spicca il volo, vieni in alto qui da noi, se conoscere tu vuoi. Abbandona vecchi schemi, finito sei se li tieni in mente ancor. Leggi fisiche e chimiche di conoscenza tua, non son bastanti a spiegare a te i “non so” ed i “perché”. Questo tu lo capirai se con umiltà ti accosterai. Libri, libri e ancora libri, non son bastanti per il nostro dir. Lui niente scrive, è la Mente, è il Pensiero Supremo che governa l'Universo Intero. Alchimia e fusioni sono giochi del Signore. Un miscuglio qui, un soffio lì, e si concretizza il Suo dir. Quando piccolo uomo capirai, tu domande non te ne porrai. Abbracciar fede questo vuol dire, aprire Mente e Cuore al Suo dire. Con Amore ti accosterai e capirai che un Padre hai avuto e sempre avrai. Particelle di Luce, partiamo da Lui, e con Amor torniamo a Lui. Contemplazione e Conoscenza, comprenderai, che senza queste, da nessuna parte andrai. Accostati, vieni, abbraccia ciò che non sai. Apri mente e Cuor e comprenderai che imparar dovrai tanto ancor per raggiungere il tuo Signor ”.
Davide riusciva a vedere miriadi e miriadi di scaffali ripieni di enciclopedia e libri. Era giunto nel coro degli archivisti celesti, i Cherubini, addetti anch’essi alla contemplazione e posseggono il Sapere Supremo. Raphael lo teneva per mano e gli faceva visitare i reparti della conoscenza. Davide riusciva a comprendere con semplicità tanti misteri su cui scienziati dedicavano una vita per cercare di dare una spiegazione. Raphael aprì un enorme libro, dal quale cominciarono a emergere enormi figure in movimento, che visualizzarono alcuni misteri di Dio, come se si vedesse una sequenza di fotogrammi.
Cap. XXXVI I Serafini
Quanti misteri! Quante meraviglie si palesavano agli occhi di Davide. L'ultimo coro Angelico era immerso e avvolto da una Luce maestosa. Non si riusciva a vedere con nitidezza il contorno dei paesaggi o degli angeli per quanto erano risplendenti di luce. Immensi ghiacciai bianchi si ergevano maestosi, perdendosi all'orizzonte. Si potevano ammirare ampie distese di laghi ghiacciati lucidi che formavano enormi specchi dove si riflettevano i grandi ghiacciai. Giochi di luce argentea e bianca animavano il paesaggio. Degli uccelli bianchi sorvolavano i laghi ghiacciati. Dall'alto, scesero angeli splendenti, fermandosi al di sopra degli specchi di ghiaccio. Avevano tre paia d'ali infuocate. Il bagliore rosso fuoco, riflesso sugli specchi di acqua ghiacciata, irradiava tutto il paesaggio, modificando il colore da bianco intenso in rosa tenue. Raphael spiegava che erano i Serafini, gli addetti alla contemplazione e glorificazione dell'Essenza Divina. Essi occupavano il posto più elevato, è il più alto coro angelico. Uno di questi si distaccò dal gruppo e si presentò a Davide. Il bambino era un po' intimorito in quanto non aveva mai visto angeli dalle ali infuocate. Allo stesso tempo, era estasiato in quanto tutto era armonia di colori e suoni. “Davide”, lo chiamò il Serafino, “Noi siamo il coro più vicino a Dio. Nessuna mente può mai immaginarci, se non giunge fin qui. Ruolo importante hai e avrai, perché un giorno ci descriverai. Parlerai di Angeli, di Cori e altro, per chi non sa, ha almeno un messaggio. Imprimi tutto nel tuo Cuore, questo è il volere del Signore. Solo un puro poteva arrivar sin qui, al fine di osservare e un giorno dir. Non servono dotti, né scienziati, ma cuori puri, mai sporcati. Ora lasciamo un messaggio a te, per tramandarlo un giorno a chi voglioso di sapere è”. Prese una pergamena dorata, la aprì e cominciò a leggere: “Tanti dire, tante parole, ma ci sono espressioni che chiamano l'attenzione più di altri. Parole e paroloni, che gonfiano la bocca, al fine di confondere gli animi. Stabilire quale siano quelle giuste, oserei dire, impresa ardua è, poiché ogni singolo individuo nasconde dentro sè la sua verità, pertanto, riesce a cogliere ciò che crede sia giusto per lui. Ma ciò che sia giusto per lui, è giusto per altri? “Cos’è la Verità, sai dirlo tu?” Non attese riposta, ma continuò a leggere. “Tanti diranno: “Dio, Gesù, è la Verità”. Bene, così è. Ma c'è qualcuno che dice: “anche Gesù, per versi, non dice Verità, spesso pare sia contraddittorio ed altre volte mentisce”. Con quale criterio si misura la Verità? I tanti diranno: “Gran dilemma, questo quesito!” Ed Io rispondo: “La Verità sta nella Purezza, sta nell’Incorruttibilità, sta nel Grande Disegno Divino, sta nella più Alta Espressione nata, vissuta e morta, anzi uccisa, perché tu, uomo, l’hai uccisa! Uccidendo la Verità, adesso navighi nella menzogna, quella che ti fa da corona per vita. E per dare un vanto alla loro vita, tanti cercano di filosofeggiare su parole che neanche conoscono, prendendo, un po' di qua e un po' di là, nozioni dove a nulla li porteranno, credendo, alla fine, che quella è Verità. Che confusione è l'uomo, nato libero e tenuto in catene da falsi criteri, da menzogne, da falsi ideali. A volte riesce a sbalordire gli altri e, l'attimo dopo, se ne muore. C'è chi dice: “La Verità è soggettiva, ma la vera Verità qual è? Sta in lui o in quell'altro?” Un vero giudice studia per la verità e deve assolvere o condannare, in base agli elementi che lui ha. Ma si può dire al giudice: “Giudica anche col cuore, non solo con le prove?” Non si può, poiché per lui la verità è misurata con gli elementi che ha in mano, cioè le prove. Pertanto, il suo giudizio sulla verità, è giusto? Chi trae vantaggio dal suo giudizio dice bene, il rimanente è condannato dalla verità altrui. Verità e menzogna, sulla terra, sembra abbiano avere stesso significato per chi della verità ne fa uso proprio. Ridico: “Cos’è la Verità?” Rispondo: “Uomo, prima che tu fossi, eri!” Hai conosciuto, per mezzo del tuo grande Privilegio, la Vera Verità, ti sei nutrito d'Essa e, per tanto amore, la Verità stessa ti ha concesso la libertà, quella libertà ha dato a te la scelta e tu, per tanto Amore, hai scelto. Quella scelta che ti ha visto sulla Terra e, chi vive di Cielo, non vive di Terra, chi vive di Terra, vive di materialità e la materialità porta, con sè, le false verità. Anche la menzogna può essere abbigliata di calda verità e, senza che te ne renda conto, rimani intrappolato in te stesso e in ciò che il mondo può offrire, cioè il caos. Così facendo, la vita si ingarbuglia sempre più e l'uomo di intelletto cerca, scava di qua e di là, a scoprir che cosa, forse un po' di verità? La ricerca non deve morire se si incontra la strada giusta: avvistata, occorrerebbe percorrere il Cammino in salita, perché, per scoprire la Verità, che non è data a tutti, occorre buona volontà, tanto impegno ma, soprattutto, tanto Amore e sacrificio alle rinunce. Rinunciare ciò che il mondo offre sarebbe come rinunciare a Satana, pertanto, buona ricerca, buon cammino, fratello, e non dire mai cos'è la Verità, perché non c'è un uomo sulla terra che non conosca la Verità. Tutti, e dico tutti, hanno conosciuto in prima persona chi è la Verità. La Verità sta nella Sua stessa Essenza. La Verità si veste di Luce e la Luce è Verità che nome ha: Nome che porta con se la più alta Regalità. Regalità che non ve n’è grande più, perché il Suo nome è Cristo Gesù”. (Luce infinita)
“Ora, Davide, torna giù, come vortice d'Amore t’accompagnam;. Va a raccontar tutto quello chei visto hai per far conoscere la Verità a chi crede di conoscerla, ma si è sbagliato già. Falsi Cristi e Falsi Profeti sorgeran, ma quando tu scrivi cos'è la Verità, nessuno la gente potrà mai ingannar. Fai di questo conoscenza tua, parla a chi sete ha. Non temere, noi siam con te; Avanti andrai, e la Parola porterai. In ogni angolo della Terra, la parola, quella Vera, è sempre la stessa. Difficoltà tra dotti e scienziati troverai, ma ancora avanti il tuo cammino proseguirai. Non ti è dato capire il perché, ma il Signore si è chinato e ha parlato a te, a te e ancora a te. Chi è nel Signore nulla deve temere, solo questo devi sapere. Dolci sogni, lentamente torna giù. Un abbraccio d’Amor e vai ancor più giù. Lungo viaggio hai fatto, ma con te Raphael è sempre stato. Altri ancora ne farai e ancora noi Angeli vedrai. Ora va, destati, e sai perché? Giù in terra, il Signore ha bisogno di te. Altri messaggi riceverai e ancor di noi racconterai. L'Invisibile quassù È vivo e vegeto, credilo anche tu. Va e racconta a tutti la Verità. Hai compreso ora cos’è la Verità?”
Poi il coro Angelico si riunì e cominciò vorticosamente a salire come un tornado verso l'alto. Dalle ali infuocate, si distaccavano fiammelle che scendevano come pioggia. Raphael spiegava che rappresentavano le fiammelle dello Spirito Santo, la Conoscenza e la Verità.
Cap. XXXVII Il risveglio
Dal giorno in cui fece il viaggio astrale, Davide si sentiva cambiato. Come poteva non esserlo dinnanzi a quanto vissuto? Da queste esperienze, una consapevolezza era cresciuta forte in lui, quella consapevolezza che l'avrebbe accompagnato per tutta la vita. Sarebbe stato facile voltare le spalle a tutto questo e, magari, vivere come i suoi coetanei, che avevano interessi diversi, ambizioni diverse. Per Davide era un vivere e un non vivere allo stesso tempo. Il periodo liceale trascorse serenamente, ma ormai aveva le idee sempre più chiare. I suoi genitori lo avevano educato in maniera amorevole, trasmettendogli quei valori sani che una buona famiglia ha il dovere di tramandare per una buona crescita del proprio figlio. Da buon osservatore, Davide non poteva fare a meno di notare che in questi ultimi tempi ogni cosa sembrava non avere più quel senso di una volta, riscontrando delle differenze tra i suoi genitori ed altre famiglie. I mass-media non riportavano belle notizie, genitori che ammazzavano figli. Figli che ammazzavano genitori. Non era proprio un bel vedere! Era difficile da comprendere come si potesse arrivare a tanto. Violenze, rapimenti. Certo! Era mille volte meglio lassù, nelle Volte Celesti, in mezzo a tutti quegli Angeli, dove l'Amore rapiva i sensi e il cuore. Il ricordo era sempre acceso come una fiammella, che lo riscaldava e lo rincuorava nei momenti di sgomento nel vedere un mondo che stava dirigendosi verso il baratro del niente. Le famiglie non erano più famiglie. Coppie che rivendicavano i propri diritti, ma, di fatto, quali erano i loro doveri? Nel perdere i confini di quel che era definita un tempo “sacra istituzione”, ovviamente le idee cominciano ad essere distorte, ed ognuno detiene la propria verità in merito a tutto ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato. Davide aveva sempre tenuto impressa nel Cuore la concezione di cosa fosse la vera famiglia, prendendo a riferimento l'immagine della “Sacra Famiglia”, composta da tre semplici figure: Giuseppe, Maria e Gesù. Nella loro semplicità, quanta regalità emanava! Amore incondizionato di una famiglia unita. Giuseppe e Maria, quando Gesù era piccolo, lo curavano e lo seguivano. Il giorno in cui lo smarrirono nel Tempio, il dolore e l’angoscia li avvolse. Un amore vicendevole, dove la gioia dello stare assieme compensava i sacrifici. Il cuore trafitto di Maria quando Simeone, alla presentazione di Gesù nel Tempio, fece la Rivelazione, come era scritto: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. La spada della sofferenza non l’ha spezzata, ma è stata forte, poiché era con Gesù. Amore forte di una madre per il figlio. I tempi moderni sembravano aver spazzato via queste immagini forti del vincolo tra madre e figlio. Genitori che abbandonano i propri figli, alla mercè di gente senza scrupoli. Davide era consapevole che le cose dovevano andare per come dovevano andare. Gesù aveva preannunciato tutto questo: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestia e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti al re e a governatori, a causa del Mio nome. Questo vi darà un'occasione di render testimonianza. Mettetevi ben in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi. Sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. ( Luca 21,8;21,19 ) Meditando su questo passo, Davide comprese che il cammino da fare era lungo; non per forza, ma solo per Amore, ce l’avrebbe messa tutta per cercare di compiere la Sua Volontà, qualunque fosse stata. Non importava la fatica, il solo ricordo dei momenti trascorsi con Lui sulla spiaggia quand'era bambino gli infondeva forza e coraggio. Non sapeva ancora cosa o come avrebbe fatto, ma sentiva dentro sé un forte desiderio di prendere la Sua mano e passeggiare ancora con Lui. Una lacrima gli solcò il viso.
Cap. XXXVIII Amico per sempre
“Scorre mente, scorre penna; Scorre il pensiero che ti conduce a Me. Sin da piccolo tu eri mio, ma il male, attento, ha cercato di portarti lontano da Me. Cerca di rubare l'anima, coi suoi mille tentacoli avvinghia dove più può, ma Io non lo permetterò. Recido i tentacoli avviluppati a te, per poi ricondurti nuovamente a Me. Il dolore e il pianto contornano vita tua, ma il Mio Nome ho udito sin lassù. Ciò che non sai, e nessuno sa, ogni appello e grido di aiuto sin qui giungerà. Se Mi vuoi, aspettare non dovrai, perché pronto e lesto accanto a te mi ritroverai. Affonderò nel tuo dolore, raccoglierò il brutto che in te è, trasformandolo, in un battibaleno, in ciò che di meglio c'è per te. Asciugherò le lacrime, ti abbraccerò con un abbraccio di immenso Amor. Ti condurrò a Me, e allevierò ciò che male è stato per te. Non son poesia, non son parole, ma rappresentano tutto il Mio Amore. Amor che tengo per ogni pecorella mia, per quella trovata, ma anche per quella ancora smarrita. Figli a Me siete, tutti quanti, e se lo vorrai, con una grande fusione d'Amore, ti porterò fin quassù, in un Infinito stellare, perso nell’immenso blu. Chiamami, chiamami, rivolgiti al mio Cuor, che per quanto è grande, tutto può. Non piangere, or dunque, son qua accanto a te, Senti la mano sulle spalle, l'appoggio per te, per farti capire che solo non sei. Io sono il tuo Maestro, e son qui per te. Ti insegnerò la Vita, ti condurrò nell'Immenso, dove scorre la vera vita. Pensiero forma, tutta un'onda quassù, per viver ciò che pensi sia magia, ma è vera Vita. Comprender non puoi, se non apri mente tua, ma non dimenticar neanche il Cuor. Ciò che non sai, importanza non ha. Io ti condurrò, temere non dovrai. Senti la mia mano ancora su di te? Bene, allora, asciuga le lacrime, la tristezza non si addice a chi nel Signore è. Gioia e letizia sempre avrai, se insieme a Me, per vita, camminerai. La Strada è lunga, il male insiste, ma non temere, se Io in te e tu in Me, più forte si è e vincerem. Un sorriso voglio veder, un sorriso che sboccia sul tuo viso. Così va meglio, ti sento meno inquieto. Ora ti abbraccio, Mi ascolti? Le vibrazioni sono forti. Chiudi gli occhi, un bel respiro, la tua mente si apre e una immagine appare. Una Sorgente, una Luce. Ecco, ora Mi vedi pure! Sorridi, or dunque, un giorno capirai . Ma ricordati sempre, che un Amico hai e sempre avrai. Mai da solo resterai; chiamami, chiamami sempre e più forte, vincerai. Vincerai la tua battaglia, che non è che un arrivare a Me. Raggiungimi, Io son qui, a braccia aperte rimarrò fin quando qui non ti vedrò. Dormi, ora, sorridi or dunque, il Bene vince la battaglia, pertanto, niente dubbi, ma solo coraggio. Il coraggio e la forza ti condurranno a Me, per poi ricominciar a vedere un mondo che nuovo è. Non farmi dire altro, per ora puoi solo immaginar, ma chiamami forte, e saldo rimarrai. Il dolore e la tristezza non son buone compagne a te, perché ti condurranno lontano da Me. Agghindati di gioia e verità, e non temere, Io son sempre qua”.
Cap. XXXIX Il silenzio
Davide serbava nel cuore gli incontri avuti con questo modo invisibile agli occhi di gran parte delle persone, ma per lui così concreto e visibile. Non sapeva spiegarsi come mai fosse accaduto proprio a lui, ma era di poca importanza. Accettava di buon grado quanto viveva; più passava il tempo, sempre più sentiva la necessità di continuare ad avere questi contatti verticali. Era diventato come l'ossigeno, senza il quale non è possibile alcuna forma di vita. Allo stesso modo, quei momenti rappresentavano il suo ossigeno, la fonte dove poteva attingere e ricaricarsi. Ciò che vedeva nel mondo, gli piaceva sempre meno. Sapeva che doveva accadere tutto questo e altro ancora prima del Suo arrivo. Ma chi credeva a quanto è scritto nel Vangelo? Davide, spesse volte, si chiedeva se le persone si rendessero conto che, “forse”, si stavano vivendo gli ultimi tempi! Quanti ne erano consapevoli e quanti ci credevano veramente? Non riusciva a darsi una risposta, anche perché erano rare le volte che parlava di questi argomenti, in quanto non sarebbe stato compreso. Era osservatore di un mondo frenetico, sempre alla rincorsa di un raggiungimento di un Paradiso terrestre prettamente materiale. Il benessere e l’arrivismo erano la bandiera che sventolava in alto; il resto era accantonato e dimenticato, come se tutto il resto fosse solo una mera illusione! Davide si sentiva bene quando andava con tutta la famiglia in montagna. Lassù era tutto diverso. Nel silenzio di quei luoghi, disturbato solo dal fruscio del vento, dal rumore delle fronde e dal canto degli uccelli, riusciva a meditare e penetrare all'interno del proprio essere, entrando così in comunicazione con la sua parte spirituale. Quando passeggiava, trascorreva ore e ore in profonda meditazione, cercando risposte alle sue tante domande. In mezzo ai boschi, si sentiva maggiormente in contatto con il Padre. Chiudeva gli occhi e guardava nel buio, finché non vedeva una luce interiore. Cercava di trattenerla e di sentire che era un tutt’uno con essa. Era consapevole che Dio era là. Dietro le tenebre, c'era la Coscienza Cristica, c'era la vita brulicante di altri mondi. Come dietro lo spazio, c'è l'Intelligenza, così proprio dietro lui, Davide percepiva che c'era Dio. Cercava di realizzare che era parte di quella Luce di Dio. Quanta più pace sentiva durante la concentrazione, tanto più profondamente entrava in Dio. La meditazione chiamava l'esclusione dei suoni esteriori a lui. Il silenzio della meditazione profonda era praticato sempre da Davide, e riteneva che si sarebbe dovuto praticare dovunque. Il silenzio donava molto più di tutte le parole spese. Le parole, spese male, portano assai lontano da quella Verità, che dentro ognuno vive. L'uomo aveva imparato a costruire dighe per contenere le acque, così bene era cresciuto nella materialità delle cose che aveva innalzato muri enormi anche dentro sè. Ma la bellezza dell'acqua stava nel suo moto, nel suo suono, nei suoi colori, non nella sua stagnante forma. Davide vedeva l'uomo come quell'acqua “stagnante”. Non dava quel movimento a quella parte interiore che gli apparteneva, doveva impegnarsi per far prendere espressione, lucentezza, vitalità, fluidità, perché niente rimane fermo, ma tutto scorre. Pantarei! Occorreva liberarsi dai pregiudizi per accedere a quella libertà tanto ambita; si doveva essere liberi, senza catene, perché la libertà sola conduce alla Verità, e la Verità rende liberi per spaziare dove nessuno avrebbe mai osato arrivare. Gustare le meraviglie del Cielo è dato a tutti, ma non tutti ci riescono. Mentre era immerso in questi pensieri, Davide era seduto sulla riva di un torrente. Lo scorrere dell'acqua gli rammentava che tutto scorre e niente rimane com’è. Purtroppo, non tutti erano consapevoli di tutto questo. L'uomo era felice nel suo rimanere stagnante, ancorato ben bene alle sue catene, credendo, o meglio illudendosi, che tutto questo fosse la sua vera felicità. Ma basta che giunga un evento per scuoterlo e smarrirlo, una malattia, la perdita di una persona cara, e tutto il suo mondo di cartapesta vien giù. Quel mondo rassicurante vien meno ed ecco che l'uomo si perde, va alla deriva in quanto non sa dove approdare. Era più forte in Davide il convincimento che avrebbe dovuto scrivere e diffondere quanto aveva appreso dal Cielo, perché anche chi non avesse avuto il Privilegio di vivere quanto vissuto da lui, poteva sapere, poteva conoscere. Poi sarebbe stata sempre una libera scelta ma, rimanendo nell'ignoranza, non avrebbe avuto la possibilità di apprendere dalla vera sorgente di Verità. Sarebbe diventato un Suo messaggero sulla Terra. Sorrise, l'idea gli piaceva. Finalmente aveva le idee chiare su cosa fare. Non che non l’attirassero altre professioni, ma sin da piccolo aveva vissuto esperienze meravigliose, tali da non poterle tacere. Sarebbe stato il testimone di quanto vissuto. L'impresa era ardua, ma con Lui si sentiva forte, sentiva che tutto era possibile, senza limiti e confini. D'un tratto, sentì dei fruscii provenienti delle fronde degli alberi. Si voltò verso destra, da dove proveniva il rumore. Le fronde si scossero; dietro queste, una grande luce esplose e udì una voce che cominciò a parlargli.
Cap. XL Angelo della bisaccia
“Ali della Divina Misericordia, avvolgi questo essere che bisogno di te ha. Come il cinguettio degli uccelli apre il giorno, così la Mia Parola cresce in te e parlandoti ti dice: cresci in Me, figlio Mio, cresci. Perché solo attraverso Me puoi apprendere ciò che ti serve, ciò di cui bisogno hai. Il tuo sapere ancora ben poco è, ma nella Perseveranza anche questo si espanderà. Come un sasso gettato nel tacito mare, che crea quel movimento infinito e s’arresta laddove deciderò Io. Angelo Azzurro, tu che porti la bisaccia ed in essa il necessario, soffermati di più su questo terreno, non vedi che arsura ha? Ma tutto il verdeggiare ha bisogno della giusta acqua, il troppo rovinerebbe tutto, allagherebbe quel giusto contenuto. Angelo Azzurro, anche i semi hai buttato? Bene, bene, si vede! È spuntato un alberello vestito con i rami della forza e del coraggio, e agghindato con le foglie della gioia e della pace. Sta venendo sù, pian pianino, ma sarà un bel vedere. Certo, il vento spesse volte lo scuoterà, percuotendolo di qua e di là. Ma il sospiro dell'Amore lo placherà. Spunteranno i primi germogli col tempo della pazienza e questi saranno delizia a Me. Così dirò all'Angelo nel tempo di filmare quell'espressione stampata sul tuo viso, quello che di sole si illuminerà nel vedere i primi acerbi frutti. E quando maturi saranno, altro lavoro si realizzerà. Comanderò al Viandante Eterno che altra terra c’è da coltivar. Sempre in movimento sarà la sua bisaccia, traendo da essa Amore e Carità. Per te, figlio Mio, tutto questo. Il tempo ancora altro ti dirà. Non esser triste, or dunque, perché l’Eterno ti ha parlato già. La Parola che in te vive è roba Mia, tu la farai circolar, come quel sasso buttato nel mare quale nessuna mente lo potrà bloccar. Ti Amo e come Grazia scenda su di te l’Amor. Il Tuo sempre amato Gesù. (Luce Infinita)
Cap. XXXXI La decisione
Dopo queste parole che erano poesia, non aveva più dubbi sul cammino da percorrere. Le sue paure erano svanite in quanto aveva avuto un chiaro messaggio su quella che era la via da intraprendere. Sin da piccolo, si era posto delle domande ma ora aveva le risposte. Il mondo stava mutando, lo si vedeva dai cambiamenti climatici, dai tanti segnali che la Terra inviava. Si dovevano solo interpretare alla luce di quanto Gesù aveva descritto in maniera dettagliata quando era sceso qui in Terra. Davide comprendeva che il tutto lo si doveva leggere in chiave di lettura cristica al fine di comprenderne il senso e prepararsi. Lo aveva sempre colpito il passo del Vangelo ove Gesù parlava della venuta del Regno di Dio, e in particolare quando diceva: “Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli, in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! … Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'Uomo verrà nell'ora che non pensate…” ( Luca 12, 35 ). Oppure la parte in cui parla della venuta del Figlio dell'Uomo: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla Terra, le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'Uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina…”. “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezza e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'Uomo ( Luca 21, 25; 22, 34 ). Davide leggeva e rileggeva attentamente questi passaggi che non lasciavano spazi a dubbi o incertezze. Una cosa era certa, “la fine verrà come un ladro di notte… uno verrà preso e l'altro lasciato… siate pronti in ogni momento”. Quante volte in chiesa aveva ascoltato questi passi del Vangelo! Ma comprendeva, altresì, che non era da tutti comprendere il vero senso di quanto ascoltato. Scienziati e fisici di tutti i tempi avevano sfornato teorie su teorie al fine di interpretare le parole di Gesù. Gli scettici avevano cercato di fare altrettanto in chiave disfattistica. Davide comprendeva che il senso delle parole cristiche andavano al di là di ogni possibile comprensione umana. L'uomo del mondo non era preparato ad accogliere tutto questo, in quanto avviluppato e immerso totalmente nella materialità della terza dimensione. Chiuse gli occhi un istante e comprese che scrivere libri era quello che il Signore voleva da lui. Aiutare l'umanità a comprendere, al fine di essere pronta. Ma pronta per che cosa, di fatto? Si poteva spiegare in maniera dettagliata il corso degli eventi? L’umana gente avrebbe creduto a quanto descritto nei suoi libri? Tutte queste domande affollavano la mente di Davide senza riuscire a dare risposta. Una voce gli suggerì di tranquillizzarsi, perché le cose sarebbero andate per come dovevano. Lui doveva scrivere, poco importava se gli altri avrebbero dato credito. L'importante era parlare, il libero arbitrio che ognuno deteneva avrebbe fatto il resto. “Ricordi Davide? Eri bambino e già mi vedevi. Un giorno Io dissi: “Lasciate che i bambini vengono a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non vi entrerà”. “Bene, la chiave di lettura è questa. Chi vuole intendere, intenda. Ricorda, altresì, che Io ti ho scelto dal mondo, per questo il mondo ti odierà. O si è con Me o contro di Me, non si può servire Dio e Mammona. La tua scelta deve essere decisa, senza indugi. Coraggio, Io son con te e nulla ti potrà mai accader. Sgancia ciò che son dubbi e affonda nella Certezza, Certezza Son Io, Resta con Me, e le meraviglie del Cielo saranno per te! Porta la Mia Parola, tu la conosci già, apri sempre il cuore, e tutto facile ti apparirà. Il tuo tesoro sarà dove il tuo cuore risiederà. Borse che non invecchiano prenderai, e un tesoro inesauribile in Cielo troverai. La tua mente ancor nozioni apprenderà, ma non temere, Io son sempre qua. Sgancia la tua Mente da ogni preconcetto, non serve farsi idea se vuoi comprendere il concetto. Mio Padre e Io uniti siamo, ma ciò che dovrà accader, l'abbiam rivelato. Armati di pazienza, affronta con coraggio la realtà, perché come ti ho già detto, Io sarò sempre qua. Fino alla fine dei tempi Io ci sarò, al fine di destar le coscienze, per condurle tutte a Me. Scriverai, scriverai tutte le nozioni che pian piano apprenderai. Chi vorrà, mi seguirà, ma ancor più chi Mi amerà. Il vero Tesoro in Cielo sta, solo l’uomo stolto non Mi seguirà. Or dunque, niente paure e dubbi, solo Certezze; comincia a scrivere lettera dopo lettera, su foglio bianco, per farlo diventar un messaggio. Messaggio d'Amor nei confronti degli Amici miei. Amici vi ho chiamati, non servi, perché conoscete ogni Mio dir. Vedremo il primo libro, e poi un altro ancor, e farai felice il Tuo Signor. La scelta è fatta, la decisione presa, prendi carta e penna, Io son qua a dettar per un facile andar, oltre l'Universo, oltre il mondo tuo per accorgerti che altro scoprirai. Pian piano ti condurrò solo dove Io vorrò. Non temere, Io son qua, il Mio Amore è grande e accoglierà gli uomini di buona volontà”.
Per Davide tutto questo aveva un senso. Ciò che poteva sembrare fantasia, era realtà. Prese carta e penna e cominciò a mettere nero su bianco quanto appreso. Questa era la sua strada, non doveva perdere tempo, ma doveva osare. Doveva farsi forza e credere, andando avanti senza voltarsi indietro.
Cap. XXXXII L’invisibile
Da giorni pioveva a dirotto, c'era un tempo strano, grigio. Davide si trovava a casa, immerso nel suo mondo, era già arrivato a metà del suo primo libro. A volte temeva che tutto fosse frutto della sua fantasia, e che non sarebbe mai stato capace di portare a termine quella che lui simpaticamente definiva l'impresa del secolo! L'entusiasmo si mescolava ad un sentimento di paura di non riuscire nell'intento. Ma, in fondo, non aveva nulla da perdere. Si trovava lì, quei fogli bianchi si riempivano e prendevano forma, si coloravano degli stessi colori che aveva visto lassù. Foglio su foglio, la penna scorreva veloce. A volte, aveva la sensazione che, per quanto scrivesse e descrivesse tutto ciò che aveva visto, non esistevano parole adeguate. Sussisteva un limite; quel limite che è il linguaggio umano, le parole, che pongono dei limiti, catalogano e, quindi, perdono sempre quel senso magico e lo splendore di quanto era stato testimone. Già la parola stessa limitava il concetto, era inadeguata; nonostante cercasse di descrivere minuziosamente tutti i particolari, era ben consapevole che, comunque, non era mai paragonabile a quanto visto. Quella musica celestiale! Quanto era bella! Ma come poteva descriverle a parole? Per quanto utilizzasse gli aggettivi più appropriati, quella musica non era concettualmente descrivibile. Il lettore avrebbe potuto pensare alla musica classica, o a delle canzoni che avevano conquistato il cuore. Ma per quanto si potesse cercare di fare un paragone con qualcosa di conosciuto, non si sarebbe mai potuto arrivare a comprendere quel che non si conosceva, proprio perché non si aveva la “concezione” di quanto vissuto da Davide. Si sentiva un po' inadeguato, in quanto non poteva descrivere ciò che di fatto nessuno aveva mai visto e quindi farsi facilmente l'idea di ciò che era l'Invisibile. Le parole contenute nel linguaggio erano parole utilizzate per descrivere ciò che si conosceva; come potevano, pertanto, essere adeguate a descrivere e riportare fedelmente ciò che non si conosceva? Nel descrivere ancora gli angeli, sentiva che, per quante parole e aggettivi utilizzasse, non sarebbe mai e poi mai riuscito a riportare quella bellezza di suoni, colori e luce. Ricordava di quando Raphael gli aveva detto in merito agli Angeli: “Devi sapere che gli Angeli non hanno sesso, sono asessuati. Per questo sono il completamento di tutte le cose. Un Angelo, nessuno lo ha mai visto nella sua vera essenza, poichè l'occhio umano non sopporterebbe ciò che si troverebbe davanti, rimarrebbe cieco. L'Energia che emanano viene notevolmente ridotta in campo vibrazionale, al fine di una reale visione angelica, perché altrimenti rimarreste bruciati. Ciò che voi avete dentro è ciò che noi guardiamo, ma una volta solo spirito, tutto diverso è. La materia è quell’involucro che determina i vostri limiti ma, liberati dalla materia, ecco che per versi tutto si può, tutto più facile diventa”. (Luce Infinita) Tutto ciò che gli avevano detto e ciò che aveva visto lo serbava nel Cuore, ma comprendeva che, per quanto si sforzasse a rendere l'idea di questo mondo Invisibile, non esistevano parole per descrivere ed entrare nell'immaginario di chi non aveva mai assistito a cotanta bellezza. “Dio è la completezza dell'Essere, in Dio si trova la Paternità, la Maternità. Lui è il completamento che sfida ogni paragone”. Come poteva trovare le frasi adatte per riportare tutto questo? Chiuse gli occhi, fece un bel respiro. Spazzò via i dubbi, riprese in mano la penna e continuò a descrivere quella Dimensione dove il tempo sembra fermo, dove si respira il tepore della primavera, dove i profumi deliziano le narici; colori che mai nessun occhio terreno ha visto. Tempo che non conoscerà la morte. L’Immortalità vivrà. Lui disse: “Non vi farete di Me nessuna Immagine”. Ma, compresi i limiti dell'uomo, un giorno Gesù disse: “Chi vede Me, vede il Padre”. E la penna scorreva. Cercava di descrivere Lui. Ma come poteva? Lui può essere un uomo, un oceano, un cielo, un fiore, un pezzo di legno, può essere una vetta innevata, una montagna sontuosa, un prato in fiore, un bimbo. Lui è tutto perché è il Detentore del Tutto. L'impresa era proprio ardua, ma chi è con Lui, tutto può, di questo Davide ne era certo.
Cap. XXXXIII Il tuo Gesù
“Ovunque voi andate, Io sarò con voi. Tra le stelle ci incontriamo, chi per un tragitto, chi per un altro. Quanto stupore, non credete che posso tutto? Quando e come voglio? Nulla rimane com’è. Tutto cambia, ma voi restate così come siete, perché nel cambiare potreste perdervi. Abbiate fiducia sempre in Dio. Anche nei momenti cupi, nei momenti di maggior dolore, anzi in quei momenti, Io sono più vicino a voi. Non deludetemi. Sapete, figlioli, la morte è per chi la vuole veramente, ma voi sapete bene che invece non esiste. Tutto, in effetti, è solamente un passaggio, quel passaggio che collega la Terra al Cielo. Dopo, tutto, si ricongiunge. E nel vedere i figli che ritornano Qui, festa grande è in Cielo. Ma la gente tanto stupida è, pensa che con la morte tutto finito è. E nel pensare questo si autoconvince e cade sempre più nei più bassi e miserevoli peccati, elaborando il concetto che, non essendoci un'altra vita, automaticamente non c'è Dio. Chi pensa ciò, va per esclusione. Mentre chi crede in Dio, non esclude nulla, ma ha una mente più ampia, c’è racchiuso in essa tanto sapere bastante che del dolore ne fa una gioia; e sapete a chi offre il suo dolore? A Me! Si, avete capito, lo offre a Me. Io felice sono, comprendo e ripago. Quante cose vorrei dirvi! Quante e tante! Quanto Mi siete cari, eppure ogni tanto dubitate. Perché? Non dovete! Siate sicuri che il tempo vi dona ciò di cui bisogno avete. Sia chiaro, il Tempo Son Io!
( Luce infinita )
Cap. XXXXIV L’intimità col Padre
La penna scorreva veloce e i capitoli seguivano un filo logico ben preciso che neanche Davide riusciva a comprendere come fosse possibile tutto questo. Non si era mai cimentato e non avrebbe mai immaginato che potesse scrivere pagine di immensa bellezza. Dopo tanti dubbi e tentennamenti, aveva dato il via a qualcosa di immensamente bello e profondo. Le sue incertezze erano dovute al fatto che non si sentiva in grado di raggiungere determinati obiettivi, era insicuro di se stesso. Non era mai stato il tipo di individuo che amava mettersi al centro di ogni cosa. Dentro sè, percepiva sempre una profonda umiltà e un senso di inadeguatezza. Ma questo Amore, grande verso il mondo dell'Invisibile, che lo aveva sempre accompagnato lungo il percorso della sua vita, questo Amore grande verso Dio, esplodeva nel suo cuore e non riusciva a non manifestarlo tramite i suoi scritti. Avrebbe voluto gridare ai quattro venti quello che aveva visto e che continuava a vedere. Il mondo vero non era questo, questo era solo un banco di prova, il “Laboratorio di Dio”. Occorreva superare le prove che ciascuno, prima o poi, avrebbe dovuto sostenere, con Fede e fiducia nei confronti di chi è il Detentore di tutto. Mentre descriveva tutte le emozioni vissute e i posti visitati da lui con Raphael in maniera dettagliata, si trovava nei suoi amati boschi, sotto un grande pino. Udiva il canto degli uccelli armonioso. Questi posti lo ispiravano, in quanto detenevano in sé quella pace e armonia che le metropoli e le città avevano annullato. Quanto era importante il silenzio! “Ogni cosa ha il suo movimento e la sua quiete. Dio stesso è Movimento e Quiete, ma l'uomo terreno ama solo il movimento, pur conservando dentro sè la Quiete. La stragrande maggioranza della gente ama vivere in luoghi dove esiste solo caos e nel caos ci stanno bene poichè si identificano. Mentre pochi sono coloro che cercano la Quiete. Nella Quiete si cerca di Dio e Lo cercano coloro i quali hanno smesso o vogliono smettere di far parte del caos. In questo caos si trovano molto bene i giovani, facente parte di ritrovi sempre più malfamati, trovano e amano il caos nelle discoteche, nelle sale da giochi, in tutti quei luoghi dove piace mettersi in mostra, e nel dire questo non si intende solo i giovani, bensì anche gli adulti. Questi movimenti, purtroppo, si sono divulgati in tutti i luoghi, in tutti i posti del mondo. Pensare alla Quiete è come tornare indietro e ripercorrere la propria vita andando a ritroso. Chi ama la Quiete, ama cercare, ama visualizzare, ama trovare ciò di cui ha bisogno. Gli stolti dicono: la Pace, la Quiete si trova solamente quando si muore. Non è vero, questo, almeno in parte, poiché la Quiete è il movimento; chi cerca la Quiete cerca Dio, che è il movimento di ogni cosa. Chi cerca la Quiete, chiama Dio, e Dio è l'Origine di Tutto. Pertanto, ama crescere, ama scoprire, ama essere diverso da com’è, ama di più avvicinarsi a Dio e, quando Lo trova, ecco che vede gli altri in maniera diversa, non trovando più correlazione tra loro. La Quiete è quella Pace interiore che viene infusa, proiettata da Dio, se lo vuole veramente. Chi cerca e trova Dio, in pratica, ha trovato quella Pace che non è data a tutti. In Dio, si acquisiscono tante cose, cose che sono basilari, queste sono la forza, il coraggio, la tenacia, si trova la Verità; insomma tutto il positivo delle cose. E in Dio, non temi nessuno e niente, perché il tuo cuore è già d'appartenenza a Dio e se l'uomo dice ad una montagna spostati, questa si sposta. Tutto ciò che si pensa impossibile diventa facile. Tutto scorre, tutto passa, Pantarei! Importa comprendere nella vita. Si deve ambire ed essere proiettati di più all'ascolto. Chi ascolta, assorbe il dire, lo matura, lo può trasformare, lo può rendere veritiero o lo può camuffare. L'uomo è una spugna, assorbe di tutto e comprende che, forse forse, è meglio dire la sua. E parla che ti riparla, non dà più ascolto, ma solo il piacere di parlare. È molto meglio parlar poco e ascoltar di più, che dire tante sciocchezze. Chi parla poco, sbaglia poco e non si trova in situazione di imbarazzo. Occorre frenare la lingua, e tutto scorre più serenamente. Oh come l'uomo è contraddittorio! Ecco perché è importante una sana conoscenza di sé! Se vi concentrate al presente, ecco che va tutto bene; se pensi al futuro, chi sei tu, forse Dio? Non puoi sapere cosa accade un attimo dopo; perché, allora fare progetti a lunga scadenza? Occorre vivere la propria vita attimo per attimo, senza angoscia, senza crisi, poiché questi stessi creano malattie, avvelenamenti. Lasciate ad ogni giorno il proprio affanno! I problemi se li crea l'uomo poichè non sa vivere. Ogni cosa che si vuole veramente con forza e con fede, tutto si ottiene, perché Dio opera meraviglie sui Suoi figli. Non dovete rinunciare, non siate passivi, ma fiduciosi in ciò che si crede e tutto alla fine viene chiamato Miracolo! Se ognuno crede al proprio lavoro, fa di tutto per esso. Se si crede in Dio, altrettanto si deve fare, non per forza o vincolo, ma solo per Amore!”
( Luce Infinita )
Cap. XXXXV La riflessione
Il vento che soffiava era piacevole. Il fruscio delle fronde allietava Davide. Erano quei momenti in cui affondava il proprio essere al fine di trovare un contatto col Creatore. Chiudeva gli occhi e si annullava. Non pensava a nulla, ma ascoltava la voce interiore. Quasi nessuno riusciva a comprendere che la Quiete e il Silenzio conducono a Lui. Nel silenzio, uno si perde, ha paura perché mette a nudo il proprio essere davanti a Dio. Non ci sono inganni né bugie in questo incontro, perché si è soli con Lui. Lui vede il tuo Cuore, perché è proprio lì che risiede. Non Lo si può ingannare. E se si cerca di mascherare o magari mitigare i propri difetti o propri errori, come un Padre amorevole sorride e, con un abbraccio, ti fa comprendere la tua piccineria nel voler continuare a non vedere oltre l'apparenza. L’apparenza di ciò che l'uomo si è costruito giorno dopo giorno, vuoi per i dispiaceri ricevuti, che per le vicissitudini trascorse, è riuscito nel tempo a trasformarsi, a mutare ciò che era inizialmente bene in male. Ha cominciato a volersi difendere e, per difendersi, doveva pianificare piani d'attacco, trasformando la timidezza in aggressività, il pudore in sfacciataggine, la virtù in peccato. Ecco l'uomo che nel tempo dimentica le sue origini, cadendo nell'inganno che lui è Onnipotente e Creatore di se stesso. L'umiltà cede il passo all'arroganza e alla superbia. L’innalzamento dell’Io, che all’apparenza elimina Dio, diventa l’obiettivo comune. Se si volesse essere spettatori, basterebbe mentalmente innalzarsi nell'atmosfera e guardare dall'alto ogni movimento di ciascun individuo. Si osserverebbero miriadi di “Io”, presi e compresi nell'innalzamento di se stessi. C'è quell’“io” che rincorre la carriera, l'altro “io” rincorre idoli, tanti altri sono alla rincorsa frenetica del raggiungimento del massimo benessere, materiale ovviamente. Nel far ciò, questi “io” si scontrano in quanto il proprio interesse entra in conflitto con quello dell'altro “io”, ed ecco litigi, scontri, guerre, e così all'infinito. Dall'alto, si vedono questi “io” che corrono freneticamente e si scontrano giorno dopo giorno. Pertanto, perdendo la “coscienza” di ciò che erano all'origine, costruiscono tanti castelli di carta, vivendo nella finzione più assoluta in quanto i confini tra “l'essere veramente” e il “credere di essere” si confondono, generando la confusione più totale dell’individuo, che indossa delle maschere, credendo fermamente che la parte che recita sia vera, autentica. Ecco che diventa l’eroe per eccellenza, colui che tiene tutto sotto controllo e ha il dominio su tutti. Nel momento in cui la maschera verrà giù, per qualsiasi ostacolo che la vita porrà davanti, ecco che questo “io” si perderà nella sua stessa confusione, in quanto, nel momento in cui le vicende non scorreranno per come le aveva programmate, realizzerà l'illusione del mondo che si era creato, e i castelli di cartapesta verran giù. Solo le cose costruite sulla roccia hanno le giuste fondamenta, e non cadranno mai, nonostante le intemperie e le avversità. Questi “io”, visti dall'alto, pian piano si sgonfiano, mettendo a nudo la loro realtà. Tante corse frenetiche che conducevano al niente più assoluto. Tanti progetti, tanti scontri, tante lotte intestine, per poi non avere imparato nulla dalla vita. Quella vita che sarebbe dovuta scorrere alla ricerca di se stessi e di Dio, è invece trascorsa a intraprendere labirinti che conducevano solo ad ingannare se stessi, credendosi “Dio”. Quando tutto questo vien giù, povero colui che si ritrova nel deserto creato da se stesso! Solo una speranza ha ancora, in quanto Dio è Padre di Misericordia, pronto ad un abbraccio d'Amore col figliol prodigo che, dopo aver vissuto come meglio credeva, ha avuto l'umiltà di tornare indietro, alle proprie origini, riconoscendo, con altrettanta umiltà, che Dio è uno, il resto è Misericordia. Una grande Misericordia che accoglie sempre chi è smarrito. La maschera cade e l'uomo non si riconosce e non si conosce. Ma c'è sempre tempo, la speranza non è mai persa. Ecco l'uomo che corre verso quella Luce, l'unica vera Via che l’ha sempre seguito e mai mollato. È sempre lì, pronta ad aspettare ogni “io” perso dal proprio innalzamento. Ecco la Luce, un abbraccio d'Amore. Le paure svaniscono, con esse la tristezza, perché chi vive di Luce irradia il proprio viso, ed ecco che sboccia un bel sorriso.
Cap. XXXXVI Il Settimo Cielo
Dopo essersi immerso in queste riflessioni, Davide continuava ad arricchire le pagine bianche, descrivendo il mondo invisibile, quel mondo che tanti scettici negavano l'esistenza. E Davide sorrideva pensando a ciò, in quanto era solo questione di tempo, ma tutti, prima o poi, sarebbero stati testimoni di tutto questo. Mentre continuava a scrivere, notava che si stava facendo sera, il sole era quasi al tramonto, e non avrebbe potuto continuare a scrivere data l'oscurità. D'improvviso una luce illuminò i fogli su cui scriveva. Davide, incuriosito, alzò lo sguardo. L'acqua del lago che aveva di fronte emanava bagliori argentei, riflettendosi sullo specchio dell’acqua, abbagliandolo. Mise le mani davanti agli occhi, cercando di vedere da dove provenisse la luce. Sforzandosi, vide San Michele sospeso a mezz'aria. Era alto, capelli biondi lunghi, con la spada scintillante sul fianco destro. “Davide”, gli disse, “vieni, ti porto in un altro viaggio astrale affinché tu possa riportare fedelmente ciò che i tuoi occhi vedono”. Davide era di nuovo fortemente emozionato. Era da tanto tempo che non viaggiava con loro. Intimorito, si avvicinò. Gli stese la mano; San Michele lo afferrò, ed eccolo, in un batter d'occhio sù, in Cielo, in quei luoghi mai dimenticati e tanto amati. San Michele cominciò a parlare: “Splende di mille colori, il patto che Dio ha fatto con gli uomini.” Un arcobaleno di mille colori si visualizzò in mezzo a montagne di cristallo che mutavano i loro colori seguendo il ritmo dei colori dell'arcobaleno. “Arcobaleno, ecco questi fasci colorati che si staccano da un monte all'altro, creano l'unione del Cielo con la terra. Ecco, Dio per voi ha creato questo ponte verticale, ha un significato molto elevato, chiama un'attenzione particolare d'Amore. Restano esclusi, comunque, i fasci di colori, dirai tu, perché il patto, l'unione c'è, ma mancano i colori. Tu, fratello caro non li vedi, ma ci sono una varietà bella di colori: rosso, arancio, verde, blu, violetto, giallo. Ci sono i colori, questi colori siete ognuno di voi. Ognuno di voi ha il suo colore e tutti insieme formate quel fascio d'arcobaleno che collega il Cielo alla Terra. Dio esprime in voi il Suo Amore Infinito, ed in amore voi rispondete. La vita ha i suoi colori, cercate di tenerli sempre accesi, sempre vivi per una unione vera, sentita. Qui Noi siamo eterni, non abbiamo età. Voi vivete nella materia, pertanto, questo porta delle condizioni che sono tempo, spazio, materia, limiti tanti. Ma fuori dall'orbita terrestre, tutto si perde o si ricongiunge. Il tempo non esiste, voi lo misurate; qui da Noi non esiste né spazio né tempo. La mente, il pensiero che nasce da essa, si realizza davanti ai vostri occhi. Quindi tutto facile diventa, tutto bello.”
Dalle montagne di cristallo cominciò a scorrere un fiume le cui acque avevano riflessi dorati. Un prato con mille fiori colorati si stese ai loro piedi. “Il tempo è uno, perché nello stesso si sta veramente bene, i colori, ecco voi non avete l'idea dei colori che ci sono qui. Colori che voi non conoscete, di una bellezza rara, indicibile. Distese di prati in fiore per le quali c'è un coro di miriadi di bambini che gioiosamente e giocosamente vivono. Un tepore che riscalda la mente, il cuore; alberi strapieni di frutti, corsi d'acqua cristallina nella quale ci si specchia”. Davide si avvicinò alla riva del fiume e si specchiò. Sorrise nel vedere palesare davanti a sé ciò che San Michele descriveva. Dentro il cuore provava un immenso Amore, lo stesso di quando, da bambino, si trovava con Raphael nei cori angelici. San Michele continuò: “Cristalli che emanano svariate luci, e i suoi luccichii creano arcobaleni che danno quello splendore in più. Angeli che con i loro cori intonano melodie dolcissime e giovani donne danzano tinteggiando con le loro movenze inni al Creatore. Tutto è meravigliosamente bello ed in questo tutto, Io mi sposto da una parte all'altra dell'universo per dar mano a chi bisogno ha. Come Me, anche i Miei fratelli cari Gabriele e Raffaele.” Davide vide i tre Arcangeli insieme; indossavano uniformi dai mille colori. Erano di una bellezza indescrivibile. Non si poteva fare un paragone al fine di rendere l'idea di cosa fosse veramente quel luogo in cui si trovava Davide. Gli sembrava, come allora, che rispecchiasse lo stato d'animo. Il suo pensiero, grazie all'aiuto di San Michele, riusciva a farlo entrare in quel luogo, e tutto si palesava al solo pensiero. “Vedi Davide,” continuò, “la terra un tempo era il paradiso che Dio aveva scelto per voi, ma l'uomo ha distrutto tutto. Da saper dovete che esistono sette Cieli. Gli strati atmosferici che ci sono, sono elevati. Pensa solo che gli astronauti, arrivando alla luna, quindi fuoriescono dall'orbita terrestre. Pensano che hanno fatto passi da gigante, sono arrivati al pianeta Marte, Giove. Beh fratello! Quello è il primo strato di Cielo se considerate che sono arrivati all'inizio del primo strato, rendo l'idea? Per arrivare al secondo, ci vorrebbero altri duemila anni, più o meno.” In un batter d'occhio, si ritrovarono immersi in miriadi di costellazioni. Il cielo era di un blu intenso. Davide riusciva a vedere tanti pianeti in lontananza. “Bene, a partire dal terzo Cielo, ecco che si stacca una scuola di crescita per chi è volato in Cielo, preparazione che chiama una presentazione adeguata al Padre, quindi al settimo Cielo. Purificazione su purificazione, per una presentazione al cospetto Divino. Ogni strato si presenta in maniera diversa; più si cresce, più lo spirito si eleva e, siccome il tempo non esiste, l'uomo assume in sè il tempo a lui necessario per una evoluzione spirituale adeguata. Bene, prego a me il dire”, disse San Michele nel vedere il volto sbigottito di Davide. “Si,” rispose Davide, “vorrei sapere se il luogo che mi descrivi, è dove sta nostro Padre ? ” “Ciò che Io ho descritto è il tipico Paradiso, di cui tanto sentite parlare, ma non è il settimo Cielo. Pensa solo a Enoc, Elia, rapiti in Cielo. Io gli ho fatto visitare strati su strati e se prendi la Bibbia, c'è la descrizione di ciò che loro hanno veduto. Non si scosta da ciò che ti ho detto. Pensa che quando mi ha visto, si è prostrato ai miei piedi per la Luce immensa che irradio, pensava fossi Dio, ed Io l’ho rimproverato dicendogli: Guardati dal farlo! A nessuno devi adorare, se non a Dio solo!” Davide aveva mille domande da porgli, ma il suo pensiero scorreva più veloce della sua lingua e le parole non riuscivano ad uscire, ma San Michele leggeva nel suo pensiero e rispose: “Vedi, l'uomo senza materia è puro spirito. Ciò che è spirituale, vive in una dimensione altrettanto spirituale ma conserva lo spirito, la coscienza. Ecco che la stessa realizza ciò che il pensiero comanda. Il luogo rimane fine a sé stesso, se parliamo di dimensione, però siccome i Cieli, confermo, sono sette, ci sarà un qualche motivo, non credi? Pertanto, mi ripeto, lo spirito deve salire una lunga scala, questa scala arriva al settimo e per ogni piano, c'è una dimensione particolare. Altro non posso dirti, lo capirai quando ci incontreremo nel terzo Cielo!”
Davide non pose altre domande anche perché comprese che San Michele non poteva dirgli più di quanto gli aveva rivelato. Per lui era comunque un privilegio poter essere lì e avere l'opportunità di raccontare di quell’Oltre tanto ambito, tanto desiderato, ma spesse volte dimenticato. L'uomo, nel rimanere radicato alla sua razionalità del vedere per credere, si negava l'accesso a quel mondo spirituale meraviglioso. Occorreva indossare gli occhiali della Fede, per riuscire a spiccare il volo e raggiungere, un giorno, il Settimo Cielo per abbracciare il Padre. Invece, rimane relegato alla materia, non riuscendo a comprendere il vero senso della vita. Doveva aprire la mente e il cuore, con buona volontà, solo così avrebbe potuto cominciare ad ascoltare la voce che sussurra all'orecchio, che suggerisce qual è la via da intraprendere per un giusto cammino. Davide si ritrovò sulle rive del lago; era notte. Alzò lo sguardo al cielo e una stella emanò un forte bagliore. Sicuramente era San Michele che lo salutava. Si sentiva dentro una gioia immensa ma, al tempo stesso, una grande nostalgia. La nostalgia di quel mondo assaporato, il ricordo di quella pace e armonia che rimaneva dentro il cuore. Immagini indelebili nella sua mente, che avrebbe riportato fedelmente nel suo libro. Quanti avrebbero creduto? Davide scosse le spalle e sorrise, indirizzandosi verso casa. Poco importava. Lui avrebbe dato del suo, ognuno avrebbe dato del proprio, se nel cuore avrebbe mantenuto l’Amore, ove per Amore si intende Dio. Davide era testimone di un cammino agevolato dalla presenza del Cielo. Questo era il suo compito, il suo cammino. Per lui, l'importante era non perdere mai il Suo Amore, il resto era solo contorno. Si mise a letto e nel buio, cercò di far scorrere le immagini che aveva visto. Poi, sprofondò nel sonno più profondo. Mentre dormiva, un sorriso apparve sul suo viso. Chissà? Forse si trovava ancora in quei luoghi di straordinaria bellezza! Chi lo poteva dire? Erano solo sogni? Beh, chi non lo sa ancora, nel sogno si vive realtà.
Cap. XXXXVII Un tragico incidente
Quando la polizia bussò alla sua porta, erano le due di notte. Davide fece un sobbalzo. Si era addormentato profondamente, dopo aver scritto per ore ed ore. I suoi genitori erano partiti per andare a trovare i nonni paterni che avevano avuto bisogno del loro aiuto, in quanto avevano delle tenute e non riuscivano più a gestirle da soli. Davide aveva preferito rimanere solo nel week-end al fine di continuare il suo racconto. Volse lo sguardo alla sveglia e si sedette sul letto. Un tremore pervase il suo corpo, un timore angosciante che ai suoi genitori fosse successo qualcosa. Non osava andare ad aprire per la paura di ricevere una brutta notizia che avrebbe sconvolto la sua esistenza. Si diresse verso la porta e chiese chi fosse. A sentire la risposta che era la polizia, la aprì. Le mani tremavano. Un nodo in gola non lo faceva respirare. L'interno della casa era illuminato dalle luci delle sirene dell’autovettura posteggiata di fronte l’abitazione. Quando aprì la porta, vide due agenti che, con aria sommessa, gli diedero la tragica notizia dell'incidente stradale. Davide si dovette sedere, non percepiva le gambe. Lo sguardo perso nel vuoto, gli agenti gli parlavano, cercavano di tranquillizzarlo, ma Davide non riusciva a capacitarsi. Non era possibile, sarebbero dovuti rientrare quella sera, non poteva essere. Si erano sbagliati, si, forse avevano sbagliato. Si erano confusi. “Si calmi. Purtroppo un camion è andato fuoristrada e ha invaso la loro corsia. Pensiamo non se ne siano nemmeno accorti. Il camionista ha avuto un colpo di sonno, non c’è stato niente da fare”, disse un agente. Rimasero lì un paio d'ore. Quando se ne andarono, dopo averlo istruito sul da farsi, Davide rimase solo. Non aveva la forza di parlare. A chi rivolgersi? Si sentiva tremendamente solo e disperato. Perché proprio a lui! Che aveva fatto per meritare tutto questo? Lo sgomento lo pervase. In quei momenti, tutto era diventato buio. Le tenebre avevano oscurato quella grande luce che sinora lo aveva guidato, amato, coccolato. Nessuno riesce a comprendere veramente il dolore se non quando esso, bussando alla tua porta, entra nella tua vita, quando meno te lo aspetti. Il dolore, anche questo, fa parte della vita, di questa vita terrena. Fin quando le cose si svolgono per il verso giusto, tutto va bene, si è felici, si osanna Dio. Ma quando il negativo investe la vita di ognuno, ecco che la fede traballa. Ciò che era certezza, diventa dubbio, e la luce si affievolisce. A Davide era crollato il mondo addosso. La prova era veramente dura, non riusciva a portarne il peso. Nonostante il cammino che stava facendo, nonostante quanto vissuto, il dolore lo stava facendo sprofondare. L'uomo non è consapevole che, quando meno se l'aspetta, tutto ciò che è l'abitudine del suo quotidiano, gli affetti più cari, possono venire meno, e non è preparato ad affrontare la situazione, in quanto vive nella profonda illusione che tutto, su questa terra, è “per sempre”. Conduce la sua vita nel ritmo quotidiano, cadenzato dalla rincorsa frenetica del raggiungimento di un bene materiale, rappresentato dal lavoro, dalla famiglia, dagli hobbies e quant’altro. Ogni interesse conduce l'uomo sempre più lontano dalla sua parte spirituale. Ma quando, per l'appunto, accade un evento tragico, una qualsiasi situazione sbarra la vita, ecco che la vita si trasforma. Nell’affrontare ciò, l'uomo ha paura, molta paura perché non è pronto, si trova a vivere per versi una dimensione che non gli appartiene, quindi destabilizzato e confuso porta avanti il suo operato nella più totale confusione. Quando poi, per un tempo che non si conosce, riesce ad accettare ciò che gli eventi hanno dato, ecco che non riesce a dare giustificazioni all'accaduto, lo deve accettare per forza, in quanto gli appartiene per un tempo che non è dato a lui sapere. Perchè cose del genere capitano? Davide non sapeva darsi le risposte. Ma le spiegazioni sono tante e sono vaste. Nulla è un caso nella vita, e ognuno deve accettare che il proprio malessere può “forse” servire a ben altro. Davide doveva accettare la sua non comprensibile croce al momento e andare avanti, senza voltarsi indietro. Era duro andare avanti, non riusciva a vedere “oltre” in quei momenti di angoscia. Era seduto lì, immobile, davanti al camino di casa. Le gocce della pioggia che battevano sui vetri delle finestre gli facevano compagnia. Si sentiva solo, avrebbe voluto tanto passeggiare e parlare con Raphael, come quando era piccolo. L'avrebbe rassicurato, l'avrebbe coccolato. La solitudine e il dolore lo stavano schiacciando. Improvvisamente, il fuoco del camino cominciò ad ardere più forte, e la stanza si illuminò di una luce abbagliante. Le fiamme ardevano come non mai e, d'un tratto, Davide udì una voce che gli parlò e disse: “Niente può contro la Forza del Bene. Assilli di cuori in tormento, in essi c'è racchiusa la primaria tolleranza dei “non so” e dei “perché”. Facile, or dunque, per le forze del male, agire; fertile terreno trovano in essi a modellar ben bene, a cancellare quel po' di Amore, per far rifiorire il germe del Male. Questo elemento graminaceo, crescendo, soffoca quell'esile forma ancora non identificata, non palese, non formata, ma che ancora nel bozzolo sta. Ma quando tutto sembra perso, ecco che arriva il predominante Bene, la Forza Generatrice di particelle annesse e connesse che sprigionar fa la Sua Energetica Potenza, che più potente è della forza stessa che tieni in te. Avviene prima una implosione che rivoluziona le parti cruciali Cuore-Mente, per poi esplodere in scintillante Forza d'Amore: nessun freno può mai fermare o bloccare questo dirompente sentimento che scavalca l’io per arrivare a Dio e, raggiunto l'Apice, costituisce se stesso Suo erede, figlio legittimo di Dio. Quindi, pilotare un pensiero negativo in pensiero positivo è l'inizio per fondare Comunione Assoluta col Bene, pertanto, con Dio. Sii terreno fertile, così che il buon seme buttato possa dare i suoi frutti. Io sono l'Amore, voi tendete al Bene”.
“Se credete che Dio non c'è, sbagliate. Se credete che Dio non è mai esistito, sbagliate. Se credete a volte si, a volte no, sbagliate pure, poiché il tempo è della consapevolezza che si è o non si è. Ma se in voi c'è la Speranza, se voi la usate per vivere, allora sperate in qualcosa! La speranza nasce con l'uomo, è un qualcosa che fa parte da sempre. Non c'è un uomo che non spera nel domani, non c'è un uomo che non dirige i suoi pensieri su una qualcosa alla quale ci tiene. Chiedetevi, invece, cos’è la Speranza? Chiediti, uomo, perché da sempre vive in te? Domande che esigono risposte. Risponderti devo, perché la Speranza è un attendersi di cose belle, perché sperare è credere in qualcosa o in qualcuno, poiché sperare è indice di attesa di futuro, poiché sperare salva te, uomo. Nella Speranza ti rifugi, uomo; nella Speranza tu ti culli, per la Speranza tu vivi. Chiediti, invece, perché sei nato, uomo? Per chi tu vivi? Ed ecco che alla prima arriva la seconda risposta. Uomo, che ben poco conosci il patire e solo di te vivi, ti dico: In te c'è Dio, Colui che ti fa nutrire la Speranza, Colui che ti dà la Vita, Quello che tu hai rigettato ma, inconsapevolmente, vivi per Lui. Tu non sai che Io Sono dentro te, però fai uso della Mia Speranza, quella che ora ti fa traballare, perchè tu sai, uomo, che senza la Speranza tu sei perso. Ti appropri di cose Mie e poi dici: “Ma chi è Dio?” Non credi di essere ladro se prendi senza chiedere? Non credi di rubare un qualcosa se sai che questa non ti appartiene? Se tu chiedi, avrai, poichè Io, che Sono la tua Speranza nascosta, posso darti molto di più di quel che stenti nell’osare. I o, che Sono la tua Speranza, ho il più grande Dono che un essere possa ambire, questo Dono che vive in te e tu, orbo, non vedi, perché ti piace prendere e fare uso di cose che credi tue ma che tue non sono. Tu fai uso della tua Vita, della tua Speranza, ma quel che pensi sia tuo, di fatto, non lo è. Tutto Mi appartiene e tutto ritorna a Me. Ecco, quel Dono di cui prima parlavo è la Vita, la Vita Eterna. Chi, fra di voi, dice: “Io ne posso fare a meno,” oppure “Io non la voglio” o, meglio, “Non esiste un'altra vita”. Ipocriti, falsi e ipocriti, tutti volete vivere, è nell'istinto dell'uomo rifiutare la morte e, quando questa arriva, si ha paura. Giusto, dico Io, aver paura della morte, poichè la morte è tenebra, ma morire Credendo e Sperando in Dio, equivale a Vita. Ed io, come potrei regalar la morte ai Figli Miei? No, fratelli, Io so che il Signore, che è in ognuno di voi, vi suggerisce la Vita, pertanto, non sperate cose vane, ma azionate la vostra Speranza in Qualcosa di Saggio, Eterno e Duraturo, in Qualcuno per cui vale la pena Vivere e Sperare. Io Sono la Speranza nascosta dei tanti, Sono il vostro D i o. Alla fine della vostra breve Vita, Io rimango l'Unica e Sola Speranza e, con un sorriso amorevole, aggiungo che non è minaccia questa o un volersi imporre, poichè Dio è Libertà, quella Libertà che vive in ognuno di voi, quella Libertà che, come la Speranza, ne fate uso a vostro piacimento. Non voglio prolungarMi anche sulla Libertà, perché prima dovete digerire la Speranza, ma, prima che questa venga digerita, va assimilata. Pertanto, amate la vostra Speranza in Libertà di Spirito, così che la vostra mente, unita al cuore, vi dia l'indirizzo giusto per arrivare a Me. Il Mio dire è per tutti, per i lettori che si ritroveranno a leggere questi scritti. Io Sono la Luce e il dire attestato è fedele e verace. Sono quel Dio d'Amore che conforta, dà Speranza e gioisce per qualche pecorella che ritorna all'Ovile. Sono discreto, silenzioso, ma non dovete temere questo silenzio, perché, se chiamate, Io risponder devo. Non siate restii, invece, quando Son Io a chiamare voi. Aprite le vostre orecchie e, ancor di più, il cuore. Chiunque leggerà, saprà che Io Sono Un Dio Vivo, non di fantasia. E se Io Son Vivo, anche voi lo siete, se quel richiamo ascolterete. Dio che aspetta un vostro cenno! Attesa intrepida, or dunque, la Mia. Il Dopo esiste, quel Dopo è cosa assai bella: è quel Regno che aspetta voi o, almeno, tutti coloro che ne vogliono far parte. Quello che è Mio è anche vostro, Io non tengo nulla di riservato ma tutto Me Stesso vi dono. Il Mio Cuore che Grande È, è vostro, figli Miei. Accostatevi ora, che è il tempo, accostatevi non per paura, ma solo per Amore, pace. Questi scritti parlano chiaro e, se tutto questo non entra nei cuori, allora dura è la lotta: il Mio Cuore piangerà. Non voglio essere per voi un Dio mieloso, no, perchè potreste, addirittura, beffarMi, ma voglio solo darvi di Me la Vera ed Unica Immagine, poiché Uno Son Io. Io Amo come un Padre può Amare un proprio figlio, senza riserva alcuna, lo dimostra il fatto che ho dato la Mia Vita terrena proprio per te. Ecco, figlio Mio, questo fa un Padre. Pertanto, no paura di quel che si dice in giro, perché, se tu sei in Me, come puoi pensare che Io ti possa abbandonare? Sono Un Dio fedele, sai? Non abbandono sulla strada un animo inquieto che, per paura, va a nascondersi ma, se con Amore, si rivolge a Me, allora quel che nascosto era, si rivelerà ed i tuoi occhi vedranno cose che neanche sotto sforzo il tuo immaginario potrebbe elaborare. Pace, figli, pace d'Amore sempre più tra di voi. Io Sono Misericordia e Luce per tutti. Abbiate fede e crescete in Me. Il vostro P a d r e n a s c o s t o
Cap. XXXXVIII Oltre
“...Il limite massimo dell'uomo va a fermarsi laddove può arrivare la sua comprensione o fin dove può avvalersi di fatti concreti che attestano una o più persone. Ma quando accadono fatti inspiegabili o problemi reali a lui sconosciuti, ecco che, non avendo nessuna risposta a metro d'uomo a lui conosciuta, si arriva al centro del cuore del dubbio e quel che è dubbio non è certezza. Dove si installa il dubbio, si installa anche il 99% del non credere e del non voler andare oltre, in quell’oltre misterioso che è, alla fine, il Mistero della Vita. Quell’ Oltre che tanti vorrebbero conoscere perché motivati da un qualcosa, mentre ci sono altri che si scontrano con la fatica e reputano quel 1% sconosciuto, quindi non vero, distante a lui, pertanto, non meritevole d'approfondimento. Pace a voi, sono Angelo del Signore per servirvi e per sottolineare che esiste il Mistero. Questo va cercato, va pure capito come forma di un qualcosa che ti arriva come fulmine a ciel sereno in mente tua e tu ti infiammi nella pace della tua anima elaborando, così, tanti pensieri. Certo sei che quel dubbio, quella piccola percentuale di cui prima parlavo, si fa forte in te, volendo scoprire di più, saperne di più. Ed ecco, però, che l'uomo necessita di tanta volontà: se questa la esige da se stesso, il gioco è fatto, perché l'uomo è sempre stato voglioso, curioso delle sorprese diventando come bambino. Non credete? Bene. Pensate quando vi vien fatto un regalo, non si prova una gran gioia? Eppure ancora non sapete di cosa si tratta, ma quel regalo è tutto vostro, quindi contenti siete perché di fatto qualcuno ha pensato a voi ed il vostro cuore sorride all'attenzione. Pace. Questo dire serve a farvi comprendere che tutti possono essere ispirati sia nel campo del lavoro, sia in problemi che riguardano la vita propria, oppure ai fini di una crescita spirituale e quant'altro ancora che non scrivo al fine di non farvi perdere il gusto dell'oltre, sempre e comunque ai tanti sconosciuto. Bene, allora dico: si pensa alla vita come un qualcosa di vivo, di concreto, di tangibile, di vero insomma, mentre si pensa alla morte appunto come cosa morta, finita, spenta, pertanto inesistente. Adesso voglio porvi una domanda: chi fra voi non si è mai posto una domanda del tipo: “Che senso ha la vita? Che senso ha nascere per poi morire? Oppure, ma io, cosa dovrò fare della mia vita?” Bene, c'è il riflessivo che si pone la domanda, come c’è il frettoloso che non ha tempo per queste cose, perché comunque e sempre richiedono fatica, richiedono tempo per un impegno in quanto alchimistico.
Meglio restare coi piedi per terra, risponde l'uomo mediocre, meglio vivere questa vita bene, assuefatto da quello che il mondo a lui può offrire e, incantato, preso dal laccio che il cacciatore ha teso, rimane intrappolato in quelle cose che a lui più o meno piacciono, con dolori, sofferenze e, perché no, qualche gioia. Quest'ultima serve a far sì che l'uomo non vada oltre da quell'apparente gioia, perdendo così di vista la vera ragione fondamentale del perché l'uomo nasce, cresce, muore, si trasforma. Pace Bene, si sa che l’energia morire essa non può. Quando il corpo muore, muore la parte della materia, ma tutto ciò che è energia vibra fino ad arrivare al posto d'origine. La Matrice Madre Energetica comanda il resto: piccole particelle partono da Essa per dirigersi dove dirette sono o semplicemente vibrando non si scostano da quella che è la Fonte Primaria. Questa Energetica Potenza ha in mano sua il comando Primario, Autorevole, di dar vita attimo per attimo, a questi scintillii vibrazionali. La Matrice comanda, le particelle ubbidiscono: anche quando sono distanti da Essa, serbano la vita poiché di vita sono, rigeneranti al portatore. Pertanto, questa Divina Energia si forma, si distacca vibrando, prende possesso del corpo datogli e vive nell'uomo, cresce con l'uomo, solo che l'uomo ha un tempo scandito, mentre l’Energia no. Tutto è energia, l'uomo ha bisogno sempre della stessa: attinge nell'acqua, nel sole, nella natura dove, per necessità, continua a vivere. Se è racchiusa nel corpo umano, questo, dopo breve tempo, muore, perché appunto di materia si tratta, ma con la morte del corpo, l'energia soffocata libra nell'aria per arrivare là dove è stato il suo punto di partenza, conosce la strada se è questo che vi domandate, si unisce, così, alla Matrice Madre, pronta per un altro viaggio di mistero: dove andrà questa volta? Forse da te o da te, quando nuova vita prenderai. Tutto è un rigenerarsi quando è allo stato puro, ma quando si è investiti dalla violenza della mano usurpatrice dell'uomo che vuole spegnere questa meravigliosa Luce che porta dentro, mentre fuori c'è l'assemblamento delle cose che elencate ho, riferendoMi alla natura, parte in causa anche lei, tutto quello che potrebbe restare fuori e dentro voi è il buio, la morte, le tenebre: uno stato iniziale primordiale che è esistito ma che, nel tempo, si è trasformato in Luce, Pace. Capito il concetto? Nulla è difficile alla comprensione, se l'uomo non cerca di complicare il tutto. Tutto si desta prima o poi, come il Promotore Assoluto ha destato la Sua Idea poichè tutto nasce dal Pensiero.
Solo che, l'uomo non ha mai accettato e non accetterà mai che sia stato un altro prima di lui a svegliare questa meravigliosa Idea, troppo, fin troppo grandiosa per colui che serba i suoi limiti portandoseli a spasso con orgoglio vivo. Si pensa a Dio come uomo; come voi lo immaginate? Essendo il Primo, forse vecchio con capelli e barba bianca, oppure Lo identificate in Gesù: quest’ultimo diventa forse più comprensibile perché tanti Lo hanno visto? Di fatto, c'è una scrittura che dice: “ Chi vede Me, vede il Padre”. Mosè, invece, ha visto Dio sotto forma di Roveto Ardente. Tante son state le Sue Manifestazioni, ma qual è quella vera? Tutte, occorre solo aver pazienza ed aspettare per godere, alla fine, di quella che aspetterà anche te. Tu dirai: “Come, anche dopo che il corpo muore, non Lo possiamo vedere come dunque Egli È? Sì, è mia risposta, ma occorre comunque meritar le cose, non credi? Si può meditare il dire, se volete: serve a completare un puzzle a metà dell'opera. Non aggiungo altro, per ora. Vi lascio nel cuore Il Mio amore, il Mio sorriso che, vibrando, arriva voi. VI AMO. San Michele Arcangelo
Cap. IL Le dure prove
Con accanto il Cielo, era consapevole che tutto era possibile. Anche le prove da affrontare divenivano più facili da sopportare. Nei momenti cupi, proprio in quei momenti, Davide percepiva maggiormente la presenza di Dio nella sua vita. Nella maggior parte dei casi, quando accadono avvenimenti tristi, l’uomo se la prende col Cielo. La domanda più frequente è: “Perchè Dio ha permesso tutto questo?”. Come se Dio ci legasse a Lui come i fili dei burattini. E secondo un Suo volere dettato dal caso, ecco che fa accadere un evento lieto o un evento triste. Chi pensa questo, sicuramente è ingannato da una visione distorta di chi sia veramente il Padre. Davide sapeva per prima cosa che Dio è Dio di Misericordia, e in questa grande Misericordia, ha fatto un grande dono, quello del “libero arbitrio.” Ha donato più di quanto l'uomo possa mai immaginare. La libertà della scelta: il bene o il male, sta all'uomo, con coscienza, scegliere la via giusta da seguire. O nel bene o nel male. Ma quando le cose scorrono in un senso non desiderato, ecco che l'uomo attribuisce responsabilità a chi, sinora, non aveva fatto entrare nella sua vita. L'uomo è il simbolo dei paradossi. Se tu, uomo, sei il "Re", perché non riesci a gestire le tue situazioni? Se ti credi onnipotente, poi tu sapere cosa ti riserverà il tuo futuro? Nella tua arroganza hai affondato le tue radici, innalzandoti a tal punto che non alzi mai lo sguardo al Cielo. E quando l'evento negativo bussa alla tua porta, perché guardi il Cielo? Davide era immerso da questi pensieri. Sapeva che non era solo e non se la prendeva col Cielo. Sapeva che nulla è un caso, e che, comunque, i suoi genitori non erano morti ma solo trasformati e, magari, un giorno sarebbe riuscito a incontrarli su quella grande spiaggia dove aveva visto Gesù! Mentre passeggiava nel giardino di casa, scorse un uomo seduto sotto un albero; in mano, aveva un ramoscello e faceva dei segni per terra. Si avvicinò e si sedette pure lui. Il cuore si rallegrò perché aveva riconosciuto il Suo Gesù! Alzò lo sguardo e gli disse: "Quando il brutto appare a voi, quando le tenebre scendono, non bisogna temere, perché i figli della Luce vincere dovranno. Chi figlio di Luce è, sa come sconfiggere le tenebre. Ancor di più vittorioso deve uscire, a capire che il Sapere e la Verità non collimano con l'essere e, a quel punto, vincerà. Figlio Mio adorato, abbracciar dovete la parola Mia. Amore e Verità sono elementi che, per sempre, vinceranno in quei cuori che Fede hanno. Con dolore hai visto ieri ciò che Io ho subito. Dolore ed emozione hai provato, nel vederMi torturato e poi crocifisso. Tanto è stato il Mio dolore nel passare quel che ho passato, ma dolore più forte è stato quello di non esser riconosciuto. Tutto Disegno, tutto scritto era stato, affinché l'uomo capire potesse che era in peccato. “Tutto invano,” diceva a Me l'essere ignobile, ma si sbagliava, lui sapeva che così non era, tentare Mi voleva perché sono stato uomo e, come uomo, sentimenti, dolori e sofferenze provavo. Ma invano il Mio Sangue non ho versato, perché Io, Agnello di Dio sono stato e, in tutto il mondo, il Mio dire è stato conosciuto. Ora, son col Padre Mio a sentire ciò che l'umana gente vuole fare. Io vedo; sento nei cuori di tutti, leggo e ancora dolore provo, perché il male impera in molti di loro. Oh, come rovinar vogliono la loro vita! Si credono furbi, si credono forti, ma non sanno cosa li aspetta. Uomini stolti sono, si stanno giocando la loro eterna esistenza. Cambiar devono, ma non lo faranno, perché sono esseri che solo in loro hanno creduto. Non ti crucciar, della vita ognuno fa quel che ne vuole, ecco perché il "libero arbitrio". Scelta buona non hanno voluto fare, ma alla fine, conto ne dovran dare e la giusta pena dovran pagare. Tutti salvi Io li vorrei, i figli Miei, ma così non sarà, perché il Male li ha presi già. Basta così, non parliamo più di loro. Parliamo, invece, di coloro che ancora in tempo sono e salvare si possono. Voi, figli Miei, questo dovete fare: portare la Parola al fin che tanta gente potrete ancora aiutare. Fate sì che la Parola Mia nei cuori entri e vi rimanga, fino alla fine dei tempi. Dei tempi di ogni persona intendo, perché la Parola Mia “nei tempi” mai si perderà. Chi ve lo dice è il vostro Papà
Capitolo L Segui Me!
Davide coglieva ogni parola e la trascriveva, al fine di poterla trasmettere agli altri nei suoi libri. Comprendeva sempre più il cammino da fare, portare la Parola. Tanti ostacoli avrebbe incontrato, ma per Amore, li avrebbe affrontati, senza paura, senza timore per chi ha dentro il proprio Cuore il Signor. La certezza che Lui è con te, ti fa comprendere che solo non sei. Con forza e coraggio, intraprendi il cammino, ma ricorda sempre il sorriso. La tristezza non fa cornice a te, vorrebbe dire che per forza e non per Amore seguiresti Me. Il disegno è tutt'altro. Compreso questo, fa apparire un sorriso! Intraprendi il cammino che ti conduce a Me. “Ci sono emozioni ed emozioni che tanto vogliono dire, nell'aspettare il tempo: battiti frequenti, battiti irregolari, battiti accelerati. Il tempo parla e, con esso, anche il cuore. Scene orripilanti, scene d'amore, gli occhi del cuore capire dovranno e aprire le braccia a chi è allo sbando. Cercare, donare l'Amore sincero, a chi è ammalato, ammalato davvero. Tu tendi la mano a chi a fianco ti stà, donagli il cuore a chi non ce l’ha. Se aspetti risposta a questi tuoi dare, vuol dire che nel tempo capito non hai, che dare e donare non aspettano pegno, ma ricevi in cambio l'emozione del tempo. E il battito tuo più forte sarà, il tonfo nel cuore che gioia ci dà, perché tonfo forte che arriva fin Qua. La Luce gioisce, fiera Essa è, poiché dei Suoi figli ne conta già tre. Se un cuore si aggiunge alla Perfezione, aspettare dovremo la sua emozione. Se questa collima con le altre tre, felice Son Io, mi sento più Re!”
Cap. LI L’Infinito
“Luce,luce, ed ancora luce, pianeti ed Universi tutti. Cielo che ricopre l’ Infinito,Tetto del Mondoche tu, uomo, scoprire vuoi. Non ti vuoi fermare, vero, uomo?Fin dove vuoi arrivare?La Volta Celestenon puoi immaginare quanto grande Essa è. Strati su strati, l’Universo tutto e tu, uomo, ti fermi là dove stabilisco Io per te. Le grandi Meraviglie nascoste sono celate per l’uomo che puro non è. Affrontarle, un giorno, dovrai: ma quel giorno sarà il più bel dono che mai nessuno avrebbe osato fare a te. Regalo, dici tu? No, rispondo Io. Cornice sei del mondo, a te che, con dedizione, rispetto hai dato a Me.Per te, che sei l’ ingrato e saperne vuoi di più, a nulla approderai,non lo permetterò! A terra tu ti fermi finché non capirai, che oltre non puoi andare, perché limiti hai.Se scavalcar vuoi questi, perdono chiederai con cuore aperto e puro. Riprenditi i tuoi giochi,l’ orgoglio ed il potere, poi buttali nel fuoco e fanne un bel falò. Se c’è riconoscenza in tutto quel che ho fatto, allora tu vedrai quel che di bello c’ è. E lascia, per favore, la stupida ambizione, perché tu non ti accorgi:ti porta via da Me. Rimani ancorato alle vecchie tradizioni, così chel’ uomo semplice un dì ritorna a Me. Quell’ uomo che ha valori, che non si perde mai, perché lui sa, per certo, che Io non abbandono Mai.
G e s ù( Luce Infinita )
Cap. LII L’abbraccio
Strati su strati, Davide si ritrovò a volare in alto. Di nuovo paesaggi maestosi erano lì davanti ai suoi occhi, per un'altra esperienza da vivere. L'incontro tanto desiderato si sarebbe realizzato dinnanzi ai suoi occhi. Ecco la spiaggia! I suoi piedi toccavano quella sabbia dorata. Il dolce fragore delle onde che accarezzavano dolcemente la riva. Suoni e paesaggi a lui familiari che riscaldavano il cuore. Comprendeva che era difficile, per chi non li viveva, provare queste emozioni e credere con certezza in quell’ “Oltre”. Per Davide, tutto questo era da sempre stato “certezza”. Ad attenderlo il suo Raphael. Era da tanto tempo che non lo vedeva, anche se sapeva che era sempre con lui. L'abbraccio d'Amore tra i due amici era commovente. E quelle musiche, quei canti dei cori angelici! Davide riusciva a comprendere quelli cantati in latino, greco, ma poi tante lingue, forse aramaico? Erano cori celestiali mai uditi da orecchie umane. “Raphael”, cominciò Davide commosso, “Grazie, grazie! Mi siete vicini. Il cuore ricolmo di gioia e gratitudine non riesce a esprimere a parole…”, scoppiò a piangere. “No, non piangere. Leggo il tuo cuore e gioisco con te. Solo non sei mai stato, e sai anche perché. Chi ha Gesù nel Cuore, tutto può, e ciò che sembra impossibile, tutto può. Il fatto che sei qui con Me, parla da sé. Hai un cuore puro, questo Dio lo sa. Non per niente, riesce ad arrivare fin qua. Le orme dei tuoi passi non son visibili a te, perché chi catene non avrà, leggero sarà e qui giungerà. Le catene son quei pesi che non fanno giunger qui, ma chi crede con Fede, dubbi non ha, e tutto si può palesar. Ricorda sempre che Lui è dentro te, quindi, solo mai restare potrai. Dì questo tu a Me! I tuoi genitori sono qui con Me, per far regalo a te. Comprenderai che la morte l'ha vinta Lui; sulla Terra, per Noi, è un gioco di magia. Ieri lì, oggi qui. Nulla muore, tutto torna qui. Aprir la mente e aprire cuore vuol dire guardare con Fede ciò che gli eventi, incomprensibili a Te, cercano di portarti lontano dal cammino che ti conduce al Paradiso. Compreso questo, libero sarai di vivere la vita in piena libertà. Libertà dalle emozioni, libertà dai dolori, libertà dalla schiavitù che ti tiene relegato giù. Libero da schemi, tu sempre riuscirai a giunger sin qui e ti riprenderai. Il dolore esiste solo se lo vuoi tu, ma se comprendi questo, il dolore non c'è più. Lo sai perché? Perché tutto scorre, nulla rimane com’è. Lui, Detentore del tutto, disegno ha per te. Affidati a Lui, con tanto Amore, e Lui accorrerà a te, con fermezza; non delude mai chi confida nel Suo Cuore.
Il Cielo si china a te e, con un grande abbraccio d'Amore, ti colmerà quei vuoti che rattristano il tuo cuor. Quel grande abbraccio d'Amore che percepirai, ti farà capire che tutto quanto, alla fine, è un tornare qui. La particella smarrita coscienza ha, e nel passaggio di quel gioco magico, alla Matrice Madre si riunirà”. Davide lo ascoltava e comprendeva che tutto aveva senso, tutto assumeva forma. Dall'altro lato della spiaggia, i suoi genitori. Erano bellissimi! Mentre si avvicinava correndo, vedeva i loro visi irradiati di Luce. Gli occhi rispecchiavano gioia, pace, rispecchiavano il Divino! Un abbraccio forte, e poi il pianto. Davide piangeva per la felicità. Gli mancavano i suoi genitori, ma era felice perché sapeva che lì tutto era un inizio, il vero inizio della vita. Si sedettero tutti insieme sulla spiaggia, a parlare. Davide non sa quanto rimasero, forse ore, forse giorni, lì il tempo non si contava. Raphael ammaestrava Davide e continuò dicendo: “Sapete perché l'uomo rifiuta l'idea della morte? L'uomo rifiuta la morte perché in lui esiste la vita. E chi vive, non può di certo morire. La vita è un continuo andare avanti, è una continua trasformazione. Pertanto, quando arriva il momento dell'addormentarsi ecco che la materia si distacca dall'essere vivo che esiste in essa, quindi tutto ciò è una trasformazione. Così come Lazzaro è morto e poi resuscitato, così la gente dovrebbe risvegliarsi a nuova vita. C’è chi ambisce questo, chi non conosce, chi sa e non conosce il come. Quando Lazzaro morì, tutti sapevano; Gesù fu avvertito nel dopo tempo. Tutti avviliti per il gran ritardo. Ecco che la morte nel cuore piombò, nel cuore dei stretti parenti, così come nel cuore degli amici. Gesù si rattristò molto, pianse tanto per il dolore dell'avvenuto distacco. Ma quando arrivò al posto dovuto, ecco che il Suo doloroso pensiero lo volse al Padre e Dio fece del Suo. Con la Parola “Lazzaro, alzati e cammina”, ecco che il dire ancora suona nella mente, nel cuore di tutti. Gesù risuscitò Lazzaro; con questo gesto, ha voluto far capire tante cose, la prima che la morte è stata sconfitta, la seconda che la morte è di chi la vuole veramente, la terza richiama al risveglio mentale, cioè uscire dalle tenebre per ritornare a vivere a nuova Luce, cioè niente più catene ma vivere una vita nuova, una vita che non chiama più la dualità delle cose, ma vivere nell'unicità in Dio.”
(Luce Infinita)
Quando Davide si svegliò, realizzò che era nel suo letto, a casa. Ma quei luoghi e la voce di Raphael e dei suoi genitori facevano eco nel suo cuore. Sorrise, era felice. Pochi potevano comprendere la sua felicità. Tanti si meravigliavano della sua estrema serenità d'animo perché non comprendevano che i figli della Luce sanno che Dio è con loro, che Dio è nel cuore, ovunque vadano, qualunque cosa facciano. Chi ha Dio nel cuore, come può non essere felice?
Cap. LIII L'intervista
Il tempo passava e i libri avevano un gran successo. Era lontano il tempo dell'emozione provata alla pubblicazione del suo primo libro. I disegni di Dio erano veramente un mistero e non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato uno scrittore. Tanto meno che avrebbe raccontato dei suoi viaggi astrali, dei suoi contatti col Cielo. Per versi, il lavoro dello scrittore lo isolava dal mondo. Aveva pochi contatti con l'esterno anche perché di carattere riservato, era restio a frequentare i luoghi affollati. Da sempre, in lui era emersa l'umiltà e anche se riscontrava che i suoi libri erano graditi al pubblico, non amava farsi intervistare o partecipare a dibattiti. Era dell'opinione che chiunque era libero di leggere quanto descriveva e non era necessario apparire. I messaggi trascritti parlavano da soli senza lasciare traccia ad un chè minimo dubbio nel cuore dei lettori. Il suo compito era quello di descrivere, diffondere, ma non ambiva al successo. Quest'ultimo, spesse volte, fa deviare l'uomo in quanto rapito dall'orgoglio del successo, può essere tentato all'innalzamento dell’io, e quello che era lo scopo iniziale, perde di significato. Quanto vissuto in materia spirituale, il dire, lo doveva conservare e custodire come tacito contatto verticale, rimanendo sempre e comunque coi piedi per terra. Le elevazioni possono essere molto spesso motivo di scivolamento per i quali difficile è poi risalire. E’ solo attraverso il tempo, la disponibilità, l'amore e l'umiltà che uno ci mette a stabilire ciò che è vero da ciò che potrebbe. Il tempo, questo, è colui il quale dà le serie risposte, sempre. Davide aveva sempre agito in piena umiltà, considerando sempre che ogni passo che faceva era un dono di Dio, e non un merito suo. La parte più difficile per ogni uomo è quella di riuscire a rimanere se stessi, senza innalzamenti che portano a far dimenticare il cammino iniziale. Il successo, il potere, la fama, il denaro sono "idoli", e per questi si ruba, si uccide, si commette qualsiasi azione pur di raggiungerli. L'uomo è come incantato da questi idoli, non vede altro che il raggiungimento di questi “obiettivi primari”. E nel raggiungerli, si sente sempre più intoccabile, vive nella piena soddisfazione di se stesso, incrementando la parte narcisistica del proprio io. Si sente che tutto può, che è importante, onnipotente. Ma per chi? Il Tesoro, quello vero, non appartiene a questo mondo. I veri tesori sono quelli che non hanno peso. Gesù un giorno disse: “Non accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove nè tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo Tesoro, sarà anche il tuo cuore”. Davide sapeva bene dove era il suo cuore. Era lì, in Cielo, non era appesantito dalle catene del mondo. Un giorno San Michele mentre si trovava sulla spiaggia, ad ammirare un tramonto, gli sussurrò delle parole che Davide prese a insegnamento di vita: “Ci sono volte in cui le orme lasciano i segni. Io voglio essere per te quel segno indelebile che niente e nessuno può cancellarlo via. Ecco cosa dicono le orme; le orme sono il linguaggio dei segni. Se tu, uomo, cammini sull'asfalto, non lasci orma, ma se il tuo passo si posa sul terreno morbido, puoi constatare da esso il peso che hai,l’altezza. Pertanto, più l'uomo ha dentro sè la materialità delle cose, più il suo peso è maggiore poiché nelle sue caviglie ha ancorate le catene della schiavitù; mentre, chi si appresta a voler accogliere dentro sè la conoscenza, ecco che il peso diventa appunto meno pesante, l'alleggerimento dello stesso avviene quando la zavorra che si ha dentro viene alleggerita dalla conoscenza che porta alla crescita, quindi le orme diventano sempre meno visibili fino alla scomparsa totale. Ma per arrivare all'invisibile delle cose, bisogna camminare a lungo e constatare se dietro di sè c'è ancora il peso di una coscienza malcresciuta. Io so che nel tuo cuore ho lasciato un segno, e tu hai colto questo segno. Nel coglierlo, hai giurato fedeltà al Signore e, per tanto Amore, ecco che hai risposto alla chiamata e le chiamate vogliono dire appunto rinunce. Più si rinuncia alle cose terrene, meno pesante diventa l'orma perché avete alleggerito la vostra zavorra. Anche Gesù ha lasciato molti segni visibili e invisibili, quelli visibili erano per gli increduli, quelli invisibili erano dettati dallo Spirito, cioè la trasformazione che avviene nel segreto.”
(LUCE INFINITA)
Non poteva fare paragone più bello. Ogni volta che passeggiava sulla sabbia, osservava le orme e rifletteva sempre quanto amorevolmente gli aveva rivelato San Michele. Davide non si sentiva mai pronto per le interviste, ma comprendeva che, se avesse voluto divulgare tutto questo, doveva anche accettare questi incontri. Si sentiva emozionato e aveva sempre l'impressione di non essere capace di affrontare la situazione. Scrivere per lui era semplice, perché si trovava solo con se stesso, in compagnia di quel mondo invisibile da lui tanto amato. Scrivere era solo un descrivere ciò che vedeva e percepiva, ma non era facile esprimere a parole, davanti ad altre persone, tutto questo. Ma, comunque, voleva condividere questo Tesoro e le meraviglie dei messaggi ricevuti con chi, come lui, aveva il cuore rivolto verso la Primaria Origine, e quindi serbava in fondo al cuore un forziere di cose preziose che nessuna mano d'uomo avrebbe mai potuto provare a profanare. “Se tutti riuscissero a rispolverare quella mente, quel cuore, per far rifiorire la vita e con essa, la Primaria Particella di vita! Allora sì che il mondo sarebbe differente dallo stato attuale, ma parliamo sempre di Speranza, e la Speranza è morta nell'uomo, perché vive ormai del proprio “io”, togliendo di mezzo “DIO”. Con queste prerogative e sempre con le stesse parole che possono sembrare noiose, beh, che volete che vi dica, questo è il quadro generale dell'esistenza terrena”.
Cap. LIV Dio, esiste o non esiste?
Durante l'intervista, la discussione si accese fortemente quando la parte degli scettici si sollevò per dimostrare, con dati certi, che Dio non esisteva. Questa parte era rappresentata da scrittori che avevano pubblicato libri su libri, dimostrando con le loro teorie che Gesù non era figlio di Dio, che l'ultima cena non era l'ultima e vera cena; veniva messa in discussione l'eucarestia, con l’affermazione che non era eucaristia e, quindi, corpo di Cristo. Affermavano che il sangue non era il sangue dell'Agnello. Ogni discussione conduceva alla negazione di quanto aveva rappresentato la venuta di Gesù sulla Terra. Per non parlare degli ultimi tempi! Davide ascoltava in silenzio, rispettava comunque l'opinione altrui, per quanto, secondo lui, fossero fondate su false verità. Cosa dire della Sacra Sindone? Perfino gli scienziati si erano chinati, inginocchiati dinnanzi alla “prova scientifica” che aveva dimostrato che il tessuto sembrava fosse stato impresso come da un negativo, che solo fotoni di luce avrebbero mai potuto imprimere. Il volto di Gesù è rimasto lì, impresso, proprio per gli increduli! E così si adempiva nuovamente la profezia di Isaia, sino ai giorni d'oggi: “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e Io li risani”. ( Matteo 13, 14 ).
Davide, dopo un po', aprì un suo libro, e come risposta, cominciò a leggere un capitolo: “ Quando la parola “Dio” arriva nelle orecchie degli uomini, ecco che avviene di gettito una divisione: divisione che, per metà, chiama lo scetticismo umano. Dio è un qualcuno che non esiste, Dio è Quella Persona che chiama la più viva coscienza, pertanto, scomodo, quindi, non esiste! Dio è Qualcuno che riesce a smuovere la consapevolezza umana, pertanto, non c'è! Dio non si vede, quindi, non esiste! Come tutte le cose invisibili, Dio, nonostante tutto, è al centro di ogni discorso, di ogni dire, arriva in maniera forte sulla bocca della scienza, perché lo scienziato tenderebbe a provare tutto ciò che vede, che tocca, cercando di demolire ciò che per lui diventa irreale. Bene. Ma perché di tanto accanimento, mi chiedo, nel voler smantellare quell'idea fissa che tormenta pure loro, se è vero che non credono? Riescono, così bene, a tenere in piedi un dubbio che pesa sulla coscienza propria e su quella altrui, asserendo che Dio non c'è. Ma se non c'è, perché Lo si nomina? Involontariamente, mantengono vivo Dio dentro loro, asserendo che non esiste: sembrerebbe contraddizione questa, ma non lo è. Scienza e spiritualità sempre in combutta: la persona di scienza lotta per dimostrare che Dio non c'è, mentre quella spirituale fa il contrario. Questa lotta, or dunque, se non avesse un fondamento, non avrebbe motivo di esistere: non credete, eppure si fa di tutto per celare un qualcosa che vuole prepotentemente trionfare. Questo fa capire che, forse forse, Dio c'È, ed È Vero. Non vogliono assolutamente pensare che c'è un Qualcuno, superiore a loro, che muove i fili e dirige il tutto. Sentirsi ridicoli non è bello, non sa di importante sentirsi impotenti, porta a scompensi interiori. Chi mai può eguagliare un lavoro di scienza che, per anni, hanno portato avanti con soddisfazione di alte menti? Giusto, quindi, demolire quel dubbio, che assilla la mente, chiamato Dio. Se non altro, demolito il dubbio, finisce, con esso, anche la paura di non essere secondi a nessuno. “Dio è il Tutto perché contiene Tutto”. Qualcuno dirà: “Ma, nel dire Tutto, hai già detto qualcosa di finito”. Giusta osservazione, dico, ma se voi non sapete conteggiare, misurare quel qualcosa che apparentemente pare finito, come potete pensare di filosofare su un qualcosa di Infinito?
No, fratelli, non si può, non potete proprio, perché di finito ci sono solo i vostri pensieri, i vostri limiti, le vostre potenzialità. Eppure, nell'Infinito voi esistete e Dio contiene questo Infinito, Lo manovra Lui, Lo gestisce Lui, perché da Lui è nata l'Idea. Lui è l'Idea Primordiale che governa l'Infinito Cosmo. Tutto ciò che sta sopra la terra, sotto la terra e in terra, appartiene al Creatore Assoluto di tutte le cose visibili e invisibili. E qui, come Qualcuno disse: “Sballottamento cerebrale, per chi comprendere vuole”. L'uomo di scienza si sforza alla comprensione e, andando a ritroso nei tempi, si blocca al famoso big ben, all'esplosione che ha dato origine l'universo: non considera il prima; nel prima si pensa al nulla, si pensa al tutto nero, al buio totale, all'immobilità delle cose, se cose c'erano. Un universo riesce forse a quantificare il vostro sapere o il vostro sapere riesce forse a quantificare un universo? Cosa voi di fatto conoscete, fin dove si è spinto il vostro intelletto, forse è andato qua e là per gli universi tutti? Perché ti ergi a Dio, uomo, vuoi forse rivedere sulla tua carne la seconda Babilonia, vorresti gustare i frutti acidi della Sodoma e Gomorra? Vuoi essere sempre il primo della classe e ti ritrovi ripetente nella vita, non avendo imparato nulla! E nel nulla ti rivedi, se rifletti, perché, se dal nulla sei nato, allora nulla sei; non puoi pretendere di essere poco più del nulla, poiché soddisfatto sei della tua grande scoperta che chiama a forte voce il “niente”. Se tu sei contento di te e soddisfatto pure, bene, lo sono anch'Io per te, anche se penso che quel nulla può divenire Tutto, ma, affinché questo accada, occorre rivedersi e valutare un po' tutte le cose. Queste cose chiamerebbero, in te, sentimenti che hai soffocato per vita tua, tipo: l'umiltà, l'amore verso gli altri, sentimenti che non amano la solitudine ma la prossimità, la continuità, sentimenti che chiamano il dopo, perché nel dopo ci sei, se ritieni di non essere “nulla”. Nel dopo, ecco che avviene la grande illuminazione, ti ritroverai a capire e a comprendere ciò che finora ritenevi nullo o per lo meno un sapere riduttivo, misurato dai tuoi limiti. Ti ritroverai di fronte a grandi scoperte, scoperte che chiamano menti semplici, scoperte che ti fanno vedere Oltre e ti fanno andare Oltre, in quell’ Oltre a voi sconosciuto, dove risiedono le grandi meraviglie, ma, soprattutto, le vostre risposte. Risposte che tanto cercate, ma che non trovate. Oh, come giri invano, uomo del nulla, della tua scienza ti sei fatto “re”! Vuoi, anzi, vorresti esplorare ciò che ti circonda e capirne la logicità delle cose: se solo faceste parlare il cuore! Non sapete esplorare dentro voi, come potete pensare di conoscere il mondo o, addirittura, come ha dato il via l'universo tutto, non siete un po' troppo presuntuosi? Pensate solo il vostro corpo, senza percorrere cose lontane a voi, sconosciute: soffermatevi dove siete e analizzate voi stessi, se ci riuscite. Ecco, voi dite, meccanismo perfetto il corpo umano, bene, concordo anch'Io in pieno. Ma tu, uomo di scienza, sai dirmi da dove partono le tue emozioni, sai dirmi chi dà la spinta ad essi; sai, tu, dirmi da dove nasce la ragione, ma, soprattutto, chi ha dato il movimento a te? Mi vien da ridere, perché, se lo sapessi, adesso non staremmo qui a farla tanto lunga sul mistero della vita. Vedi, fratello Mio, per capire molte cose, per comprenderne altre, non bisogna andare così lontano, perché, se non lo sai, le risposte son lì, ad un passo da te. Non un passo in avanti, né un passo indietro, nemmeno laterale, ma quel passo che serve a tuffarti dentro te, ad esplorare col cuore quel disegno così perfetto, che ha creato Dio, al quale nulla manca, ha, addirittura, quell’ “In” in più che stai cercando tu. Ma quella presunzione ancora ti segue; sai bene che il cristiano o, meglio dir, l'uomo spirituale, ha dentro sè la scintilla Divina o lo Spirito di Dio, pertanto, per una volta che sei caduto all'interno di te stesso, perché non approfittare del momento e cercare accuratamente quel “Venticello Divino” che è racchiuso ancora dentro te? Ed ecco, alla fine, dopo tanto lavoro, tanto sforzo, tanto investigare, ecco, senti che le tue convinzioni hanno dato risposta alla tua ragione; ragione, comunque, che non vuole andare oltre ed il tuo dire sarà: “Avevo ragione io, tutte fesserie sono, giusto per incantare coloro i quali vivono di speranze: nulla c’era dentro me, come in un laccio e in ogni essere umano.” Bravo, ti rispondo Io, sei scienziato di te stesso. Come puoi, tu, vedere il vento, come puoi tu veder l'aria, non puoi, lo sai già da te e, come pensi, allora, di poter vedere Dio? Non sapete cosa si nasconde nel 70% del vostro cervello e pretendete di essere i “tuttologi”, pretendete di saper tutto e nel nulla spaziate, quel nulla che, con cura, vi siete costruiti, mattone su mattone, non facendovi vedere oltre. Quando e se lascerete nella mente qualche dubbio che dia spinta ad un procedimento in avanti, ecco che, forse, non vivrete del solo “io” che vi appartiene, così che, il desiderio dell’Oltre e dell'Altro, possa divenire, in voi, spinta in avanti.
Non avete solo cervello, bensì, anche un cuore, quello che, per ogni piccola emozione, ora batte più forte ed ora più piano. Scopri, se vuoi esser scienziato dell'altro, da dove partono i tuoi sentimenti, le tue emozioni e, se il tuo cuore pulserà più fortemente, forse sarà perché hai intravisto, dentro te, quella Luce che finora spenta è stata. La certezza porta allo sbando, il dubbio alla ragione. Medita, se vuoi, il dire, non con la presunzione del tuo sapere, ma con il desiderio di voler crescere e, t'assicuro, che d’allora in poi la tua mente si allargherà, il tuo cuore esploderà ed il tuo vedere andrà Oltre, Oltre quei confini che finora ti appartenevano e tu, stupidamente, li tenevi ben stretti non lasciandoli cadere. Io, Voce di Dio, concludo dicendo: “Aver fede in ciò che non si vede è mille volte meglio delle tue false certezze. In fondo, se sei ricercatore di qualcosa, prima o poi ti scontrerai con quel famoso dubbio che ornava la tua vita: il solito gran dilemma, credere o non credere? A te il quesito”.
L’Angelo del Signore (Luce Infinita)
Finito di leggere il Messaggio, la sala rimase muta. Nessuno riuscì ad argomentare quanto ascoltato. Davide sperava in cuor suo che in tutto questo, magari, qualche cuore si sarebbe commosso, trasformandosi da cuore di pietra a un cuore di carne, che si sarebbe unito a Dio. Per lui, bastava aver unito pure un solo cuore, ma era pur sempre un cuore in più che si aggiungeva a Lui. E la felicità di Davide gli faceva provare quel tonfo nel cuore che sarebbe giunto sù in Cielo. Perché la vita, in fondo, è solo un cammino che conduce Lassù. Davide, passo passo, si stava incamminando, cercando di dare la propria mano a chi non riusciva a camminare da solo perché aveva smarrito il cammino.
Cap. LV La Mamma Celeste
“Io sono il Figlio della Madre, Maria, che tra poco ti parlerà. In Lei c’è la Famiglia, il vero senso della Famiglia. In Lei c’è il Rifugio, c’è la Consolazione; in Lei si trova il Sorriso, il Calore. In Lei si trova la Felicità. In Lei si trova Me: Lei, Io, siamo una cosa sola, non occorre far tanta strada per arrivare a Me. In Lei c’è la Riconciliazione, in Lei c’è il Sole: in Lei ci siete tutti voi. Oh, com’è dura la salita! Oh, quante afflizioni, ma con l'aiuto Mio, Suo, la salita sarà meno irta! Il vostro amore non venga mai meno ma, se restate uniti, tutto più facile apparirà. Per Te, il Tu o Gesù”.
Questo proprio non se lo sarebbe mai aspettato! Vedere la Madre Celeste! In genere, quando si vive abituati a determinati eventi, non ci si stupisce, in quanto la quotidianità smorza le emozioni del momento “eccezionale”. Ma quando si parla di Cielo, non c’è mai il rischio di cadere nella routine in quanto ogni momento di incontro suscita sempre una forte emozione. Le vibrazioni che si percepiscono sono talmente forti, che l'essere si inebria nel provare quel grande Amore chiamato Dio. Il cuore palpita forte, l'essere trema e vorrebbe scoppiare in un pianto di felicità, quello che, per tanto Amore, il Signore si è manifestato nella sua vita. Il respiro diventa forte, ansimante, come ansima d'amore l’amato per la propria amata. Unione di due cuori che trasforma interiormente l'essere, alimentando quella Luce che spesse volte viene soffocata dalle preoccupazioni terrene. Davide, in cuor suo, aveva sempre sperato in un incontro con la Mamma, ma non sapeva né come nè quando sarebbe avvenuto. Si trovava in Chiesa, era ancora vuota. La funzione sarebbe cominciata tra un'ora. Era seduto nelle file vicino alla navata laterale destra ed era immerso nella preghiera, con gli occhi chiusi. La sua attenzione fu attratta da un intenso profumo di rose e un fruscio di vesti. Il cuore cominciò a battere forte. Strinse la corona del Rosario che teneva in mano. Il suo grande desiderio si stava palesando ai suoi occhi. Si voltò indirizzandosi verso il rumore e scorse, all’interno della navata, uno spicchio di cielo, costellato da miriadi di stelle argentate. La visione era talmente nitida che sembrava fosse un dipinto. Poi, una grande luce. EccoLa! La Regina del Cielo e della Terra! Davide si inginocchiò subito, non riusciva a sostenere cotanta bellezza. Aveva in capo una corona con dodici stelle, un manto color azzurro e bianco. Emanava una luce abbagliante. Per l’emozione, non riusciva ad aprire bocca. In mano, aveva uno scettro; nell'altra, aveva il Rosario. I Suoi piedi poggiavano su una nuvola rosa e a lato vi erano miriadi di angeli che cantavano il Magnificat. Ad un tratto, sorrise con grande tenerezza, aprì le braccia come per accogliere Davide in un grande abbraccio e cominciò a parlare: “La Tua mente è Mia, Io comando il Tuo dire, figlio adorato, con Amore, ascolta la Mia Parola. Ti chiedo, in Nome di Mio Figlio, nel nome dei tempi passati, cresci nell’Amore, dolcemente, come seme piantato che, con cura, ramifica nel terreno e si fa germoglio tenero, delicato e sboccia questo germoglio, perché tu, con dedizione, curi e si fa fiore splendido, fiore profumato. Voi dite: “Ma la Mamma sempre ai fiori ci paragona! Si, rispondo, perché i fiori tutti son belli, ma voi sapete che, come tutte le cose belle, non possono durare a lungo. Arriva poi un vento gagliardo che li può spazzare via in un batter d’ali, in un solo attimo, per poi farli morire e questo tristezza per Cuore Mio, Dolore Infinito. Ma se voi, fiori adorati, crescete insieme, come vivaio fiorito, profumato, nessun vento vi può spazzare perché il vento gagliardo non può vincere l'Amore, no, adorati, certo che no! Voi siete corolla per il Mio Giardino. Ma se quell'esile fiore che il vento ha portato via aveva in sé Amore dentro, la sua vitalità rifiorirà su altro terreno, lì, dove Quiete c'è. Bene, che il Mio Dire sia per te un Raggio di Sole che illuminare fa il tuo cuore, che riscaldare fa la tua anima e dia ristoro ad altri. Non stancatevi quando recitate il Rosario. Io non ho posa, Io non mi stanco, ma è un perenne lavoro il Mio, quello di pregare. Siete voi che chiedete sempre, nelle vostre preghiere, che Io preghi per voi ed una Buona Madre accoglie le suppliche preghiere che un figlio le porge. Io Sono una Grande Porta: faccio entrare tutte le sofferenze che passano. Attraverso Me filtra anche il dolore che vedo, che vivo, poiché in Me c'è anche la sofferenza, c’è quel dolore che ho subito ma che, nel tempo dovuto, si è fatto Gloria nei Cieli. Sono la Salvezza dei tanti, il Perdono, ma anche l’ancora di chi nutre dubbi, di chi vive nel disordine, nelle ipocrisie e nelle nefandezze che l'uomo tende a tenere strette. Ma quando si apre quell'esile spiraglio nel cuore e nella mente, allora c'è il colloquio con Me e Io ascolto con interesse, con Amore, con tenerezza, poiché so che quel richiamo è un sospiro d'Amore incastonato a mille dubbi nei quali si intravede un’ esile speranza chiamata Amore. Io, Regina del Cielo, vi chiedo: “Pregate tanto tanto, pregate per il mondo intero, poiché è proprio l'umanità che ha bisogno di voi, delle vostre, per quel che potete pensare, insignificanti preghiere”. Forza ci vuole e tanto Amore. Io sarò con voi e sgranerò, granello su granello, il vostro Rosario, poiché Son Io la Mamma Celeste dello stesso. Vi Amo Infinitamente”.
Cap. LVI Il Magnificat
L'Anima Mia magnifica il Signore; così come per voi Dio è al centro del cuore vostro. Grandi cose ha fatto in Me l’Onnipotente; così come ha trasformato tutti voi, ha rivoluzionato la vostra vita. L'Anima Mia esulta in Dio; così come anche voi, usate enfasi nel proclamarLo. I Tempi, figli Miei, cambiano, ma tante cose restano immutabili. L'Amore cresce dentro ogni cuore, se questo sincero è. Ma anche se tutto muta, c'è chi, per libera scelta, preferisce il male: per questi figli dolore ho. Nessuno può intervenire! Sapete bene che il Dono più grande che Dio ha scelto per l'uomo è la libertà; chi in effetti lo sa gestire? Chi capisce che è un Dono del Cielo? Chi comprende che in Questa c'è racchiuso tutto, e dico tutto l'Amore Paterno? Oh, figli, pochi, molto pochi sono che comprendono tutto ciò! Ve lo dico Io che tutto vedo, tutto sento. Chi Ama col cuore, sa che deve essere pronto alle rinunce; chi ama col cuore, sa che nulla e niente gli appartiene. Chi ama col cuore, sa che la vita non si ferma alle sole apparenze, ma va oltre, oltre quei confini che separano gli strati atmosferici per andare ad investire una realtà da sempre cercata, voluta, ambita che unisce lo Spirito alla Primaria Particella. La Matrice è Una e Una soltanto: non si può disperdere, non svanisce, ma unifica, accoglie e Ama. Tutti a Lei torniamo, così come tanti hanno avuto il Privilegio di andarci per primi, così come Io ho fatto. Vero è, tanti Miei figli han perso la strada, perché il male han preferito. Le preghiere, i rosari, magari bastassero per volgere il male in bene, ma pensate che pregare non serva a nulla? Ogni piccolo sforzo fatto col Cuore, Dio ripaga abbondantemente. Tutte le generazioni mi chiameranno beata. Così come i puri erediteranno la Terra. Dio Mio e Vostro Padre, non dà false speranze. Le Sue promesse mantiene. Ecco perché nessuno di voi deve mollare. La perseveranza viene ben ripagata. Di guai fin troppi ne ha visti Madre Terra. Sarebbe forse brutto sentirsi chiamare Beati? Credo proprio di no!! Confido in voi tutti, figli Miei. Oggi e domani, sempre, per voi, figli della Luce d'Amore Infinita. La Mamma Celeste (Luce Infinita)
Dopo questo infinito colloquio d'Amore, l'immagine svanì. Parole dolci, parole d'Amore di una Madre che ama i propri figli. Figli spesso ingrati, che arrecano dolore al Cuore già trafitto della Mamma. Nel Magnificat, si scopre in Maria la Madre, il Modello da seguire, Maria ha creduto nelle parole del Signore; con le parole: “EccoMi, sono la serva del Signore, si compia in Me la Tua Parola”, Maria ha dato il Suo assenso. Il Magnificat esprime la logica di Dio, al vertice della quale ci sono gli umili, i puri di cuore. Una logica che stravolge le logiche del mondo! Maria, con il Suo assenso, ha squarciato i Cieli, erigendo un ponte tra Cielo e Terra. Il Suo assenso racchiude l’assenso di ogni figlio a intraprendere quel cammino che vede ognuno di noi su quel ponte di ricongiunzione, per arrivare sempre più sù, oltrepassare quello squarcio di Cielo e rivedere il Padre, Idea Generante. Per abbracciare il Figlio, Pensiero Formante ed essere accolti e perdersi in quella forza energizzante dell'Amore, lo Spirito Santo. Nel descrivere tutto questo, Davide cercava di descrivere ogni minimo particolare sia di quel che vedeva, che di quello che ascoltava, per far comprendere a tutti che nessuno è mai perso se non lo vuole veramente. Maria è la Madre che segue ogni Suo figlio, che prega per ognuno. Lei stessa durante l'apparizione, lo aveva rimarcato. Il Suo lavoro è quello di pregare. Noi glielo chiediamo sempre. Che senso ha chiedere se poi non si ha fiducia nella Sua potente intercessione? Che senso ha rivolgersi al Cielo, se poi non si ha fiducia e ogni minimo o grande ostacolo che sia, ci porta a dubitare, a tentennare e a cadere nell'arroganza del nostro “fai-da-te”? Col Magnificat, Maria ha espresso il Suo “si incondizionato” e costante nel tempo. Senza indecisioni o dubbi, si è abbandonata a Lui, alla Sua volontà. Allo stesso modo, prendendo a modello Maria, ognuno di noi dovrebbe abbandonarsi, confidando in Lui. Il “si” deve essere di totale abbandono, come ha fatto Maria, Madre e Regina del Cielo e della Terra. “L’Anima Mia Magnificato ha il Signore: Magnificate anche voi, figli Miei. Piena di Grazie, pura, senza peccato dovevo essere. Scelta sono stata, per portare a compimento Una Missione importante; la Missione della Vita. E quella Missione ha visto Me una Persona Degna e Pura, Pura come Immacolata, così, Santa Son Io in tutta la Mia Magnificenza. Ora il tempo corre e, con esso, la consapevolezza di quel che accadrà. Per questo tempo e per il tempo futuro, chiedo a voi, figli tutti, di andare avanti nel tempo, portando con gioia la Missione che vi è stata assegnata. Come tutte le cose belle, alla fine, ci si accorge che, poi, una croce tutti dobbiamo portare: fate come Lui, portatela con Amore. Grandi cose ha fatto in Me l’Onnipotente, grandi cose avrete in cambio. Non abbiate timore, perché il coraggio è preservato in coloro i quali operano per Lui che Grande è, e Tutto può. Ora e sempre, Osanna nell’Alto dei Cieli. La Mia Vita, la Mia Natura, da sempre in discussione di altri. Di Me, tante son state le cose dette. Con tristezza nel Cuor le ho accettate ed altre, in Amor, le ho conservate. Parole semplici, ma ben differenziate, perché di Me, nel Cuor Io voglio entrare. No a prepotenza, ma con la virtù del Cuore che lo stesso esprime. Ma il Mio dir, non si può fermare a questo, perchè in Me è cresciuto, giorno per giorno, l’Amore. Scelta sono stata, a provar due sentimenti molto grandi, molto forti, sentimenti che si sono realizzati nella delizia della gioia, nella soffocante paura del dolore, quel dolore che, per versi, non Mi ha abbandonata, ma Mi sta attaccato addosso come cosa scomoda, nel vedere ancora tanti altri figli ostili, persi e riluttanti nell’Unica Parola che Io ho partorito. Oh figli! Anche voi siete Miei, anche se voi non credete! Il cuore, ecco, dove sta? Sì è indurito, si è pietrificato, nulla basta mai a voi. Ridestati uomo, ridestati donna, smuovi i sentimenti tuoi, abbi la forza nel lottare, poiché della tua lotta probabile ricompensa. “Date a Cesare quel che è di Cesare, ma date a Dio quel che è di Dio”. Con queste parole, Mio Figlio ha detto, con queste parole Io dico. Gioite, invece, siate delizia a Me. Io Mamma sono e, come tutte le mamme, il Perdono è in Me. Date sorriso a un cuore afflitto e doloroso, fate rinascere sulle Mie labbra il dolce sorriso, così da veder emergere cuori sbocciati in Amore, perché, chiunque sboccia in Amore, vince in Dio e Io con voi. Vi Amo la vostra Mamma” ( Luce Infinita)
Cap. LVII Il Pensiero-Forma
Chi vive di questi momenti, di questi incontri, non può non cominciare a guardare il mondo da un'altra prospettiva, quella che prescinde il materiale, proprio come era accaduto a Davide. Quelli che sono i parametri del mondo, perdono di valore, diventano futili, in quanto muta l'obiettivo primario. Questo Davide lo sapeva. Certo dell'esistenza di un mondo “altro”, dove il potere e il successo non erano ben accetti, era alla ricerca di ciò che è solo Amore. L'Amore, pur non sembrando un obiettivo da raggiungere, in quanto sono più allettanti la fama, il successo, il denaro, e così via di seguito, alla luce di quanto vissuto da Davide, era ed è l'unico e il solo Bene da perseguire. Un grande tesoro dove diamanti, rubini, zaffiri, qualsiasi pietra preziosa sbiadisce dinnanzi alla irradiazione della Luce di Dio. A Davide piaceva ogni tanto cercare di farsi una immagine di Dio; se lo immaginava con barba e capelli, un vecchio dalla barba bianca. Poi, scuotendo il capo, con un sorriso, comprendeva che Dio non aveva un'immagine definita. Dio ha creato l'Uomo a Sua Immagine e Somiglianza. Poi gli venivano in mente le parole di Gesù: “Chi vede Me, vede il Padre!” Ma perché l'uomo sentiva sempre la necessità di voler vedere per credere? Non gli bastava sapere che Dio è in lui, seduto comodamente all'interno di se stesso, ben nascosto? L'uomo, oh l'uomo aveva sempre bisogno di avere un’ immagine, di poter immaginare ogni cosa. Eppure Dio, nessuno lo ha mai visto nella Sua vera Essenza. Si è rivelato attraverso i Suoi Angeli, ha parlato tramite il fuoco a Mosè, tramite ogni possibile mezzo, il tuono, per esempio, ma Dio, il Suo Volto, com’è? E poi, ancor la domanda più pressante, com’è fatto? Di cosa? Davide chiudeva gli occhi, immaginava Gesù e lo visualizzava; Maria allo stesso modo, aveva una immagine nella mente, coi suoi veli azzurri, dorati e argentei. E poi, l'aveva vista! Ma Dio, a chi si poteva paragonare? Se Davide, nel suo libro, Lo avesse descritto come “Idea Generante”, o come “Pensiero Formante”, chi l'avrebbe compreso? Sono concetti che non riescono a entrare nella mente umana. Nonostante gli sforzi e l'apertura mentale che fanno coloro i quali cercano di immaginare il volto di Dio, non si riesce a definirne i contorni. Quello che sfugge all’uomo in genere è che Dio non ha un Volto delineato, perché Dio è compreso nel “Tutto”. Un “Tutto” che, comunque, è limitante già nella sua definizione. Si definisce il “Tutto” per una agevole comprensione, ma non è bastante, in quanto va ben al di là del “Tutto” concepito dall'uomo, in quanto il “Suo Tutto” non ha limiti nè confini, quello dell'uomo ha pur sempre un limite, ma ha bisogno di una definizione concreta, senza soffermarsi su un dato semplice, ovvero ciò che è “Energia” non può contenere il limite della materia. Volendosi addentrare e perdersi nelle definizioni, Lui un giorno disse: “Io sono”. All’umana gente, questa definizione non è bastante! La frase “Io sono”, per la concezione dell’uomo materiale, è imprecisa, manca il complemento oggetto. “Io sono”, ma cosa sono? Ecco, qui si ferma la concezione dell'umana gente, che non riesce ad affondare la propria conoscenza nella fede e analizzare il Suo contenuto non con la ragione, ma con la Mente e il Cuore. “Io sono”, per chi detiene nel Suo cuore una fede che non ha bisogno di prove o di certezze prima di tuffarsi nel mare dell' “Energia pura”, è bastante. Lui è l’Alfa e l’Omega, è “Movimento” e “Quiete”. Queste definizioni, colte in un contesto di mera razionalità, non dicono alcunché. Potrebbero sembrare solo definizioni gettate lì, senza senso, senza soffermarsi a pensare che, in effetti, sono definizioni che travalicano il loro stesso significato, vanno “oltre” , ben “oltre”. Per l'uomo che non riesce a “concepire” in quanto ancorato ad una concezione prettamente materiale, del “credo e concepisco ciò che vedo e ciò che rientra nel campo dell'immaginazione”, il discorso può sembrare un giro di parole, prive di significato. Ma colta l’“Essenza”, abbandonando la materia, ecco che potrebbe immergersi nel mare del mistero di Dio, al fine di realizzare con la Mente e percepire col cuore la Sua Presenza Divina all'interno di se stesso. Comprendendo e percependo ciò, comincia a percepirlo nel proprio fratello, nello sconosciuto, nel povero, nel disperato, nell’ammalato, nell'albero, nei fiori, nel tutto di cui si faceva cenno prima. Realizzato questo, è più facile comprendere che tutti siamo nella “Sua Grande Idea Generante”. Chi vive sul pianeta terra, quindi nella materia, ha due possibilità; la prima, di vivere completamente nella materialità e allontanarsi dalla Sua Sorgente, nell'illusione che esiste solo ciò che vede e concepisce. Immerge la propria vita in quel caotico “caos” che lo conduce lontano dalla concezione della propria “essenza”. Chi, di contro, percepisce più che mai che questo caotico caos è soltanto un film, girato da un regista che non ha nome e cognome, dati identificativi, ma ha come definizione “Io sono”, ecco che si sofferma, arresta la corsa frenetica, indirizzando il proprio cammino verso un mondo che oltrepassa la materia, confidando nel “Grande Ideatore Pensante e Regista” della vita di ognuno di noi.
Cap. LVIII “Chi è Dio?”
“Certa gente si apre nei confronti di Dio in modo strano. Alcuni nelle preghiere suggeriscono a Dio cosa deve fare, altri invece si pongono in questi termini: “Se Tu fai questo per me, io faccio questo per Te.” Ed altri fanno promesse che sanno di non poter mantenere. Dio è Onnisciente, Onnipotente e Onnipresente. Eppure l'uomo sembra dimenticarsi di tutto questo e tratta Dio con poco rispetto o come fosse l'ultimo degli amici. Dio sa ancor prima che voi chiediate ciò di cui bisogno avete, questa si chiama Onniscienza; e se il vostro chiedere chiama in maniera tempestiva la Forza di Dio, la Sua or dunque Presenza, questa è definita l'Onnipotenza di Dio cioè il " Potere della Trasformazione ". Se chiedete, invece, il Suo occhio vigile sempre su di voi, chiamate or dunque il tempo, pertanto, l'Onnipresenza cioè, a condizione di tempo e spazio, Lui è là con voi perché chiama il Passato, il Presente e il Futuro. Dio, dunque, trasforma, modella, plasma tutti i cuori o almeno quei cuori che non oppongono resistenza, i cuori morbidi, i cuori di carne. Quei cuori aperti al solo Amore. Direte voi: “ ma Dio, se vuole, può cambiare anche il più duro dei cuori, il più ostinato.” Certo! È mia risposta, ma Dio sa come, quando, e su chi intervenire, nulla al caso fa. Dio non ama perdere tempo, anche se Lui stesso è Infinito, analogie di espressioni che chiamano la Grandezza del Padre Celeste, di quel Dio che viaggia nell'Infinito perché Lui stesso è l'Infinito. Dio che non ha bisogno di presentazione né di presentarsi, poiché Lui È. E chi Èsta nel Tutto; ma nel dire tutto, affermo un qualcosa di finito, poiché un tutto racchiude tantissime cose, come: questa scatola è tutta piena, questo bicchiere è colmo, questo mare è colmo di pesci, questo discorso è tutto complicato oppure questo vestito è tutto sporco e via via all’infinito. Quindi, anche la parola tutto non chiama l'estensione di quel tutto che Io voglio intendere, bensì quel tutto che voi potete solo immaginare, perché anche la vostra immaginazione ha dei limiti, la vostra immaginazione viaggia in voi attraverso il senso conoscitivo delle cose. L'ignorato, non conoscendolo, vi blocca, non vi fa andare “oltre”; pertanto, siete quei mezzi bicchieri tutti pieni, l'altra metà si riempirà con l'accumulo di altra conoscenza e, alla fine, sarete un bicchiere tutto pieno, ma quel tutto, ricordate sempre, chiama quel suo limite. Perché sapete bene che ci sono bicchierini, bicchieri, tazze, caraffe, bottiglie, damigiane, vasche, ruscelli, fiume, mari, ecc. ecc. Questo per farvi comprendere che le parole hanno in sé un gran significato, non sono buttate così per caso. Allora, qualcuno di voi potrà dire: “allora è sbagliato dire che Dio è tutto?” Certo che no! Rispondo Io. Per un semplicissimo motivo. Dio sta in un filo d'erba, lo puoi trovare in un fiore, in un uccello, in un tramonto, vive in te, nel mare, nelle stelle, nel Cielo, negli atomi, nelle particelle, in tutto ciò che è visibile e invisibile. Lui è ovunque, perché Lui è l'Infinito Supremo. Lui è il moto, è quel movimento che regola ogni equilibrio perché Lui È. Di fatto, non ha un nome compiuto come tutte le cose o tutti gli uomini… Lui È !!! Imperativo Assoluto che chiama l'Essere per Eccellenza. Di fatto, a Mosè disse quando gli fu rivolta la parola: “ma io, quale nome devo dare di Te a chi mi chiede chi Tu sia?”, e Lui rispose: “Io Sono Colui che Sono!” Lui è l'Essere per Eccellenza, Lui è quell'Infinito racchiuso nel vostro tutto. Quel Cuore Grande Misericordioso che accoglie tutti, nessuno escluso. Cuore che trabocca d'Amore. Braccia in estensione per avvolgere ogni essere. Lui sta Lì nella Sua Dimora, non ha bisogno di alzare la Sua Mano, non ha bisogno di dire, perché ha già detto! Chi intorno Gli sta, sa. Il Suo Pensiero vibra, cammina, penetra e conclude, pertanto i Suoi figliuoli Angelici sono quella Sua Prima emanazione più pura, quella che serba in Sè un tutto differente dal vostro, quel tutto che supera di gran lunga tutti gli altri tutto, e queste scintille d'Amore sono quell'espressione Vivente e Operante, come per dire, sono la mano di Dio, sono gli operai, coloro che interagiscono tra Dio e gli uomini. Chi è riuscito a trovare Dio nel suo tempo, sa che questo Amore provvede ai tanti bisogni che l'uomo ha, vuoi quelli materiali, vuoi quelli spirituali, e quando la simbiosi spirituale si fonde col Padre, si diventa un tutt’uno, come se quel vecchio antico senso dell'oblio fosse andato giù, rivelando un'antica intesa d'Amore fusa con la Forza Creatrice del Padre. Io sono la Sua Voce, il Suo Pensiero vibrante che si incanala e trasmette, tutto quà. Siate quel famoso cordone ombelicale che bisogno ha della Sua nutrizione per vivere, altrimenti si rimane vuoti, alcuni deperiti di buone Sostanze. Pace Mano Operante che trasforma. La Fede, il Credere mette vita alle cose spente. Pace Questa è la Fede. La fusione tra te e Dio, quando avverti questa fusione è Dio che opera in te. Semplice per chi crede, difficile per chi dubita. Chi è in Dio può fare grandi cose, ancor più grandi che Gesù ha compiuto. Pace La vita, come la morte, nient'altro è che un continuo, un divenire. Pace La Speranza va tramutata in certezza, e il decretare fa parte dell'Idea Creatrice e generante di Dio. La paura vince l’uomo e lo accascia, vincere la paura vuol dire trionfare. Scoraggiarsi è segno di agonia, quel male che chiama l’autovittimismo. L’essere positivi è indice di buona energia, ricordatelo sempre. Nell’essere positivi, avviene la trasformazione e tutto cambia e si modifica. Pace, Pace a tutti voi dall'Angelo del Signore”
San Michele Arcangelo
(Luce Infinita)
Cap. LVIX L’Infinito
“L'infinito, è una parola che incute timore, paura, vasta essa è per chi vorrebbe parlare dei limiti, delle misure. Come si fa a quantificarla? L'uomo d'intelletto dice: non si può! Giusto dico io, non si può. Ed allora, perché l'uomo pensa di poter gestire tutto, perché pensa che tutto gli appartiene, perché lui stesso si crede infinito quando, alla resa dei conti, qualcosa deve dare, e se ritorna quel qualcosa in automatico, quell'infinito passa a finito? L’ “IN” appartiene solo a Dio, Governatore Supremo di tutto ciò che è visibile e invisibile in altezza, in grandezza, in profondità, in vastità, in quantità, in tutto ciò insomma che non tiene limiti nè misure. In questo Universo non siete soli, ormai questo sapete bene, tra non molto lo sapranno tutti, eppure l'uomo tende a fare classifiche, da una parte l'uomo stolto, dall'altra quello intelligente, da una parte l'uomo mediocre, dall'altra il titolato e nei titoli tutti si vorrebbero perdere. C'è il dottore e l'avvocato, l'ingegnere e il laureato; il laureato, in genere, mi chiedo, si dovrebbe porre delle domande, domande che richiedono quell'intelligenza per la quale il dottorato hanno quel " Titolo ". Domande che vanno oltre quei limiti che detengono, in quanto superiori allo stolto, superiori al mediocre, superiori ai semplici. Eppure molto spesso accade che questi ultimi pongono domande per le quali i " titolati” risposte non sanno dare. Non le sanno dare perché loro si vorrebbero identificare con quell’ “IN” , cioè con quella mente infinita che non possiedono e trattano tutti con distacco, con la superiorità di chi si crede di essere e non è. Comportandosi così, non troveranno mai le risposte che dovrebbero cercare e, quando non c'è umiltà nei cuori, quando non c’è amore, l'uno pensa di fregare l'altro, mentre l'altro pensa di essere già fregato. Che circolo vizioso, quale supremazia alberga nei loro cuori, nella loro mente? Con questo non voglio dir che i titolati sono tutti così, al termine di paragone, posso dirvi che, su cento, uno solo si stacca dalla massa, quell'uno che conserva ancora nel cuore la semplicità, quell'uno che si ricorda di far parte di un Infinito, quell'uno che, alzando gli occhi al Cielo, chiede sempre l’aiuto. Quell’uno che sa riconoscere la sua piccineria davanti una Mente quale è Dio. Quell'uno che rispetta l’altro, che è leale, che lo aiuta nel bisogno, quell’uno che nulla chiede in cambio, quell'uno riconoscente di ciò che è, perché capito ha che, alzando la sua mano verso l'alto, può prendere per poi poter dare. Questo importa veramente: riconoscere Dio sopra ogni cosa, perché chi Lo riconosce può non avere il titolo, ma conservare nel proprio cuore e nella mente quella ricchezza che uomo mai ha potuto conoscere. Anche senza titolo, può vestire di saggezza e sapienza tutti i dottorati del mondo. Nulla viene da voi se non per mezzo di Dio e nulla vi appartiene se non per mezzo di Dio, prima lo comprendete, meglio è per voi. Siete piccoli luccichii di un Infinito stellare che vi siete staccati per vestire un corpo temporale ed in questo corpo avete racchiuso tutti i vostri limiti. Difatti, dite di conoscervi e così non è, dite di conoscere gli altri e cadete nella contraddizione di voi stessi. Dite che sapete misurare il tempo, quando invece il tempo non ha misura nè spazio; dite di saper prevedere le cose ed invece le cose capitano prendendovi alla sprovvista. Oh, quante cose l’uomo dice! L’uomo dice, dice, dice ma, poco o nulla sa. Ha cervello e non lo usa, ha cuore e non sa amare, ha occhi e non sa vedere, ha orecchie e non sa udire quanto il Cielo urla a lui dicendogli: “Figlio, non ricordi quali sono le tue origini? Non ricordi da dove vieni? Perché hai fatto di te una macchina? Perché funzioni a comando? Perché ti sei costruito attorno a te un carcere? Quando Io, che Sono Infinito, ti ho creato per la libertà, per godere di tutte le meraviglie che la vita stessa poteva offrire? Tutto è nato per un incommensurabile Amore e questa Fonte di Energia straordinaria ha investito solo pochi, quei pochi figli che han creduto in Me; loro hanno cercato e stanno cercando di far vibrare questa Energia al fine possa investire quanti più può. Ma come voi dite, il conto alla rovescia è già iniziato per un non arresto. Tutto sta capitolando, occorre “ora” che vi svegliate, che destate i vostri sensi dormienti, al fine comprendiate che di Dio basta Uno e quell’Uno comprende l’Universo intero. Non esistono altri. Se vi svegliate, comprendete che le illusioni vanno messe da parte, perché l’uomo di Dio è libero per poter vibrare da una parte all’altra senza spostarsi, come libellula vola adagiandosi da un ramo all’altro, cogliendo tutto il calore, tutto l’amore che le viene riservato. Ma tu uomo, comprendi questo dire? Sei capace di esaminare se c’è bugia o verità? Lascio a te ogni pensiero. Intanto, Io, Infinito Sono, tu scoprirlo dovrai e cercando di qua o di là, ricorda che il tempo è scaduto già.
Il Tuo Eterno Rompicapo (Luce Infinita)
Cap. LX I quanti
Più scriveva i suoi libri, più cercava di trasmettere, nei limiti del possibile, l'immensità dell' “Infinito che è Dio”. Era consapevole che ogni concetto ha, di per sé, i suoi i limiti intrinseci e, pertanto, non avrebbe mai potuto dare una definizione dettagliata e precisa dell’Idea Generante che è aspaziale e atemporale, che non ha limiti e confini. Poteva esprimere a parole ciò che si palesava ai suoi occhi, i messaggi che riceveva, ma comprendeva che era impossibile racchiudere a parole, per quanto austere potevano essere, il concetto: “Chi è Dio?”. Era come se, a termine di paragone, si volesse prosciugare l’oceano togliendo l’acqua con dei secchi. Con questo limite, veniva ribaltata anche la concezione del mondo. Newton, Galileo, consideravano l'universo un grande orologio. Da Bacone in poi, il metodo sperimentale ha predominato, cercando di estorcere alla natura i “suoi misteri”, sottomettendola e rendendola schiava. Teorie di impronta prometeica che cercavano di far emergere la superbia, la sete di dominio della natura da parte dell'uomo. Per non parlare di Galileo, che traduceva in “realtà” tutto ciò che poteva essere tradotto in numeri. Ciò che non rientrava nel “quantificabile”, mancava di interesse. E così a lista lunga. Ma veniva ignorata una gran fetta di ciò che è il vero mondo, quello dell'invisibile. Atomi, attorniati da elettroni, non potevano appartenere a oggetti materiali, ma erano configurazioni in cui era coinvolta l' “Energia.” Da Max PlanK a Einstein, ecco che emergeva la teoria dei “quanti”, che poteva tradursi in pacchetti di energia, fotoni, in modo continuo. Davide non era uno scienziato, ma la sua personale esperienza con la parte spirituale, lo conduceva a ritenere che non esistesse una realtà in sé, separata dall'uomo e dalla sua mente, ma una totalità cosmica indivisa. Davide aveva letto la teoria di Davies secondo la quale Dio poteva essere paragonato a “una mente universale che pervade il cosmo, dirigendolo e controllandolo attraverso le leggi di natura, per conseguire un Suo fine... L'universo è una mente, un sistema”. Le menti dell'uomo potrebbero essere considerate piccole isole di consapevolezza. L'energia diventa fusione, ma ci sono energie respingenti; l'occhio ha il suo recettore che indica e fa vedere ciò che nel normale non si vede. Occorre avere pazienza e, comunque, non è detto che tutti possano farlo. “Esistono passaggi invisibili che proiettano l'uomo su altre dimensioni, così come esiste la smaterializzazione molecolare. I portali esistono, ma l'uomo non crede a queste cose. Pochi sono coloro che affondano la loro intelligenza in queste cose. Sapeste quante scoperte si possono fare! Quando l'uomo muore, lascia il corpo. Lo Spirito è energia, ed essendo energia, comunica con tutto. Si dirige alla “Fonte” da dove è partito. Esiste certamente l'Inferno, il Paradiso, ma in questa energia esiste una “memoria” perché, dovete sapere, che non è una energia fine a se stessa, ma conserva la coscienza, e la coscienza è colei che ti porta laddove devi andare. Bisogna bere dalla “Fonte”, perché se berrete altrove vi avvelenerete, poiché non saprete mai quell'acqua da dove può arrivare e quanto inquinata può essere… … L'onda purificatrice, quantica, è quell'onda che lascia alle spalle il vecchio per il nuovo. Quando si parla di nuova Gerusalemme, di nuovo Mondo, di nuova Era, del nuovo Paradiso Terrestre, ciò che era prima, poi non sarà più poiché tutto rinnovato sarà. A livello scientifico, c'è molto di più di quanto voi potete solo immaginare. Considerate che, essendo voi materia, tante teorie non rientrano nel vostro pensiero, anzi, tante cose appaiono molto fantasiose. Ma c'è tanta verità in queste cose. Gli scienziati, molto spesso, sono come quei cani che si mordono la coda non riuscendo ad uscire fuori dai loro drenaggi mentali. Occorre, per capire, tanta semplicità. Di fatto, il semplice ci arriva prima, mentre i tanti sfuggono alla semplicità e vanno su altri orizzonti che, di fatto, li allontanano dalla verità. Entrare in altre dimensioni è molto più semplice di quanto voi possiate immaginare. Sapete bene che la smaterializzazione molecolare può apparire soltanto in una scena di films, eppure è realtà che proietta un uomo da una parte all'altra in un batter d'occhio. I portali sono quei lascia passare che si trovano in alcuni punti ben precisi, e da essi tutto può passare. La materia quindi penetra questa luce, questo muro di trasparenza, ma che ti proietta avanti dove gli altri non riescono a vedere… Il pensiero diventa e prende forma… c'è chi viene preso perché protetto e portato in cielo e l'altro lasciato per continuare il suo Operato… La quarta dimensione è quella che verrà, ma da considerare c’è che ogni fisico o matematico regola il suo sapere dentro o fuori le sue linee, ma generalizzare questo concetto e far comprendere questo, diciamo che siete al momento alla Terza dimensione. San Michele Arcangelo (Luce Infinita)
Cap. LXI Un foglio bianco
“Un foglio bianco, cosa può dire? Un foglio bianco può dire tutto e niente. Una penna, cosa può dire? Una penna può dire tutto e niente, può costruire, può demolire. La Quiete, cosa può dire? E il movimento? Tutto nasce da un'idea, ma l'idea quante volte si può dire buona? Il pensiero genera cose buone e cose cattive, perché questo tipo di pensieri nascono dall'uomo. Ma può sbagliare il Pensiero di Dio? Dal Sommo Bene, solo Bene si genera. Queste ed altre ancora per un dire che aleggia nei tempi passati, presenti e futuri. Scrivete, or dunque, nelle pagine della vostra vita il solo Bene. Non cadete nelle facili tentazioni che tutto possono fare tranne che gratificare il proprio essere… … È sempre tempo per iniziare un nuovo foglio e via via scrivendoci su, concludere un breve capitolo di cose nuove. Ma queste cose nuove devono nascere da un'idea buona, dopo l'idea si realizza il pensiero e questo diventa quel movimento che dà atto alla vostra vita. Il Vangelo è l'unica Quiete che si Trasforma in movimento, se volontà c'è nell'andare avanti, ma soprattutto nel progredire. Questi tempi, sapete bene, belli non sono, pertanto le cadute tante saranno. Siate coscienti però, perché la coscienza è quel movimento silente che fa riflettere, e voi dovete riflettere più degli altri, perché chi Luce ha dentro, deve poter vedere chiaro, molto chiaro… E per questo dire, qualcuno dirà: “ed il Cielo, cosa fa?” Noi non facciamo nulla. Noi non dobbiamo fare nulla per modificare i vostri eventi. Tutto va come deve andare e se non mostrate la forza che dite di avere, allora siete solo una farsa. Dovete lottare, sempre, perché è nella lotta che si delinea la grinta, l'energia, la forza, ma soprattutto l'Amore. Non basta dire Signore, Signore! Per raggiungere il Signore occorre dare dimostrazione e, se queste le volete evitare, ecco che allora avrete una vita più semplificata, più agevolata, certo è con meno problemi… ... Siate vittoriosi e non vinti.” San Michele Arcangelo
Cap. LXII Verso la quarta dimensione
Stava dormendo profondamente. Un sogno era molto ricorrente; dopo essersi svegliato, Davide cercava di dare un significato, correlandolo a ciò che Raphael e gli altri suoi compagni di viaggio spirituali gli dicevano. I loro messaggi, i loro richiami li considerava un tesoro di incommensurabile valore, da cui attingere nei momenti di raccoglimento; un tesoro diverso da quello materiale che, invece, appesantisce l'essere, legandolo sempre più alle cose terrene. Questo tesoro, in un certo senso, metteva le ali e faceva spiccare il volo verso una realtà che la maggior parte delle persone la relega alla sfera dell'immaginario. Solo alleggerendosi da quei pesi che schiacciano l'essere, proprio come un sasso che, gettato dall'alto, per la legge di gravità, si schianta verso il basso, non permettendo di salire in alto, si vola sù verso le alte vette. Davide era ben consapevole di questo. La sua esperienza spirituale lo aveva condotto lungo le strade del mondo invisibile, ma vero e reale ai suoi occhi, e agli occhi di chi avrebbe guardato e considerato con fede quell’ “oltre”. Per tale motivo, Gesù ribadiva che l'uomo ha occhi, ma non vede; ha orecchie, ma non ode. Il vero senso è che, fin quando l'uomo relega il suo visibile a ciò che crede di vedere, ecco che gli sfugge una realtà fondamentale, quella dello Spirito. Nei suoi scritti, cercava di descrivere, di raccontare, questo era il suo compito. Il resto veniva lasciato al libero arbitrio del ricevente. Quel sogno, quell’onda immensa, altissima, che si abbatteva sulle città, sui palazzi, travolgendo persone e devastando tutto ciò che incontrava lungo il percorso. Sognava di affacciarsi alla finestra, per vedere da dove provenisse quel fragore roboante che incuteva terrore. L’orizzonte offriva paesaggi catastrofici, immense distese d'acqua che invadevano le case e oggetti e corpi galleggianti sulle acque. Improvvisamente, sentiva sotto i suoi piedi il pavimento dissestarsi; con prontezza, Davide afferrava le persone, cercando di portarle con sè. Correva, correva verso la direzione di una luce. Nell'acqua, corpi di miriadi di persone che galleggiavano senza vita. Solo quella Luce lo poteva salvare, e correva affannosamente verso quella direzione. Un sobbalzo lo svegliò; si ritrovò tutto sudato, col cuore che gli batteva forte; realizzò che si trattava di un sogno. Ma era così ricorrente, come se gli volesse parlare, ammonirlo di qualcosa. Ma si trattava davvero di un'onda gigantesca d'acqua, o avrebbe dovuto rapportarlo alla sua conoscenza spirituale, al fine di attribuire una interpretazione diversa da quella che, in apparenza, poteva sembrare? Il sogno dell’ “Onda” poteva ben rappresentare la visualizzazione simbolica di un avvenimento difficile da immaginare, in quanto esula dalla materia. Poteva essere, secondo Davide, quell’anomalia spazio-temporale che presto avrebbe colpito la Terra, facendola cambiare di piano dimensionale. La stessa fisica quantistica spiegava la “Funzione d'onda quantica”, ovvero onda di probabilità. Concetti difficili da comprendere, in quanto il recettore oculare dell'uomo è abituato a vedere un universo reale, coeso, facendogli sfuggire la realtà di un universo ben lungi dall'essere come appariva. Il mondo tridimensionale ha i suoi limiti spazio-temporali, e con esso fa apparire una realtà che di fatto non è, creando illusioni. L’asse terrestre si è spostato, l'Onda è una turbolenza quantistica, un'anomalia che cambierà ogni situazione che, altrimenti, impiegherebbe millenni. Quando la Terra verrà investita da quest' Onda, ogni miracolo accadrà. L'universo presenta dimensioni spazio-temporali, stati vibrazionali di realtà che conducono dalla terza alla quarta dimensione e via dicendo. Secondo tale teoria, ogni realtà dimensionale, per quanto reale e tangibile, è un'illusione. Quando questa grande “Onda di pensiero” investirà la terra, accadranno delle modifiche sia nel sole, nella terra, nell'assetto geomagnetico del pianeta stesso, il cui asse si sta spostando con i maremoti e i terremoti. Ma chi sarebbe stato in grado di affrontare questo mutamento? Solo chi avrebbe posseduto un'anima abbastanza antica e matura per accedere alla dimensione superiore. Se non corrisponde un aumento vibratorio parallelo dell'anima, avverrebbe un processo di “autocombustione spontanea”. Ecco il richiamo a San Paolo, quando scrive che in un batter d'occhio, saremo tutti trasformati. O le parole di Gesù del Vangelo quando dice che: “La fine verrà come un ladro di notte… uno verrà preso e l'altro lasciato… siate pronti in ogni momento”. Dio non è forse l’Idea Generante? Il Suo ritorno sulla terra non è forse rapportabile a tutto ciò che sta accadendo? Nel Vangelo secondo Giovanni cap. 14,1, “La fede e i suoi effetti”, Gesù dice: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in Me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con Me, perché siate anche voi dove sono Io. E del luogo dove Io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” Gli disse Gesù: “Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me. Se conoscete Me, conoscerete anche il Padre; fin da ora Lo conoscete e Lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto Me, ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me? Le parole che Io vi dico, non le dico da Me; ma il Padre che è in Me compie le Sue opere. Credetemi: Io sono nel Padre e il Padre è in Me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità in verità vi dico: anche chi crede in Me, compirà le opere che Io compio e ne farà di più grandi, perché Io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome Mio, lo farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiederete qualche cosa nel Mio nome, Io lo farò”. La chiave di lettura di quanto detto da Gesù consisteva nel tradurla in termini di semplicità e di umiltà. Se non si parte da queste basi, ben pochi saranno coloro che riusciranno a rompere la barriera del tridimensionale per giungere a quell’equilibrio vibrazionale del “Pensiero di Dio”. L'esortazione a non accumulare tesori in terra vuole condurre l’uomo a una nuova visione del mondo, una visione cristologica, dove il Cristo è al centro del Tutto. Nel Vangelo secondo Matteo, 11, 25, “Il Vangelo rivelato ai semplici” conferma quanto asserito dallo stesso Gesù: In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del Cielo della Terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a Te. Tutto mi è stato dato dal Padre Mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a Me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e Io vi ristorerò. Prendete il Mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il Mio giogo infatti è dolce e il Mio carico leggero”. Davide meditava tutto questo e comprendeva che Gesù, pur avendo detto tutto, pochi riuscivano a immergersi nel suo grande mistero o, quanto meno, tentavano di farlo. Nessuno può entrare nel grande mistero di Dio, ma può mettere la buona volontà al fine di cercare di “vedere” e “ascoltare” col Terzo occhio. Tante cose ancora avrebbe dovuto scrivere Davide, lo stesso argomento dell’Onda e dei fratelli cosmici, ma questo sarebbe stato argomento di un libro successivo. Ma aver avuto il Privilegio di poter descrivere, nel limite del suo possibile, quell’Oltre tanto amato, era già una grande gioia. E se magari solo con un libro fosse riuscito a portare a Dio pure una sola anima, allora tutto questo avrebbe avuto un senso! Per Amore e solo per Amore nei Suoi confronti, aveva intrapreso il cammino dell'andare avanti verso quella immensa Luce, come nel sogno. Molti vivevano nella frenesia più totale, lontani da Dio, molti nell’apostasia, molti nell’incredulità. Ma Dio, dall'alto dei Cieli, vede una lucina che brilla sulla Terra, riconoscendo quel Figlio che anela d’Amore per Lui. E solo per quella lucina che brilla, Lui scenderà come un vortice d'Amore per accogliere a braccia aperte quella lucina che si unisce alla Grande Luce per Eternità.
Cap. LXIII Il Paradiso.
“Ecco come aprire una parentesi! Ed il Signore disse: “Lascio un mondo di dolori per un Regno di Pace.” Spesse volte la gente pensa al Paradiso e, nel pensarlo, dice: chissà come si vive? Chissà cosa si fa lassù? Oppure, mamma mia! Deve essere una grande monotonia! Chissà se si annoiano. Tutto questo perché non si conosce e, quando non si ha conoscenza, si chiude un discorso bellissimo in due stupidissime parole. E quando queste due parole investono altre menti, le stupidaggini si dilagano, creando così un Regno malvisto, un Regno di sola noia, di sole preghiere. Così non è, fratelli miei. Quando il Signore disse: “Vi precedo perché vado a prepararvi un posto”, beh, fratelli, questa la dice lunga, non credete? E quando non si hanno le idee chiare, ecco che si fantastica. Ma finora non ho trovato nessuno che abbia una fantasia meravigliosa, fantastica del Paradiso. Per quanto sforzo mentale c'è, non esiste nessuna immagine che faccia onore ad una Realtà nella quale viviamo e vivono tanti fratelli. Quando si parla di Regno di Pace, d'Amore, ecco che si parla di Dio. Loro sono il Paradiso, in loro si respira e sia l’Amore che la Pace, è una dimensione veramente indicibile per ciò che si prova. La sola Luce entra dentro ad ogni uomo e rinnova l'animo, iniettando così un Amore Antico Primordiale dove in Esso nulla manca. Ciò che è una fantasia mentale, in quella dimensione, diventa realtà concreta sotto i vostri occhi. La musica accompagnata da un Coro Angelico dipinge il Tutto in una visione che non tiene eguali. Acque che sgorgano vive e limpide da rocce, fiori che si aprono sotto i vostri occhi, deliziando le narici per il loro profumo. Allegria nel vedere bimbi giocare con animali che, giù in terra, incutono terrore. Ognuno si crea il proprio da fare ed ogni equilibrio è stabilito. La sapienza filtra nei cuori, nella mente di ognuno, allargando ancor di più ogni sapere. Ecco perché chi vive di Cielo non può vivere di Terra. Voi state vivendo il vostro paradiso in terra, dichiarando l'esteriorità della bellezza. Se noi dovessimo catalogare voi uomini per la vostra sola bellezza, allora ci sarebbe schieramento. Avete cognizioni diverse di bellezza, voi catalogate, fate divisioni. Noi no, Noi vediamo al di là delle apparenze, ecco perché non esiste paragone alcuno. Pensate solamente a coloro i quali riescono a rompere quella linea di confine e vedere col terzo occhio; ecco, questi fratelli, nel vedere un Angelo, per quanti sforzi facciano, non riescono a rendergli testimonianza, descrivendo anche in maniera minuziosa l'aspetto. Vivono di Luce, si alimentano della stessa e loro stessi sono Luce. Pensate quanto belli siete dentro voi! Avete Luce, l'uomo solo adesso l'ha scoperto. C'è dentro voi un’Energia molto grande, pensate solo che se nella vostra energia pura avvicinate un fil di rame, creereste una forte corrente, scossa... Nel Paradiso è sempre giorno, è sempre primavera. Ognuno, come dissi, ha il suo da fare e, nel tempo libero, contempla e loda il Signore, può sfruttare appieno la propria libertà, con la consapevolezza che sopra di sé c’è Dio. Possono fare tutto ciò che vogliono. Alcuni si dedicano a voi altri o a chi ha lasciato in Terra, portando testimonianza che i morti non esistono. Qualcuno ha asserito addirittura che i morti siete voi e i vivi Noi, per versi così è, Pace”. … “Il Cielo sarà sconvolto e le stelle cadranno dal cielo. Questo ed altro ancora accadrà. Chi, in effetti, vuole tutto questo? Chi vuole allontanare i tempi? L'uomo si erge a Dio e, sentendosi lui stesso Dio, ecco che clona, che crea; sì, fratelli, perché l'uomo crea, ma Dio genera creando. Dio, quando genera, lo fa di nascosto perché Lui è il Primo ed è detentore di “Nome”, in quanto nulla è senza Lui. Mentre l'uomo crea; dopo che crea un vaso, un altro uomo mette a queste cose il nome, quindi quell'uomo creato si identifica col nome che ha, che gli è stato messo. Mentre Dio sempre è stato il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega. L'Inizio e la Fine... Conoscendo voi stessi, conoscerete Dio, poiché da Lui venite. Siete piccoli dei perché portate dentro voi un'eredità che non è data a tutti”.
San Michele Arcangelo ( Luce Infinita )
Cap. LIV La morte non esiste
“… Quando il tuo essere vive nella desolazione che lo circonda, quella desolazione chiamata angoscia, ansia, tristezza, dolore, indifferenza, rancore: beh, saturo di questi sentimenti deleteri, negativi, dentro di esso si ribella lo spirito, perché vorrebbe emergere a far vedere il bello che nascosto è. Grida, urla lo spirito e, come per incanto, ti ritrovi proiettato su un'altra dimensione. Il tuo occhio corre lontano a filmare un firmamento, a filmare un bel tramonto, a filmare una prateria, a penetrar l'immenso Cielo Azzurro, come per vedere Dio, il Grande Supremo Dio che vi ha regalato un Paradiso che l’occhio, abituato ad Esso, non reputa più tale, perché lo Stesso si è abbruttito per vista tua. Ma se lasci parlare il tuo Spirito, saprai che questo posto esiste veramente ed è quel posto che, per natura stessa tu, uomo, ambisci. È distante, anche se pur vicino, è indicibile per la Sua bellezza, ha suoni, colori e melodie che sulla terra, no, proprio mai, li troverai. Meraviglie che incantano l’animo, meraviglie che suscitano in te emozioni d’Amore mai provate prima. Ma se così lontano pare questo posto, allora suggerimento dò: anche vicino a te sta il Paradiso, è quell’angolo che sta un passo lì da te; non lo conosci perché proprio lì è venuto a mancare l’Amore, quell’Amore che è morto con te. Ma con la morte, c’è anche la Vita, la Resurrezione, quindi, fratello, fallo rivivere quell’Amore, così, semplicemente, come comanda il Signore. Ed allora vedrai che quella staticità di bruttezza, Vita prenderà perché, come un fiore può sbocciare, il tuo animo può germogliare, dando Vita al tuo essere e dell’Amore mai più si potrà stancare, perché Amore è Vita. Fratello mio, quando troverai il tuo Paradiso in terra, ricordati del tuo fratello che accanto ti sta, dici a lui le cose che Io ho detto a te, poiché anche l’altro deve trovare il proprio. Quando questo tu farai, ricordati di Me e, alzando gli occhi al Cielo, salutando, dirai: “Grazie, o Mio Papà!” Con Sorriso estremo, allor, Io dirò: “Di nulla figlio Mio, un Padre regala ciò che può ai figli Suoi; il Mio regalo a te è quell’angolo di paradiso”. Trova la tua pace, riprenditi la Fede, fanne un buon uso, così che tesoro diverrai, quel tesoro che ornamenta di più il Paradiso. Non esser teso, non aver paura, apri il tuo Cuore, figlio Mio, fallo rotolar da Me, così scoprirai che dell’Amore Puro non si può fare a meno, perché la Globalità di Questo son Io per te. Se speri che il Mio dire non tocca i cuori della gente, speri male, poiché Io, Governatore dei cuori, aziono in essi la Pace, l’Amore. Se speri che il mondo ti appartiene, speri invano, poiché le tue forze stanno per raggiungere la fine. Se speri che i cuori della gente saranno tuoi, speri invano, poiché Io Dominerò sul mondo a plasmare quei cuori che hanno operato per Me. Li custodirò nel Mio, li ammaestrerò ancor di più, li renderò degni delle promesse di Cristo. Il tempo passa, tutto scorre nella vita, ma le Mie Parole non passeranno mai. Tu, Compagno Fedele, Amico Amabile, Principe sugli Angeli, a Te darò il compito audace di abbattere il male. Tu, Gloriosissimo Arcangelo Michele, con tutta la Tua Potenza, ricaccerai il male negli abissi dell’inferno. Il Tuo operato sarà degno di Lode, la Tua Arma trafiggerà l’immondo che cerca di rubare gli uomini forti di Dio. Il tempo passa nella consapevolezza del Certo e, nei cuori di chi l’Amore non risiede più, l’Amore cessa. Il tempo, rivelatore di Verità, il tempo, rivelatore di Giustizia, il tempo, rivelatore di iniquità. Sperate, or dunque, in Me, poiché Certezza Mi farò in Concretezza. “Quis ut Deus” Simbolo d’Amore, Parola, Conferma di Salvezza”.
J E S U S
(Luce Infinita)
Cap. LXV L’Inizio
Immersi nell’Infinito, ci si rende conto dell’inadeguatezza delle parole nel volerlo descrivere. Esprimere ciò che prova il cuore nel momento in cui si apre alla Verità è cosa quasi impossibile. Il vuoto della vita materiale pervade l’intimo e ogni cosa perde quel senso dato sinora. Il nuovo prende il posto del vecchio, e la persona ne è consapevole, in quanto lei stessa stenta nel riconoscersi. Davide era immerso in questi pensieri. Com’era cambiata la sua vita da quel preciso istante che aveva incontrato la Verità! Tutto cambia, nulla rimane com’è. Davide, consapevole del nuovo inizio, proseguiva il proprio cammino, sebbene le paure e i dubbi insiti nell’essere umano, ogni tanto rallentavano il passo verso la direzione intrapresa che l’avrebbe condotto verso la Luce. Le sue tante domande affollavano la mente. Di una cosa era certo, quella di voler “andare avanti”, nonostante tutte le avversità incontrate. Non sapeva bene cosa il futuro gli avrebbe riservato, ma era fiducioso nel Signore, confidava in Lui. Nel pensare ciò, mentre si trovava a passeggiare nei suoi amati boschi, si sentì prendere per mano. Si voltò e sorrise. Gesù aveva ascoltato il suo richiamo. Nei momenti della grande svolta, percepiva la Sua Presenza, che gli infondeva quella tranquillità e sicurezza nell’andare avanti. “Grazie”, disse Davide con commozione, “ho bisogno di ascoltare le Tue parole ancora una volta. Mostrami il cammino. Sai, a volte, ci perdiamo nel mare delle nostre paure, ma con Te, tutto è facile, tutto torna”. Gesù lo guardò con lo stesso sguardo che Davide aveva già visto, uno sguardo di grande Amore e Misericordia. Si sedettero, come quando era bambino, sulla riva del lago e cominciò a parlargli: “Se si considera che tutto è un inizio, arriva la facile comprensione dell’ andare avanti. Nulla finisce, ricordi? Tutto è un ritorno! Bene, passiamo alle considerazioni della vita. Considera il dolore; considera l’ angoscia; considera la gioia; considera la pace; considera l’egoismo; considera l’orgoglio; considera l’Amore; considera la tristezza; considera la morte; considera la vita. Considera tutto, tutto ciò che vi appartiene, questo ed altro ancora, nella specifica consapevolezza che, quando si attraversa un momento che ho appena citato, nulla rimane com’è: è solamente un periodo di transizione. Nulla finisce col dolore, così come nulla finisce con la gioia, è solamente un passaggio per assaporare, chissà, un altro sentimento o un altro evento: quel sentimento che provi è messo lì, tu te ne appropri e lo vivi. Ma, forse, quel sentimento vuole chiamare in te una più attenta coscienza. Il dolore, la gioia, la tristezza, l’Amore, e così via, sono sempre in te, fanno parte di te, non arrivano a caso, ma li inciti tu a manifestarsi, a tirarli fuori: vi appartenete, solo che non lo sapete. Pertanto, quando voi dite: “ Meno male, è finito quel momento”, oppure, “ Stavo così bene prima, adesso, che faccio? ”, e così via, alle tipiche domande della vita, ecco, dico, non cadete nella disperazione, nell’angoscia dei vostri tanti “perché”. La risposta non è difficile e voi, leggendo un rigo dopo l’altro, ci state arrivando. Il perché è semplice, figli Miei, perché c’è pronto un Altro Inizio da scoprire, a voi sconosciuto. La vita è movimento e voi siete il moto alla vita stessa. Direte voi: “ Bravo sei a far filosofia, prova tu a vivere un dolore e far finta che nulla sia accaduto! “ Rispondervi devo: “ Può anche sembrar filosofia ciò che Io dico, ma una cosa è certa, più delle altre. Se riflettessi, invece di darti le risposte frettolose, che tutto possono fare tranne che capirne il vero significato, ecco che tu, uomo, e tu, e tu, e tu, non cadresti in situazioni cui poco prima ho fatto riferimento, ma, in umiltà,accoglieresti questo Dire da Chi è Maestro più di te. Pace. Nel dire : “ Tutto un Inizio è “, Dico il Vero. Nel dire : “ Nulla finisce, Tutto si trasforma ”,Dico il Vero. Nel dire: “ Anche tu stai cambiando“,Dico il Vero. Tutto muta, figli Miei, Tutto cambia e si trasforma, ma la Mia Parola Vivrà in Eterno. Niente e nessuno potrà eguagliare ciò che IO SONO o ciò che IO DICO, poiché IO SONO L’ESSENZA, L’ESTRATTO DELLA PIU’ ALTA COSCIENZA. Voi siete sempre alla continua ricerca dei “se”, dei “ma”, dei “perché” e di quant’altro che chiama i vostri “non so”. Io Sono l’ opposto di tutte queste negazioni. Sono l’ Essere che non si pone domande, poiché SONO LA VITA STESSA CHE GOVERNA IL TUTTO. L’Infinito Mi appartiene, poiché IO STESSO SONO L’INFINITO. Tutto gira intorno a Me, sopra di Me, sotto di Me e, quel Tutto, come vedrete, ritorna a Me. La vita terrena è cosa bella, per chi gestir la sa, con i suoi ipotetici “pro” e con i suoi ipotetici “contro”; va solamente scoperta: si vive per scoprire ciò che l’attimo dopo ti vuole dire. Non fidatevi, mai, di chi dice: “ Questa persona sa leggere il futuro”, oppure, “ Quella persona è l’unica che può darti aiuto”, perché, quel dire, non risponde a verità; di falsi dèi è ricco il mondo! Vivete, se volete, per quell’ Inizio di cui tanto ho parlato: quell’ Inizio che fine non ha, perché, come dissi, tutti ritornerete Qui. Forse diventerò antipatico per chi vorrebbe contestarMi e non può. Animo! ti dico, figlio Mio. Tu parla, comunque, Io ascolto! Ci sarà per te opportunità che nel tempo ti darò, a farti comprendere che le Mie Parole giusto senso hanno, mentre, nel tempo che t’appartiene, capirai che ciò che ti eri costruito crollerà . Restare radicati alle cose, ai fatti, ai sentimenti, per versi, non porta bene, perché ci si fossilizza e non si ha la forza dell’andare oltre. Avere coraggio delle proprie azioni è indice di movimento e voi dovete essere quel movimento chenon nutre paura dell’espandersi, del Nuovo Inizio, insomma, ma solidi in quel che si possono chiamare o essere, le fragilità umane. Pace. Considerate, per finire, che la vostra vita terrena, per versi, è come un grande e meraviglioso “uovo di Pasqua”: altro non dovete fare che scoprirlo e vedere quale sorpresa c’é dentro per voi e, se trovate qualcosa che non tanto vi piace, non vivete quel momento nella delusione che fate crescere sempre più; piuttosto, considerate che quella sorpresa è data a voi per qualche motivo ben preciso. A voi il tempo per capirlo! E quando arriverà in voi il tempo della comprensione, capirete, inoltre, che quelloè “l’Inizio ” di cui tanto ho parlato. Oh, uomo ostinato, ti voglio bene! Cresci cresci, ma, per Me, sempre piccolo sei! FamMi vedere, qualche volta, la superiorità del tuo essere edIo ti promettoche aspetterò quel momento… tanto… di tempo ne hai… ne Ho...
Il Padre Celeste che Tutto E’, ma vive anche per te.
(Luce Infinita)
Il sole stava tramontando e il giorno stava volgendo a sera. Dopo esser stati per ore seduti a parlare, i due amici si alzarono, dirigendosi verso casa. Chi ha incontrato Davide lungo la strada del ritorno avrebbe giurato di averlo visto da solo, ma, stranamente, sul sentiero, alle sue spalle, erano riflesse due ombre di due uomini che camminavano tenendosi per mano.